September 2001
Acciaio e dieta mediterranea
Steel and the Mediterranean diet

Dedicato alla qualità della vita
Dedicated to quality of life

Campioni in digitale
Samples in digital


M&D News
Ecma: premio europeo per il pack di cartoncino
Ecma: European prize for cardboard pack

PuntoCarton, una giornata particolare
PuntoCarton, a special day

Accademia incontra Comunicazione: un progetto Brunazzi&Associati
Academy encounters Communication: a project by Brunazzi&Associati

Flessibili e complessi
Flexible and complex


Stampa e converting in fiera
Printing & converting at the fair

L'Italia? Bel mercato!
Italy? Great market!

Strumenti per la supply chain
Tools for the supply chain

F&F News
Dati da Assografici
Data from Assografici

Trend nel consumo delle bevande
Trends in beverage consumption

Ailog: imballaggio, protagonista del processo logistico
Ailog: packaging, protagonist of the logistic process

Congresso AFI
Afi Congress
Puntando in alto
Aiming high


Per un film (stampato) di classe
A top class (printed) film


L’etichetta che fa la differenza
The label that makes all the difference

Cambiare l’etichettatura
Labeling change


Le parole magiche della codifica
The magic words of coding


Componenti: italiani e su misura
Components: Italians and "tailor made"


Integrazione innanzitutto
Integration above all else

I&M News
Imaje acquista Markpoint
Imaje buys up Markpoint

PFM acquista BG Pack
PFM buys up BG Pack

Carte per l’imballaggio alimentare
Papers for the packaging of food products


Un futuro “abbattibile”
A “collapsible” future


Informatore legislativo
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E&L News
Numeri del riciclo in crescita per l’acciaio
Steel recycling on the rise


Raccolta differenziata della carta in crescita
Segregated collection of paper on the increase


Operativo il nuovo quadro Murst
The new Murst ruling operative

Naso elettronico: da provare
Electronic nose: testing


Tutto sotto controllo
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Trattamento corona: impianti “da film”
Crown treatment: “film” systems

Quell'adesivo è una specialità
That adhesive is a speciality

Colorare l'offset
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Al servizio degli stampatori
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Non tutti i tappi sono uguali
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Solutions on the move

Selezionata qualità
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Soluzioni e linee per l'imballaggio
Packaging lines and solutions

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M&M News
Andare oltre. Buoni i risultati per Cicrespi
Going beyond. Good results for Cicrespi


Etichettatura, codifica e marcatura
Labeling, coding and marking


Appunti su Converflex
Notes on Converflex

Biologico e tutela delle biodiversità. Cooperazioni territoriali di vecchia data e modalità di distribuzione emergenti. Imballaggi nuovi per prodotti (e consumatori) diversi. Si può parlare di sviluppo sostenibile, remunerativo sia in termini economici che culturali, con parole diverse e accenti originali? Forse sì. Almeno per la Hartmann.
Luciana Guidotti

P
er una volta, lasciateci partire dalla fine. In particolare, dalle conclusioni rassicuranti, rivolte alla platea di un convegno* “fuori dagli schemi” da parte del sindaco di un piccolo paese trentino (Lavarone). A chiusura dell’incontro (organizzato da Hartmann Italiana, durante il quale si è dibattituto di agricoltura biologica, di distribuzione e di imballaggi), Aldo Marzari ha richiamato infatti l’attenzione sulla necessità di rispettare i comprensori e le specificità delle aree di montagna, intese come luoghi fondamentali per la salute collettiva, e in generale ribadiva che «più ci si avvicina al mondo della natura, più si crede in uno sviluppo vitale e rispettoso del mondo».


Nota: (*) Il giorno 8 giugno, presso l’auditorium del Centro Congressi del Comune di Lavarone (TN), in occasione della seconda edizione della Mille Grobbe Bike, si è svolto il convegno “Sviluppo sostenibile: biologico e ambiente”. Organizzato da Hartmann Italiana (in collaborazione con la Federazione Trentina della Cooperative, Sait, Coop Italia, Jolly Sgambaro) l’appuntamento intendeva aprire una finestra sui legami fra produzione, distribuzione moderna e conoscenza degli alimenti biologici, oltre a sostenere la salvaguardia di preziose tradizioni.

Convivere con l’ambiente - Gli italiani hanno innumerevoli fortune, di cui spesso non sono neppure lontanamente consapevoli. E il Trentino ne è un esempio. I suoi boschi - sorpresa! - godono di ottima salute e sono considerati, da un punto di vista biologico, tra i migliori al mondo (come si evince dai rapporti scientifici ufficiali). L’uomo non è intervenuto a modificarne le caratteristiche originarie e così il bosco “vecchio”, con la presenza equilibrata di varie specie arboree, si rigenera da solo. Perfino la morte della vegetazione, nel sottobosco, crea un habitat eccezionale per lo sviluppo di microrganismi, aiutando i processi di scambio naturale (apporto di ossigeno, sottrazione di anidride carbonica), fondamentali a ridurre l’effetto serra.
Ma in questa regione, la tutela dei boschi originari non è l’unico esempio dell’“amore per la tradizione”. Al convegno hanno infatti portato la propria esperienza anche alcuni produttori di ortofrutta che, grazie alla riconversione al biologico di alcune colture tradizionali, hanno ottenuto un sensibile incremento occupazionale in aree a rischio di abbandono (è il caso della Val di Gresta).
Che lo sviluppo sostenibile inizi dunque “dalla tavola”?
Certo è che, anche la scelta del cibo giusto per un’alimentazione sana e rispettosa, deve assumere i contorni di un’azione consapevole, per gli effetti diretti e indiretti sulla qualità della vita.
Maurizio Gritta, vigoroso presidente di Mercabio e produttore diretto di alimenti biologici, ha precisato come l’agricoltura bio e il suo corollario di azioni complessive, oltre rispettare l’ecosistema riesca a non alterare la naturalità dell’intera filiera produttiva (a iniziare dalla selezione delle sementi, passando per le più ortodosse metodologie di coltivazione, fino alla formazione di nuovi coltivatori).
Lo stesso Gritta, in un ulteriore commento, ha però messo in guardia dai pericoli e dalle pressioni che derivano dalle necessità espresse dai grandi gruppi distributivi, che intendono avocarsi ogni diritto di controllo sui requisiti di qualità dei prodotti, in sostituzione degli organismi ufficiali di certificazione. D’altronde, già in apertura del convegno, il moderatore Mauro Della Valle aveva accennato «alla possibilità di instaurare migliori modalità di convivenza tra gli operatori territoriali e le comunità, in relazione alle dinamiche della globalizzazione anche in campo alimentare».

Europa vs localismi? - A fronte dei molti sforzi, sia in campo produttivo che distributivo, la preoccupazione degli operatori agricoli - di tutti gli operatori - è alta: la qualità dei prodotti stenta a essere risconosciuta a livello economico e, all’atto pratico, non sono previsti interventi diretti o facilitazioni a difesa dei sistemi agricoli più “complessi” (come l’agricoltura biologica o montana appunto).
Questo ha sottolineato, ad esempio, Umberto Dalla Zuanna, segretario generale della Federazione Trentina delle Cooperative. L’antico sistema cooperativo, in Trentino offre un esempio unico e irripetibile, in fatto di legami “territoriali” fra i produttori, trasformatori di alimenti e consumatori. «Nei fatti abbiamo dimostrato di aver creato vere opportunità finanziarie, oltre ad avere gettato le basi per il rispetto di quei valori che dovranno essere tramandati alle generazioni future. Perché a loro, non dovremo “consegnare” solo le giuste metodiche di coltivazioni diverse, ma un intero patrimonio culturale che consolidi i vincoli con la terra». Particolarmente preoccupante, il riferimento alla scarsa sensibilità dimostrata in questo ambito da un portavoce della UE; in una dichiarazione ufficiale, si asseriva infatti che «in un piano generale di globalizzazione economica, non ci sarà spazio per le peculiarità locali e le strategie d’area».
Sulla stessa falsariga, l’approfondimento di Giuseppe Ciaghi, vicepresidente Sait (Sindacato Agricolo Industriale Trentico) ha ribadito l’importanza storica della cooperazione territoriale trentina, «baluardo per la salvaguardia e la valorizzazione delle realtà locali, che ha posto in primo piano la straordinaria opportunità offerta dalle “nicchie agricole locali”, capaci di produrre contemporaneamente qualità e rispetto ambientale».

Biologico e italiano - Renzo Piraccini, direttore generale Apofruit (il più grande distributore italiano di “bioalimenti” certificati e garantiti), ha illustrato in concreto le possibilità del biologico nella moderna distribuzione.
«Nel settore alimentare i fattori di rischio sono alti, e crescono in modo esponenziale nell’area delle commodities, ovvero dei prodotti “anonimi”. Ecco perché, a fronte del sempre più diffuso bisogno di sicurezza espresso dai consumatori (a cui il biologico può dare ottime risposte), sono state messe in campo azioni serie per certificarne la qualità. Prima fra tutte l’accreditamento della marca del produttore, più che del distributore».
Gli sforzi messi in campo da Apofruit in questo senso - oltre a implementare un sistema incontrovertibile di certificazione della filiera - hanno puntato a una comunicazione istituzionale, per favorire l’informazione mirata al consumatore e lo sviluppo di serie politiche di marca.

E l’imballaggio? - I prodotti biologici (quello veri e certificati) hanno un contenuto tecnologico elevato. Allora perché sminuirli in confezioni di basso profilo? Fatti salvi ovviamente i requisiti di carattere ambientale che ne guidano la progettazione e lo smaltimento, l’esperto di packaging, Ulisse Pedretti (ecomanager Coop Italia) ha sostenuto la necessità di creare imballaggi ad hoc, che diano al biologico la massima visibilità, rispettando le necessità di informazione e amplificandone i plus e il senso di sicurezza.
«In questo ambito è più che mai necessario recuperare l’intima relazione fra contenitore e contenuto».
In altre parole, il buon imballaggio, in questo caso deve saper colpire l’emotività del consumatore, coinvolgendolo «sui significati globali del prodotto stesso». Un consumatore che, rivolgendosi al biologico, ha peraltro già operato una decisa scelta di campo: ha portato alle estreme conseguenze il rapporto con il cibo, puntando a soddisfare le proprie esigenze di benessere generale coniugate però al desiderio di “condividere” con altri scelte precise, in merito all’ambiente e alla qualità della vita.

Dedicated to quality of life

Organic and defence of bio-diversity. Longstanding territorial cooperation and new distribution methods.
New packaging for different products (and consumers). Is it possible to speak of sustainable development, profitable both economically and culturally, using different words and original stresses? Perhaps it is. At least for Hartmann.

Just for once let’s start from the end and explicitly from the reassuring conclusions the mayor of a small town in Trentino (Lavarone) addressed to the audience of a meeting* (organized by Hartmann, the event aimed to provide insight into organic agriculture, distribution and packaging).
At the end of the speeches Aldo Marzari in fact called attention to the need to respect the general area and specificity of the mountain areas, recognised as places vital to general health and stressed that «the closer you get to the world of nature the more you believe in a form of development that is vital and respectful of the world we live in».
Italians have countless fortunes which they are often not in the least bit aware of. Trentino is an example. Its woods- surprise! - are in the peak of health and are considered, from a biological point of view, to be among the best in the world (as can be deduced from official scientific reports). Man has not interfered modifying their original features and thus the “old” woods, with their balanced presence of various arboreal species, regenerate themselves. Even the death of vegetation, in the undergrowth, creates an exceptional habitat for the development of micro-organisms, helping the processes of natural exchanges (addition of oxygen, subtraction of carbon dioxide) fundamental for reducing the greenhouse effect.


Note: (*) On the 8th of June at the auditorium of the congress centre of the Council of Lavarone (TN), on occasion of the second edition of Mille Grobbe Bike, a conference was held entitled “Sustainable development: organic and environment”: organised by Hartmann Italiana (in cooperation with the Trentino Federation of the Co-operatives, Sait, Coop Italia, Jolly Sgambaro) the event aimed to provide insight into links between production, modern distribution and knowledge of organic foods, in addition to upholding the preservation of precious traditions.

Living with the environment - In Trentino the defence of the primordial woodland is not the only example of “love of tradition”. Some market gardeners brought their experience to the conference, people who, thanks to the conversion of some traditional crops to organic farming methods have significantly managed to increase employment in areas in danger of being abandoned (such as Val di Gresta).
So does sustainable development begin “at the dinner table”?
Certainly choosing the correct food for healthy and careful nutrition has to be a conscious decision due to its direct and indirect impact on the quality of one’s life.
Maurizio Gritta, energetic president of Mercabio and direct producer of organic foods underlined how organic farming and its whole corollary of actions, in addition to respecting the ecosystem manages not to alter the naturalness of the entire production process (beginning with the selection of seeds, passing through the most orthodox methods of cultivation right up to the training of new farmers).
Gritta himself went even further however, warning of the dangers and pressures which derive from the needs expressed by large distributive groups intending to seize all rights governing the control of product quality parameters.
On the other hand, right at the very start of the conference organised by Hartmannn Italiana, chairman Mauro della Valle mentioned «the possibility of improving relations between territorial operators and the community, in the shadow of the dynamics of globalisation in the food sector too».

Europe vs. localism? - Faced with many difficulties in both production and distribution fields, market gardeners are worried: the quality of the product is slow to receive economic recognition and, on the practical side, there are no plans for direct intervention or facilitation for protecting more complex farming systems (organic or mountain for example).
This was something emphasised by Umberto Dalla Zuanna, general secretary of the Trentino Federation of Co-operatives. The old co-operative system in Trentino offers a unique and unparalleled example in terms of “territorial” links between producers, food converters and consumers. «The fact is that we have shown we have created real financial opportunities in addition to laying the foundations for the respect of those values which must be handed down to future generations. Because we must “deliver” not only the correct alternative farming methods but an entire cultural legacy which consolidates ties with the land». One particularly worrying thing is the reference to the lack of sensitivity shown by a EU spokesman in this area: in an official statement it is maintained that «in a general project of economic globalisation, there will be no room for local peculiarities and area strategies».
Along the same lines the study of Giuseppe Ciaghi, vice president of Sait (Union of Industrial Agriculture of Trentino) stressed the historical importance of Trentino territorial co-operation «bastion of the conservation and valorisation of local domains, which has made the extraordinary opportunity offered by the “local farming niches” its priority, able to produce quality while simultaneously respecting the environment».

Organic and Italian - Renzo Piraccini, general director of Apofruit (the largest Italian distributor of certified and guaranteed organic foods), tangibly illustrated the opportunities for organic foods in modern distribution.
«In the food sector the risk factors are high and grow exponentially in the commodities, that is the “anonymous” product, area. This is why, faced with an increasingly widespread alarm for safety expressed by consumers (which organic products might satisfactorily allay), serious action has been taken to certify its quality. Principally the crediting of the trademark of the producer rather than the distributor».
These efforts made by Apofruit - in addition to implementing an incontrovertible system of line certification - have opted for an elementary form of advertising in order to favour information aimed at the consumer and the development of serious brand politics.

And the packaging? – Organic products (the true, certified ones) have an elevated technological content. So why diminish them with low profile packaging? Apart from obvious requisites of an environmental nature which dictate their design and disposal, packaging expert Ulisse Pedretti (eco-manager of Coop Italia) agrees with the need to create ad hoc packaging which gives maximum visibility to organic products, satisfying the desire for information and emphasising their benefits and safety.
«Creating a symbiotic relationship between container and contents is more important now than it ever was». In other words good packaging in this case must be able to affect the consumer engaging him with «the global significance of the product itself». A consumer who, turning to organic products has however already chosen sides. He has taken his relationship with food to its extreme consequence, aiming to satisfy his own need for general health and wellbeing united however with the desire to “share” precise choices with others concerning the environment and quality of life.