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| |  | |  | Sarà anche stata una segreta passione per l’ordine a spingere Lanfranchi sulla strada dei riordinatori ma, comunque sia, è una passione che paga. L’impresa parmense si è affermata come uno dei pochi grandi produttori mondiali del settore, con tassi di crescita di tutto rispetto e, oggi, una prima struttura dedicata all’export diretto. E intanto, sul fronte dell’innovazione...
Elena Piccinelli
| |  | | | | | All’inizio era il caos, ovvero una gran quantità di bottiglie alla rinfusa. Per questo sono stati inventati i riordinatori: prelevarle e metterle in ordine in modo da poterle riempire - ovviamente in linea e alle velocità del beverage - non è cosa da poco, tanto che su questa specializzazione è nata addirittura un’industria, seppure fatta di poche imprese. In tutto il mondo, i produttori si contano sulle dita delle mani e fra essi figura Lanfranchi, una società di Collecchio (PR) che, nata come impresa famigliare per iniziativa di Lino Lanfranchi, si è rapidamente affermata come fornitore globale grazie a una clientela costituita perlopiù di OEM e multinazionali del beverage e della detergenza.
Con un’offerta completa di macchine e attrezzature che servono quel piccolo tratto di linea fra soffiaggio e riempimento, ma che comprende anche gli ausili di stoccaggio, movimentazione, orientamento e palettizzazione, oggi Lanfranchi può essere orgogliosa della sua storia, iniziata con poche risorse e un’idea vincente e culminata nell’exploit degli ultimi tre anni in termini di vendite, con un fatturato che è passato da 25 a 40 miliardi e oltre.
La sua forza sta, oggi come allora, nella bontà dei progetti e nell’accuratezza delle realizzazioni. Ma non solo: l’azienda emiliana si sta attrezzando per gestire anche l’export diretto e, soprattutto, conferma la propensione all’innovazione con alcune iniziative degne di nota, sia sul fronte dei prodotti che su quello dei mercati. Ce ne parla Alessio Lanfranchi, responsabile della produzione e, per vocazione, “comunicatore delegato”.
Brevetti e mercati fortunati
Dopo gli inizi pionieristici, il decollo della Lanfranchi come impresa industriale a pieno titolo è iniziato nell’80 con il brevetto Lift Master, presentato per la prima volta al Simei di Milano «e ultimato praticamente in fiera». Questo nome designa un originale sistema di alzini (componente chiave del riordinatore, Ndr), che permette di sollevare con particolare delicatezza bottiglie di qualsiasi forma e stabilità. «Un’idea fortunata, apprezzata e adottata dai grandi fornitori di linee per il beverage, come Sasib in Italia, piuttosto che Sidel in Francia o Krones e KHS in Germania, a cui dobbiamo la nostra prima affermazione sui mercati internazionali», racconta Alessio Lanfranchi. Che aggiunge, polemico, «e che è piaciuta anche ad altri, visto che si è chiusa da poco, a nostro favore, la causa intentata a un concorrente che ha tentato di copiarla».
Dopo il Lift Master Lanfranchi ha messo a punto un altro brevetto importante, relativo al Sistema Rotativo a due cilindri (SR), caratterizzato da 2 giostre orizzontali sovrapposte che ruotano a velocità differenziate permettendo di raggiungere output fino a 4 volte superiori («quello installato in CocaCola Messico raggiunge le 70.000 bottiglie da mezzo litro all’ora»). Resistendo alla tentazione di sconfinare più a valle, in area riempimento, l’azienda ha poi completato la propria offerta con i vari tipi di trasportatore, silo, palettizzatore, orientatore e quant’altro serve la movimentazione di contenitori di plastica, incoraggiata anche dal crescente interesse per questo materiale nei settori e per i prodotti più diversi.
«I nostri principali mercati di sbocco sono le acque minerali, il latte e la detergenza domestica - spiega al riguardo Lanfranchi - con clienti come Evian, Danone e Perrier. Sono stati loro a cogliere per primi i vantaggi dei nostri riordinatori, e a diffonderli in tutto il mondo negli stabilimenti delocalizzati nelle diverse aree. Un’ulteriore spinta è arrivata dal nostro ingresso nel mercato del latte e dalla crescita della domanda di acque minerali, soprattutto in Asia (Cina e Giappone), negli Usa dove i numeri in gioco ci hanno incoraggiato ad aprire una filiale diretta, e in Europa, che seguiamo direttamente dalle sedi italiana e francese».
Un’assistenza “dipendente” e madrelingua
Sviluppi di mercato impetuosi, che hanno portato a riorganizzare l’azienda e i servizi, soprattutto di distribuzione e assistenza. Su questo terreno, Lanfranchi ha messo a punto un’organizzazione originale, che mira in primo luogo ad assicurare un servizio post vendita veloce e “madrelingua” nelle principali aree di sbocco.
«Anche se, ovviamente, non abbiamo nessuna intenzione di trascurare gli OEM, né tantomeno di porci in qualche modo come loro concorrenti - spiega Lanfranchi - negli ultimi anni la quota di fatturato realizzata direttamente all’estero sta aumentando, grazie al contatto con un numero sempre maggiore di utilizzatori di tutte le dimensioni. Questo ci ha costretti a mettere a punto un efficace sistema di assistenza, prima assicurato, almeno in una fase iniziale, dall’integratore di sistemi che funge da capocommessa. Così abbiamo assegnato a tre funzionari che lavorano qui in sede la responsabilità commerciale di altrettante grandi aree di riferimento, a cui fanno capo sia la rete di distributori locali sia i tecnici che assicurano l’assistenza. Questi ultimi - una quindicina di persone - risiedono nei rispettivi paesi d’origine, parlano dunque la lingua del posto e sono dedicati esclusivamente a servire il cliente, che sono in grado di raggiungere in tempi brevi grazie alla vicinanza geografica. Con loro, che abbiamo formato direttamente qui in sede, abbiamo instaurato un rapporto chiaro e stretto: anche se vivono altrove li abbiamo assunti e rispondono al nostro ufficio centrale. I paesi più vicini, invece, sono seguiti direttamente da Collecchio oppure, nel caso del Nord Europa, dalla nostra filiale francese, diretta da un collaboratore esperto e organizzato».
Ricerca: investire paga
Guardando, invece, agli aspetti produttivi dell’organizzazione, Lanfranchi ha strutturato un ufficio tecnico/meccanico - composto di 12 persone suddivise in sottogruppi dedicati ai riordinatori, ai trasportatori, ai silos, ai nastri e ai lay out - e un ufficio tecnico/elettrico, entrambi coordinati dallo stesso responsabile. Questa impostazione è giustificata dall’importanza che Lanfranchi assegna da sempre alle attività di R&S, sostenute dalla vocazione del proprietario e - dettaglio non banale - dalla capacità di prestare attenzione alle suggestioni e ai suggerimenti dei collaboratori, senza pregiudiziali di anzianità o ruolo. Ne è risultato uno staff giovane, vivace e motivato, che ha messo in campo diverse buone idee già industrializzate e che ora è impegnato sugli ultimi ambiziosi progetti tecnologici della casa.
«Al Drinktec di Monaco di Baviera abbiamo presentato, con grande successo, due nuove macchine sui cui puntiamo molto», spiega Lanfranchi. «La prima è un palettizzatore per bottiglie di plastica vuote, che abbiamo realizzato raccogliendo un’esigenza espressa dalla CocaCola ma che trova impiego in tutte le situazioni in cui il contenitore viene soffiato in uno stabilimento e riempito altrove (accade spesso nei soft drink ma anche, per esempio, nel latte). Si tratta di un robot dotato di un innovativo sistema di presa che consente non solo di manipolare e stratificare oggetti tanto delicati, ma anche di ridurre in maniera molto sensibile i tempi morti, aumentando la produttività. La seconda proposta consiste in un sistema di cambio formato “immediato” per riordinatori, che permette di passare in pochi minuti, premendo semplicemente un pulsante, da un tipo di contenitore all’altro. Anche in questo caso, alla base dell’efficacia del dispositivo sta la semplicità, ottenuta automatizzando operazioni prima manuali, svolte in sequenza e coordinate da PLC».
Conto terzi, con cautela
Ma la ricerca non basta se non è seguita dalla realizzazione accurata di macchine affidabili. In Lanfranchi, come nella maggior parte della imprese di settore, questa fase è in parte delegata a terzisti. Ma con molte cautele, come si evince contando i tecnici dell’ufficio assemblaggio: una cinquantina di persone a cui spetta il compito delicato di montare a regola d’arte quanto viene realizzato fuori. «Di norma l’assemblaggio delle nostre macchine è realizzato in casa, per ovvi motivi di riservatezza e per non affidare ad altri il lavoro più qualificato. In tutti i casi, il nostro ufficio qualità controlla con la massima attenzione la corrispondenza fra pezzi e disegno perché anche se ci siamo “rassegnati” a industrializzare i componenti, prima costruiti uno ad uno con dedizione artigianale, siamo ben consapevoli che il risultato di insieme è dato dalla somma delle parti».
Lo mostra con particolare evidenza un prodotto fatto di sola carpenteria: il silo per lo stoccaggio di contenitori vuoti, “semplice” cilindro d’acciaio dalla cui progettazione può dipendere l’integrità del contenuto e la conseguente soddisfazione del cliente (che, come noto, per tutelarsi arriva a imporre tolleranze di difettosità nell’ordine di “un pezzo rovinato su 1 milione”). Qui la qualità deriva dalla somma di diversi fattori e si traduce in risultati tangibile come - per citare un esempio significativo - nel caso del serbatoio realizzato per Danone, per lo stoccaggio delle bottigliette da 5 ml di Actimel, «tanto leggere che rischiano di restare schiacciate dal loro stesso peso».
In questo come in altri casi, la qualità dei materiali, dell’esecuzione e dell’esperienza del costruttore sono tanto importanti quanto rare, al punto che Lanfranchi ha dovuto cercare subfornitori fuori regione. Con pazienza e coerenza: «Mio padre - afferma Alessio Lanfranchi - ha iniziato puntando sulla qualità e l’azienda continua sulla stessa strada, assegnando la massima cura ad ogni singolo dettaglio. Così, abbiamo continuato a utilizzare l’acciaio anche quando i prezzi salivano (e senza far pagare i rincari al cliente). Allo stesso modo, abbiamo deciso di impiegare solo componenti meccanici ed elettrici di qualità, magari seguendo le indicazioni del cliente se questi richiede una marca particolare ma senza derogare mai dai nostri standard di prestazione»
Il futuro? bello e mignon
Il futuro di Lanfranchi è fatto di nuovi progetti e nuovi mercati, studiati con passione a dispetto dell’immancabile frenesia quotidiana. «Stimolati in primo luogo dai clienti francesi - esemplifica Lanfranchi - che sono particolarmente sensibili all’igiene, stiamo studiando i problemi legati alla filtrazione dell’aria, mirando non tanto a raggiungere il livello di sterilità quanto la cosiddetta filtrazione assoluta. In particolare stiamo ultimando la messa a punto di un trasportatore inox completamente carenato, dove le bottiglie avanzano sospinte da aria filtrata al 100%, che può essere igienizzato a fine giornata con liquidi sanitizzanti. Naturalmente, da installare in un ambiente pulito, altrimenti i filtri si intasano di polvere...».
Ma non è solo l’igiene a ispirare nuovi progetti. Già da alcuni anni, giungono segnali di interesse all’impiego di contenitori mignon di PET, come quelli, per esempio, da usare sugli aerei. «Abbiamo iniziato con Martini e Rossi Irlanda, che ci ha commissionato un riordinatore piccolo per il Bacardi formato “monodose”, e da allora abbiamo realizzato altre 5 o 6 macchine di taglia “nana”, tanto che stiamo pensando di sviluppare una linea di macchine dedicata. Altre applicazioni promettenti si profilano nel settore della bellezza, dove l’impiego di contenitori di plastica è massiccio - penso allo shampo, ma non solo - e si richiedono quindi soluzioni ad hoc, normali o piccole che siano».
Gli stimoli allo sviluppo tecnologico non vengono però solo dalle richieste dei clienti. La generale carenza di manodopera specializzata, per esempio, costituisce una forte spinta alla semplificazione, ispirando progetti di macchine sempre più facili da usare e, preferibilmente, anche da riparare. «Su questo versante, stiamo sperimentando un sistema di ispezione e diagnosi basato su web cam e, contemporaneamente, mettendo a punto tutti gli strumenti per strutturare un efficiente servizio di teleassistenza».
Le idee, insomma, non mancano e gli sbocchi neppure, aperti dalla “naturale” evoluzione dei mercati e da quel pizzico di fortuna che, si sa, non guasta mai. Come quella volta che, in seguito al fallimento di un OEM impegnato in una fornitura a un’azienda indiana «siamo stati contattati direttamente dall’utilizzatore (era la Pepsi India) e, pur non essendo i responsabili del progetto, ci siamo fatti carico del suo problema. Da questo episodio è nata una collaborazione fruttuosa che si è consolidata in un rapporto di fornitura vivo ancor’oggi». | | Careful reordering
It may have been a secret passion for tidiness which set Lanfranchi on the unscrambler trail but, whatever it was, it is a passion that pays. The Parma business has made a name for itself as one of the few great global manufacturers in this sector, with highly respectable growthrates and today the first structure dedicated to direct export. And meanwhile on the innovation front...
In the beginning there was chaos or rather a large quantity of bottles all over the place. Unscramblers were invented for this reason: to pick up and tidy them in order for them to be filled – obviously in line and at beverage speeds – it is no small achievement and indeed an industry has grown out of this specialisation, though the number of businesses is small. Manufacturers worldwide can be counted on the fingers of one hand and Lanfranchi is one of them, a company based in Collecchio (PR) which, started as a family firm on the initiative of Lino Lanfranchi, has rapidly become known as a global supplier thanks to a customer base consisting in most cases of OEM and beverage and detergent multinationals.
With a complete offer of machinery and equipment serving that small section of the line between blowing and filling, but also including storage, handling, orientation and palletisation aids Lanfranchi can now be proud of its progress, having begun with few resources and a winning idea and culminating with the feat accomplished in the last three years in terms of sales with a turnover that has gone from 25 to 40 billion and beyond.
Today, as in the past, its strength lies in the quality of its projects and the precision with which they are realized. But that is not all: the Emilia Romagna company is equipping itself to handle direct export and above all confirms its propensity towards innovation with some initiatives which are worthy of note, both on the product and the market front.
Alessio Lanfranchi, head of production and by vocation “official communicator”, tells us about them.
Patents and lucky markets
After its pioneering beginnings Lanfranchi took off as a fully-fledged industrial company in the Eighties with the Lift Master patent, presented for the first time at Simei in Milan «and virtually finished off at the trade fair». This name designates an original system of small lifts (key component of the unscrambler, Editor) which allows you to lift bottles of any shape and solidity with particular delicacy. «A lucky idea, appreciated and adopted by major beverage line suppliers, such as Sasib in Italy, Sidel in France or Krones and KHS in Germany to whom we owe our initial recognition in international markets», says Alessio Lanfranchi. Who adds polemically, «and which other people liked too seeing that the judge in a court case against a competitor who tried to copy it recently ruled in our favour».
After the Lift Master Lanfranchi realized another important patent, relative to the two cylinder Roller System (SR) characterised by two superimposed horizontal turntables which rotate at differentiated speeds enabling users to achieve up to 4 times the output («the one installed in Coca-Cola Mexico reaches up to 70,000 half litre bottles per hour»). Resisting the temptation to expand further down in the bottling area, the company has completed its offer with various types of conveyor belt, silo, palletizer, orientator and whatever else is used in the handling of plastic containers encouraged also by the growing interest in this material from different industries and for a range of different products.
«Our main market outlets are mineral water, milk and household detergents – explains Lanfranchi - with customers like Evian, Danone and Perrier. They were the first to reap the benefits of our unscramblers and diffuse them all over the world in variously delocalised plants.
A further boost came from our entrance into the milk market and from the growth in the demand for mineral water, above all in Asia (China and Japan), in the States where the figures at stake encouraged us to open a direct branch and in Europe which we monitor straight from our Italian and French head offices».
Qualified and native tongue customer assistance
Rapid and sudden market developments led to a reorganisation of the company and its services, above all in the field of distribution and customer assistance. Considering the lie of the land Lanfranchi created an original organisation which aims in the first place to ensure a rapid and native tongue post sales service in the main outlet areas. «Even though we have obviously no intention of neglecting the OEM let alone of setting ourselves up in some way as their competitors - Lanfranchi explains- in the last few years our share of turnover abroad has been increasing, thanks to contact with a growing number of users of all dimensions. This has forced us to set up an efficient system of assistance, primarily ensured, at least in the initial phases, by the systems integrator who acts as prime contractor. Thus we have placed the commercial responsibility for three large areas of reference with three functionaries who work from our headquarters heading the local network of distributors as well as the technicians who guarantee customer assistance. These latter- about fifteen people- reside in their respective countries of birth, therefore speaking the language and are exclusively dedicated to serving the customer, who they are able to reach in a short time thanks to their being geographically near at hand. With these people, who are trained at our headquarters, we have created a transparent and close relationship and even though they live elsewhere they are employed by us and answer to our central office. Countries nearer home on the other hand are directly managed by Collecchio or, in the case of Northern Europe, by our French branch, directed by an expert and organised collaborator».
Research: it pays to invest
Regarding instead the organisation’s productive aspect, Lanfranchi has structured a technical/mechanical office – composed of 12 people subdivided into subgroups dedicated to unscramblers, conveyors, silos, belts and lay out- and a technical/electrical office both co-ordinated by the same chief. This set-up is justified by the importance which Lanfranchi has always assigned to R&D activities, backed by the owner’s vocation and- no trivial detail- the ability to listen to collaborators’ ideas and suggestions, whatever their seniority or role. The result is a young, lively and motivated staff who have put forward various good ideas which have already been industrialised and who are now involved in the latest ambitious technological projects of the house.
«At Drinktec in Munich - Lanfranchi explains - we presented, to enormous acclaim, two new machines on which we are staking a great deal. The first is a palletizer for empty plastic bottles which we designed after listening to a need expressed by Coca Cola, used every time a container is blown in one plant and filled elsewhere (it often happens in the soft drinks field but also, for example, in the milk area). It is a robot equipped with an innovative gripping system which enables you not just to manipulate and stratify very delicate objects but also to reduce idle time considerably, increasing productivity. The second proposal consists in a system of “immediate” change for unscramblers which enable them, at the mere push of a button, to switch in a few minutes from one type of container to another. Here too, at the root of the appliance’s efficiency lies simplicity, obtained by automating operations which were previously manual, carried out sequentially and co-ordinated by the PLC».
Third party, with caution
But research is not enough if it is not followed up with the meticulous production of reliable machines. At Lanfranchi, like the majority of companies in this sector, this phase is partly delegated to third parties. But with a great deal of caution as we can deduce by counting the number of technicians in the assembly room: about fifty people who have the delicate job of skilfully assembling parts produced outside. «As a rule our machines are assembled at headquarters, for obvious reasons of confidentiality and so as not to trust others with the more skilled work. In all cases our quality office scrupulously checks the correspondence between parts and design because even though we are “resigned” to industrialising components, previously produced one by one with craftsman-like dedication, we are well aware that the result of the whole is given by the sum of its parts».
A particularly obvious demonstration of this is a product made with simple carpentry: the silo for the storage of empty containers, a “simple” steel cylinder on whose design the integrity of the contents and the consequent satisfaction of the customer depends (who, as everybody knows, imposes permissible deviations of «one spoiled piece in a million» to safeguard himself). Here the quality derives from the sum of different factors and translates in tangible results such as - to quote a significant example - the case of the tank produced for Danone, for the storage of small 5 ml bottles of Actimel “so light they risk being crushed by their own weight». In this, as in other cases, the quality of the materials, the execution and manufacturer’s experience are as important as they are rare, to the point that Lanfranchi had to look for sub suppliers in different regions. Patiently and coherently: «My father – says Alessio Lanfranchi- started by targeting quality and the company upholds this policy, giving the utmost attention to each individual detail. Thus we continued to use steel even when prices were going up (and without making customers pay the difference). Similarly we decided to use only quality mechanical and electrical components, perhaps following the customer’s indications if they require a particular make, but never once departing from our performance standards»
The future? Beautiful and mignon
Lanfranchi’s future contains new projects and new markets, studied fervently despite the inevitable crazy workload. «Initially spurred by French customers - illustrates Lanfranchi - who are particularly sensitive to hygiene, we are studying problems linked to air filtration aiming to reach not so much a level of sterilisation as so-called absolute filtration. In particular we are completing the setting-up of a totally streamlined inox transporter , where the leftover bottles feed ceaselessly from 100% filtered air, which can be sterilised at the end of the day with sanitised liquids. Naturally, it must be installed in a clean environment, otherwise the filters become choked with dust...».
But it is not just hygiene to provide inspiration for new projects. For some years we have been noting surges of interest in the use of PET mignon containers like, for example, those used on aeroplanes. «We started with Martini and Rossi Ireland, which commissioned a small unscrambler for “single-dose” Bacardi, and since then we have produced 5 or 6 more dwarf-sized machines, so much so that we are thinking of developing a line of purpose-built machines. Other promising applications are in the offing in the cosmetics sector where the use of plastic containers is widespread- I’m thinking not only shampoo-and ad hoc solutions are required whether they be normal or small».
Stimuli for technological development do not merely come from customers’ requests. The general lack of skilled labour for example constitutes a strong spur towards simplification, inspiring machine designs which are increasingly easy to use and preferably to repair too. «On this front we are experimenting with a system of inspection and diagnoses based on web cam and simultaneously refining all our instruments in order to create an efficient telephone assistance service».
In short there is no lack of ideas or outlets, created by the “natural” evolution of markets and that modicum of luck which, as everybody knows, never hurts. Like the time that, in the wake of the bankruptcy of an OEM engaged in supplying an Indian company, «we were contacted directly by the user (it was Pepsi India) and , though we weren’t responsible for the project we took charge of his problem. Out of this episode a fruitful partnership was born which was cemented in a supply relationship which is still functioning today». . | |
