November-December 2001
Bevande italiane
Italian beverages

Piccolo è bello, gratis è meglio
Small is beautiful, free’s even better

Punto.Carton
Punto.Carton


Prove di packaging
Packaging trials


M&D News
Cosa beviamo, e come
What we drink, and how
Un Sud sempre più vicino
The South is even closer

Capitolato: un documento, mille sfaccettature
Tender: one document, many facets

Tradizione e futuro di un contenitore
The container: its tradition and future

F&F News
Il macero tra domanda e offerta
Waste paper between supply and demand
Uomini e macchine
Men and machines

Un’impresa “laboratorio”
A “laboratory” company

Un fine linea hi-tech
A high-tech end of line

Un marchio per la pesatura
A name for weighing

Opere di plastica e di cultura
Works in plastic and culture


Ocme, la “nuova”
The “new” Ocme


I marchi cambiano, la storia prosegue
Brands change, the story goes on


I&M News

Le mille e una vita dell’acciaio
The thousand and one lives of steel

Le scuole di Genova a lezione di riciclo
Genoa’s schools learn about recycling

“Abbasso” gli inquinanti
“Down” with pollutants

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L’azionamento diretto
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Tutti “cotti” per l’affettato
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Smarrimenti elettronici
Electronic bewilderment

M&M News
Lastre digitali in tempi record
Digital Plates in record time
Fustellatrici a platina di Mec Saroglia
Platen die-cutting by Mec Saroglia
Sistemi di visione dalla Matsushita
Matsushita vision systems
Print Media e Datamax ancora insieme
Print Media and Datamax still together



Le grandi categorie in cui suddividere i liquidi per uso alimentare
• Liquidi “commerciali pronti”, ovvero distribuiti tal quali dall’industria (vino, birra, liquori, acqua minerale, soft drink, succhi di frutta, latte);
• Liquidi commerciali da preparare (tè e caffè, sciroppi);
• Liquidi “naturali” (acqua del rubinetto, derivati da frutta o verdura, minestre, ecc).

Fifty years are well worth a party: and so, at Ipack-Ima, Chiriotti Editori wanted to pay homage to “Tecnica Molitoria” - and all those who have supported it, prepared it and looked after it to the present day - for this important anniversary (how much water has passed under our mills!). In a large area at the back of the halls dedicated to conversion machinery, they collected the works of 15 Master Bakers: masterpieces of sweetness and Mediterranean flavours, forged from the creativity of craftsmen of the very


Il corpo umano ha necessità di assumere almeno due litri di liquidi al giorno, ossia circa 730 litri all’anno. Intorno a questa necessità fisiologica primaria si è sviluppato un mercato, caratterizzato da tassi di crescita sempre maggiori e da cifre importanti. Ecco qualche dato, che illustra l’andamento di varie categorie di bevande e di liquidi, con un occhio di riguardo alla situazione italiana.
A cura della Redazione
Negli ultimi dieci anni, in Italia, il consumo medio annuo di liquidi cosiddetti commerciali (vino, birra, liquori, acqua minerale, soft drink, succhi di frutta, latte) e di liquidi commerciali da preparare (primi fra tutti tè e caffè) è passato da 358 l/anno a oltre 470 (segnando un +31% circa). Si tratta di una quantità che, probabilmente, non potrà subire a breve ulteriori e significativi ritocchi. Va invece evidenziato come, in questo ambito, siano sempre più frequenti azioni di “cannibalismo” fra le varie tipologie. Esemplare, a riguardo, l’esempio fornito dall’incremento di consumi relativo alla prima famiglia di liquidi (dove spiccano le prestazioni delle bevande analcoliche), che è andato di pari passo con un calo dei consumi di acqua potabile naturale.
E ancora, nell’ambito specifico delle bevande analcoliche, la tendenza più evidente è la maggior propensione al consumo di quelle non gassate (succhi di frutta, tè, integratori ecc.) che crescono a un tasso tendenziale maggiore rispetto a quelle tradizionali gassate.

Il mercato
L’area di mercato delle bevande (analcoliche e alcoliche) continua a presentare un trend evolutivo favorevole e interessante, pur con qualche differenza a seconda delle diverse voci merceologiche.
Il settore delle bevande nel 2000 ha superato i 22 milioni di litri (imbottigliato in Italia), pari a +5% circa rispetto al 1999.
L’andamento soddisfacente deriva da un’ottima evoluzione delle esportazioni in alcuni settori, riconfermando al contempo l’evoluzione positiva della domanda interna. Il 2001 dovrebbe concludersi con un tasso di sviluppo intorno al 3-3,5%, e il tasso tendenziale di sviluppo di quest’area di mercato si colloca intorno al 2,7-2,8% medio annuo. Le previsioni al 2003 evidenziano però alcune differenze tra bevande analcoliche e bevande alcoliche. Per effetto della prevista crescita delle esportazioni (vino e spirit) e a fronte di una stagnazione della domanda interna si presume una crescita del 2,5-2,6% medio annuo per le bevande alcoliche.
Invece le bevande analcoliche potrebbero beneficiare di un tasso di sviluppo del 3% circa medio annuo, basato essenzialmente sulla domanda interna poiché, se si escludono le acque minerali, gli altri settori presentano una modesta quota di esportazioni.

Il confezionamento
L’area merceologica delle bevande - in particolare quelle analcoliche - offre un esempio di grande dinamismo in termini di evoluzione di confezionamento, dato che il packaging è vissuto come una variabile strategica decisiva. Se il confezionamento delle bevande, sino agli anni Sessanta, riguardava essenzialmente il vetro, attualmente le soluzioni sono estremamente articolate, in termini di imballaggi primari.
Analizzando l’area nella sua globalità (bevande alcoliche e analcoliche) emerge che lo share maggiore è occupato dalla bottiglia in plastica, seguita dalla bottiglia di vetro. A queste due tipologie di contenitori si affiancano lattine di alluminio e acciaio, contenitori di cellulosa accoppiata, cheer pack, bag in box, bicchierini di plastica e keg per la distribuzione alla spina.
Questi i campi “di eccellenza” dei vari imballaggi.
• La plastica, al momento, è la soluzione di imballaggio che mostra i tassi di sviluppo maggiori.
• Il vetro ha il proprio punto di forza nell’area delle bevande alcoliche.
• Il contenitore di cellulosa accoppiata viene impiegato nell’area delle bevande analcoliche piatte.
• La lattina, sostanzialmente stabile, mantiene una presenza interessante nei settori bevande gassate e birra.
• La distribuzione alla spina (keg) si esprime al meglio nel settore birra.
Le altre soluzioni di confezionamento presentano, al momento, quote di mercato contenute.

Vino
Dedotte le quantità destinate all’autoconsumo nonché alla trasformazione di vermouth o aceto, alla distillazione e al movimento scorte, la vendemmia dell’anno 1999 (58,1 milioni di hl) ha portato a un quantitativo di vino e spumante a disposizione per il consumo (interno+export) pari a circa 42 milioni di hl, immessi sul mercato sia sfusi che confezionati.
Per prodotto sfuso si intende quello venduto in damigiane con oltre 10 l di capacità. Il prodotto immesso alla vendita confezionato riguarda bottiglie di vetro di capacità sino a 2 l, contenitori di cellulosa accoppiata di capacità sino a 1 l, bag in box e damigiane di vetro e damigianette con capacità variabili tra 3 e 10 l.
Le principali tendenze in termini di domanda parlano di consumi interni in lieve ma progressivo calo (in crescita i vini doc in bottiglia, in calo gli acquisti di vino sfuso), mentre l’export (in particolare dei vini confezionati) vive una fase di progressiva e sensibile espansione.
In fatto di confezionamento, la bottiglia di vetro resta l’imballaggio nettamente prevalente e la sua posizione si rafforza sulla scorta dei trend di mercato, in particolare per le esportazioni, nei confronti dei vini doc, tutti confezionati in vetro.
E mentre il contenitore di cellulosa accoppiata resta la soluzione più diffusa per i vini da tavola destinati in particolare al mercato nazionale, il bag in box cresce a scapito delle vendite sfuse.

Birra
Nel 2000 il mercato della birra, secondo i dati elaborati da Assobirra, ha raggiunto 1.628 milioni di litri, di cui il 25,4% di provenienza estera.
La produzione italiana vale 1.257 milioni di litri e le esportazioni sono molto modeste. La domanda interna evidenzia un trend tendenziale di crescita del 2,5% medio anno, mentre il trend di crescita della produzione si attesta intorno all’1,5%.
Il mix del confezionamento è risultato sostanzialmente stabile sino al 2000 (vetro 73,5%, lattine 9% e distribuzione alla spina 17,5%), ma nei prossimi anni si assisterà al lento inserimento della bottiglia multistrato di plastica.

Superalcolici
Da alcuni anni la domanda interna italiana di superalcolici risulta in calo, lento ma progressivo. In sensibile ascesa, per contro, le esportazioni che hanno raggiunto uno share sulla produzione pari al 60% circa. Dunque, per merito dell’export, il settore nel suo complesso presenta un trend evolutivo positivo. Il confezionamento avviene esclusivamente in bottiglie di vetro.

Bevande analcoliche gassate e piatte
Con l’esclusione dei succhi di frutta, parliamo ora di un’area che si stima in circa 3,7 milioni di litri, quasi totalmente destinata al mercato interno. Le bevande gassate rappresentano l’80% circa e risultano il settore meno dinamico in termini di tassi di sviluppo. Tè, reintegratori salini, sport drink, bibite piatte fantasia sono i prodotti emergenti: oltre il 75% dei prodotti di quest’area è confezionato in contenitori di plastica, seguiti dalla lattina (essenzialmente di alluminio) con uno share che supera il 15%. Il restante 9/10 % riguarda contenitori di cellulosa accoppiata, cheer pack e bicchierini in plastica.

Succhi di frutta
Questo segmento di mercato comprende i nettari e i succhi al 100%, che risultano in sensibile sviluppo: oltre 600 milioni i litri consumati in Italia, nell’ambito dei quali risultano interessanti i valori di prodotto importato. Il confezionamento vede la predominanza del contenitore di cellulosa accoppiata, con uno share che supera nettamente il 60%; segue la bottiglia di vetro che, negli ultimi tempi, sta facendo segnare un’evoluzione nel segmento bar. Di recente ha fatto la sua comparsa anche la bottiglia di plastica.

Acqua minerale
Il mercato italiano delle acque minerali ha sviluppato numeri da leader: basti pensare che il nostro Paese detiene infatti il 31% circa dell’attività di imbottigliamento in ambito europeo.
Nel 2000, secondo i dati riportati sull’annuario Acque minerali edito da Beverfood Edizioni Srl, la produzione è ammontata a 10.300 milioni di litri: le esportazioni hanno rappresentato l’8,2% (850 milioni di litri) mentre modesta è l’incidenza dell’import (50 milioni di litri). Il consumo ha quindi raggiunto 9.500 milioni di litri.
Il trend evolutivo resta positivo: il consumo interno cresce a un tasso medio annuo del 5% circa, le esportazioni sono interessate da un vero boom.
Il confezionamento dell’acqua minerale, sempre prendendo a riferimento i dati contenuti nell’annuario citato, vedono prevalere la bottiglia di PET (77%), seguita dal vetro (22%), mentre il contenitore in cellulosa accoppiata non supera l’1%. Allo stato delle cose, è quindi riconfermata in pieno la tendenza all’impiego della bottiglia di plastica a scapito del vetro, che perdurerà negli anni a venire anche se in maniera meno rilevante. Il rapporto plastica/vetro tende infatti a una certa stabilizzazione, tenendo conto che nella vendita “porta a porta” e nell’horeca, la posizione del vetro resta significativa.

Chiusure
Le tendenze evolutive in termini di imballaggi non hanno interessato soltanto i contenitori, ma anche le chiusure. Si tratta infatti di un mercato che ha fatto segnare cambiamenti sostanziali.
Il ricorso sempre più consistente alla bottiglia di plastica (che ha interessato in particolare il settore delle bevande analcoliche) ha comportato di pari passo lo sviluppo di chiusure di materiale plastico. Ma la chiusura a vite di plastica si è anche affermata in abbinamento a imballaggi non plastici, come per esempio i contenitori di cellulosa accoppiata.
Anche per le bottiglie in vetro si sono andate progressivamente affermando soluzioni diverse da quelle tradizionali: nel settore acque minerali è sempre più frequente la sostituzione del tappo corona di banda stagnata con la chiusura a vite di alluminio, così come nell’ambito dei vini da tavola (imbottigliati in vetro), al tappo corona si sta preferendo la capsula a vite di alluminio. Il tappo corona resiste invece incontrastato nelle bottiglie di vetro per la birra e negli aperitivi mono dose. Nel segmento succhi di frutta, al tappo corona si va sostituendo in molti casi, la capsula twist off di banda stagnata.
Concorrenti al classico tappo di sughero, nel settore vini, troviamo le seguenti tipologie di chiusura: il tappo sintetico di materiale plastico (che ora può essere considerato un competitor diretto al tappo di sughero anche per i vini doc), il tappo a fungo di plastica utilizzato per i vini frizzanti da tavola, la chiusura a vite di alluminio impiegata in Italia in genere per i vini da tavola e per i vini esportati (parzialmente anche per i “doc”), il tappo corona per i vini da tavola, che subisce la progressiva erosione da parte delle chiusure a vite in alluminio.
Anche nel settore superalcolici, dove il vetro domina incontrastato, la scelta della chiusura apre a numerose possibilità: tappi di sughero con top di plastica, chiusure a vite di plastica, chiusure a vite di alluminio ecc.
La scelta della chiusura, come d’altronde quella del contenitore, travalica ormai le ragioni di carattere tecnico/logistico e, anzi, è dettata da diverse e complesse esigenze di marketing, prima fra tutte quella di diversificare i prodotti.
Italian beverages
The human body needs to consume at least two litres of liquid per day, or approximately 730 litres per year. Connected to this primary physiological need, a market, characterised by increasing growth and significant numbers, has developed.
Here is some data to illustrate trends in various categories of beverages and liquids, with special attention given to the Italian market.

In the last ten years in Italy, the average annual consumption of so-called trade liquids (wine, beer, liquors, mineral water, soft drinks, fruit juices, milk) and trade liquids needing preparation (with tea and coffee the most important) has passed from 358 litres per year to over 470 (an approximate 31% increase).
This represents a quantity that, likely, will not change significantly over the short term. However, it is important to stress that cannibalism is occurring more and more frequently among the various typologies. Typical, in this respect, is the example offered by the increase in consumption in the first group of liquids cited above (where the role of non-alcoholic drinks are more evident), which has moved in step with a drop in consumption of natural tap water.
More, in the specific environment of non-alcoholic drinks, the clearest trend is a larger propensity for consumption of non-carbonated beverages (fruit juices, tea, integrators, etc.) that tend to grow at a faster rate than those traditionally carbonated.

The market
The beverage market (non- alcoholic and alcoholic) continues to show a positive and interesting evolutionary trend, with some differences depending on the various product items.
The beverage sector surpassed 22 million litres (bottled in Italy) in 2000, equal to a 5% increase as compared to 1999. This satisfying trend derives from the excellent increase in exportation in some sectors, re-confirming meanwhile, the positive evolution of domestic demand. The year 2001 should end with a growth rate around 3-3.5% and the tendency for growth rate in this market area can be placed around 2.7-2.8% as a yearly average. Forecasts for 2003, however, highlight some differences between non-alcoholic and alcoholic beverages. Due to the influence of a forecast growth in exportation (wine and spirits) and a context foreseeing stagnation in domestic demand, a growth of 2.5-2.6% for alcoholic beverages as a yearly average is presumed.
Instead, non-alcoholic beverages might benefit by a development rate of approximately 3% on a yearly average, based essentially on domestic demand, since, if mineral water is excluded, the other sectors offer a modest rate of exportation.

Packaging
The product area of beverages, particularly that non-alcoholic, offers dynamic examples in the evolution of packaging, given that packaging is viewed as a decisive strategic variable.
While beverage packaging, until the Sixties, concerned essentially glass, current methods are extremely articulated in terms of primary packaging. In analysing the entire area (alcoholic and non-alcoholic beverages), it emerges that plastic bottles, followed by those in glass, hold the majority share. Next to these two types of containers there are aluminium and steel cans, containers of laminated cellulose, cheer packs, bags in boxes, plastic glasses and kegs for distribution on tap. These are the “quality” fields of various forms of packaging.
• Plastic, at the moment, is the packaging solution that shows the greatest growth rate.
• Glass is strongest in the area of alcoholic beverages.
• Laminated cellulose containers are used in the still beverage area.
• The can, essentially stable, maintains an interesting presence in the carbonated beverage and beer sectors.
• Distribution on tap is best expressed in the beer sector.
Other packaging solutions reflect a modest market share.

Wine
Excepting quantities aimed at self-consumption and those transformed into vermouth or vinegar, or for distillation and stocks, the 1999 harvest (58.1 million hecto-litres) yielded a quantity of wine and sparkling wine available for consumption (domestic + export) equal to approximately 42 million hecto-litres put on the market either loose or packaged.
By loose products we mean those sold in demijohns over 10-litre capacity. The product sold packaged are glass bottles with a capacity of up to 2 litres, containers of laminated cellulose holding up to 1 litre, bags in boxes and glass jugs with a capacity varying between 3 and 10 litres.
The main trends in terms of demand indicate domestic consumption in light but steady decline (quality bottled wines in a growth phase, a decline in purchase of wine), while the export (particularly of packaged wines) is experiencing a phase of progressive expansion. As for packaging, glass bottles remain prevalent and their position strengthens with market trends, particularly for exportation for quality wines, all packaged in glass.
While containers of laminated cellulose remain the most used solution for table wines aimed at the domestic market, bags in boxes are growing against a decline in loose wines.

Beer
In 2000 the beer market, according to data gathered by Assobirra, reached 1,628 million litres, of which 25.4% came from abroad.
Italian production is 1,257 million litres and exportation is modest. Domestic demand indicates an average growth trend of 2.5% annually, while the production growth trend is approximately 1.5%.
The mix of packaging was substantially stable until 2000 (glass 73.5%, cans 9% and tap distribution 17.5%), but coming years will see the slow implementation of multi-layered plastic bottles.

Spirits
For some years the domestic demand for spirits in Italy has slowed, slowly but progressively. Exports, on the contrary, are distinctly on the rise and have reached a production share equal to approximately 60%. So, thanks to export, the whole sector indicates a positive trend. Packaging is exclusively in glass bottles.

Non-alcoholic and still beverages
Except for fruit juice, this area can be estimated at approximately 3.7 million litres, almost all of which are for the domestic market. Carbonated beverages represent approximately 80% and are the sector less dynamic in terms of development rates. Tea, salt re-integrators, sport drinks and creative still drinks are emerging products: over 75% of products in this area are packaged in plastic, followed by cans (mostly in aluminium) with a share that exceeds 15%. The remaining 9-10% concern containers of laminated cellulose, cheer packs and plastic glasses.

Fruit juices
This market sector is comprised of 100% nectars and juices that are in marked development: over 600 million litres consumed in Italy, in a context of interesting import figures.
Packaging is primarily in laminated cellulose containers, with a share that well exceeds 60%, followed by glass bottles that, in this period, are making progress in the bar sector. Recently, plastic bottles also have appeared.

Mineral water
The Italian mineral water market is a leading one: it’s enough to note that our country handles approximately 31% of bottling in Europe.
In 2000, according to data reported in the Mineral Water Annual published by Beverfood Edizioni Srl, production reached 10,300 million litres: exportation accounted for 8.2% (850 million litres) while importation was modest (50 million litres). Total consumption reached 9,500 million litres. The trend remains positive: domestic consumption is growing at an average annual rate of approximately 5% and exportation is having a real boom. In the packaging of mineral water, according to data in the aforementioned Annual, a PET bottle (77%) leads, followed by glass (22%), while containers made of laminated cellulose do not exceed 1%. As things are, then, the trend is towards plastic bottles at the expense of glass, which will lose ground in the years to come, even if at a lesser rate. The relationship plastic/glass is tending to stabilize, considering that for door-to-door and horeca sales, glass remains meaningful.

Closures
Trends in packaging involve not just containers, but closures too. This market has undergone substantial changes. Increased preference for plastic bottles (particularly in the non-alcoholic sector) has been followed step by step by the development of caps made of plastic. But plastic screw-top seals are also present in non-plastic packaging, such as containers of laminated cellulose. Even glass bottles have been progressively subject to non-traditional changes: the mineral water sector is experiencing a more frequent change from the watertight crown cap to a screw-top aluminium one, as is true for table wines (bottled in glass). The crown cap remains unchallenged in use for glass beer bottles and for single serving aperitifs. In the fruit juice sector, the crown tap is now frequently substituted with a twist-off, tinplate capsule. In the wine sector, competing with the classic cork there are the following types of seals: a synthetic “cork” made of plastic (material that now can be considered a direct competitor to the cork for quality wines too), the mushroom shaped plastic cap used for sparkling table wines, the screw-top aluminium cap generally used in Italy for table wines and for exported wine (and in part for quality wines), the crown cap for table wines, which is progressively losing ground to the aluminium screw-tops.
In the spirits sector, where glass dominates, many choices of closures are available: corks with plastic tops, screw top plastic caps, screw-top aluminium caps, etc.
The choice of seals, like that of containers, today surpasses technical and logistic reasons and, more, is dictated by diverse and complicated marketing needs, first of which is product diversification.