Italiaimballaggio - I&M November-December 2001


		November-December 2001




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Quanto conta guadagnarsi il rispetto del mercato ed essere riconosciuti per la correttezza dei comportamenti e il valore della propria offerta? Ancora molto, se guardiamo all’esperienza di A.L.Tech, costruttore italiano di macchine per l’etichettatura autoadesiva che, dopo dieci anni, continua a raccogliere consensi.
L.G., S.L.

Fin dagli esordi A.L.Tech ha significato progettazione e costruzione di sistemi per l’etichettatura e l’identificazione mediante etichette autoadesive, nonché commercializzazione delle stampanti termiche Sato e dei relativi accessori e prodotti di consumo.
“Dieci anni di attività rappresentano un traguardo importante”, esordiamo, incontrando Piero Salvini, fondatore dell’azienda, ma per tutta risposta, scherzando come al solito con discreta ironia, ci sentiamo ripetere la frase, con l’aggiunta di un grosso “punto interrogativo”.
Di fatto, per un imprenditore, aver vissuto una crescita costante è motivo di soddisfazione e lo è ancora di più se si considera che il risultato di cui sono più orgogliosi Piero Salvini e il figlio Paolo, è quello di aver saputo costruire una storia fondata sul “rispetto”, da intendersi nel senso più ampio del termine: rispetto delle regole, rispetto dei valori umani e delle competenze, rispetto di una sana competizione, la sola che può in qualche modo far guadagnare a sua volta credibilità sul mercato.
In questo modo, anche i numeri, il fatturato (10 miliardi nel 2000, con 25 persone), gli utili (reinvestiti nella nuova sede produttiva più grande) assumono un’importanza diversa, perché sono la cartina al tornasole della capacità di intrattenere relazioni intelligenti con il mercato, a cui rivolgersi usando parole comprensibili e accenti sempre diversi e originali. Dieci anni di attività quindi valgono soprattutto sul piano umano, perché hanno il sapore di una prova superata. «Nulla nasce dal nulla», ci dice Piero Salvini «e quando si dà inizio a una nuova attività, bisogna affrontare argomenti complessi, è necessario capire i meccanismi finanziari ed economici che la governano, imparare a gestirne i primi utili... Si deve saper affrontare la realtà delle banche, dei fornitori ma, soprattutto, si deve far fronte alla responsabilità nei confronti di coloro che sono stati coinvolti nel progetto, soci o dipendenti che siano, e questo pesa, pesa tantissimo, e diventa un motivo di riflessione costante».
Ma questa è storia di ieri: oggi è già quasi domani, anche perché, in A.L.Tech, il futuro viene pianificato con modalità molto concrete, grazie una condivisione delle responsabilità e a un costante trasferimento di competenze. «Perché, oggi come oggi, non basta più avere una buona idea, o rapportarsi con savoir-faire ai clienti - gli fa eco Paolo, responsabile commerciale, ma che non manca di fare qualche incursione nel reparto tecnico - è necessario creare il massimo consenso, per poter trasferire ai collaboratori il valore reale del prodotto/servizio proposto».

Efficienza e rapidità
Chiariti fin da subito gli obiettivi, ovvero arrivare a progettare e costruire macchine etichettatrici autoadesive, sviluppando anche l’elettronica (facendo leva sul know how tecnologico che veniva dall’esperienza pregressa del nucleo di partenza), A.L.Tech si distingue per la versatilità dei prodotti e la loro adattabilità alle linee.
«Siamo partiti producendo teste etichettatrici e intorno a queste abbiamo costruito i sistemi di etichettatura» precisa Piero Salvini. «Abbiamo sempre cercato di differenziare l’offerta, progettando teste più compatte, più veloci e più precise, superando quelli che, a nostro avviso, erano i limiti dei sistemi esistenti. Non volevamo essere “l’ennesimo” produttore in circolazione, piuttosto un interlocutore nuovo e in grado di restituire al mercato un prodotto “diverso”. In questo modo ci siamo posizionati nella fascia alta di mercato, crescendo rapidamente, fino a sconfinare nell’identificazione dei materiali (etichette con codici a barre). Questo, tra l’altro, spiega perché, a fronte dell’ampio numero di impianti e soluzioni ad hoc realizzate nel settore alimentare, della toiletries/cosmetica e chimico/farmaceutico, l’industria elettromeccanica rimane per noi un mercato privilegiato di sbocco, in considerazione delle esigenze di efficienza e automazione del ciclo logistico, espresse da questo comparto».
Gli fa eco Paolo: «Se ragioniamo, poi, sui nostri punti di forza, pensiamo a un complesso di elementi che fa sì che i clienti o ci scelgano o continuino a preferirci. Il mercato apprezza il nostro modo di presentare le offerte, che fin dall’inizio colgono nel segno della soluzione tecnica più conveniente. Ma siamo stimati anche per la nostra capacità di servizio e consulenza post vendita, sia in Italia sia all’estero, dove contiamo sull’attiva collaborazione di numerosi distributori, selezionati in modo accurato e successivamente seguiti dal punto di vista dell’aggiornamento. Per inciso ora abbiamo 50 distributori in 40 Paesi (dalla Nuova Zelanda alla Francia, dal Brasile all’Inghilterra). Non è un caso, d’altronde, che il 60% del fatturato derivi dalle vendite all’estero. Possiamo dire di non aver mai smesso di correre, seguendo da vicino il mercato e intuendone le spinte alla globalizzazione. In questo contesto sono state importanti anche le sinergie che siamo riusciti a mettere in atto con alcuni produttori di etichette autoadesive, che sono diventati partner strategici della nostra evoluzione».

Concepire, costruire, crescere
Oltre a competenza e servizio, abilità imprescindibili per poter essere sul mercato, ciò che continua a fare la differenza per A.L.Tech è comunque la qualità del prodotto. «La vera chiave di volta è stata la nostra capacità di risposta all’avanzamento tecnologico e progettuale delle settore» chiarisce Paolo Salvini. «Le esperienze, in tal senso sono molte, e non si risolvono nel semplice adeguamento delle singole unità, in termini di produttività e velocità più elevate. Per Danone, ad esempio, che aveva bisogno di un’etichettatura non stop, abbiamo inserito in linea quattro teste etichettatrici che lavorano alternandosi senza interruzioni, ovviando così al problema dei fermi per il cambio bobina. Ma abbiamo anche realizzato, su richiesta di un distributore estero, un sistema print&apply particolare, in grado di raggiungere le 200 etichette/min, o ancora un sistema di orientamento particolare, che assicura l’etichettatura di precisione di lattine prestampate. Si tratta di soluzioni su misura e di avanzamenti tecnologici che costituiscono tasselli importanti del nostro know how specifico, e che finiscono complessivamente per caratterizzare la nostra offerta».
Molto è stato fatto, ma quali sono i programmi di A.L.Tech per il futuro?
Piero Salvini torna a giocare con le parole: «Il nostro obiettivo non è certo quello di arrivare a controllare l’80% del mercato, ma di continuare a meritarci la piena fiducia degli utilizzatori, e magari di essere riconosciuti come soggetti autorevoli anche dai concorrenti. Per questo abbiamo scelto di sviluppare all’interno la progettazione meccanica con l’ausilio di sistemi CAD 3D e di curare direttamente lo sviluppo dell’elettronica, a cui sono delegate funzioni talmente importanti che, gioco forza, è necessario padroneggiare. Di contro, come spesso accade nel settore, affidiamo a terzi la costruzione dei singoli componenti di cui, successivamente, curiamo l’assemblaggio. Inoltre ci siamo dotati di adeguati sistemi informatici per gestire le commesse, il magazzino, nonché l’elaborazione dei manuali multilingue per l’uso e la manutenzione. Nella situazione attuale, è estremamente difficile fare previsioni sull’andamento dell’economia, ma nel complesso non siamo pessimisti, guardando alla capacità del mondo occidentale, che ha sempre avuto la forza di risollevarsi. Peraltro di fronte agli spettri agitati di una possibile recessione, di forti rallentamenti nell’economia, è difficile pensare di ripetere le performance ottenute nel 2000, quando siamo cresciuti del 25%. Prevediamo quindi di chiudere l’esercizio in corso, consolidando i risultati raggiunti».

Men and machines
How much does winning the respect of the market and being recognised for being correct in ones actions and the value of ones offer? A lot still if we look at A.L.Tech’s experience, the Italian constructor of machines for the self-adhesive label that is still enjoying success, ten years on.

Right from the start A.L.Tech has meant the design and construction of labeling and identification systems using self-adhesive labels, as well as the trading of Sato thermal printers and relative accessories and consumables.
“Ten years of activity is an important milestone”, we started out by saying on meeting Piero Salvini, company founder, who quipped back at us repeating the same sentence in a questioning tone.
In actual fact, for an entrepreneur, the very fact of having experienced constant growth is a reason for satisfaction and all the more so if one considers that the results that Piero Salvini and his son Paolo are proud of, is that of having been able to build up their business on “respect”, this meant in the broadest sense of term: respect for the rules, respect for human values and for skills and knowhow, respect for a healthy competition, the only features that in some way allow you to gain market credibility.
Here the company’s figures, turnover (10 billion in the year 2000, with a staff of 25 persons), profits (reinvested in the new larger production site) take on even greater importance, because they are the litmus paper of the company’s capacity to intelligently relate to the market, that needs to be addressed using comprehensible terms with different and original accents. Ten years of activity hence are aboveall worth their weight on the human side of things, because they constitute a sort of test that has been passed. “Nothing comes from nothing”, Piero Salvini tells us “and when you give rise to a new activity, one has to tackle complex questions, one needs to understand the financial and economic mechanisms that govern the same, learn how to manage the first profits... One has to be able to face the reality of the banks, the suppliers but, aboveall, one has to face up to the responsibility of those involved in the project, be these partners of employees, and this weighs, it weighs a lot, and becomes a cause for constant reflection”.
But this is yesterdays story: and today is almost tomorrow, also because at A.L. Tech, the future is planned in a very concrete fashion, thanks to a sharing of the responsibility and a constant transfer of skills and knowhow. “Because, today, it is not enough to have a good idea, or good customer relations - echoes Paolo, commercial head who occasionally makes a sortie into the technical section - you need to create maximum consent, to be able to transfer the real value of the products/services proposed onto your own co-workers”.

Efficiency and rapidity
Having clarified their objectives straight off, or that is achieving the design and construction of self-adhesive labelers, also developing electronics (relying on the technological knowhow that comes from the previous experience of the nucleus that they started off with), A.L. Tech stands out for the versatility of its products and their line adaptability.
“We started out producing labeling heads and around these we started to build labeling systems” Piero Salvini goes on to say. “We have always striven to differentiate our offer, designing evermore compact, speedier and more accurate heads, overcoming what to our mind were the limits of the existing systems. We did not want to be the “umpteenth” producer around, rather a new concern open to dialoguing, capable of rendering up a “different” product to the market. Thus we positioned ourselves in the upper reaches of the market, growing rapidly, up to moving over into material identification (labels with barcodes). This among other things, explains why, despite large number of ad hoc plants and systems created in the food sector, in toiletries/cosmetics and chemical/pharmaceutical, the electroengineering industry is still one of our privileged outlets, this in consideration of the requirements for efficiency and automation of the logistics cycle expressed by this segment”.
Paolo goes on to say “if we then reason on our strongpoints, this brings to mind a host of elements that mean the customer continues to prefer our company. The market appreciates our way of presenting our range, that right from the start provide the most convenient technical solutions. But we are also respected for our post sales service and consultancy capacities, both in Italy and abroad, were we can rely on the active cooperation of numerous distributors, selected with the greatest care and who following on from that receive continuous updating. Added to that we have 50 distributors in 40 countries (from New Zealand to France, from Brazil to the UK). It is not by chance that 60% of our turnover is made abroad. We can say that we have never stopped running, following the market closely and intuiting the thrusts towards globalisation. In this context the synergies we have managed to start up with other self-adhesive label producers, that have become strategic partners in our evolution, are also important”.

Conceive, construct, grow
As well as skills, knowhow and services, all indispensable for staying on the market, what continues to make the difference for A.L.Tech is product quality.
“The true keystone - Paolo Salvini explains - was our capacity to respond to the technological and design progress made in the sector. We had many experiences on this count, and they are not solved by simply adapting the single units to higher production and greater speed. For Danone for example, that needed a non-stop labeler, we inserted four labeling heads in line that work alternatively without interruption, thus solving the problem of stoppages caused by reel changes. But we also created, on request from a foreign distributor, a special print&apply system, capable or reaching 200 labels/min, or again a special orienting system that ensure labels the precision needed for pre-printed cans. These were made to measure solutions and technological steps forward that constitute important parts of our specific knowhow, and that end up by characterising our range on offer”. A lot has been done, but what are A.L.Tech’s programs for the future?
Piero Salvini goes back to playing with words: “our objective is certainly not that of getting to control 80% of the market, but to continue to deserve the full trust of our users, and perhaps also to be recognised as an authoritative subject by our competitors. This is why we have chosen to develop our in-house engineering design with the help of CAD 3D and to look after the development of electronics directly, where the functions are so important that one has to master the same. Against this, as often happens in the sector, we outsource the construction of single components, parts though that we then assemble ourselves. We also have capacity dataprocessing systems to administer orders, storage, as well as the drawing up of multilanguage manuals for use and maintenance. In the current situation, it’s extremely difficult to make forecasts as to the run of the economy, but overall we are not pessimistic, you only have to look at the capacity of the western world, that has always had the strength to recover. I will say, that a with a possible recession on the way, with the heavy slowdown in the economy, we will be hard put to repeat the performance we put in the year 2000 when we increased by 25%. Thus we predict we will finish the current year consolidating the results achieved”.

	Etichettare il pallet ALcode L pallet labeller è l’ultima evoluzione messa in campo da A.L.Tech nel settore delle macchine per l’etichettatura di pallet. Il sistema, che ha avuto una vetrina d’eccezione allo SMAU 2001, è in grado di stampare e applicare etichette formato A5 su due lati consecutivi di pallet (normalmente fronte e lato, secondo lo standard EAN 128, a richiesta anche tre lati) garantendo elevata affidabilità, qualità di stampa e di applicazione, prestazioni fino a oltre 100 pallet/h. ALcode L è basato sul gruppo stampa SATO 8460Se, capace di stampare etichette di 152 mm di larghezza a 200 mm/sec, garantendo qualità elevata anche in ambienti industriali “difficili”. Sulla base di esigenze specifiche, il montaggio modulare consente anche l’utilizzo di gruppi stampa alternativi come il Zebra 170 Pax. Il gruppo applicatore è stato studiato in modo da applicare entrambe le etichette con un solo arresto del pallet e si basa su un sistema di movimentazione a 2 assi, con guide a sfere che permettono un veloce e preciso posizionamento delle etichette anche su pallet di dimensioni, forme e posizioni di arresto leggermente differenti. ALcode L è stato concepito come una macchina universale dalle elevate prestazioni: nasce su una struttura solida e compatta, che integra in un unico insieme il gruppo stampa, l’applicatore a 2 assi, e la protezione antinfortunistica. Completano l’insieme i sistemi di controllo, costituiti da un sensore “etichetta caduta” e da un controllo scanner laser che rileva sia la leggibilità dei barcode presenti sia la corretta applicazione di entrambe le etichette. In caso di errore è previsto un secondo tentativo e un eventuale segnale di allarme per arresto linea.		Labeling pallets ALcode L pallet labeler is the latest evolution fielded by A.L.Tech in the pallet labeling machine sector. The system, that was shown at SMAU 2001, is capable of printing and applying A5 format labels on two consecutive sides of pallets (normally front and side, according to EAN 128 standards, and if need by on three sides) guaranteeing great reliability, print quality and application, with performances of over 100 pallets h. ALcode L is based on the SATO 8460Se print unit, capable of printing labels 152 mm broad at 200 mm/sec, guaranteeing high quality even in “difficult” industrial environments. Should specific requirements prevail, its modular assembly also enables the use of alternative print units such as the Zebra 170 Pax. The applicator unit has been devised so as to apply both labels with one pallet stop, based on a 2 axial system of movement, with ballbearing guides that enable a speedy and accurate positioning of the labels even on pallets of slightly different shapes, dimensions and stoppage positions. ALcode has been conceived of as a universal machine with high performance: it was created on a solid, compact structure, that integrates the print unit, 2 axial applicator and accident prevention in one body. The control systems complete the machine, made up of a “label fall” sensor and by a laser scanner control that checks the legibility of the barcodes present as well as the correct application of both labels. In the event of error a second attempt is made, accompanied by alarm signal for line stoppage.

	La “maledizione” di essere piccoli Il modello della Pmi in Italia continua a esprimere vigore e a dare risultati soddisfacenti, forse perché in questo ambito molto contano l’esperienza personale e la volontà di rischiare. Quello che frena il processo di crescita non sono tanto le difficoltà di gestione attribuibili a scarsa managerialità, quanto la necessità di convivere con norme che risultano spesso troppo vincolanti. Secondo Piero Salvini, «la difficoltà nel risolvere un rapporto di lavoro non soddisfacente, ad esempio, implica tali e tante problematiche (giuridiche, economiche, e quant’altro ...) che l’imprenditore in primis pone dei freni alla possibile espansione della propria attività. Il risultato è che, nei limiti “dell’impossibile”, si tende a distribuire il carico di lavoro su un numero di persone limitato con tutti gli oneri che questo comporta, in termini di impegno e di fatica. Ma in realtà - prosegue - l’azienda dovrebbe poter rinnovare la propria struttura, per rinvigorirsi attraverso la diversità e il confronto con professionalità ed esperienze differenti: perché qualsiasi azienda, intesa come “realtà sociale”, deve saper essere di stimolo per chiunque la incontri (in qualità di dipendente, di cliente o fornitore). È solo in questo modo, che tanto chi ha generato l’impresa quanto chi ne prende parte a vario titolo, sente di lavorare in modo dignitoso, riconoscendo il valore positivo di un impegno serio costante e guadagnandosi la stima e la fiducia generale».		The “curse” of being small The model of the SME in Italy continues to show itself as vigorous and giving satisfactory results, perhaps because in this field personal experience along with the readiness to take risks counts for a lot. What puts a brake on the process of growth is not so much the difficulties in running things that are put down to scanty managerial experience, but rather the need to live with standards that are often far too binding. According to Piero Salvini, “the difficulty in winding up unsatisfactory working relations, for example, implies many problems (juridical, economic, and whatever...) that limit the entrepreneur’s zest for expansion. The result is that within the limits of the “impossible” the workload tends to fall on the shoulders of a limited number of people, with all the commitment and strain that this entails. In actual fact - he goes on to say - the company should be placed in the position to be able to renew its structure, to reinvigorate it by way of diversity and with the encounter with different professional approaches and experiences: because any company, seen as a social body, has to be able to act as a stimulus for anyone that encounters the same (whether the person be employee, customer or supplier). It is only in this way, that the person who generated the company like those that participate with the same on various levels, feels he is working in a dignified manner, recognising the positive value of a serious and constant commitment and winning esteem and general trust”.