June 2001
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Packs and public health

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In Italia torna a crescere, anche se in modo contenuto, il consumo di farmaci. E l’imballaggio continua ad adeguarsi alle forme, alle modalità di assunzione dei medicinali, alle normative, diventando quasi un oggetto dal valore “sovranazionale”.
Plinio Iascone
L’analisi prende in esame il mercato italiano dei farmaci per uso umano, venduti in farmacia, ovvero gli etici e gli OTC, che rappresentano l’85% circa del consumo (il restante 15% è rappresentato dai prodotti a uso ospedaliero, compresi gli infusionali). L’ultimo quadriennio è stato caratterizzato da un modesto ma costante tasso di sviluppo, pari all’1,5% medio annuo.

Uno sguardo al mercato del farma
Nel 2000 il settore ha espresso un fatturato di circa 18.040 miliardi di lire pari a 1.590 milioni di confezioni, con un incremento, rispetto al 1999, rispettivamente del 5% e 3,8% (tabella 1).
Pur ipotizzando che il tasso tendenziale possa collocarsi intorno al 2% medio annuo, gli attuali volumi di farmaci consumati restano nettamente inferiori a quelli di inizio anni novanta.
La progressiva contrazione verificatasi tra il 1990 e il 1995 è derivata, come si ricorderà, dalle profonde modificazioni dell’assistenza sanitaria nazionale, con l’introduzione del nuovo prontuario farmaceutico e la drastica riduzione della spesa farmaceutica a carico dello Stato.
Superata l’empasse, il consumo di farmaci, seppure a tassi contenuti, è tornato dunque a salire, in linea con l’orientamento alla cura della salute, espresso peraltro da tutti i paesi industrializzati. Il trend attuale risulta sostanzialmente simile al periodo precedente la contrazione.
Il comparto è caratterizzato dalla forte presenza di gruppi multinazionali e, sulla base dell’ultimo censimento, le imprese farmaceutiche in Italia sono circa 290, di cui le prime 100 totalizzano il 90% del fatturato. Un’ulteriore segmentazione dell’offerta porta a individuare 15 gruppi, tra cui suddividere la quota del 50% del fatturato nazionale.
Il commercio estero fa rilevare valori interessanti, con volumi di export e import sostanzialmente simili. La parte maggiore degli scambi commerciali deriva dai flussi nell’ambito dei grossi gruppi multinazionali. Infatti, negli ultimi tempi, si è notevolmente diffuso il concetto organizzativo di specializzare i centri produttivi, concentrandone l’attività: un unico o pochi centri specializzati servono vaste aree territoriali, anche sovranazionali.

Numeri e trend del consumo
Le confezioni commercializzate nel 2000 (1.590 milioni di unità) sono da ripartire nel modo seguente: l’86% circa destinata a prodotti etici classi A, B e C (secondo la ripartizione del Ministero della Sanità); il 4,5% circa ad altri prodotti etici venduti senza prescrizione medica e il 9,5% a farmaci da banco (OTC).
Con riferimento alle varie forme farmaceutiche, il confezionamento nel 2000 presenta le seguenti percentuali:
• 31,5% (forme farmaceutiche liquide: iniettabili, orali, oftalmici, ecc);
• 61,5% (forme farmaceutiche solide: compresse, capsule, polveri, ecc);
• 7% (altre forme: pomate, gel, spray, ecc.).
Negli ultimi nove anni si è verificato un declino delle forme liquide a beneficio di quelle solide.
L’area dei farmaci in forma liquida (39% nel 1990) si è ridotta attualmente al 31,5%; nell’ambito di questo aggregato l’arretramento interessa essenzialmente i prodotti iniettabili.
Le specialità bevibili e i prodotti oftalmici-otologici evidenziano, nel primo caso, un lieve aumento di posizionamento nel mercato, nel secondo un lieve arretramento (tabella 2).
Per quanto riguarda le forme solide, la quota evidenzia una sensibile crescita, dal 53% nel 1990 all’attuale 61,5%, riconducibile ai medicamenti per via orale, in particolare a pastiglie, capsule, ecc.
Le prescrizioni di prodotti per uso rettale e vaginale, dopo una sensibile crescita fino all’inizio degli anni Novanta, si sono notevolmente ridotte, sostituite da prescrizioni di altre specialità farmaceutiche (tabella 3).
Infine lo share delle specialità farmaceutiche classificate nella voce “altro”, risulta sostanzialmente stabile: il mix tra i diversi farmaci che la compongono (creme, pomate, gel, prodotti per inalazioni ecc.) evidenzia una lieve crescita degli spray e un lieve arretramento delle pomate.
Il confronto 2000 -1999, vede però una sostanziale stabilità tra le diverse specialità di prodotto (tabella 4).

Le forme del confezionamento
L’evoluzione delle diverse forme farmaceutiche ha inevitabili ripercussioni sul packaging primario, poiché la scelta è strettamente correlata alle caratteristiche del farmaco. I cambiamenti di packaging nell’ambito delle singola specialità, per contro, sono molto lenti, in quanto ogni modifica deve essere autorizzata dal ministero della Sanità. Una tendenze facilmente rilevabile è, nella flaconeria, l’orientamento a un uso più consolidato della plastica.
Per l’industria farmaceutica, la funzione “principe” svolta dall’imballaggio resta quella di protezione dl prodotto, di cui deve essere assicurata anche la facilità di assunzione. È invece ancora poco diffusa invece la concezione di un packaging come leva di marketing, tramite il quale promuovere un prodotto o una marca.
Per meglio evidenziare le tendenze relative alle varie famiglie di imballaggi utilizzati è utile riferirsi alle diverse forme di prodotti farmaceutici.

Forme farmaceutiche liquide
Nei medicinali in forma liquida sono compresi iniettabili, bevibili, prodotti oftalmici e otologici. Gli imballaggi utilizzati sono quindi fiale, flaconcini, boccette e bottiglie.
Il cambiamento più significativo in termini di packaging si riscontra nei flaconcini per prodotti bevibili e iniettabili, dove si assiste a un lento ma progressivo aumento del flaconcino di plastica al posto di quello di vetro. I materiali plastici impiegati sono essenzialmente PE e PP; risulta poco usato, al momento, il PET per ragioni di costo. Nell’ambito degli iniettabili, il packaging resta costituito da fiale da vetro tubo e da flaconcini (di vetro tubo e cavo). Si conferma un orientamento del mercato verso gli iniettabili liofilizzati, con conseguente aumento del ricorso al flaconcino, che ovviamente comporta anche la presenza della fiala per l’acqua sterile. Il vetro risulta in diminuzione, essenzialmente per la flessione nell’uso dei prodotti liquidi e in particolare degli iniettabili.
Per quanto riguarda la plastica, una contrazione nell’impiego è stata compensata dall’aumento dello share di mercato delle forme liquidi.

Forme farmaceutiche solide
Prosegue il calo dei prodotti per uso rettale e vaginale e dei farmaci per uso esterno (polveri). Le specialità per uso orale, in particolare i pastigliaggi, beneficiano, per contro, di un’evoluzione sensibile, che interessa in particolare i prodotti in blister, a scapito del confezionamento in boccetta. Per quanto riguarda le boccette si evidenzia un avanzamento della plastica.
I prodotti farmaceutici solidi per uso orale presentano un mix di packaging molto vario. La quota maggiore in progressivo aumento spetta al confezionamento in blister, area nella quale si rafforza l’orientamento all’impiego di blister totalmente di ALL (top + vaschetta di contenimento) al posto del tradizionale blister costituito da top di alluminio e vaschetta di PVC o PVC + PVDC. Attualmente il rapporto tra le due tipologie di blister è: 69% ALL + PVC e 31% totalmente di ALL. Flaconi di vetro, tubi di plastica e alluminio, bustine di poliaccoppiato e strip, presentano share decisamente molto più contenuti e, come nel caso del vetro, in lieve calo tendenziale.
I farmaci per uso rettale/vaginale sono confezionati in alveoli di plastica o di materiali multistrato (accoppiati). Gli alveoli sono essenzialmente di PVC e, al momento, non si sono rilevate tendenze volte a sostituire questa materia plastica con altre tipologie. Il ricorso al multistrato è limitato ad alcune tipologie di farmaci per uso rettale/vaginale. Per quanto concerne le polveri e altri prodotti solidi per uso esterno (escluso pomate e gel) il confezionamento avviene in flaconi di plastica (essenzialmente PE).

Forme farmaceutiche varie (creme, gel, spray)
Quest’area è molto varia in termini di specialità farmaceutiche e tipologie di imballaggi utilizzati. Creme, gel e pomate sono confezionate come segue: per il 96% in tubetto flessibile di alluminio, per il 3% in tubetto di plastica/alluminio e per l’1% in bustina di accoppiato. Risultano tendenzialmente in crescita i tubetti alluminio/plastica e le bustine (monodose). I prodotti spray, dopo un periodo di flessione legato alle problematiche ambientali relative all’emissione di CFC in atmosfera, hanno ripreso quota. Ciò è avvenuto a seguito della sostituzione del gas accusato del danno ambientale, ma anche perché lo spray è insostituibile per alcune cure. I materiali impiegati nella produzione di spray sono i seguenti: bomboletta di alluminio (32%, tendenzialmente in crescita); bomboletta di vetro (8%, share stabile); bomboletta di plastica con erogatore meccanico 60%, tendenzialmente in diminuzione.
Un’alternativa allo spray tradizionale potrebbe essere il confezionamento sotto pressione in un sacchetto di plastica, contenuto in una bomboletta di alluminio o di plastica, almeno per alcune specialità medicamentali. Un riepilogo sintetico delle diverse tipologie di confezioni, con riferimento al materiale di composizione, evidenzia un interessante quadro di riferimento (tabelle 5 e 6).

Utilizzo dei materiali: un riepilogo
Rispetto al numero globale di confezioni utilizzate per il confezionamento dei prodotti farmaceutici consumati in Italia (1.590 milioni) si evidenzia il seguente mix:
- il 13,5 % è costituito da flaconi e boccette di plastica e tubetti flessibili (in lieve diminuzione a favore del blister);
- il 57% è rappresentato da imballaggi di poliaccoppiato (comprensivo dei blister, che sono la soluzione predominante), il cui share è in aumento;
- il 24% è riconducibile agli imballaggi di vetro (flaconi, boccette, fiale ecc.), dove lo share risulta in lieve calo a causa della diminuzione degli iniettabili;
- altre confezioni, bombolette alluminio, contenitori di cellulosa ecc, coprono stabilmente il 5,5%.
Agli imballaggi primari si devono aggiungere i circa 1.590 milioni di astucci pieghevoli, considerati imballaggio di presentazione: una presenza indispensabile, per contenere il foglietto di istruzioni.
Il trasporto dei medicinali avviene mediante scatole di cartone ondulato, movimentate in colli avvolti in film plastico su pallet di legno.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
Packs and public health
Consumption of pharmaceuticals is once again rising in Italy, even if only slightly. And the packaging continues to adapt to the shapes, method of administration of the medicines and legal requirements, almost becoming an item with a “supranational” value.

This analysis covers the Italian market for pharmaceuticals for human use, sold in pharmacies, that is to say prescription and OTC drugs, representing about 85% of total consumption (the remaining 15% is made up by products for hospital use, including infusion sets). The last four years has been marked by a modest, but constant rate of growth, on average 1.5% a year.

A look at the pharma market
In 2000 this sector recorded a turnover of about 18,040 billion Lira, equal to 1,590 million packs, with a rise on 1999 figures of 5% and 3.8% (table 1).
Even if one assumes that the mean annual growth rate comes to 2%, an easily smaller volume of pharmaceuticals is now consumed in Italy than at the beginning of the 1990s.
The progressive reduction recorded in the period 1990 to 1995 was caused, as the reader will no doubt remember, from far-reaching changes in the Italian welfare system, with the introduction of the new pharmaceutical handbook and the drastic cut in pharmaceutical expenditure by the State.
Having overcome the impasse, consumption of pharmaceuticals has started rising again, even if only slightly, in line with the trend for healthcare found in all industrialised countries. The current trend is basically the same as that in the period before the fall-off.
This sector is characterised by the strong presence of the multinational groups and, on the basis of the most recent census, there are about 290 pharmaceutical companies in Italy, with the first 100 of these accounting for 90% of the turnover. On further breaking down the supply, one finds that just 15 groups account for 50% of Italian turnover.
Foreign trade offers some interesting values, with exports and imports substantially equal. The majority of trade comes from flows within the large multinationals. In fact, in recent years, the concept of organisation leading to the specialisation of production centres has caught on, concentrating the activities: a single or a handful of specialised centres serve vast territorial areas, even supranational areas.

Consumption figures and trends
The packs sold in 2000 (1,590 million units) are split as follows: about 86% for prescription drugs belonging to classes A, B and C (according to the classification by the Italian Ministry of Health); about 4.5% other prescription drugs sold without prescription and 9.5% over the counter (OTC) drugs.
In terms of the various forms of pharmaceutical, the relevant percentages of packaging in 2000 are:
• 31.5% (liquid pharmaceuticals: injected, oral, ophthalmic, etc.);
• 61.5% (solid pharmaceuticals: tablets, capsules, powder, etc.);
• 7% (other forms: ointments, gels, sprays, etc.).
There has been a drop in the use of liquid pharmaceuticals over the last nine years, favouring solid forms.
The area of liquid pharmaceuticals (39% in 1990) has dropped to its present level of 31.5%, with injected products being most affected by this trend.
Drinkable medicines and ophthalmic/otologic products have, in the first case, recorded a slight increase in share and a slight fall in the second (table 2).
Turning to solid pharmaceuticals, the share is clearly on the increase, from 53% in 1990 to 61.5% at present, attributable to oral medicines, especially tablets, capsules etc.
Prescriptions for rectal and vaginal use saw a sharp rise until the beginning of the 1990s, but have dropped considerably since then, being replaced by prescriptions for other forms of pharmaceuticals (table 3).
Finally, the share for proprietary medicines classed as “other” is basically stable: the mix of different pharmaceuticals here (creams, ointments, gels, products for inhalation etc.,) is growing slightly in the case of sprays and a slight drop for ointments.
The 2000 –1999 comparison, however, points to substantial stability in the split between different product types (table 4).

The forms of packaging
Evolution in the different forms of pharmaceutical has inevitable repercussions on the primary packaging, since the choice is closely linked to the characteristics of the pharmaceutical.
Changes in packaging for the individual types of pharmaceutical are, on the other hand, very slow to come about, as each change must be authorised by the Ministry of Health. One trend that’s easy to see is the preference for more widespread use of plastic in the bottles sector.
The “key” function of packaging for the pharmaceuticals industry is still that of protecting the product, though the ease of administration must also be guaranteed. The concept of packaging as a marketing tool for the promotion of a given product or brand is still a minor concern.
To get a better idea of the trends in each family of packaging used, it’s useful to consider each form of pharmaceutical product in turn.

Liquid pharmaceuticals
Liquid medicines include those for injection, drinkable products, ophthalmic and otologic products. The forms of packaging used are thus vials, small flacons, small bottles and bottles.
The most significant change in terms of packaging can be seen in the small flacons for drinkable and injected products, where there is a slow but progressive increase in the use of plastic flacons rather than glass ones. The plastics used are mainly PE and PP, while PET is little used at the moment on account of its cost. With regard to injected products, the packaging continues to consist of tubular glass vials and small flacons (tubular and hollow glass). The market trend for freeze-dried products for injection is confirmed, with a corresponding increase in the use of small flacons, which obviously calls for vials containing the sterile water. Glass is less frequently used, mostly due to the fall in the use of liquid products, especially those for injection.
As for plastic, a drop in its use has been counteracted by a rise in the market share for liquid forms.

Solid pharmaceuticals
The downturn in the use of products for rectal and vaginal administration and pharmaceuticals for external use continues (powders). Meanwhile, medicines for oral use, especially tablets, benefit from consistent growth, especially products in blister packs, to the detriment of loose products in the small bottles. Plastic is gaining in importance in the production of small bottles.
Solid pharmaceuticals for oral use have a highly varied packaging mix. The greatest share, and one that continues to rise, goes to the blister pack, an area where the trend is to use totally AL blisters (top + container tray) instead of the conventional blister comprising an aluminium top and PVC or PVC + PVDC tray. At present, the split between the two types of blister is 69% AL + PVC and 31% totally AL. Glass flacons, plastic and aluminium tubes, polylaminate sachets and strips have far smaller shares and, as in the case of glass, are marked by a downwards trend.
Pharmaceuticals for rectal/vaginal use are packed in plastic or multilayer (laminate) cells. These cells are mainly made from PVC and, at the moment, there are no signs that other types of plastic will be used to replace PVC. The use of laminates is limited to certain types of pharmaceutical for rectal/vaginal use.
As for powders and other solid products for external use (excluding ointments and gels), these are packed in plastic flacons (basically PE).

Other pharmaceuticals (creams, gels, sprays)
This area is extremely variegated in terms of proprietary medicines and the types of packaging used. Creams, gels and ointments are packed as follows: 96% in flexible aluminium tubes, 3% in plastic/aluminium tubes and 1% in laminated sachets. The trend is for aluminium/plastic tubes and (single-dose) sachets. After a period of decline due to environmental reasons linked to the emission of CFCs in the atmosphere, sprays are beginning to pick up again. This after the replacement of the environmentally harmful gas, but also because the spray is irreplaceable in certain treatments. The materials used in the production of sprays are: aluminium cans (32%, on the increase); glass cans (8%, stable share); plastic cans with a mechanical dispenser (60%, falling).
An alternative to the conventional spray could be vacuum-packs consisting of a plastic bag within an aluminium or plastic can, at least for a few types of medicine.
A brief summary of the different types of packaging split by type of material points to some interesting trends (tables 5 and 6).

Use of materials: a brief summary
The global number of packs used to contain pharmaceuticals consumed in Italy (1,590 million) can be split into the following mix:
- 13.5 % consists of plastic flacons and small bottles and flexible tubes (falling slightly in the favour of the blister pack);
- 57% polylaminate packaging (including blisters, the predominant solution), with a rising share;
- 24% glass packaging (flacons, small bottles, vials etc.), where the share is dropping slightly due to a reduction in the use of injected products;
- other packs, aluminium cans, cellulose containers etc., account for a stable 5.5%.
In addition to the primary packaging, one must add about 1,590 million folded boxes, considered to be presentation packaging: these are indispensable as they contain the instruction leaflet.
Medicines are transported in corrugated cardboard boxes, handled in packs wrapped in plastic film on wooden pallets.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio