January - February 2002

Lusso: stato della mente
Luxury: a state of the mind

Più colore al marchioSmall is More color to the brand


M&D News


Numeri e tendenze dell’imballaggio italiano
Statistics and trends in Italian packaging


Seguire il mercato
Following the market


Bilancio più che positivo
per CibusTEC
More than positive balance for CibusTEC


I trend del fresco
Trends in fresh food



La logistica entra nell’era di Internet
Logistics enter the Internet age


F&F News


Globale dopo l’11 settembre
Globally after the 11th of September


La spinta dell’innovazione tecnologica
The thrust of technological innovation


Contenitori di qualità
Quality containers


Cartolina da… Oradur sur Glane (F)
Postscard from… Oradur sur Glane (F)


I&M News



Contatto con gli alimenti
Contact with food


Recupero di poliaccoppiati: lavori in corso
Recovery of paolylaminates: work in progress


Informatore legislativo
Laws and Decrees



E&L News



Un prodotto nuovo, dall’inizio alla fine
A new product, from start to finish

Flessografia dal vivo
Flexography Live


Film: volare con la mente
Film: flying with your imagination

Creativi al laser
Laser creatives


L’adesivo ideale
The ideal adhesive


M&M News

Pensare che esista un adesivo in grado
di soddisfare qualsiasi esigenza è estremamente rischioso, se non altro perché ci si può ritrovare con una confezione difettosa a causa di un incollaggio non adeguato. Per ridurre invece le non conformità è necessario valutare le caratteristiche dei substrati a cui l’adesivo deve aderire, le prestazioni dell’imballaggio finale
e le condizioni di spedizione. Ma non solo...
Daniela Binario

Non si vede, eppure ha un ruolo fondamentale nella commercializzazione dei prodotti. La scelta di un adesivo non adatto, infatti, può vanificare i risultati delle ricerche di marketing effettuate per la creazione di una nuova confezione. Molti pensano che l’unico compito dell’adesivo sia quello di incollare, dimenticando che esso ha una formula ben precisa che ne determina le proprietà fondamentali, e proprio per questo motivo non può essere chiamato a risolvere qualsiasi esigenza. Il mondo cartotecnico e dell’imballaggio, tra l’altro, raccoglie un insieme estremamente variegato di attori (dalle cartiere agli stampatori, dai produttori di inchiostri e adesivi alle aziende che si occupano del riempimento e della chiusura degli imballaggi), ognuno con problematiche specifiche. Nonostante questo, però, l’adesivo viene spesso, erroneamente, ritenuto l’unico responsabile di eventuali difetti delle confezioni. Come evitare quindi che tutto questo accada?
Innanzitutto è necessario attivare un maggior coinvolgimento dei produttori di adesivi nelle fasi di progettazione del packaging e instaurare una stretta collaborazione fra tutti gli attori della filiera. Ma ci sono anche altre variabili da considerare.

L’importanza delle materie prime
«La valutazione dell’idoneità di un adesivo utilizzabile nel settore carta/materie plastiche - spiega Fabio Chiozza, Vinavil - non è sempre immediata, a causa della molteplicità di fattori che concorrono alla prestazione del manufatto finale (tipo di materiale plastico, metodo di trattamento delle superfici, sistema di applicazione, sequenze di condizionamento a cui l’adesivo è sottoposto, come ad esempio la resistenza al caldo o al freddo costante)».
A questo proposito è interessante scoprire come Vinavil, che produce polimeri a base di vinil acetato, sia riuscita a sviluppare un nuovo prodotto in base a particolari esigenze del mercato.
«Come noto - continua Chiozza - quando si devono accoppiare diversi strati con un adesivo è necessario prendere in considerazione sia la componente adesiva sia quella coesiva. La prima riguarda l’interazione tra l’adesivo e il substrato, la seconda interessa le forze intramolecolari (una proprietà specifica dell’adesivo stesso).
In particolare, per la caratterizzazione delle materie prime (copolimeri acetato di vinile-etilene) da utilizzare nella formulazione di adesivi per carta/materie plastiche e/o carte trattate, è necessario determinare la tensione superficiale dell’adesivo e del supporto, effettuare una valutazione della componente adesiva e coesiva, nonché considerare le prestazioni del manufatto.
Il raggiungimento di una buona adesione è strettamente correlato alla proprietà dell’adesivo di bagnare o meno la superficie che deve essere incollata e per ottenere una condizione ottimale di bagnabilità del liquido sul solido, la tensione superficiale dell’adesivo deve essere inferiore alla tensione superficiale del substrato. In questo caso, l’equazione di Young-Dupré permette di correlare la tensione superficiale del liquido e del solido e di verificare le condizioni ottimali di bagnabilità. Poiché i risultati hanno dimostrato il limite di applicabilità sui prodotti considerati di questa teoria, si è preferito procedere con valutazioni dinamometriche, che consentono di introdurre anche la variabile temperatura e quindi possono fornire informazioni riguardanti l’influenza delle condizioni termiche sulle componenti di adesione e coesione.
La resistenza del giunto adesivo è stata quindi stabilita attraverso misure di T-peel: la determinazione della componente adesiva può essere eseguita mediante valutazione dinamometrica dello sforzo di peel di un accoppiato tessuto/materia plastica, mentre lo sforzo di peel di un accoppiato tessuto/tessuto fornisce informazioni sulla componente coesiva».
Tale metodologia è risultata utile all’orientamento delle reazioni di polimerizzazione e ha consentito a Vinavil di sviluppare un innovativo copolimero acetato di vinile-etilene in dispersione acquosa, adatto all’incollaggio di carte trattate o materie plastiche nei settori dell’imballaggio o della cartotecnica, dove viene richiesta particolare resistenza al calore. Modificando appositamente la catena polimerica è stato possibile migliorare la componente adesiva, e aumentando il peso molecolare del polimero si è anche riusciti ad esaltare la componente coesiva del giunto adesivo finale.

Ridurre i costi di utilizzo
Nel mondo cartotecnico l’adesivo è parte integrante dei vari processi produttivi e poiché i margini di profitto sono sempre più stretti, è necessario ridurre al minimo le non conformità, che comportano perdite di denaro.
«I produttori di adesivi - sostiene Eros Mori, Reichhold - si trovano ad affrontare una serie di problematiche, condivise da altri, quali la crescita lenta o stagnante dei mercati, la globalizzazione degli approvvigionamenti, le variazioni sia di costo che di tipologia delle materie prime e la costruzione di macchinari sempre più veloci e complessi, che costringono l’adesivo ad adattarsi alle nuove prestazioni.
D’altro canto il mercato chiede innanzitutto la riduzione del TCO (total cost ownership), ossia il costo totale dell’utilizzo dell’adesivo. Si tratta di un obiettivo raggiungibile grazie alle opportunità offerte dalla globalizzazione, ossia da una presenza internazionale, dalla possibilità di produrre localmente prodotti standard e di avere una “struttura costi” omogenea».
Ma vediamo come si sta muovendo Reichhold per ridurre i costi dell’adesivo nell’imballaggio.
«Nell’imballaggio primario - prosegue Mori - l’industria chimica si è dimostrata estremamente innovativa. Oggi esistono infatti hot melt formulati con nuove materie prime, che offrono un consumo inferiore (fino al 30% in meno), maggiore affidabilità e riproducibilità, con la possibilità di essere utilizzati a temperature più basse.
Nel campo dell’etichettatura, invece, il passaggio dalla caseina (un prodotto ancora molto utilizzato) agli adesivi sintetici ha consentito di ridurre i costi e la dipendenza dalle variazioni di prezzo delle materie prime, disporre di un prodotto più affidabile e facilmente reperibile, nonché di estendere l’utilizzo anche alle materie plastiche (impossibile con la caseina).
Nell’ambito degli imballaggi secondari i margini di manovra sono inferiori. Per questo motivo - puntualizza Mori - stiamo puntando molto sulla razionalizzazione dei prodotti: cerchiamo di utilizzare prodotti standard, uniformando le confezioni, in modo da formare lotti di produzione meno frammentati».

La ricerca dà i suoi frutti
I produttori di adesivi investono ogni anno una quota significativa del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. Lo testimoniano i nuovi prodotti lanciati di recente.
Henkel Loctite Adesivi, ad esempio, dopo aver studiato e testato i principali materiali utilizzati in cartotecnica con prove di peeling e di strappo, ha sviluppato nuovi copolimeri EVA che, opportunamente modificati, bagnano e aderiscono perfettamente anche a substrati verniciati/plastificati. In passato, l’incollaggio di supporti verniciati UV o plastificati era possibile solo con adesivi appiccicosi che, sottoposti a calore, erano soggetti a distacco adesivo o coesivo degli strati. Naturalmente i risultati migliori si ottengono a patto che la vernice, la patina o la lacca siano ben ancorate e allo stesso tempo non siano sensibili all’acqua, mentre lo spessore della patina deve essere compreso tra 6 e 13 micron. Se laccati, invece, il trattamento superficiale deve essere superiore a 40 Din.
Gli hot melt di nuova generazione messi a punto da Henkel, i cui polimeri base sono costituiti da poliolefine a catalisi metallocenica, hanno un’elevata stabilità termica, fondono senza odori e fumi e aderiscono anche a superfici difficili. Inoltre offrono una riduzione dei costi di manutenzione e dei consumi (dal 30% al 50%).
Altre novità nel campo degli adesivi sono state messe a punto da National Starch & Chemical, che ha realizzato degli hot melt a bassa temperatura di fusione.
«Abbiamo formulato - spiega Gian Carlo Valaguzza, National Starch & Chemical - un adesivo standard per l’industria alimentare in grado di lavorare a 140 °C, ossia 30-40 °C al di sotto delle normali temperature di applicazione degli adesivi hot-melt. Le prestazioni e le caratteristiche tecniche rimangono inalterate (adesione, velocità di presa, ecc.), ma si riducono le emissioni di fumi e odori e si risparmia energia sui tempi di fusione degli hot-melt.
I vantaggi sono visibili anche sui costi operativi: i nuovi hot melt offrono una minore carbonizzazione, poche otturazioni degli ugelli e ridotti tempi morti, con ricadute positive sull’incremento della produttività nelle operazioni di imballaggio e confezionamento.
Nel mondo cartotecnico, come noto, non viene utilizzato solo cartone: la concorrenza della plastica, infatti, si fa sentire e tra i film trasparenti in uso in questo settore, il polipropilene biorientato e il cellophane, ricoprono un ruolo fondamentale.
«Poiché questi due film - spiega Giorgio Berton della UCB Films Italia - sono molto diversi tra loro, è necessario che si attivi un inteso scambio di informazioni tra produttore di film e di adesivi per poter scegliere quello giusto a seconda delle applicazioni a cui il film è destinato. In particolare, il film di BOPP coestruso si utilizza per ridurre al massimo i costi; per prestazioni elevate e un’adesione migliore si preferiscono i film laccati, stampabili senza problemi anche con inchiostri UV. I film di cellophane, invece, sono ideali per la tenuta dell’accoppiamento, perché l’incollaggio è di tipo penetrativo e non solo superficiale. Il film di cellulosa offre diversi punti di forza tra cui la barriera ai batteri, indispensabile per la garanzia dei prodotti all’interno della confezione, la compostabilità e l’assimilabilità alla carta nello smaltimento dei rifiuti».

Incollaggio sicuro
In questi anni le innovazioni non hanno riguardato solo gli adesivi ma anche i macchinari utilizzati per la loro applicazione.
Andreas Mezger della HHS Italia ha illustrato come i sistemi di applicazione senza contatto di colle a dispersione consentano di ridurre i costi dovuti a pulizia, manutenzione e scarti, e offrano maggiore flessibilità e ridotti tempi per il cambio produzione.
Con l’applicazione senza contatto mediante ugelli è infatti possibile: regolare lo schema per il cambio lavoro semplicemente agendo su un pulsante; scegliere liberamente lo schema di applicazione (incollatura superiore, inferiore o trasversale alla direzione di movimento); ridurre, grazie al sistema chiuso, i tempi di inattività dovuti alla pulizia e, produrre meno polvere, visto che non c’è contatto con il substrato, prolungando così la durata del sistema.
Un altro vantaggio è costituito dalla maggiore sicurezza del processo, in quanto in una soluzione unica è previsto sia il monitoraggio sia il sistema di applicazione colla. Si tratta di sistemi laser, insensibili alle oscillazioni di umidità e contrasto, che consentono di controllare il tratto colla riducendo i costi dovuti a periodi di inattività e di migliorare lo standard qualitativo dei prodotti.
Nordson, invece, accanto alla gamma di pistole a cavità zero o con moduli a cavità ridotta e alle pistole elettromagnetiche e ad altri modelli ideali per applicazioni nell’etichettatura e in legatoria, ha sviluppato un sistema di verifica adesivo, sia per i sistemi hot melt che per gli adesivi a base acquosa, in grado di determinare non solo la presenza di adesivo sulle falde del cartone ma anche il corretto posizionamento dell’adesivo sull’astuccio.
Fin qui abbiamo parlato dei produttori di adesivi e dei costruttori di sistemi di applicazione, ma quali sono le attese dell’utilizzatore?
Maurizio Bonuomo, in rappresentanza di Barilla Alimentare, ha fornito alcuni spunti interessanti, sottolineando come il settore della trasformazione, nonostante ricopra un ruolo fondamentale in tutta la filiera produttiva, sia l’anello più debole e critico della catena.
«I difetti di incollaggio - racconta Bonuomo - quali, ad esempio, la mancanza di colla, l’adesione insufficiente, la delaminazione degli strati, l’incollaggio multiplo o interno e la deformazione dei manufatti, costituiscono una quota significativa delle non conformità riscontrate in Barilla (50-60% in confezionamento, 2-3% in accettazione) e pregiudicano l’efficienza delle linee veloci. Non va dimenticato tra l’altro, che nel caso in cui confezioni difettose arrivino sul mercato, possono creare situazioni di grande rischio, sia per il consumatore sia per il produttore».
Per affrontare questa situazione da più parti è emersa la necessità di attivare un processo di maggiore collaborazione lungo tutta la filiera, al fine di utilizzare l’adesivo giusto in funzione dell’utilizzo finale.
Per evitare brutte sorprese, comunque, bisognerebbe pensare più a un adesivo “ideale” che a un adesivo “universale”, con il quale realizzare una confezione in grado di rispondere appieno alle aspettative di produttori e consumatori.
The ideal adhesive
To suppose that there’s an adhesive capable of satisfying all needs is extremely risky, for no other reason than one could find oneself with a faulty pack due to inadequate gluing. Therefore, to reduce the risk of non-conformity, one needs to analyse very carefully the characteristics of the substrata that the adhesive is expected to adhere to, plus the performance of the final packaging and the shipping conditions. And that’s not all...

It’s not visible, and yet it has a fundamental role in the sale of a product. The wrong choice of glue, in fact, can thwart all that marketing research for the creation of a new pack.
Many think that the sole role of an adhesive is to glue, forgetting that each adhesive has a very precise formula that determines its basic properties, and for this very reason it cannot be called on to solve all needs. The paper-converting and packaging industry, among other things, includes an extremely wide variety of figures (from paper mills to printers, ink and adhesive producers to firms responsible for filling and closing the packaging), each with their own specific problems. Despite this, however, the blame is all too often put on the adhesive for any faults in the pack.
So how can one prevent this from happening?
First of all, there needs to be greater involvement of the adhesive producers in the packaging design stage and close co-operation between all players in this industry. But there are also other variables that need to be taken into consideration.

The importance of the raw materials
“The assessment of the suitability of an adhesive for use in the paper/plastics industry - explains Fabio Chiozza, Vinavil - is not always immediate, due to the many different factors that go into determining the performance of the end product (type of plastic, method of surface treatment, system of application and adhesive conditioning sequences, such as resistance to constant heat or cold)”.
Here it’s interesting to discover how Vinavil, a producer of vinyl acetate based polymers, has managed to develop a new product to suit the specific needs of the market.
“As everyone knows - continues Chiozza - when you need to join different layers with an adhesive, you need to consider both the adhesive and the cohesive components. The first concerns the interaction between the adhesive and the substratum, the second the inter-molecular forces (a specific propriety of the adhesive itself).
In particular, in order to characterise the raw materials (ethylene-vinyl acetate copolymers) to be used in the formulation of adhesives for paper/plastics and/or treated paper, it’s necessary to establish the surface tension of the adhesive and the support, analyse the adhesive and cohesive components and then consider the expected performance of the end product.
Good adhesion is closely linked to the property of the adhesive to wet or not the surface to be glued and to get optimal conditions of wettability of the liquid on the solid, the surface tension of the adhesive must be less than the surface tension of the substratum. In this case, the Young-Dupré equation lets us correlate the surface tension of the liquid with that of the solid and verify the optimal conditions of wettability. Since certain limits in application have been found with the materials in question, it’s best to carry out dynamometric assessment, as this can also take into account the temperature and so supply useful information on the influence of thermal conditions on the adhesive and cohesive components.
The resistance of a glued seam is thus established by measuring the T-peel: the adhesive component can be established by dynamometric analysis of the peeling strength of a fabric/plastic laminate, while the peeling strength of a fabric/fabric laminate provides information on the cohesive component”.
This method is useful in orienting the polymerising reactions and has allowed Vinavil to develop an innovative ethylene-vinyl acetate copolymer in a water dispersion, suitable for gluing treated paper or plastics in the packaging and paper-converting sectors, where special heat resistance is required. By carefully modifying the polymer chain, it’s possible to improve the adhesive component, while by increasing the molecular weight of the polymer, the cohesive component can also be enhanced in the final adhesive seam.

Cutting the costs of use
In the paper-converting world, the adhesive is an integral part of the various production processes and, since profit margins are always narrower, it’s become necessary to minimise the non-conformities leading to financial losses.
“Adhesive producers - maintains Eros Mori, Reichhold - find themselves having to face a series of problems, shared by others, such as the slow growth or stagnation of markets, the globalisation of purchasing, variations in the cost and type of raw materials and the construction of ever faster and more complicated machinery forcing the adhesive to adapt itself to meet new performance levels.
On the other hand, the market demands above all else a reduction in TCO (total cost ownership), i.e., the total cost of using the adhesive. This goal is possible thanks to the opportunities offered by globalisation, i.e., an international presence, plus the possibility to produce locally standard products and have a homogeneous cost structure”.
But let’s see what Reichhold’s doing to cut the costs of the adhesive used in packaging.
“In terms of primary packaging - continues Mori - the chemicals industry has proved itself to be highly innovative. In fact, today there are hot melt formulations using new raw materials offering lower consumption levels (by up to 30% less), greater reliability and repeatability and offering the possibility to be used at lower temperatures.
In the field of labeling, meanwhile, the switch from casein (a product that’s still widely used today) to synthetic products has allowed for a cut in costs and reduced dependence on the variations in the price of raw materials, to get a more reliable and easily available product, as well as extending the use to cover plastics too (impossible with casein).
With regard to secondary packaging, there is far less room for manoeuvre. For this reason - points out Mori - we’re concentrating on product rationalisation: we’re trying to use standard products and uniform packs to get less fragmented production lots”.

The research bears fruit
Adhesive producers invest a considerable amount of their turnover in R&D each year. This can be seen in the new products launched recently.
Henkel Loctite Adesivi, for example, after studying and testing the main materials used in paper converting with peeling and tear tests, has developed some new EVA copolymers that, suitably modified, wet and adhere perfectly to painted/plastic-coated substrata. In the past, the gluing of UV painted or plastic-coated mediums was only possible with sticky adhesives that, when subjected to heat, tended to produce adhesive and cohesive detachment of the layers. Of course, the best results are had on the condition that the paint, coating or lacquer are well fixed and at the same time not water-sensitive, while the thickness of the coating should be between 6 and 13 microns. In the case of lacquers, meanwhile, the surface treatment must be more than 40 Din.
The new generation hot melt adhesives developed by Henkel, whose basic polymers consist of metallocene catalysis polyolefins, have superior thermal stability, melt without odours or fumes and even adhere to difficult surfaces. Moreover, they offer savings in the cost of maintenance and consumption (by between 30% and 50%). Other novelties in the field of adhesives have been introduced by National Starch & Chemical, a producer of hot melt glues with a low melting point. “We’ve formulated a standard adhesive for the food industry - explains Gian Carlo Valaguzza, National Starch & Chemical - capable of working at 140 °C, i.e., 30-40 °C below the normal application temperatures for hot-melt adhesives. The performance and technical characteristics are unchanged (adhesion, setting speed, etc.), but emissions of fumes and odours are cut and energy is saved in the melting time needed by the hot-melt. The advantages are also seen in operating costs: the new hot melt adhesives offer less carbonisation, fewer instances of clogged nozzles and reduced dead time, with positive effects on increased productivity in packaging and packing operations.
It’s well known that in the paper converting world it isn’t just cardboard that’s used: competition from plastic is strong and, of the various transparent films used in this sector, bioriented polypropylene and cellophane play a fundamental role.
“Since these two films - explains Giorgio Berton of UCB Films Italia - differ widely, the film producer and adhesive producer need to exchange a lot of information in order to choose the best option to suit the intended applications of the film. In particular, coextruded BOPP film is used to minimise costs; while for higher performance and better adhesion, lacquered films are preferred, which can even be printed with UV inks without problem. Cellophane films, however, are ideal for strong lamination as the glue penetrates and isn’t just superficial. Cellulose film offers various advantages, such as a barrier against bacteria that’s indispensable to guarantee the products inside the pack, plus compostability and the possibility to dispose of the paper as normal waste”.

Safe gluing
Innovations in recent years haven’t just concerned the adhesives, but also the machines used to apply these.
Andreas Mezger of HHS Italia shows how the no-contact application systems using dispersion glues allow for savings in terms of cleaning, servicing and waste, as well as offering greater flexibility and shorter production changeover times. Indeed, with no-contact application via the use of nozzles it’s possible: to adjust the machine for changeover by simply pushing a button; to choose the application style at will (gluing from the top, the bottom or across following the direction of movement); to reduce dead times on account of cleaning thanks to the closed system; and to produce less dust, given that there’s no contact with the substratum, thus extending the life of the system.
Another advantage lies in the greater safety of this process, as a single solution includes both monitoring and the glue application system. Laser systems are used, unaffected by variations in humidity and contrast, letting one control the line of glue and so reduce the costs due to dead time and improve the standard of quality of the products. Nordson, on the other hand, in addition to its range of zero cavity guns and those with reduced cavity modules, electromagnetic guns and other models ideal for the application of labeling and in the bookbinding industry, has also developed an adhesive control system for both hot melt and water-based glues, capable of establishing not just the presence of the adhesive on the cardboard flaps, but also the correct positioning of the adhesive on the case.
Until now we’ve spoken about adhesive producers and the constructors of application systems, but what about the expectations of the user?
Maurizio Bonuomo, representing Barilla Alimentare, makes some interesting comments, stressing how the converting industry is the weakest and most critical link in the chain, despite it’s having a fundamental role in the entire production industry.
“Gluing faults - says Bonuomo - such as no glue, insufficient adhesion, delamination of layers, multiple or internal gluing and deformation of the products, make up an important part of the non-conformities found at Barilla (50-60% in packing, 2-3% in acceptance) and so compromise the efficiency of fast production lines. Plus, one shouldn’t forget that, should the faulty packs reach the market, great risks could arise, both for the consumer and the producer”. To face this situation, many have pointed to the need to active a process of greater co-operation throughout the production chain in order to use the right adhesive to suit the specific end use.
To avoid unpleasant surprises, however, one should think more along the lines of an “ideal” adhesive rather than a “universal” one, to create a pack capable of fully meeting the expectations of the producer and consumer alike.


L’adesivo nella cartotecnica
e nell’imballaggio
L’adesivo nell’industria della cartotecnica, dell’imballaggio e del confezionamento - panoramica sull’attualità e prospettive tecnologiche. Questo il tema del convegno organizzato lo scorso ottobre ad Agrate Brianza da Avisa, associazione appartenente a Federchimica che raggruppa i produttori di adesivi destinati al mercato della cartotecnica, dell’imballaggio e del confezionamento.
Con questa iniziativa si è voluto discutere di problematiche che interessano l’intera filiera produttiva, che parte dalla cartiera che produce il cartoncino teso e, attraverso tutte le trasformazioni che subisce (quali ad esempio la stampa, la verniciatura, la fustellatura, il piegaincolla, il riempimento e la chiusura) e arriva all’utilizzatore finale. Oltre che sul ruolo dell’adesivo è stata posta l’attenzione su tutte le componenti del sistema produttivo di riferimento.
Eros Mori della Reichhold ha parlato della riduzione dei costi dell’adesivo nell’imballaggio attraverso l’evoluzione tecnologica, mentre Andreas Mezger della HHS Italia ha presentato moderne tecnologie per l’applicazione di colla vinilica su carta e cartoncino. Un contributo sulle dispersioni vinil-etileniche per il settore adesivi per cartotecnica è arrivato da Fabio Chiozza della Vinavil e un altro, incentrato sulle nuove tecnologie per gli adesivi per la cartotecnica e l’imballaggio, è stato esposto da Dario Cavalli della Henkel Loctite Adesivi.
Non è mancata l’opinione di un produttore di film: Giorgio Berton di UCB Films Italia ha infatti presentato una relazione sui film di polipropilene coestrusi biorientati e i film di cellophane nell’imballaggio con carta/cartone.
Ma non potevano mancare dei contributi sugli hot-melt: Gian Carlo Valaguzza della National Starch & Chemical ha illustrato i vantaggi degli hot-melt a bassa temperatura di fusione, Giovanni Pastori della Nordson Italia ha parlato delle tecnologie nello sviluppo di applicazione degli hot-melt mentre Alfredo Leuenberger della Leuenberger si è soffermato sugli aspetti di sviluppo, ricerca, analisi e costi dell’adesivo. Il quadro è stato completato da alcuni contributi sulla normativa tecnica: Cesare Casetta, Unichim, si è soffermato sulla normativa nel campo degli adesivi per cartotecnica e imballaggio e Eugenio Cavallini della Reno De Medici ha illustrato la situazione sulla normativa europea, riguardante i materiali a contatto con gli alimenti.
Maurizio Bonuomo della Barilla Alimentare ha spiegato invece quali sono le attese dell’utilizzatore finale.



Adhesives in paper converting and packaging
A panoramic view on the current situation and prospective technologies concerning adhesives in the paper converter, packaging and wrapping industries was the theme of a conference organised last October in Agrate Brianza by Avisa, an association belonging to Federchimica which brings together producers of adhesives destined for the paper converter, packaging and wrapping industries.
It was hoped thereby to present a forum to discuss the problems that concern the entire production circuit, starting from the paper mill where solid board is produced and, through all the converting that it undergoes (such as, for example, printing, painting, diecutting, folding&gluing, filling and closing) right to the end user. Apart from the role of the adhesive, attention was turned to all the components of the datum productive system.
Eros Mori from Reichhold talked about reducing the cost of adhesives in packaging through technological evolution, while Andreas Mezger from HHS Italia presented modern technology for applying vinyl glue on paper and card. A contribution was made on the dispersion of vinyl-ethylene in the paper converter adhesives sector by Fabio Chiozza from Vinavil and another which centred on the new technologies for adhesives for the paper converter and packaging industries was presented by Dario Cavalli from Henkel Loctite Adesivi. An opinion from a film producer was also expressed when Giorgio Berton from UCB Films Italia presented a report on coextruded bioriented polypropylene and cellophane film in packaging with paper/card.
But there were also of course contributions about hot-melt. Gian Carlo Valaguzza from National Starch & Chemicals illustrated the advantages of hot-melt at low melting temperatures, while Giovanni Pastori from Nordson Italia talked about the technology in the application of hot-melt and Alfredo Leuenberger from Leuenberger dwelt on aspects of development, research, analysis and the costs of adhesives.
The picture was completed with some contributions on technical standards. Cesare Casetta, from Unichim, dwelt on the standards in the field of adhesives for paper converter and packaging and Eugenio Cavallini from Reno De Medici showed the situation as regards European standards on material that is in contact with food.
Maurizio Bonuomo from Barilla Alimentare explained on the other hand what the final user expects.