| |  |  | | | Nata per creare imballaggio cosmetico, Gibo Italia ha puntato all’innovazione di prodotto e di business. E, con ciò, si è ben presto affermata come un’originale realtà creativo-commerciale, che affida la produzione al fornitore di volta in volta
più qualificato. Al suo attivo, numerosi brevetti,
che s’impongono per immagine e fanno “tendenza”.
E.P.
Far «accettare al mercato un prodotto nuovo non è facile», esordisce diretto Giovanni Bocola, titolare e amministratore delegato di Gibo Italia, «soprattutto in Europa, che esprime grande cautela nel far proprie soluzioni diverse dalla norma e alle quali vengono spesso preferite alternative meno onerose o più consolidate.
Diversamente, accade per esempio in America che, per tradizione, è più aperta all’innovazione in sé. Anzi, in questo senso, per noi ha assunto i connotati di “banco di prova” per alcune soluzioni di confezionamento, che una volta affermate oltreoceano, riusciamo a introdurre con maggiore facilità sui mercati più vicini».
Queste considerazioni, fatte da un “creativo per costituzione” come ama definirsi Giovanni Bocola, non possono non avere conseguenze: «Puntare al nuovo è quello che so fare meglio e quando questo si accompagna alla giusta sensibilità commerciale e alle competenze tecniche, il gioco è fatto».
E di fatto, Giovanni Bocola, coadiuvato dal figlio Pier Francesco (responsabile dell’area commerciale) dirige la società sfruttando al massimo le proprie personali inclinazioni, stando peraltro ben attento a tutelare, attraverso i brevetti, le proposte Gibo dagli onnipresenti “ladri di idee”.
In pochi anni la società si è consolidata e ora si appresta a mettere in produzione un’invenzione di particolare appeal tecnico ed estetico: un vasetto per prodotti cosmetici, composto in un pezzo unico e dotato di una chiusura flip top, anch’essa ottenuta in un unico passaggio nello stampo originario.
Jar al top, anzi al flip top
Il processo che ha portato a realizzare (e brevettare) il Flip Top Jar è durato quattro anni ed è partito - come d’abitudine in Gibo - dall’ideazione della struttura del contenitore e dalla definizione delle tecnologie produttive, mentre l’estetica è stata messa a punto in un secondo momento. Eppure, come si conviene, è proprio l’esteriorità a colpire l’immaginazione: il vasetto, sia nella prima versione monopezzo in soft touch, sia in quella a due pezzi con esterno in Sun, è bello, allegro e divertente, ma può essere reso elegante e raffinato, grazie alle finiture e agli infiniti decori possibili.
In questo senso il Flip Top Jar è emblematico del modus operandi di Gibo che, come spiega Bocola, «tende sempre a realizzare uno standard estremamente flessibile, che consenta al contempo ogni tipo di personalizzazione. Per noi questo vasetto è l’esempio concreto di un felice equilibrio fra l’estetica e una tecnologia di produzione assai elaborata e relativamente rigida. Possiede degli evidenti plus funzionali, come la comoda apertura flip top e la chiusura ermetica totale, che ha resistito a test severissimi, ma la vera novità risiede negli aspetti produttivi, sviluppati con l’aiuto di una società esterna specializzata. L’impegno progettuale si è all’inizio tradotto in un contenitore monopezzo, in luogo dei consueti 4 o 5 pezzi, interamente ottenuto con l’utilizzo di un solo stampo (corpo, rivestimento esterno e chiusura) tramite un processo di iniezione a tre fasi e l’ausilio di un sofisticato robot. Dopo infinite verifiche e messe a punto, ora possiamo offrire un contenitore “praticamente perfetto” (anche in due pezzi), che presenta una distribuzione omogenea del materiale e un’apertura indistruttibile ed efficace».
Realizzato in PP ed ETP, può essere rivestito di materiali diversi, a seconda dell’effetto visivo e tattile desiderato e delle esigenze di barriera alla luce. Ma non solo: la conchiglia esterna può anche avere una forma diversa da quella leggermente bombata del prototipo, aumentando ulteriormente le possibilità di personalizzazione. E, dulcis in fundo, «grazie alle economie di scala ottenute semplificando la struttura, - puntualizza Bocola - è disponibile a un costo concorrenziale».
Come nasce un’idea, e poi un’altra...
La chiusura flip top è stata applicata anche al prodotto che ha contribuito, per primo, ad affermare Gibo come azienda innovativa, ovvero il piccolo roll on utilizzato come erogatore di gel per le labbra, glitter, fondotinta e trucchi degli occhi, piuttosto che di preparati anti-acne o contro le punture di insetti. La sua genesi ben si presta a descrivere il percorso creativo “tipico” dei Bocola: «Per queste applicazioni, al contenitore classico vanno aggiunti almeno tre pezzi per ottenere la chiusura assemblata, che presenta, tra l’altro, grossi limiti di imboccatura. La domanda che ci ha stimolato nella ricerca è stata: esiste qualcosa di più semplice e con un’imboccatura standard, adattabile a più flaconi? Non c’era, e così l’abbiamo inventata noi».
Il Rollette, realizzato in un unico pezzo che si avvita sul collo del flacone alla stregua degli altri tipi di chiusura, ben si può abbinare a contenitori di capacità diverse. L’idea, vero uovo di Colombo, è di quelle che fanno grandi numeri e hanno procurato a Gibo più di una soddisfazione commerciale, permettendo inoltre di consolidare la penetrazione in nuove aree geografiche e differenziare le applicazioni. «Se in America - esemplifica Pier Francesco Bocola - il roll on è molto amato per i lucidalabbra e i glitter, gli europei lo preferiscono per cosmetici di fascia più alta, come il contorno occhi, mentre nel Nord Africa è molto diffuso per diversi preparati farmaceutici. Ma gli sbocchi sono virtualmente infiniti e questo prodotto sta mostrando una longevità sorprendente, anche per via di un altro fattore, che non tutti sono in grado di cogliere al primo sguardo: grazie all’eliminazione dei costi di assemblaggio, il produttore cosmetico può risparmiare fino al 20% sul costo delle operazioni di riempimento, ottenendo con la massima semplicità e senza modifiche alle linee, un articolo completo a elevato valore di servizio».
Il potere della fantasia
La fantasia dei Bocola non si esaurisce nell’attività di sviluppo di nuovi prodotti e, come già accennato, ha portato a sposare un modello d’impresa piuttosto originale.
Il criterio ispiratore parte dall’assunto (molto pratico) che “nessuno è capace di fare tutto” e si concretizza nell’individuare, di volta in volta, il partner più esperto in questo o quel tipo di lavorazione, con capacità produttiva e di servizio adeguati alla commessa. Lo stesso approccio ha ispirato l’attività di promozione commerciale della Gibo. «In America - afferma il titolare - abbiamo ormai molti contatti, grazie a una rete commerciale in grado di gestire i nostri prodotti, e alla collaborazione con il nostro partner “storico”. Tuttavia, nessuno di loro rappresenta per intero la gamma Gibo perché, per ciascuna linea di contenitori, siamo noi a scegliere il promotore più adatto. Abbiamo poi, ovviamente, altri punti di riferimento fissi: oltre ai distributori in America, contiamo su agenti in Turchia e Israele e, più in generale, in Europa e Nord Africa».
I paesi emergenti, invece, vengono seguiti direttamente dai responsabili dell’azienda che, anche in questo caso, mostrano di saper rischiare. «Quando è stata inaugurata la fiera della cosmesi di Dubai - ricorda Pier Francesco Bocola - eravamo gli unici produttori italiani presenti: questo ci ha consentito di guadagnare un sicuro vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti».
Prossima meta? No comment. «E poi, in verità, la nostra ambizione è di raggiungere il massimo sviluppo compatibile con la mission aziendale: continuare a proporre packaging innovativi, con soddisfazione». | | 
Innovation pays
Set up to create cosmetic packaging, Gibo Italia has made product and business innovations its strong point. And, through this, has quickly gained a reputation for being an original creative and commercial concern, entrusting production to the most qualified supplier to suit the product. The company holds many a patent, creating a strong image and setting new “trends”.
«It’s not easy to convince the market to accept a new product», opens Giovanni Bocola, owner and managing director of Gibo Italia, in no uncertain terms, «especially in Europe, that’s notoriously cautious in taking onboard out of the ordinary solutions, often preferring to stick with more troublesome or more consolidating alternatives. Things are different, for instance, in America, which is traditionally more open to innovation in its own right. Indeed, in this sense, America has become a bit like a “test bench” for us, letting us try out packing solutions that, once accepted over there, can then be introduced far more easily on markets closer to home».
These comments, made by an “inborn creative spirit”, as Giovanni Bocola likes to define himself, can’t help but have consequences: «Focusing on what’s new is what I do best and when this is accompanied by the right commercial sense and technical competence, it’s a piece of cake ». And indeed Giovanni Bocola, aided by his son Pier Francesco (Commercial Manager), directs the company by exploiting his personal talents to the full, taking great care to protect Gibo proposals with patents from the ever-present “idea thieves”.
In just a few years, the company has established itself and is now preparing to put into production an invention with special technical and aesthetic appeal: a jar for cosmetic products consisting of a single-piece with a flip top, also obtained in a single passage in the original mould.
Jar at the top, or rather flip top
The process that has led to the creation (and patenting) of the Flip Top Jar has taken four years and started - as is the norm at Gibo - from the idea of the structure of the container and the definition of the production technology, while the aesthetics were only considered later on. And yet - as this sector requires - it is the exterior of the package that strikes one: the jar, both in the first single-piece version in soft touch, in the two-piece version with Sun exterior, is beautiful, cheerful and fun, but can also easily be made elegant and refined, thanks to the various finishes and innumerable decoration options.
In this sense, the Flip Top Jar is typical of how Gibo works, that, as Bocola explains, «always tends to create an extremely flexible standard, while at the same time allowing for all types of personalising. For us, this jar is a tangible example of a happy balance between aesthetics and a somewhat complicated and relatively rigid production technology. The design includes the evident functional extras, such as the easy opening of the flip top and a 100% hermetic seal that’s withstood particularly strict testing. However, the real innovation lies in the production aspects, developed with the assistance of an external specialist firm. Originally the efforts put into the design resulted in a single-piece container, instead of the normal 4 or 5 pieces, using one single mould (body, jacket and seal) via a three-stage injection process and with the help of a sophisticated robot. After innumerable tests and adjustments, we can now offer a “practically perfect” container (also in a two-piece version), with even distribution of the material and an indestructible and highly effective opening».
Made from PP and ETP, the jar can be coated with different materials to get the visual and tactile effects required, as well as specific light barrier requirements. But that’s not all: the external shell can also be given a different shape from the slightly rounded one of the prototype, thus further increasing the scope for personalising. And, best of all, «thanks to economies in scale obtained by simplifying the structure, - points out Bocola - the jar’s available at a competitive cost».
How an idea’s born, and then another...
The flip top was also applied to the product that first made Gibo a name for innovation, i.e., the small roll on used as a way to deliver lip gel, glitter, foundation and eye-shadow, rather than anti-acne or insect-repellent products. Its creation is a good example of the «typical» creative process of Bocola father and son: «In such applications, at least three elements are normally added to the classic container to get the assembled top. But this, among other things, creates great limits in terms of mouth diameter. So what motivated our research was the question: isn’t there a simpler way, though still using a standard mouth, suitable for several different types of container?There wasn’t, and so we invented it».
The Rollette, created in a single piece, is screwed onto the neck of the bottle like other types of seal and can be fitted on containers of different capacity. The idea, the obvious solution, was bang on and has afforded Gibo more than one commercial success, also making it possible to penetrate new geographical areas and to differentiate the applications.
«While in America the roll on is a much-loved solution for lip gloss and glitter, - explains Pier Francesco Bocola - Europeans prefer to use this solution for a higher grade of cosmetics, such as eye-liner; then in North Africa its widely used for various pharmaceutical preparations. But the outlets are virtually infinite and this product is becoming surprisingly enduring, thanks also to another factor that not everyone appreciates at first glance: thanks to the elimination of assembly costs, the cosmetic producer can save up to 20% in filling costs, getting a complete item with a high content of service with max ease and without having to alter his production lines».
The power of imagination
The joint imagination of the Bocola’s doesn’t stop with the development of new products, but, as already mentioned, it has led to the adoption of a somewhat original business style.
The criteria of inspiration starts with the (very practical) assumption that «no-one can do everything» and finds substance in the identification of the most expert partners in this or that type of processing to suit the product in hand, partners with the necessary output capacity and service. This same approach has inspired the commercial promotions side of the business at Gibo.
«We have now many contacts in America - says the owner - thanks to a commecial network well-versed in managing our products. And then we can always count on the cooperation of our “traditional” partner. In any case, none of these represents the whole Gibo range because it’s up to us to chose the most appropriate promoter for each of our lines of container. Then, of course, we’ve other fixed reference points: in addition to our distributors in America, we can also count on agents in Turkey and Israel and, more generally, in Europe and North Africa».
Emerging countries, on the other hand, are looked after directly by company managers who, also here, have shown that they know how to take risks. «When the cosmetics fair in Dubai was inaugurated - recalls Pier Francesco Bocola - we were the only Italian producers: this meant that we gained a sure competitive advantage over our competitors».
Our next goal? No comment. «And then, after all, our ambition is to reach a max development compatible with the company’s mission: to continue proposing innovative packaging, with satisfaction».
| |
 |
L’imballaggio che non c’e’
Gibo nasce una decina di anni fa in Francia, con un intendimento piuttosto chiaro: offrire ai produttori di cosmetici “il packaging che non c’è”, grazie all’individuazione di esigenze non ancora soddisfatte, per servirle poi con prodotti a forte contenuto di innovazione.
I motivi di originalità, però, non si esauriscono in questo approccio al mercato, dato che anche la filosofia gestionale e produttiva presenta tratti interessanti. Gibo, infatti, non fabbrica direttamente i contenitori, circoscrivendo l’attività di sua stretta pertinenza alla messa a punto dello stampo, che viene poi avviato al converter più “titolato” per know how, parco macchine e localizzazione.
Proprio grazie a collaborazioni di questo tipo, Gibo realizza le prime linee di contenitori, sfruttando, all’inizio dell’attività, la rete di impianti appartenenti a una società americana, di cui è tuttora partner commerciale.
Seguendo questa logica stringente di ottimizzazione delle risorse locali, nel 1996 viene fondata Gibo Italia. Nel nostro paese, come ci ha spiegato il titolare della società lombarda, Giovanni Bocola, venivano infatti già realizzate molte produzioni, sfruttando la competenza di imprese qualificate nel settore cosmetico. Inoltre il mercato interno mostrava vivaci potenzialità di crescita, tanto da giustificare l’apertura di un’azienda dedicata, che potesse quindi curare da vicino i rapporti, sia con i potenziali clienti sia con i fornitori.
La valutazione si è rivelata esatta: in questi pochi anni il giro d’affari di Gibo Italia ha raggiunto volumi interessanti (il fatturato 2000 è stato di una decina di miliardi), realizzati grazie alla promozione di un interessante catalogo di contenitori per smalto e relativi accessori, flaconi di plastica dal design accattivante e chiusure.
Oltre a primeggiare, in breve tempo, nel settore del packaging per gli smalti, Gibo Italia ha messo a punto soluzioni di grande impatto, creando ad esempio il “roll on”, che l’ha imposta sulla scena internazionale, e quell’apertura “flip top” che distingue il suo primo (bellissimo) vasetto, tuttora in fase di lancio.
|
|
Previously inexistent packaging
Gibo was set up ten years ago in France, with a pretty clear intent: to offer cosmetics producers “unobtrusive packaging”, thanks to the identification of unsatisfied needs, in order to serve these with products with a high content of innovation.
The original approach didn’t just stop here with this market approach, given that the managerial and productive philosophy has some very interesting traits. In fact, Gibo doesn’t manufacture the containers directly, but prefers to limit its activity to the pure development of mould, which is then sent to the most “qualified” converters in terms of know how, installed machinery and location.
Thanks to cooperation of this type, Gibo produced its first lines of containers, exploiting right from the start the network of plants belonging to an American firm, still a sound business partner today.
Continuing with this strict logic of optimising local resources, Gibo Italia was set up in 1996. As Giovanni Bocola, the owner of the Lombard firm, explains, many product lines were already produced in Italy, making the most of the skills of qualified companies in the cosmetics sector. Moreover, the domestic market in Italy showed sure signs of dynamic potential, so much so that it justified the setting-up of a dedicated company to look after business relations close to, both with potential customers and suppliers.
This assessment has since proved true: in these few years Gibo Italia’s turnover has reached interesting volumes (turnover for 2000 was about ten billion Lira), thanks to the promotion of a hugely interesting catalogue of containers for nail varnish and accessories, plastic bottles with an attractive design and seals.
In addition to becoming the leader of nail varnish packaging in just a few years, Gibo Italia has also perfected several other high impact solutions, with the creation for instance of the “roll on”, placing it on the international scene, and the “flip top” that distinguishes its first (really beautiful) jar, now being launched.
|
| | |
