July-August 2001
L’Oscar, Internet e la Mostra
The Oscar, the Internet and the Show


Bellezza: think positive
Beauty: think positive

Una bellezza molto italiana
A very Italian beauty

M&D News
Full immersion nel cartoncino
Full immersion in cardboard board

Gli imballaggi cellulosici
Cellulose-based packaging


E l’ondulato cresce ancora
Corrugated cardboard on the rise again

Fiducia e passione
Faith and passion

La sfida dell’automazione
The challenge of automation

F&F News
Macfrut
Assemblea annuale Gifasp
Gifasp annual meeting

Sulla cresta dell’onda
On the crest of the wave


Cosmesi “tecnologica”
“Technological”cosmetics


I&M News

Carta e cartone sotto “esame”
Paper and cardboard under “examination”


Converter: il momento
della politica
Converters: the moment of politics


Informatore legislativo
Leggi, proposte parlamentari, interpretazioni
Laws and Decrees

Laws, parliamentary bills, Interpretations

E&L News
Gli inchiostri, i “metalli pesanti”
e il decreto Ronchi
Inks, “heavy metals” and the Ronchi decree


Cambiare per crescere
Change in order to grow

Niente più alberi meccanici
No more mechanical shafts

M&M News
Confortati dal buon andamento del settore, i costruttori di macchine per il confezionamento e l’imballaggio si sono dati appuntamento a Bologna. E, tramite Ucima, hanno ribadito ai vertici di Confindustria la volontà di un comparto intenzionato a crescere ancora. Ma questa, si sa, è una storia tutta italiana.
S.L.
Villa Cicogna, Bologna, giugno 2001 - I lavori dell’assemblea annuale dei costruttori di macchine automatiche si sono aperti con un auspicio espresso (di cuore) da Marco Vacchi, presidente dell’associazione di categoria Ucima. “Che il futuro sia all’altezza della nostra storia passata”: un augurio/esortazione indirizzato a un comparto che ha sempre dato prova di grande vitalità e che, nonostante il confronto esasperato in atto sui mercati, continua a guardare con lucidità alla realtà, senza piangersi troppo addosso (pur non stancandosi di richiamare i giusti interventi da parte dello stato a sostegno del settore industriale).
L’Italia, d’altronde, controlla a oggi una quota sempre più rilevante del commercio internazionale relativo alle macchine di confezionamento (seconda solo alla Germania); merito dell’export, aumentato di circa il 10% rispetto al 1999, in virtù anche dei grandi sforzi fatti dalle aziende nazionali per aumentare la propria visibilità in tutti i paesi.

I dati di fatto
Nel 2000, dunque, si è verificato l’atteso recupero (+6%) sull’anno precedente, come testimoniano i dati espressi da Ucima (l’associazione sta svolgendo tra l’altro un ruolo sempre più attivo come interfaccia fra il mondo della produzione e del consumo, così da conoscere e affinare ulteriormente i possibili strumenti conoscitivi). Ma veniamo ora ai fatti salienti.
• La ripresa, avvenuta tutta nel secondo semestre, ha permesso di recuperare l’andamento deludente che aveva caratterizzato la prima parte dell’anno. Il settore ha chiuso il 2000 con un fatturato pari a 4.960 miliardi di lire (2.561,63 milioni di Euro) con un incremento del 6,7% in termini correnti rispetto al 1999. Pressoché identica è stata la crescita in termini reali (+6,4%).
• La crescita dei prezzi è stata di appena lo 0,3%, in decisa controtendenza sia rispetto all’andamento medio dell’intero comparto industriale (+6%), sia a quello dei prezzi al consumo (+2,6%), e questo nonostante il forte aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi e dei valori in lire delle materie prime rilevato nel corso del 2000.
• Le esportazioni hanno determinato l’aumento del fatturato, aumentate del 9,3% rispetto al 1999, che hanno riportato a quota 81% l’incidenza dell’export sul fatturato totale.
• Negativo invece l’andamento delle consegne sul mercato interno. L’incremento della domanda domestica è stato soddisfatto interamente dalle importazioni, cresciute di oltre il 10 % rispetto all’anno precedente. • Aumenta dunque la penetrazione delle macchine estere sul mercato italiano: da 33,2% del 1999 a 36,1%, per un totale di 500 miliardi di lire (258, 23 milioni di Euro).
• Il saldo della bilancia commerciale è comunque da record: +9,1% rispetto al 1999, toccando quota 3.480 miliardi di lire.
• Aumenta il grado di utilizzo degli impianti (90%), superiore di 3 punti percentuali rispetto al già alto livello del 1999. La positiva evoluzione del settore non si è comunque riflessa sull’occupazione, rimasta stabile, e soprattutto sugli investimenti, che sono tornati a diminuire (-22%). In questo senso fanno eccezione gli investimenti in macchinari, cresciuti del 55% rispetto al 1999 e l’attività d’investimento delle imprese, pur rimanendo principalmente orientata alla razionalizzazione dei processi produttivi, è stata diretta all’ampliamento degli impianti.
• Ottimismo per il 2001: la crescita produttiva che ha caratterizzato soprattutto la seconda parte del 2000 potrà proseguire, sia pure a ritmi più contenuti. Le maggiori incertezze per quest’anno riguardano l’intensità e la durata del rallentamento dell’economia statunitense e le conseguenti ripercussioni sulla crescita internazionale e quindi anche sull’andamento delle esportazioni italiane. Sembra, invece, ridursi in questi ultimi mesi il rischio di una minore competitività di prezzo della nostra offerta dovuta all’apprezzamento dell’Euro rispetto al dollaro. Infatti, la moneta unica è tornata a indebolirsi, annullando, nei confronti del dollaro, i recuperi segnati nell’ultima parte dello scorso anno. Un’ulteriore incertezza deriva dalla ripresa delle tensioni sui costi petroliferi.
Faith and passion
Comforted by the positive trend in the sector, packaging equipment constructors met in Bologna. They confirmed to Confindustria top management, through Ucima, the will of the sector to grow further; but this, as we know, is a totally Italian story.

Villa Cicogna, Bologna, June 2001 - The works of the annual meeting of automatic equipment constructors opened with a hearty wish expressed by Marco Vacchi, President of the association Ucima, «that the future be up to our past history». This exhortation was addressed to an area that has always showed great vitality and that, in spite of the very high competitiveness in the field, continues to be realistic, without moaning over adversities, though while strongly requesting fair government aids in support of this industrial sector.
And besides Italy controls 70% of international trade related to packaging equipment. This is also due to export policies, which have increased by about 10% on 1999 as a result of the great effort made by Italian firms to enhance their visibility in other countries.

Concrete facts
During 2000 the sector achieved the envisaged recovery of +6% over the previous year, as indicated by Ucima data (the Association is assuming a still more concrete role as interface between manufacturers and consumers and is investigating the possibility to identify any further means of interaction).
Here are some salient items.
• The recovery, that occurred during the second half of the year, consented an enhancement of the disappointing trend that had characterised the first part of the year. The sector concluded the year 2000 with sales to 4,960 billion Lire (2,561.63 million Euro), with an increment of 6.7% in current terms over 1999. Increase in concrete terms (+6.4%) has been approximately identical.
• Price increases were seen to be just 0.3%: definitely going against both to the average trend of the entire industrial sector (+6%) and to that of market prices (+2%). This occurred in spite of the strong cost increase of petrol products and of the value in Lire of raw materials recorded during 2000.
• Exports have determined the increase in turnover, up by 9.3% on 1999. This resulted in an impact calculated at 81% over total export sales.
• Contrariwise, the local market trend resulted negative. Higher domestic requirements have been covered entirely by import products, which have recorded over 10% growth on the past year.
• The penetration of foreign equipment on the Italian market is therefore becoming more significant and ranges between 33.2% in 1999 up to the present 36.1%, for a total of 500 billion Liras (258.63 million Euro).
• The balance of trade has however hit record figures: +9.1% versus 1999, reaching 3,480 billion Lire.
• Utilisation capacity of equipment plants is increasing (90%), in a percentage rate of 3 points with respect to the already high level recorded in 1999. The sector growth has not, however, affected employment which remains stable; particularly, it has not influenced investments, which seem once more to decrease (-22%). From this point of view, an exception is represented by investments made in the field of equipment, which record a growth of 55% over 1999. Investments made by industrial companies, though still principally oriented on rationalisation of manufacturing processes, have been directed towards expansion of plants.
• Optimism for 2001: the growth in productivity, aboveall featuring in second half of 2000, is likely to continue, even though at a more contained pace. Major concerns for this year are related to the intensity and duration of US economy slow down and to consequent repercussions on international growth, hence on Italian export trends. On the contrary, it seems that there are minor risks of our being less competitive on the market, because of the lower value of the Euro against the US dollar during the past few months. In fact, the value of the Euro has once again weakened compared with that of the US dollar, thus cancelling all that had been recovered during the last part of 2000. Further uncertainty may be attributed to concern over the cost of petrol products.


Macchine e paesi
L’analisi per categorie merceologiche prodotta da Ucima evidenzia la crescita delle esportazioni di macchine per riempire, chiudere, incapsulare, etichettare, delle dosatrici e delle parti, mentre diminuisce l’export delle altre tipologie produttive. Non si rilevano comunque particolari cambiamenti nel peso di ciascuna categoria nella composizione del flusso esportato: le macchine per imballare e impacchettare merci presentano sempre l’incidenza maggiore (47%), seguite dalle macchine per riempire, chiudere, incapsulare, etichettare (32%) e dalle parti (20%).
L’analisi per aree geografiche vede un’ulteriore riduzione della quota destinata ai mercati europei extra-UE e a quelli asiatici, mentre riprendono a crescere le vendite italiane nei Paesi UE e nel Centro-sud America e continuano ad aumentare le esportazioni destinate al Nord America e alle “Altre aree ” (quest’ultime ora assorbono il 7,5%del flusso totale). In particolare, aumenta del 25% l’export verso il continente africano (spiccano le consegne di macchine italiane in Egitto e in Algeria) e di ben il 62% le vendite in Australia e Oceania (l’Australia entra per la prima volta nella graduatoria dei maggiori mercati di sbocco dell’export del settore, occupando il tredicesimo posto).
Riprendono peraltro a crescere in misura significativa (+12, 3% rispetto al 1999) le esportazioni italiane destinate ai Paesi UE, tanto che nel 2000 quest’area ha assorbito oltre il 40% dell’intero flusso esportato.



Equipment and countries
A study of the single sectors, drawn up by Ucima, points out a growth in the export of filling, sealing, encapsulating, labeling, and dosing equipment as well as of spare parts, against a downward trend of other types of export items. No particular changes have been noted in the impact that each single sector has on the overall export flow. Packaging equipment is still a top item (47%), followed by filling, sealing, encapsulating and labeling equipment (32%) and spare parts (20%).
The study by geographical areas points out a further reduction of the share destined to extra EU European as well as Asian markets, while Italian sales in Central-South America and the EU have started to go up again. Sales towards North America and “Other Areas” seem to be in continuous expansion (the latter presently represent 7.5% of the total export flow). Particularly, exports towards African countries have recorded a 25% increase (outstanding the consignments of Italian machines to Egypt and Algeria), sales to Australia and Oceania being up by as much as 62% (Australia is classified for the first time in the list of major new markets for exports in this field, in 13th place).
Italian exports to EU countries are again significantly growing (+12.3% on 1999) to the point where in 2000 this sector absorbed over 40% of the entire export flow.