November/December 2004




Uomo, merce, emozioni
People, products, emotions

Vita difficile per i “soliti ignoti”?
A taugh time for retail thieves?

Beverage all’italiana
Italian beverage

Il nuovo senso del mondo
The new sense of the world

Chiudere in bellezza
Closing on a positive note

M&D News







Imballaggi poliaccoppiati flessibili
Flexible polylaminate packaging

Rapporto sullo stato dell’imballaggio (3)
Report on the state of packaging (3)

F&F News






Crescita e sviluppo industriale senza confini
Industrial growth and development without borders

Un buon bilancio di numeri e idee
A good balance in numbers and ideas

I&D News







Preparati pericolosi
Dangerous substances

Nuovo Regolamento (CE) sui detergenti
New (EU) rules for detergents

Sostanze allergeniche nei prodotti alimentari
Allergens in food products

E&L News







Il coraggio di guardare avanti…
The courage to look ahead…

Packaging Links
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M&M News









Prestazioni e numeri di un comparto produttivo, che continua a esprimere forti capacità competitive. Cifre e motivi della crescita, tendenze di consumo e diffusione nei principali settori d’impiego. Plinio Iascone

Gli imballaggi poliaccoppiati flessibili sono costituiti da strutture multistrato, ottenute per accoppiamento o coestrusione.
È importante evidenziare che, in questa analisi, i dati riportati indicano valori superiori alle rilevazioni del Giflex (Gruppo Imballaggi Flessibili - Assografici), poiché comprendono stime relative anche ai film accoppiati senza la stampa e agli imballaggi semirigidi poliaccoppiati per il confezionamento in atmosfera protetta, oltre ai materiali che derivano dall’attività produttiva di aziende non legate a Giflex. Gli imballaggi flessibili da converter rappresentano una delle soluzioni di confezionamento tra le più interessanti, poiché coniugano le caratteristiche di diverse tipologie di materiali: film plastici differenti, ma anche foglio sottile di alluminio e di carta. Si tratta, dunque, di strutture complesse, in cui ogni componente assolve una specifica funzione d’uso.
I requisiti che un imballaggio flessibile deve garantire sono diversi:
• barriera agli aromi, al vapor d’acqua e all’ossigeno;
• perfetta saldabilità (è molto importante, infatti, assicurare l’ermeticità della confezione e la resistenza meccanica al fine di difendere il prodotto dagli agenti esterni e dalle manomissioni);
• idoneità dei materiali utilizzati al contatto alimentare secondo le normative vigenti;
• macchinabilità;
• facilità di movimentazione del prodotto nelle fasi del trasporto e nella disposizione sugli scaffali dei supermercati.
Per soddisfare questi requisiti è necessaria un’idonea progettazione dei laminati, scegliendo opportunamente i singoli componenti, senza dimenticare peraltro che, grazie alla loro intrinseca “predisposizione” alla stampa, offrono un supporto adeguato ed efficace alla comunicazione.

Le cifre del comparto
Nel 2003 la produzione ha raggiunto le 250.000 tonnellate, con una crescita del 6,4%, esprimendo un fatturato pari a 1.400 milioni di euro (+5,7%).
Si tratta di un risultato senz’altro soddisfacente, soprattutto considerando il momento difficile dell’industria manifatturiera italiana nel 2003, e la crescita nel complesso modesta registrata dal settore dell’imballaggio (+0,2%).
L’export ha contribuito in maniera rilevante, negli ultimi anni, a rafforzare lo sviluppo del settore, e oggi copre una quota del 45% della produzione nazionale; molto contenute, invece, le importazioni, che in media rappresentano il 2% del consumo.
Un altro dato interessante riguarda il tasso tendenziale di sviluppo, che nel triennio 2000-2003 è stato del 4,3% medio annuo: in particolare, del 4,5% per le vendite sul mercato interno e del 3,9% per le esportazioni. Improntate a un cauto ottimismo anche le aspettative di sviluppo, stimate intorno a un 3-3,5% medio annuo.
Tuttavia, lo sviluppo “reale” della produzione (se calcolata in metri quadrati e non in peso) dovrebbe esprimere un bilancio ben più lusinghiero. le ragioni di questa discrepanza sono molteplici:
• riduzione del peso medio delle grammature per metro quadrato;
• tendenza alla riduzione degli spessori, che si accompagna, in molti casi, ad un impiego di film plastici con caratteristiche tecniche più “spinte”;
• maggiore sviluppo dei poliaccoppiati flessibili del tipo film plastici/film plastici, in particolare quelli utilizzati per il sottovuoto o per il confezionamento in atmosfera protettiva.

Le materie prime: dinamiche
La produzione di poliaccoppiati da converter, nel corso del 2003, ha richiesto l’utilizzo di 215.000 tonnellate di film plastici, 29.000 tonnellate di carta e cartoncino e 26.500 tonnellate di foglio sottile di alluminio. Nell’ambito dei film plastici, se polietilene e polipropilene continuano a essere i polimeri più utilizzati (circa il 75%), si riscontra uno sviluppo interessante per il poliestere metallizzato e le altre tipologie di polimeri (EVOH, NYLON ecc...), in relazione alla crescita del confezionamento in atmosfera protettiva (imballaggi semirigidi termoformati ricavati da foglia). Le confezioni esclusivamente di carta (carta paraffinata) risultano in progressiva diminuzione, sostituite da carta accoppiata con film plastico o da accoppiati film/PP espanso (perlato).
Nel 2003, rispetto agli anni precedenti, è invece cresciuto l’utilizzo del foglio sottile di alluminio, mentre si è confermato il successo dei film plastici metallizzati.
La tendenza a un maggiore impiego dell’alluminio (foglio o metallizzazione) si spiega con l’esigenza di proteggere molti prodotti (pensiamo ai piatti pronti) dagli agenti esterni con un’elevata capacità di barriera.
Per quanto riguarda i poliaccoppiati flessibili, in particolare, si registra una discreta concentrazione produttiva, con una decina di attori che detengono circa il 70% della produzione complessiva. In quest’area, inoltre, si possono distinguere due tipologie di aziende: gli accoppiatori di film che presentano un’integrazione a monte con la produzione dei film plastici e talvolta con altre materie prime (carta o alluminio), e gli accoppiatori “non integrati” (categoria invero più diffusa).

I settori di utilizzo
Gli imballaggi flessibili assumono caratteristiche diverse a seconda dei settori di impiego, sia per quanto riguarda i materiali che li costituiscono, sia in termini di posizionamento rispetto ai packaging alternativi.
È perciò interessante evidenziarne l’impiego in alcuni dei principali settori di utilizzo, cercando al contempo di delineare le tendenze future.
Passiamo quindi in rassegna i diversi segmenti nell’area agro-alimentare (che assorbe l’81,5% degli imballaggi flessibili da converter e segna sviluppi degni di nota) e nel non food.

Paste alimentari secche
In questo comparto, gli imballaggi impiegati sono essenzialmente due: i sacchetti di poliaccoppiato flessibile e l’astuccio di cartoncino.
Quest’ultimo è preferito dalla marca leader del settore, oppure viene impiegato per alcuni prodotti destinati alle esportazioni, ma la penetrazione dei film plastici è molto elevata: circa il 70% del totale, una quota che sembra destinata a rimanere stabile nei prossimi anni.
I sacchetti sono costituiti da un doppio film BOPP/CPP, ma sono presenti anche sacchi di PE di grande capacità per le paste destinate alle comunità.
I sacchetti spesso contengono un vassoio di cartoncino (una soluzione, questa, diffusa per esempio tra i produttori di pasta secca all’uovo).

Paste fresche
Il settore continua a evidenziare tassi di sviluppo interessanti. Il confezionamento, in questo ambito, è essenzialmente di due tipi: in atmosfera protettiva per le paste fresche industriali, e in assenza di condizionamento per le paste fresche artigianali.
L’imballaggio utilizzato per l’atmosfera protettiva (vaschette semirigide e sacchetti) è strutturalmente complesso; le combinazioni di materiali più diffuse sono il fondo di PET/PP/LDPE o PET/OPA/PP e il top di PP/EVOH/PP o PS/EVOH/LDPE.
Per quanto riguarda, invece, il confezionamento in assenza di condizionamento si preferisce il vassoio rigido di PS e il film estensibile, in genere di PVC.
Il rapporto tra le due forme di confezionamento continua a evolversi a favore dell’atmosfera protettiva: a fronte di un tasso tendenziale di sviluppo del 3-4% dell’intero settore, infatti, l’utilizzo di poliaccoppiati flessibili per il confezionamento in atmosfera protettiva cresce del 5-6% medio annuo.

Dolci e prodotti da forno
Oltre il 75% della pasticceria industriale e dei biscotti è confezionato in sacchetto flessibile, generalmente a doppio strato BOPP/CPP.
Sono presenti anche film più complessi, ad esempio per la pasticceria con le creme, come CA/PE/ALL/PE o CA/BOPP/CPP metallizzato. Per quanto riguarda i prodotti a base di cacao (cioccolatini e tavolette di cioccolata), l’imballaggio flessibile si mantiene stabile intorno al 30%.
Prodotti da forno, dolci e paste alimentari, coprono il 17% degli impieghi di poliaccoppiati flessibili.
Surgelati
Si tratta di un comparto caratterizzato da tassi di sviluppo costanti e soddisfacenti, che assorbe circa il 9% del consumo italiano di poliaccoppiati flessibili da converter. La percentuale detenuta dal flessibile si mantiene su valori interessanti pari all’85% per i vegetali, al 28% per i prodotti ittici e al 25% per i gelati. Anche in questo caso, le tipologie di accoppiati flessibili variano a seconda delle esigenze del prodotto.

Caffè
Considerati i grandi numeri espressi, questo comparto ha un “peso” rilevante in relazione al consumo di film flessibili; infatti circa il 94% del caffè è confezionato sottovuoto in sacchetto poliaccoppiato.

Salumi
Il mercato delle carni trasformate ha messo a frutto i benefici derivanti dall’avanzamento tecnologico in genere. Globalmente, oggi, il comparto assorbe il 12,5% dei poliaccoppiati flessibili da converter.
Elemento di traino della crescita è stato il confezionamento in atmosfera protettiva con buste o confezioni semirigide termoformate. Nel periodo antecedente al 1995, lo ricordiamo, lo sviluppo degli imballaggi flessibili in questo settore era stato guidato dal confezionamento sottovuoto, ma interessato da tassi di sviluppo meno consistenti, anche perché venivano essenzialmente utilizzati per confezionare i pezzi interi e il cubettato.
Negli ultimi anni, l’affermarsi della distribuzione moderna ha dato maggiore impulso alla vendita di prodotti affettati “al momento” e confezionati in vaschette di plastica simili a quelle impiegate per il confezionamento in atmosfera protettiva, ma di struttura meno complessa.

Formaggi
Il 24% dell’utilizzo di poliaccoppiati flessibili va imputato a questo settore, con dati in crescita progressiva. Principale campo di applicazione è quello delle buste per il confezionamento delle mozzarelle. Tassi di crescita lusinghieri si riscontrano anche per gli altri formaggi freschi o comunque a pasta molle, dove si ricorre sempre più di frequente al confezionamento in atmosfera protettiva.

Altri settori alimentari
Per quanto riguarda altri impieghi nell’alimentare, va evidenziata la comparsa delle buste di poliaccoppiato nei settori del tonno e del pet food. In progressiva espansione anche il loro impiego nell’importante settore degli ortofrutticoli freschi, per quanto riguarda i prodotti di IV e V gamma. Buona e tendenzialmente in crescita anche la diffusione nel settore dei derivati del pomodoro (passate), per il prodotto destinato al catering.

Non food
Nell’area “non alimentare”, lo sbocco principale è quello della detergenza domestica (8% dell’utilizzo globale).
L’imballaggio di poliaccoppiato flessibile garantisce infatti ottime prestazioni, in particolare per quanto riguarda il confezionamento di prodotti in polvere o in granuli, ma viene utilizzato con successo anche per i prodotti liquidi e pastosi, soprattutto quando concentrati (ricariche).
A buoni livelli, infine, l’impiego di film flessibili nei settori della farmaceutica e della cosmesi-profumeria.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio



Flexible polylaminate packaging
Performance and figures from a manufacturing segment that continues to show strong competitive capacity. Figures and reasons behind the growth, consumption trends of the main user sectors.
Plinio Iascone

Flexible polylaminate packaging is made up of multilayer materials, obtained by lamination or coextrusion. It is important to highlight that, in this analysis, the figures here give ratings higher than Giflex (Gruppo Imballaggi Flessibili - Assografici) readings, in that they also include estimates for non printed laminated films and semi-rigid polylaminate packaging for packing in protected atmosphere, as well as materials deriving from manufacturing activities of companies not connected with Giflex.
Flexible packaging for converting stands as one of the most interesting packaging solutions, in that it combines the characteristics of various types of materials: different plastic films, but also aluminium foil and paper sheeting.
Hence these are complex structures, in which each component fulfils a specific function.
Flexible packaging has to guarantee a series of requisites:
• flavour, steam and oxygen barrier;
• perfect sealability (the packs have to be airtight and resistant in order to defend the product from external agents and tampering);
• suitability of the materials used for contact with foodstuffs according to the standards in force;
• machineability;
• the product has to be easy to move in the various transport phases up to display on the supermarket shelves.
To satisfy these requisites the laminates need to be correctly designed, choosing the right single components, without though forgetting that thanks to their “suitability” for print, they offer an effective and adequate support for communication.

The segment figures
In 2003 production reached 250,000 tons, with a growth of 6.4%, turnover standing at 1,400 million Euros (+5.7%). This is a result that is without a doubt satisfying, aboveall considering the difficult phase the Italian manufacturing industry went through in 2003, and the overall modest growth registered in the packaging sector (+0.2%).
Exports have contributed considerably over the last few years to reinforcing the development of the sector, and today account for a 45% share of Italian production; imports on the other hand are strictly limited, that on average account for 2% of consumption.
Another interesting figure concerns the overall growthtrend, that in the three-year period 2000-2003 stood at a 4.3% annual average: in more detail 4.5% for sales on the Italian domestic market and 3.9% for exports. Growth expectations are also cautiously optimistic, estimated at around a 3-3.5% average.
All the same, the balance of “real” growth of production (calculated in square metres and not in weight) should be considerably higher. The reasons behind this discrepancy are multiple:
• reduction of the average basis weight per square metre;
• drop in thickness, in many cases accompanied by a use of hyper technical plastic materials;
• greater development of plastic film/plastic film polylaminates, in particular those used for vacuum packing or for packaging in protective atmosphere.

Raw materials: trends
The production of polylaminates for converting during 2003 involved the usage of 215,000 tons of plastic film, 29,000 tons of paper and cardboard and 26,500 tons of aluminium foil. In the field of plastics, if polyethylene and polypropylene continue to be the most used polymers (around 75%), an interesting growth in metalised polyester and other types of polymer (EVOH, NYLON etc.) can be seen, this set in relation to the growth in packaging in protective atmosphere (sheet form semirigid heatformed packaging).
The use of exclusively paper packaging (parafined paper) is declining progressively, replaced by paper laminated with plastic film or laminated film/expanded (pearled) PP. Compared to previous years, in 2003 the use of aluminium foil increased, while the success of metalised plastic film was confirmed. The trend towards a greater use of aluminium (sheet or metalisation) can be explained with the need to protect many products (i.e. precooked meals) from external agents with a high barrier capacity.
Flexible polylaminate packaging shows a fair concentration in production, with some ten players accounting for around 70% of overall output.
Here too two types of concerns can be noted; the film laminators that are also integrated with an upstream production of plastic film and at times other materials (paper or aluminium), and the “non integrated” laminators (the more common of the two types).

Sectors of use
Flexible packaging takes on different characteristics according to its sector of use, both in terms of the materials it is made of and in terms of their positioning seen against alternative forms of packaging.
It is thus interesting to highlight its use in some of the main sectors, while striving at the same time to illustrate future trends.
Hence we review the various agrofood segments (that absorb 81.5% of flexible packaging for converting and show developments worthy of note) and the non food industries.

Dry pasta
In this segment essentially two packaging types are used: flexible polylaminate packaging and the cardboard box. The latter is preferred by the leading brands in the sector, being used for some products for export, yet the penetration of plastic film is very high: around 70% of the total, a share that is liable to stay stable in the coming years. The bags are made up of double BOPP/CPP film, but large PE bags are also used for pasta for catering/communities.
The bags often contain a cardboard tray (a solution this much in use with the producers of dry egg pasta).

Fresh pasta
This sector continues to show interesting growthrates. Packaging here is mainly of two types: in protective atmosphere for industrial fresh pasta, and with no conditioning for fresh traditionally made pasta.
The packaging used for protective atmosphere (semi-rigid trays and bags) is structurally complex; the most commonly used combinations of materials are: base in PET/PP/LDPE or PET/OPA/PP and top in PP/EVOH/PP or PS/EVOH/LDPE. As far as packaging without conditioning the stiff PS tray and stretchfilm, generally in PVC, is preferred. The ratio between the two forms of packaging continues to evolve in favour of protective atmosphere: against a growthtrend of between 3-4% of the entire sector in fact the use of flexible polylaminates for packaging in protective atmosphere is growing 5-6% a year.

Confectionery
and bakery products

Over 75% pf industrial patisserie and biscuits are packed in flexible bags, generally double layer BOPP/CPP.
More complex films are also present, for example for patisserie products with fillings, such as CA/PE/ALL/PE or metalised CA/BOPP/CPP. As far as cocoa based products are concerned (bars and pieces of chocolate), flexible packaging has kept its share of around 30%. Bakery products, confectionery and pasta cover 17% of the usage of flexible polylaminates.

Frozen foods
This is a segment that features ongoing satisfactory growthrates, that absorbs around 9% of Italian consumption of flexible converter polylaminates. The percentage held by flexible stays at the favorable figures of 85% for vegetables, and 28% for icthyic products and 25% for icecreams. Here too the types of flexible laminates vary according to the product requirements.

Coffee
Looking at the sizeable figures this segment has a considerable “weight” in terms of consumption of flexible film; in fact close on 94% of coffee is vacuum packed in polylaminate bags.

Cold cut meats
The market of processed meats is enjoying the benefits of general technological progress.
Globally today the segment absorbs 12.5% of flexible polylaminates for converting. The driving element of the growth has been packaging in protective atmosphere using heatformed semi-rigid bags or packs. In the period preceding 1995 we note that the development of flexible packaging in this sector was guided by vacuum packing, but showing slight growthrates, this also because it was mainly used for packing whole and diced pieces.
In the latter years, the success of modern distribution has given greater impulse to the sale of products sliced “on the spot” and packed in plastic trays, similar to those used for packaging in protective atmosphere, but of a less complex structures.

Cheeses
This sector accounts for 24% of the use of flexible polylaminates, with figures growing progressively.
The main field of application is that of the bags for packing mozzarella. Promising growthrates are also to be seen with fresh and soft cheeses, where packaging in protective atmosphere is evermore common.

Other food sectors
As far as other food uses are concerned, the appearance of polylaminate bags in the tunafish and petfood sectors is to be highlighted. Their use in the important fresh fruit&vegetable sector with cut, washed and dried produce (IV and V ranges) is also on the increase. Use in the tomato derivates sector (purees) for products for catering, is widespread and on the increase.

Non food
In the “non food” area the main outlet is that of home detergency (8% of overall use). Flexible polylaminate packaging in fact guarantees excellent performance, in particular as far as the packaging of products in powder or granules is concerned, but it is also successfully used for liquid and doughy products, aboveall when concentrated (refills).Considerable use of flexible film is also made in the pharmaceutical and cosmetics-perfumery sector.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio