Almanacco dell’anno in corso

L'EDITORIALE DI STEFANO LAVORINI. Scrive Slavoj Žižek: «Oggi non sappiamo cosa fare, ma dobbiamo agire subito, perché le conseguenze dell’inattività potrebbero essere catastrofiche. Dovremo correre il rischio di compiere passi nell’abisso del Nuovo in situazioni completamente inadatte: dovremo reinventare aspetti del Nuovo al solo scopo di conservare ciò che di buono c’era nel Vecchio (…)».

Vorreste sapere cosa accadrà nei prossimi mesi? A ben considerare, non credo!
Conoscere in anticipo il futuro non è cosa degli uomini: se scoprissimo quello che il destino ci riserva, come potremmo affrontare le sfide quotidiane defraudati del diritto di determinare la nostra storia?
Ci sono limiti alle nostre capacità (peraltro, a ben vedere mediocri) che è bene non pensare di superare se non si aspira a diventare dei. E di essere qualcosa di più, a mezzo di una macchina, mi suscita più timori che desiderio.

Con ciò, sia detto che vivere significa consapevolezza, e quindi conoscenza della realtà, coraggio nelle scelte e, perché no, qualche buon intendimento.

È bene guardarsi attorno, consapevoli della nostra ignoranza, cercando di accordare le massime e i principi agli esempi, ovvero ai fatti e agli affetti.
Quindi, meglio prepararsi tenendo chiaro a mente dati e fatti da cui non si può prescindere.

Vale anche per il piccolo mondo dell’imballaggio, ragion per cui vi invito ad andare avanti nella lettura della rivista.
Vi segnalo, sul fascicolo di gennaio-febbraio della rivista, la citazione del Rapporto Coop 2017, secondo cui l’anno si è chiuso assai meglio di come si era annunciato: «Pur non percettibile in tutti i territori e gli stati sociali, c’è una piccola ripresa. L’occupazione migliora, l’inflazione è bassa e restano ai minimi storici i tassi di interesse. I consumi delle famiglie crescono, andando anche oltre la magra evoluzione dei redditi. Sembra finalmente rafforzarsi la dinamica degli investimenti. E, al netto delle incognite geopolitiche e della prossima tornata elettorale, anche le prospettive per l’anno 2018 sembrano improntate ad un cauto ottimismo».
Nel ponderoso lavoro (circa 300 pagine) tra l’altro si dice che «…Gravano sul futuro del Paese i perduranti divari sociali, soprattutto generazionali, e la negativa dinamica demografica. Con questi tassi di natalità tra 50 anni saremo 20 milioni di meno e dovremo forse approcciare in maniera diversa il difficile tema dell’immigrazione.
In questo contesto, si accentua la progressiva metamorfosi degli italiani. Disincantati rispetto alla religione e alle ideologie del passato sono alla ricerca di un rinnovato sistema di valori e nuovi stili di vita. La salute diviene una vera e propria ossessione, soprattutto a tavola, cresce la pratica sportiva e per la prima volta si manifesta un diffuso interesse per l’ambiente e gli effetti del cambiamento climatico.
Gli italiani sono, poi, affascinati dalle nuove tecnologie digitali, le uniche ritenute in grado di creare valore e semplificare la vita quotidiana. Intelligenza artificiale, auto a guida autonoma e domotica domestica sono oramai nel nostro immaginario futuro».

Segnali da cogliere e interpretare e che si ritrovano nel Bando Prevenzione Conai, che ha messo sul piatto 400 mila euro con lo scopo di premiare le azioni di prevenzione attuate dalle aziende, ma anche nelle innovazioni digitali che permettono di semplificare e velocizzare l’acquisto. Basti pensare al Dash button di Amazon, il pulsante che, collegato al wi-fi di casa, una volta premuto consente il riordino automatico di prodotti per uso domestico.
Un passo verso l’internet delle cose. Grazie a queste interfacce tecnologiche si possono rendere più coinvolgenti le interazioni offline, come esemplifica l’articolo “Storie in bottiglia”.

Non mancano poi, per il nostro settore, appuntamenti importanti nel 2018. Basti ricordare, per stare al primo semestre, la prossima edizione di Cosmopack e Cosmoprof, con una diversificazione delle giornate di apertura dei singoli comparti, la Powderful Factory, e il Cosmopack Awards, ma anche Anuga Foodtec, dove ci sarà tanto processo, ma anche molto imballaggio (e non dimenticate che Koelnmesse ormai significa in Italia anche Cibus Tec).

E per dire oltre, Ipack-Ima, alla prova dei fatti dopo i cambi societari che hanno portato in campo Ucima e Fiera Milano: tornano così a esporre, tra i costruttori di macchine di confezionamento, le aziende leader, ma il progetto è di rafforzare anche la visibilità dei produttori di materiali e imballaggi, tra l’altro con l’area Ipack-Mat.
Una Ipack-Ima parte del nuovo grande evento di filiera: quell’Innovation Alliance, nata con l’obiettivo di proporre agli operatori un’ampia offerta di macchine, tecnologie e servizi per l’industria della lavorazione, del confezionamento delle carni (Meat-Tech), per la logistica (Intralogistica), per la stampa e il converting (Print4All), per le materie plastiche (Plast).

Ce n’è a sufficienza, mi sembra, per poter dire che non ci resta altro che esercitarci nell’arte del possibile… Ma anche coltivare uno speciale tipo di coraggio, come ha scritto Andrea Muni su l’Espresso: «Il coraggio di tornare ad aprire gli occhi, a spalancarli, su ciò che - in primo luogo di noi stessi - ci dispiace e ci fa più male. Forse solo dedicandoci a questo esercizio... potremmo un giorno riuscire anche noi ... a guardare davvero negli occhi la nuova ed epocale “mutazione” di cui siamo parte».
    
Buona fortuna.

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