June 2004




Imballaggio farmaceutico
Pharmaceutical packaging

Stiamo freschi! (input dal mercato)
We are staying fresh! (input from the market)

La fiera del design
The design fair

M&D News







Plastica: occasioni di crescita
Plastic: opportunities for growth

F&F News






Il fascino discreto della meccanica
The subtle fascination of mechanics

Crescere con equilibrio
Growing in equilibrium

I&D News







Tracciabilità europea, opportunità italiane
European traceability, opportunities for Italy

E&L News







Studi di corretta conservazione
Correct preservation study

Flessibile per alimenti: prospettive
Flexible materials for foodstuffs: the prospects

M&M News








. Le notizie .


Un confronto aperto
An open comparison



Insieme per il pallet
Together for pallets



Termoformatura
Heatforming



Alluminio in mostra
Aluminium on show



Aspettando Emballage
Waiting for Emballage



2003: aerosol di alluminio in crescita
2003: aluminium aerosol
cans grow




Ambiente in fiera
Environment at the fair



Tecnologie di deformazione al Metav
Deformation technology at Metav



Agro-food al Tiam
Agrofood at Tiam



Drinktec 2005
Drinktec 2005


News

Un confronto aperto
26 e 27 marzo, Hotel Continental di Tirrenia (Pisa). Anche quest’anno, le Giornate Farmaceutiche Pisane hanno raggiunto il loro obiettivo: mettere in comunicazionel’industria farmaceutica con i produttori di macchinari destinati alla produzione dei farmaci. D.B.

Alla XXI edizione delle Giornate Farmaceutiche Pisane (evento promosso e organizzato da Grafica Zannini con il patrocinio di Farmindustria) hanno preso parte più di duecento persone, provenienti dalle più diverse realtà industriali del settore e dal mondo politico e istituzionale.
Il Farmindotto rappresenta un’importante realtà imprenditoriale e industriale, composta da oltre 400 aziende, che occupano più di 75.000 dipendenti e realizzano un fatturato di 5 miliardi di Euro, di cui oltre la metà derivante dalle esportazioni. Ma è soprattutto una realtà in evoluzione, perchè le aziende che vi operano sono consapevoli del fatto che i loro prodotti o macchinari devono essere competitivi nell’ambito di una filiera produttiva complessa come quella del farmaco, sia sui mercati interni sia all’estero.
A questo proposito, l’innovazione tecnologica e la flessibilità operativa giocano un ruolo decisivo. E non a caso proprio su questi argomenti si sono concentrati i numerosi interventi di quest’anno.
Durante il convegno è emerso come tutti gli operatori del settore siano concordi nel ritenere che, per offrire prodotti di elevata qualità e a prezzi sempre migliori, sia necessario sviluppare la cultura della collaborazione. Un tema che ha anche alimentato un interessante dibattito sul rapporto tra qualità e terziarizzazione delle attività intermedie, arrivando ad approfondire il concetto di certificazione della qualità stessa.

Terziarizzazione nella
produzione di materiali

Durante la sessione “Opinioni a confronto” è stato trattato dunque un tema "delicato": la possibilità, per i produttori di materiali, imballaggi e dispositivi destinati al farmaceutico, di ricorrere all’outsourcing.
L'argomento era stato peraltro già introdotto provocatoriamente nella prima parte del convegno da Flaminio Farnesi (Grafica Zannini) che, in questa opzione, ravvede effettive opportunità di crescita, anche per le molte cartotecniche che stanno vivendo momenti difficili.

La validazione - Dopo l’introduzione ai lavori di Roberto A. de Luca, Giovanni Lagrasta, direttore di stabilimento in Chiesi Farmaceutici ma anche certificatore di sistemi di qualità, ha puntato l'attenzione sulla validazione del processo di fornitura dei materiali. Perchè, nel caso di un ricorso all’outsourcing, è importante tenere sotto controllo il sistema nel suo complesso, valutando tre aspetti fondamentali: quello legale-regolatorio, quello della responsabilità di prodotto e quello commerciale-economico.
• Per quanto riguarda l’aspetto legale-regolatorio, bisogna considerare che si sta parlando di prodotti molto diversificati. Alcuni, ad esempio, sono considerati veri e propri dispositivi e, come tali, sottoposti alla disciplina europea; l’eventuale terziarizzazione della loro produzione va gestita, pertanto, in modo simile a quella degli stessi farmaci. Per quanto riguarda i materiali di confezionamento secondari, invece, non sussistono particolari requisiti regolatori, mentre, per i materiali a contatto con il prodotto, i contenitori primari, devono essere rispettati i requisiti definiti dalle farmacopee e, in più, si dovrebbe dichiarare il sito di produzione. A questo proposito, di conseguenza, è necessario considerare che, per questi materiali, non informare il cliente (l’industria farmaceutica) di eventuali terziarizzazioni produttive, potrebbe portare a situazioni di illegalità.
• I requisiti regolatori, quindi, se da un lato sono una garanzia, dall'altro non devono essere un freno ai progressi tecnologici: l'eccessiva burocratizzazione di alcuni aspetti, così come la richiesta di un'autorizzazione preventiva a cambiare fornitore, può infatti essere controproducente e, in definitiva, non tutelare la qualità.
• Esiste poi un’oggettiva responsabilità, regolata da una direttiva CEE che consente al danneggiato di risalire lungo la catena di fornitura, per individuare le responsabilità del danno subito.
Oggi, tra l’altro, tutte le case farmaceutiche operano in un sistema di assicurazione della qualità previsto dalle GMP europee, che prende in considerazione la valutazione e la qualificazione dei fornitori: pertanto, l'azienda farmaceutica è tenuta a conoscere tutti gli aspetti della fornitura e a valutare la capacità del fornitore di offrire un materiale che non pregiudichi la qualità del prodotto finale.
Da qui la necessità del controllo, che prevede le ispezioni dei fornitori di materiali di confezionamento. In questo caso, se la certificazione non offre sempre una garanzia totale, può però fornire alcune sicurezze di base. Nel caso infatti il fornitore di un materiale per l'industria farmaceutica sia certificato ISO 9001-2000, deve gestire le attività in outsourcing attuando le medesime procedure e gli stessi sistemi di controllo applicati alla produzione interna.
D'altra parte, le aziende farmaceutiche stesse hanno potuto terziarizzare la propria produzione, in quanto tutti i siti in cui vengono prodotti i farmaci sono regolarmente ispezionati dalle autorità sanitarie.
Quindi la terziarizzazione è possibile, purché il sistema globale di gestione della qualità sia in grado di garantire la produzione e la totale tracciabilità della fornitura.
• Dal punto di vista economico, l’outsourcing sarà ben gestito e attuato nel momento in cui si riuscirà a garantire, alle migliori condizioni, il sistema di gestione della qualità e la tracciabilità, con piena trasparenza nei confronti dei clienti.

Conciliare le diverse esigenze - Massimiliano Del Frate, Direttore Logistica di Montefarmaco, ha sottolineato come, nei contratti stipulati dalle aziende per la produzione di farmaci, spesso i clienti vietino espressamente la terziarizzazione, se non concordata in precedenza. Ma si vive anche la contraddizione di ricevere l’indicazione di fornitori (magari convalidati dai committenti), sui quali il terzista non ha la possibilità di effettuare controlli o convalide.
D’altronde il fenomeno della terziarizzazione da parte dei fornitori di materiali di confezionamento esiste; la specializzazione spinge le aziende a sfruttare per alcune operazioni un know-how esterno, ed è quindi necessario conoscere e controllare il fenomeno per non compromettere la qualità e provocare quindi danni economici.
Del Frate, a titolo d'esempio, cita la produzione di contenitori primari, da effettuare in classi di pulizia ben determinate; se gli imballaggi vengono poi serigrafati o decorati in outsourcing, in ambienti che non offrono le stesse garanzie, tutto il processo produttivo risulta alterato.

Perchè no? - Sergio Spedaliere, responsabile acquisti di Aventis Pharma, ha ribadito come non vi siano motivi legali o tecnici per vietare a priori la terziarizzazione nella produzione di materiali di confezionamento, che comunque non dovrebbe essere totale in quanto, in tal caso, si potrebbe ricorrere direttamente a sub-fornitori con probabili vantaggi economici. Tuttavia, un’azienda deve anche tenere presente che rivolgersi a un terzista, ne comporta la validazione; questo implica dei costi, che è necessario conoscere, per meglio valutare il prezzo del materiale da acquistare.

Più efficienza - Alberto Bartolini, direttore IS/IT di AstraZeneca, ha voluto sottolineare come l'esigenza diffusa a tutti i livelli sia quella di offrire un prodotto efficace ed efficiente, riducendo i costi e aumentando la flessibilità, per essere competitivi in uno scenario sempre più globale.
E se, per ogni azienda, è fondamentale focalizzarsi sul proprio core business, gestendo al meglio le iniziative che consentono di fare innovazione, sarà quasi inevitabile portare all’esterno le attività considerate meno "centrali". In ambito farmaceutico, in particolare, Bartolini pensa a produzione e distribuzione, ma anche alla gestione ordini e alla fatturazione. C'è di più: già oggi perfino la gestione della sperimentazione clinica e l'informazione medico-scientifica vengono affidate a società di lavoro interinali specializzate.
Fermo restando quindi i principi e le esigenze di controllo, trasparenza e tracciabilità, è innegabile il fatto che anche l'indotto farmaceutico possa trarre vantaggi dall’outsourcing, con grandi benefici per le aziende farmaceutiche stesse, che potrebbero così disporre di fornitori più flessibili e più reattivi ai cambiamenti del mercato. A questo punto, Bartolini ha sottolineato come la tecnologia informatica possa contribuire a tenere sotto controllo l’outsourcing, grazie allo sviluppo di strumenti di condivisione delle informazioni (documenti di produzione, certificati di analisi, approvazioni).
Razionalizzare i processi - Roberto A. de Luca, nel tracciare le conclusioni della sessione, ha fatto notare come, dando per scontato la trasparenza di tutto il processo, piuttosto che concentrarsi sul controllo delle varie fasi produttive, sia utile considerare la terziarizzazione nel settore farmaceutico come uno strumento valido per razionalizzare l’intero processo di approvvigionamento, al fine di produrre meglio e a costi inferiori.



Scuola di Formazione Farmaceutica
Un contributo significativo, per soddisfare l’esigenza
di partnership, è arrivato proprio dagli organizzatori
del convegno, che hanno presentato un’importante iniziativa di formazione realizzata dal mondo industriale
in collaborazione con quello accademico.

Si tratta dell’istituzione della Scuola Superiore di Formazione Industriale Farmaceutica che, in funzione dallo scorso 19 aprile presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell'Università di Pisa, offrirà un percorso di formazione completo e aggiornato sia a chi già opera nel settore, sia ai giovani che vogliono entrarvi.
La scuola, che si articolerà in quattro moduli didattici della durata di due settimane ciascuno, sarà coordinata dal professor Marco Macchia del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Pisa e avrà come docenti esperti provenienti dal mondo accademico e industriale.
I moduli potranno essere frequentati sia singolarmente sia nel loro insieme e daranno diritto a crediti universitari (CFU) riconosciuti da corsi di laurea affini alle discipline trattate nella scuola. Questo importante traguardo rappresenta un esempio concreto di ciò che si può ottenere unendo competenze ed esperienze diverse ma con un obiettivo chiaro e condiviso.

Il programma - Al 1° modulo “Il settore farmaceutico e il suo indotto: corso propedeutico”, svoltosi lo scorso aprile, hanno partecipato oltre 40 persone, tra studenti e tecnici di aziende, confermando la validità degli obiettivi della scuola, ossia di svolgere un’attività formativa teorica e pratica di base, di aggiornamento e di specializzazione sul mondo farmaceutico e il suo indotto.
Il 2° modulo “Il confezionamento parte integrante del prodotto farmaceutico: macchine e impianti produttivi, materiali, sistemi e normative”, previsto a settembre, si pone come obiettivo quello di fornire le conoscenze tecnico-pratiche dell’intero ciclo produttivo dei vari tipi di confezionamento primario (blister, flaconi, fiale, siringhe preriempite, bustine ecc.) e secondario (astucci, etichette, fogli illustrativi ecc.) relativi alle diverse forme farmaceutiche.
Il 3° modulo “Economia, controllo, logistica, informatica e marketing”, suddiviso in quattro parti e previsto il prossimo autunno, intende fornire gli schemi interpretativi e gli strumenti operativi per funzioni rilevanti in azienda.
Infine, il 4° modulo “La valutazione del farmaco”, in programma per febbraio 2005, fornirà le conoscenze (chimica, biochimica, farmacologia, chimica farmaceutica, tecnologia e legislazione farmaceutica) per la valutazione di un farmaco, dalla ricerca e sviluppo, alla registrazione e alla farmacovigilanza.
Al termine degli studi, verrà rilasciato un attestato di frequenza ai singoli moduli completo di ore frequentate e descrizione analitica delle materie.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere alla Dott.ssa Francesca Casigliani (Scienze Farmaceutiche dell’Università di Pisa), oppure visitare il sito sfif.cpr.it.

Operational Excellence Award
All’iniziativa formativa ha fatto seguito un’altra proposta, altrettanto interessante. Quella di istituire un Operational Excellence Award, riservato alle imprese che operano nel Farmindotto.
In questo caso, il progetto, ancora in fase di definizione, agisce su un’altra leva di potenziale sviluppo, quella dell’interazione orizzontale tra le diverse competenze esistenti nel Farmindotto e dello scambio di idee tra i diversi comparti.
Il Premio infatti, non è stato pensato come riconoscimento del livello di eccellenza raggiunto nei processi operativi da una o più aziende, quanto come strumento di “Knowledge Management” per l’intero settore, un sistema cioè per favorire la crescita delle aziende tramite il confronto e lo scambio di esperienze e di conoscenze.
L’Operational Excellence Award prevede infatti la realizzazione di un data base comune, con i migliori comportamenti organizzativi, gestionali e tecnologici registrati nel Farmindotto, a cui le aziende possono accedere per valutare e confrontare il loro modo di operare con queste best practices.

A Pharmaceutical Training College
A great contribution, to satisfy the need for partnership, came from the conference organisers, who presented an important new training initiative that sees industry and the academic world working together.

In other words, the setting-up of the Scuola Superiore di Formazione Industriale Farmaceutica (Industrial Pharmaceutical Training College) that, inaugurated on 19th April c/o the Department of Pharmaceutical Sciences at Pisa University, will offer a complete state-of-the-art training course for those already operating in this sector and young people wishing to enter the field. The school is split into four teaching modules, each lasting two weeks, will be coordinated by Professor Marco Macchia of the Department of Pharmaceutical Sciences at Pisa University and will have expert teachers coming from industry and the academic world. These modules can be frequented individually or all together and result in university credits (CFU) recognised by university degree courses in disciplines covered by the school. This important goal is a concrete example of what can be achieved by combining different expertise and experiences while sharing the same, clear goal.

The program - More than 40 (students and company technicians) attended the 1st module entitled “The pharmaceutical sector and its linked industries: a introductory course” held last April, confirming validity of the objectives of the school, i.e. to offer basic theory and practical training, updating and specialisation in the world of pharmaceuticals and its allied industries. The 2nd module entitled “Packaging as an integral part of the pharmaceutical product: machines and production plant, materials, systems and standards”, planned for September, has as its goal increased awareness of the technical and practical aspects of the entire production cycle for the various types of primary packing (blister packs, flacons, vials, prefilled syringes, sachets etc.) and secondary packaging (cases, labels, info sheets etc.) for the various pharmaceutical areas. The 3rd module - “Economy, control, logistics, IT and marketing” - will be split into four parts planned for next Autumn and aims to provide a framework for understanding the business and the tools for functions within the company. Finally, the 4th module - “Evaluation of pharma” - planned for February 2005 will provide the know-how (chemical, biochemical, pharmacological, technological and drugs laws) needed to evaluate a drug, from R&D to its registration and monitoring. A certificate of attendance will be issued at the end of the study program for each module attended, complete with details of the hours and an analytical description of the subjects covered.
For further info: contact Dr. Francesca Casigliani (Pharmaceutical Sciences at the University of Pisa) or visit the site www.sfif.cpr.it.

Operational Excellence Award - Another, equally interesting proposal was announced, following that of the training school: the setting-up of an Operational Excellence Award, for companies operating on the pharmaceutical machinery market.
In this case, the initiative (still at the planning stage) exploits another tool for potential development: horizontal interaction between existing areas of expertise in the pharmaceutical market and an exchange of ideas between the various segments. In fact, this Award is not conceived as recognition of the level of excellence reached in the operational processes of one or several companies, but rather as a “Knowledge Management” tool for the entire sector. In other words, a system that encourages the growth of companies through comparison and swapping of experience and know-how. Indeed, the Operational Excellence Award foresees the creation of a shared database containing details of the best organisational, managerial and technological practices in the pharmaceutical sector. A database that can be accessed by companies to assess and compare their own way of operating with these best practices.





Acquisizione nel pharma
Se ne parlava già da tempo, ma l’ufficializzazione è stata data a marzo, in occasione delle “Giornate Farmaceutiche Pisane”: Palladio Industrie Grafiche Cartotecniche SpA (Gruppo Marchi) ha acquisito il controllo di Grafica Zannini SpA con il 51,69% delle quote. L’operazione, condotta con l’assistenza di Mediobanca, prevede una successiva opzione in base alla quale, entro il 2006, Palladio potrà acquisire l’intero capitale di Grafica Zannini. Confermato l’attuale management della società toscana, guidato dagli azionisti Flaminio Farnesi ed Eugenia Spiacci nei ruoli di presidente e amministratore delegato il primo, e consigliere delegato nonché vicepresidente la seconda. Le due imprese continueranno a operare in modo autonomo, seppur sviluppando sinergie e strategie comuni sul mercato.
Questa operazione, emblematica del processo di concentrazione in atto nel settore cartotecnico, ha una forte valenza industriale e commerciale in quanto Grafica Zannini e Palladio rappresentano due fra le maggiori società italiane operanti nel comparto: insieme rappresentano circa il 40% del mercato italiano degli astucci per farmaci, con un fatturato complessivo di circa 50 milioni di Euro e oltre 350 dipendenti.
Ma non solo. Palladio e Zannini acquisiscono con questa unione una dimensione strutturale - per capacità produttiva, innovazione, qualità e livelli di servizio - tale da poter competere efficacemente in ambito europeo con le maggiori multinazionali del settore. Palladio opera con i due stabilimenti di Dueville e Thiene (Vicenza) soprattutto nella produzione di astucci pieghevoli in cartoncino e foglietti illustrativi per l’industria farmaceutica, oltre che nel packaging cosmetico. Grafica Zannini è attiva, con due stabilimenti a Ospedaletto e Pontedera (Pisa), e due controllate in Irlanda e Serbia, nella produzione di astucci pieghevoli ma anche di etichette autoadesive, bollini ottici farmaceutici (è fiduciaria dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato), foglietti illustrativi e alluminio stampato per medicinali.

A purchase in the pharma
It has been talked about for some time, but the official announcement was made in March, in occasion of the latest “Giornate Farmaceutiche Pisane”: Palladio Industrie Grafiche Cartotecniche SpA (Marchi Group) has purchased control of Grafica Zannini SpA buying up 51.69% of its shares. The operation, carried out with the aid of Mediobanca, includes a successive option enabling Palladio to purchase the entire capital of Grafica Zannini prior to the end of 2006. Confirming the current management of the Tuscan concern, guided by shareholders Flaminio Farnesi and Eugenia Spiacci, the former in the role of president and managing director, the latter in that of general director as well as vicepresident. The two concerns will continue to operate independently, while all the same developing common market synergies and strategies. This operation, emblematic of the process of concentration underway in the paper converting sector, has a strong industrial and commercial value inasmuch as Grafica Zannini and Palladio represent two of the major Italian companies operating in the segment: together they account for around 40% of the Italian pharmaceutical pack market, with an overall turnover of around 50 million Euros and over 350 employed. But not only that. With this merger Palladio and Zannini take on a structural dimension - in terms of production capacity, innovation, quality and levels of service - enabling them to effectively compete in the European field with the largest multinationals of the sector. Palladio operates with two works in Dueville and Thiene (Vicenza) aboveall in the production of folding cardboard packs and instruction sheets for the pharmaceutical industry, as well as cosmetics packaging. Grafica Zannini is active with two works at Ospedaletto and Pontedera (Pisa), and two controlled companies in Ireland and in Serbia, involved in the production of folding cases but also in pressure sensitive labels, optical pharmaceutical stickers (it is the trust company of Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato), instruction sheets and stamped aluminium for medicinal products.




An open comparison
The Hotel Continental in Tirrenia (Pisa) - 26th and 27th March, 2004. Once again this year the Giornate Farmaceutiche Pisane met their priority goal: to offer the chance for the pharmaceutical industry and pharmaceutical machinery producers to compare and converge their needs. D.B.

The 21st edition of the Giornate Farmaceutiche Pisane (an event promoted and organised by Grafica Zannini and sponsored by Farmindustria) saw more than two hundred participants coming from a wide range of industrial concerns from this sector, the world of politics and the institutions.
The pharmaceutical sector is an important entrepreneurial and industrial market numbering more than 400 companies with more than 75,000 employees overall and a total turnover of 5 billion Euros, half coming from exports.
It is, however, most importantly an evolving concern as the companies involved are well aware of the fact that their products and machinery must be up to competing in all the areas of the pharmaceutical business, on both the Italian and the foreign markets.
To this end, technological innovation and operating flexibility play a crucial role. And it's no chance that the many interventions this year focussed on these objectives.
During the convention it emerged how all the sector operators agree in considering that, to offer high quality products at ever better prices, the culture of cooperation has to be developed. A topic that fired an interesting debate on the relations between quality and outsourcing of intermediary activities, up to going further into the concept of certification of quality itself.

Outsourcing
and material production

During the “Opinions compared” session, a "delicate" theme was discussed: the possibility for the producers of pharmaceutical materials, packaging and devices to resort to outsourcing.
This subject had already been introduced as a provocation during the first part of the conference by Flaminio Farnesi (Grafica Zannini) when he expressed his view that there were real opportunities for growth, even for many of the paper works currently going through a bad period.

Validation - After the introduction to the session by Roberto A. de Luca, Giovanni Lagrasta, director of the Chiesi Farmaceutici site and also a quality system certifier, drew everyone's attention to the validation of the material supply process. When one decides to resort to outsourcing, it's important to keep the overall system under control, assessing three fundamental aspects: laws and standards, product liability and commercial/economic concerns.
• With regard to the laws and standards, one must remember that the products in question are very diversified. For instance, some are treated as real devices and so, as such, are subject to European rules; any outsourcing of their production must, therefore, be managed in the same way as for the actual pharmaceuticals. Secondary packaging materials, on the other hand, are not subject to any particular legal requirements, while there are strict standards for those that actually come into contact with the product - the primary containers - established in national drug laws plus the obligation to indicate clearly the actual site of production. As a result, one needs to bear in mind that a supplier will find himself in breach of the law should he fail to inform the customer (the pharma industry) that the production of such materials has been outsourced.
• While legal requirements are, on the one hand, a guarantee, they should not slow down technological progress on the other: too much red tape for some matters (such as authorisation prior to changing ones supplier) can turn out to be counterproductive and, in the long term, fail to guarantee quality.
• Then there's also objective liability, disciplined by a specific EEC Directive that allows for the damaged party to go back along the chain of supply in order to identify the person actually liable for any loss suffered.
Besides, pharmaceutical firms today all work within a quality assurance system (European GMP) that takes into account the vendor evaluation and qualification: pharma companies must therefore be aware of all the aspects of the supply and be able to assess the vendor's ability to offer materials that do not compromise the quality of the final product.
Hence the need for control - by inspecting and assessing the vendors of packing materials. In this case, while certification is not always a total guarantee, it can still provide certain basic assurances. In fact, if a supplier of materials used in the pharmaceutical industry has ISO 9001-2000 certification, he must manage all the outsourcing activities observing the very same procedures and control systems applied to inhouse production.
Then again, the pharma companies themselves have been able to outsource their own production, as all sites where the pharmaceuticals are produced are regularly inspected by the health authorities.
Put briefly, outsourcing is possible, provided that the global quality management system can guarantee the production and full traceability of the supply.
• From the economic point of view, outsourcing is well managed and implemented when one can guarantee the quality management system and traceability under the best conditions with full transparency for customers.

How to reconcile different needs - Massimiliano Del Frate, Director of Logistics at Montefarmaco, stressed how customers often expressly forbid outsourcing in the pharma production contracts, unless agreed in advance. There is, however, a contradiction: a set vendor list (preferably approved by customers) where the contractor has no opportunity of carrying checks or approval himself. Then again, the phenomenon of outsourcing by suppliers of packing materials well and truly exists; specialisation means that companies are forced to exploit external know-how for certain operations and so one must recognise and control the phenomenon to avoid compromising quality, which can lead to the risk of economic loss.
By way of example, Del Frate spoke about the production of primary containers with their set classes of cleanliness; if the packing is then screen-printed or decorated through outsourcing in environments without the same guarantees, the entire production process is altered.

Why not? - Sergio Spedaliere, Purchasing Manager at Aventis Pharma, pointed out that there are no legal or technical reasons to prevent outsourcing in the production of packaging materials, though this should not be total as, in that case, the customer could then go directly to the sub-contractor, to his probable economic advantage.
Having said this, a company must also bear in mind the fact that outsourcing involves validation and this implies certain costs that must be known beforehand in order to better assess the price of the material to be purchased.

More efficiency - Alberto Bartolini, IS/IT Director at AstraZeneca, stressed how the wide-spread need felt at all levels is that of being able to offer an effective, efficient product, while cutting costs and increasing flexibility in order to be competitive in what is an ever more global scene.
While every company must focus on its own core business, exploiting any initiatives that lead to innovation, it's almost inevitable that the less "central" activities will be outsourced. And that means production and distribution in the pharma industry, according to Bartolini, plus order processing and invoicing. And that's not all: today even the management of clinical trials and medical/scientific information are entrusted to specialist companies on a contract basis.
The principles and need for control, transparency and traceability being obvious, one can't deny the fact that also the pharma industry could benefit from outsourcing, to the great advantage of the firms themselves, who could thus have more flexible suppliers, quick to respond to changes in the market. At this point, Bartolini pointed out how information technology can contribute to keeping outsourcing under control thanks to the development of information shareware (production documents, analysis certification, approvals).

Rationalise the processes - Roberto A. de Luca wound up the session with the observation that (the transparency of the entire process being, of course, a crucial requirement) rather than concentrate on having control over all the various stages of production it may be worth considering outsourcing in the pharmaceutical sector as a valid tool for rationalising the entire procurement process in order to produce better and at lower cost.



Insieme per il pallet
La prospettiva di un marchio di qualità per i pallet di legno e la messa a punto di un sistema di tracciabilità condiviso sembrano offrire i presupposti del rilancio al settore.

Il pallet di legno continua a essere uno strumento fondamentale per la movimentazione e la distribuzione delle merci: solo negli Stati Uniti, Unione Europea e Giappone ne circolano ogni anno un miliardo, mentre i paesi in via di sviluppo ne vedono crescere i consumi, in relazione ai volumi d’affare.
In Italia i pallet di legno circolanti arrivano ai 40 milioni, ma anche dal punto di vista produttivo il comparto vanta buoni numeri: il nostro Paese è infatti al terzo posto nelle classifiche europee per quanto riguarda i pallet in genere, e al secondo nella produzione e riparazione di pallet EUR-Epal (la cui qualità è garantita dall’European Pallet Association).
Eppure, nonostante queste considerazioni, i dati di settore del 2003 non possono che suscitare una certa apprensione. La quantità di pallet Epal prodotti ha subito una flessione del 20% e ancora più preoccupante appare l’andamento delle quotazioni degli ultimi anni, che hanno registrato un’anomala flessione nei prezzi pari al 13-15% circa in tre anni e al 23-25% negli ultimi cinque anni. Nessuna sorpresa, dunque, che al rilancio del sistema Epal e alla definizione di un possibile programma per l’intero comparto, CRIL e Rilegno (sotto l'egida di Assolegno / Federlegno Arredo) abbiano dedicato un convegno, dal titolo “Pallet tra sviluppo e mercato. Investire in conoscenza per aumentare la competitività del pallet di legno”, che si è tenuto il 2 aprile scorso a Viadana (MN) e al quale hanno preso parte i principali operatori del sistema logistico e produttivo italiano.

Le ricette per il futuro
Regole certe, maggiori controlli e proiezioni sui volumi, in attesa di realizzare un marchio di qualità e un sistema di tracciabilità: questa la ricetta proposta dal convegno per superare la crisi. Una rinnovata attenzione a livello nazionale alla qualità e alle regole di produzione EN e UNI traccia la strada da seguire. Ma questi non sono gli unici spunti emersi dall’incontro.
Un’efficace sinergia tra produttori e riparatori di pallet, per esempio, appare ormai l’obiettivo da raggiungere per offrire al mercato un prodotto competitivo, forte di un valore aggiunto elevato tanto per la filiera che per l’utilizzatore finale. In tal senso, razionalizzare la riparazione del pallet diventa imprescindibile, tanto più che, dal primo luglio 2004, la legislazione imporrà di utilizzare a questo fine esclusivamente legno nuovo (quindi non ricavato da altri prodotti).
Si rileva inoltre che gli utilizzatori non sono informati a sufficienza delle potenzialità del pallet Epal, né a livello strutturale né in relazione alle sue funzionalità logistiche. Ed è proprio quella di un marketing corretto ed efficace rivolto a chi i pallet li usa una delle esigenze più sentite dagli operatori del comparto.



Nota sugli organizzatori
• CRIL (Centro Ricerche Imballaggi Legno e Logistica) è l’unica struttura di ricerca in Italia che lavora esclusivamente su pallet e imballaggi di legno. Il CRIL assiste chi lavora con gli imballaggi di legno, attraverso studi e prove di laboratorio sia di tipo chimico sia fisico, elabora informazioni, sviluppa programmi di formazione focalizzata sul pallet e sui contenitori di legno, così come sui loro elementi di fissaggio.
• Rilegno - Nato nel 1997, è il Consorzio Nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi di legno. Nel 2002 ha toccato quota 1.576.000 t di rifiuti da imballaggio avviati al recupero complessivo, e nei primi otto mesi del 2003 ha ulteriormente incrementato la raccolta fino a raggiungere 1.500.000 t di materiale raccolto.

A note on the organisers
• The CRIL (Research Centre for Wooden Packaging and Logistics) is the only research organisation in Italy working exclusively on pallets and wooden packaging. The CRIL aids those working with wooden packaging, through studies and laboratory testing (both chemical and physical). It prepares information, develops training programmes focusing on pallets and wooden containers, as well as their fixing materials.
• Rilegno - Set up in 1997, this is the National Consortium for the collection, repair and recycling of wooden packaging. In 2002, it achieved a quota of 1,576,000 tonnes of packaging waste sent for recovery and in the first eight months of 2003 further increased recovery to a total of 1,500,000 tonnes of material collected.





Together for pallets
The prospects of a mark of quality for wooden pallets and the development of shared traceability seem to provide the preconditions for a relaunch of the sector.

Wooden pallets continue to be a basic tool for the handling and distribution of goods: in the United States, the European Union and Japan alone, a billion are in circulation every year, while developing countries are seeing a growth in consumption proportional to their volume of trade.
In Italy, there are 40 million pallets in circulation, but also from the point of view of production the sector boasts impressive figures: in fact, Italy is in third place in Europe regarding pallets in general, and in second place for the production and repair of EUR-Epal pallets (the quality of which is guaranteed by the European Pallet Association).
However, despite these figures, statistics for the sector in 2003 give cause for some concern. The number of Epal pallets produced suffered a drop of 20%, and even more worrying is the trend over the last few years, which has undergone an anomalous reduction in prices of about 13-15% in three years and 23-25% in the last five years.
It is no surprise, then, that at the relaunch of the Epal system and the outlining of a possible programme for the whole sector, CRIL and Rilegno (under the aegis of Assolegno/Federlegno Arredo) devoted time to a meeting entitled "The pallet: development and market. Investment in expertise to increase the competitiveness of the wooden pallet", which took place on 2 April at Viadana (MN) and which was attended by the main Italian operators of logistic and production systems.

Recipes for the future
Clear regulations and greater control and protection of volume while awaiting a mark of quality and a traceability system: this is the recipe proposed by the conference to overcome the crisis. Renewed attention at a national level to quality and regulations for EN and UNI production is the road to follow. But these are not the only ideas to come out of the meeting. An effective synergy between those who produce and repair pallets, for example, now seems to be the objective to achieve in order to provide the market with a competitive product, with high added value both for the sector and for the end user. In this regard, the repair of pallets becomes essential, the more so since from 1 July 2004 legislation will require that only new wood be used (that is, not recovered from other products). It also transpires that users are not sufficiently well-informed about the potential of Epal pallets, neither at a structural level nor with regard to its logistical functionality. It is this correct and effective marketing, aimed at those who use pallets, that is one of the most important requirements for operators in the sector. There are many strands to the relaunch of the system, but all can be achieved.



Termoformatura
Dal 25 al 27 marzo, Viareggio ha fatto da scenario alla quarta edizione della Conferenza Europea di Termoformatura, organizzata dalla European Thermoforming Division di SPE (Society of Plastics Engineers). Più di 280 delegati, di cui una quota consistente proveniente dall’Italia e da altri paesi dell’Europa meridionale, sono accorsi da 22 paesi per prendere parte all’evento, che ha registrato una partecipazione in crescita del 30% rispetto al 2002. Svolgendo il tema che ha contraddistinto questa edizione (Thermoforming for Profit: From Concept to Excellence) la sessione generale ha delineato i trend del mercato europeo, con speciale riferimento alla situazione in Italia, mentre due sessioni parallele hanno offerto approfondimenti sugli ultimi sviluppi e le recenti opportunità. Spunti di discussione sono stati invece proposti dagli altri workshop, incentrati su temi quali i futuri sviluppi del mercato e la ricerca di eccellenza.


Heatforming
From 25th to 27th March, Viareggio hosted the fourth edition of the European Thermoforming Conference, organized by the Thermoforming Division of SPE (Society of Plastics Engineers). More than 280 delegates, a large share from Italy and other southern European countries, flocked from 22 countries to take part at the event, that registered a 30% growth in participation compared to 2002.
Tackling the theme that dominated this edition (Thermoforming for Profit: From Concept to Excellence) the general session delineated the trends of the European market, with special reference to the situation in Italy, while the two parallel sessions offered an in-depth revue of the latest developments and recent opportunities.
The other workshops in turn generated points for discussion, centring on topics such as the future development of the market and the quest for excellence.



Alluminio in mostra
Si è conclusa il 24 aprile a Montichiari (BS) Metef 2004, quinta edizione dell’esposizione internazionale dedicata all’alluminio. Su un’area espositiva coperta di 17600 m2, articolata in sette padiglioni, la manifestazione lombarda (organizzata da Alupromotion) ha fatto da cornice a cinque convegni (tra cui un incontro sulla pressocolata, uno sul titanio, un workshop dell’ICE indirizzato a 60 fonderie estere e un convegno sui trattamenti superficiali), a una tavola rotonda patrocinata dalla Commissione Europea - Rappresentanza di Milano e del Ministero delle attività produttive nonché alla mostra tematica “Alluminio Design Italia”, in collaborazione con Brescia Mostre.
In fiera erano inoltre presenti 530 aziende provenienti da 25 paesi e ben 11 delegazioni estere ufficiali (Brasile, Russia, Cina, Turchia, Polonia, Iran, Francia, Malesia, Svezia, Slovenia, Rep. Ceca) con oltre 200 rappresentanti.


Aluminium on show
The fifth edition of the international aluminium show Metef 2004 came to a close at Montichiari (BS). Over an exhibition area covering 17600 m2, divided up in seven pavilions, the Lombard show (organized by Alupromotion) was the scene of five conventions (including an encounter on pressure die casting, one on titanium, an ICE workshop for 60 foreign foundries and a convention on surface coating), as well as a round table sponsored by the European Commission - Representatives from Milan and the Italian Ministry for Production Activities, also hosting the theme exhibition “Alluminio Design Italia” in cooperation with Brescia Mostre. Also present at the fair 530 concerns from 25 countries and as many as 11 official delegations (Brazil, Russia, China, Turkey, Poland, Iran, France, Malaysia, Sweden, Slovenia, Cechia) with over 200 representatives.



Aspettando Emballage
Ogni due anni, e per cinque giorni, Emballage di Parigi diventa un affollato crocevia, dove si intersecano le strade dell'innovazione e delle tecnologie di confezionamento.

In programma a Paris-Nord Villepinte dal 22-26 novembre, la 36esima edizione di Emballage non dovrebbe venir meno alla regola, confermando la capacità di riunire soluzioni, impianti e macchine per l’imballaggio all'insegna dell'innovazione. Sono oltre 2.000 gli espositori previsti (di cui il 50% internazionali) e non meno di 100.000 i visitatori attesi: a pochi mesi dall’apertura della manifestazione, le prenotazioni coprono il 90% della superficie espositiva, e gli italiani, in particolare, fanno registrare un aumento del 18% in relazione alle aree occupate.
Gli operatori testimoniano dunque ancora una volta la propria fiducia nei confronti di un salone che sa rispondere alle esigenze del mercato e si apre a nuove riflessioni.

Processo e confezionamento - Per la terza volta consecutiva, IPA (Salone internazionale del processo alimentare) e Emballage si svolgeranno in simultanea. Il binomio fieristico, iniziato nel 2000, ha dato ottimi frutti, anche grazie alla libera circolazione tra i diversi padiglioni delle due mostre e, con 3.500 espositori e 135.000 visitatori, risulta essere un evento di rilievo mondiale nella tecnologia alimentare. E la parte del leone spetta all’Italia che, fedele al ruolo di paese all'avanguardia in questo campo, fa segnalare la presenza internazionale più forte a IPA, sia per superficie occupata che per numero di espositori (ad oggi, più del 35% dell’area prenotata dalle aziende internazionali).
L’offerta italiana a Ipa si articolerà nei vari settori carne/pesce (36%), panificazione/frutta e ortaggi (32%), latte/liquidi (21%), multifiliera (21%).

Un salone per il beverage - Contraddistinto da tassi di crescita interessanti grazie ai consumi in aumento e da un vivace dinamismo, il comparto "beverages & liquids" godrà di un'attenzione particolare, con la creazione di un'area specifica nel padiglione 5b. Il salone avrà una propria identità (logo, segnaletica…) e sarà sostenuto da una comunicazione mirata. La decisione degli organizzatori va nella direzione di offrire ai visitatori la possibilità di reperire, nella loro completezza e in un unico padiglione, le soluzioni di confezionamento ad hoc, rispettando peraltro pienamente le aspettative degli espositori.

Innovazioni al posto d’onore - Particolare attenzione, infine, sarà dedicata all’innovazione. Anche quest’anno infatti, fin dal mese di maggio, gli espositori sono invitati a dichiarare i loro nuovi prodotti, nelle due categorie “Imballaggi e contenitori” e “Macchine e processo”. Tutte le novità, insieme a quelle inserite nella “Top selezione” (che comprende i 30 prodotti selezionati da una giuria di esperti come i più innovativi), verranno comunicate nel mese di settembre. Nel 2002 sono state presentate durante il salone circa 300 novità, di cui quasi la metà erano state svelate in anteprima agli operatori.



Un altro sguardo sul packaging - Dopo il successo ottenuto nel 2002, Emballage 2004 lancia il nuovo studio Pack.Vision sulle prossime tendenze dell’imballaggio, centrato sul tema "Packaging: a global marketplace. Myth or reality?". In particolare, lo studio punta a delineare le possibili future strategie per uno sviluppo mondiale del packaging: quali strategie adottare per vendere uno stesso prodotto in un tutto il mondo? Trasmettere i valori propri ai marchi o adattarsi alle culture? Globalizzazione o segmentazione? A queste e altre domande si cercherà di dare una risposta, attraverso le opinioni di esperti e dirigenti di grandi marchi e agenzie di design. I risultati della ricerca verranno comunicati durante il salone, e faranno da filo conduttore al Convegno del Design nel Packaging, durante il quale industriali e progettisti potranno confrontarsi sul terreno concreto delle soluzioni, offrendo così spunti innovativi al marketing.

Another view of packaging - After the success attained in 2002, Emballage 2004 is launching its new Pack Vision study on coming packaging trends, centring on the theme “Packaging: a global marketplace. Myth or reality?". In particular the study aims at delineating the possible future strategies for a world development of packaging: what strategies should be adopted to sell the same product the world over? Transmit ones own values to the brands or adapt to cultures? Globalisation or segmentation? Answers are being sought to these and other questions, this through the opinions of experts and heads of famous brands and design agencies. The results of the study will be communicated during the show, and will be the lead thread at the Design and Packaging Convention, during which industrialists and designers will be able to confront each other on the concrete terrain of solutions, offering innovatory cues tor the marketing people.




Waiting for Emballage
Every two years, and for five days, the Paris Emballage becomes a crowded intersection, where the roads of innovation and technology of packaging machines and systems meet.

Scheduled at Paris-Nord Villepint from 22nd 26th November, the 36th edition of Emballage should not fall short of previous editions, confirming its capacity to bring together packaging solutions, systems and machines under the mark of innovation. Over 2,000 exhibitors are listed (50% of which international) and no less than 100,000 visitors expected: few months from the beginning of the show, reservations cover 90% of the exhibition surface, and the area booked by the Italians in particular is up 18% in terms of surface covered. Hence the operators are once again showing their faith in the show, that has revealed itself capable of responding to market demands, prospecting new areas to reflect on.

Process and packaging - For the third time running, IPA (International food processing show) and Emballage will be held simultaneously. The pairing of the two fairs, begun in the year 2000, has shown great results, also thanks to the free circulation in the various pavilions between the two shows and, with 3,500 exhibitors and 135,000 visitors, IPA stands as a world event in food technology. And Italy, faithful to its role as the locomotive nation, has taken on the lion’s share, standing as the strongest participant at IPA, both in terms of exhibition space (to date occupying more than 35% of the area booked by international concerns) and number of exhibitors. Italy’s product offer at IPA covers the various sector of meat/fish (36%), breadmaking/fruit&veg. (32%), milk/liquids (21%) multisector (21%).

A beverage show - Showing interesting growth rates thanks to consumption on the increase and a lively dynamism, the “beverage & liquids” section will surely enjoy particular attention, with the creation of a specific area in pavilion 5b. The show will have its own identity (logos, signs…) and will be backed up by targeted communication. The organizers intent is to offer visitors the chance of seeing the entire range of special packaging solutions in one pavilion, what is more fully respecting the exhibitors expectations.

Innovation takes pride of place - Particular attention lastly will be dedicated to innovation.
This year too in fact up to the month of May exhibitors are invited to declare their new products in the two categories “Packaging and containers” and “Machines and process”. All new features along with those inserted in the “Top selection”, that includes 30 products selected by a jury of experts as the most innovative, will be communicated in the month of September. In 2002 during the show some 300 new features were presented, nearly half of which revealed beforehand to the operators.



2003: aerosol di alluminio in crescita
Nel 2003 sono stati prodotti 1,875 miliardi di bombolette aerosol di alluminio, con una crescita del 3% circa. La quota di contenitori di alluminio nel mercato europeo delle bombolette aerosol raggiunge così il 43%. È quanto ha di recente divulgato Aerobal, associazione europea dei produttori di contenitori aerosol di alluminio. Settore di utilizzo di riferimento è quello cosmetico, al quale le bombolette in alluminio offrono un prodotto sicuro, conveniente e riciclabile. Ben il 44% delle richieste sono assorbite dal segmento dei deodoranti, seguiti da quello dei prodotti spray (13%, in leggero calo) e delle spume per capelli, stabili al 13%. Le schiume da barba raggiungono il 4%, mentre i restanti prodotti cosmetici coprono il 5%. La quota di bombolette destinate all’industria farmaceutica ammonta invece al 6%. A dispetto dell’incremento a livello produttivo, tempi di consegna sempre più brevi e lotti sempre più piccoli hanno contribuito a mantenere il bilancio di settore fisso ai 275 milioni di euro.
Nei primi tre mesi del nuovo anno si è registrato un leggero incremento negli ordini ed è pensabile che il trend di crescita prosegua per il resto del 2004.


2003: aluminium aerosol cans grow
In 2003 1.875 billion aluminium aerosol cans were produced in Europe. This means that the market of aluminium aerosol cans increased by about 3 %. The market share of aluminium cans in the overall European aerosol can market accounts for about 43%. The key market is the cosmetics industry which is looking for safe, convenient and recyclable products. The main product segment are deodorants, which increased their share to 44 % of total production. Deliveries to the hair spray market dropped to 13 % whereas the share of hair mousses remained stable at 13 %. Shaving foams accounted for 4 % of the market. The share of other cosmetics stayed at 5 % and the share of deliveries to the pharmaceutical industry is 6 %. Industry’s turnover remained stable at roughly EUR 275 million. Shorter delivery times and smaller lot sizes made life harder for aluminium aerosol can manufacturers. Incoming orders slightly increased in the first quarter of 2004 and the European aluminium aerosol can industry is rather confident that the market might slightly grow in 2004.



Ambiente in fiera
Comincia a delinearsi il ricco programma di Ecomondo 2004 (Rimini, 3-6 novembre). La fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, si articolerà intorno ai tradizionali macrosettori espositivi su ciclo del rifiuto e dell’imballaggio, ciclo dell’acqua, siti contaminati, energia da fonti rinnovabili, qualità dell’aria, rischi e sicurezza e servizi per l’ambiente.
Grande novità di quest’anno è la creazione di un’area dedicata al prodotto riciclato, una sorta di piazza mercato che ospiterà aziende che, su scala industriale, hanno realizzato produzioni provenienti da materia riciclata. L’iniziativa si pone come una prima risposta al decreto del maggio 2003, che impone ai soggetti pubblici e para-pubblici di acquistare il 30% di prodotti realizzati con materiale riciclato. Altra novità, un approfondimento relativo al settore rischi e sicurezza, affrontato sia sotto il profilo ambientale che per quanto riguarda gli ambienti di lavoro.
Accanto alla consolidata sinergia tra Ecomondo e Conai e le filiere che lo compongono, si segnala poi la collaborazione con il Kyoto Club, che riunisce enti, imprese, istituzioni e associazioni impegnate nella riduzione delle emissioni di gas nocivi e dell’impatto ambientale dei processi produttivi.


Environment at the fair
The rich program of Ecomondo 2004 (Rimini 3rd -6th November) is now being delineated. The international fair for the recovery of materials and energy and of sustainable development, will be set out around the traditional exhibitive macro sectors covering the packaging waste cycle, the water cycle, contaminated sites, energy from renewable sources, quality of the air, environmental risks safety and services.
A great new feature this year is the creation of the area dedicated to recycled products, a sort of marketplace that will host companies that on an industrial scale have made products using recycled material. The undertaking is a first response to the decree of May 2003, that forces public and para-public bodies to buy 30% of products made with recycled materials. Another new feature will be the going with ever greater depth into the risk and safety sector, tackled both in terms of the environment and as far as work environments are concerned.
Alongside the consolidated synergies between Ecomondo and Conai and the sectors that go to make up the same, we note the cooperation with the Kyoto Club, that brings together public bodies, enterprises, institutions and associations committed to the reduction of harmful gas emissions and of the environmental impact of production processes.



Tecnologie di deformazione al Metav
Si è conclusa il 30 aprile a Monaco la prima edizione di Metav München, Salone Internazionale dedicato ai processi di produzione e automazione. Organizzato da VDW (l’Associazione Nazionale Tedesca di Produttori di Macchine Utensili), in collaborazione con Messe München GmbH, la manifestazione bavarese avrà cadenza biennale, affiancando così il tradizionale appuntamento di Düsseldorf (in programma dal 15 al 19 giugno 2004). Tra le numerose iniziative che hanno accompagnato l’evento principale segnaliamo il Forum dei trend e delle innovazioni nelle tecnologie di deformazione.


Deformation technology at Metav
The first edition of Metav München, international show dedicated to production and automation processes closed April 30th. Organized by the VDW (German National Association of Machinetool Producers) in cooperation with Messe München GmbH, the Bavarian show will be held every two years, thus running alongside the traditional Düsseldorf meeting (scheduled 15th to 19th June 2004). Among the numerous undertakings that accompanied the main event we cite the Forum of the trends in innovation in deformation technologies.



Agro-food al Tiam
La seconda edizione della Mostra delle Tecnologie per l’Industria Agroalimentare Mediterranea (TIAM), in calendario alla Fiera del Levante di Bari dal 4 al 7 giugno, si presenta come l’appuntamento per antonomasia del settore. Secondo gli organizzatori (Ipack-Ima Srl e Fiera del Levante), infatti, il numero di espositori è in netta crescita rispetto all’edizione di esordio: al 26 aprile scorsi si erano registrate 138 adesioni, in aumento del 29% rispetto al consuntivo di TIAM 2002, su una superficie espositiva netta di 3.270 m2. Questi risultati sembrano confermare la validità della scelta di focalizzare la fiera sulle tre principali filiere dell’agroalimentare meridionale - olio, vino e pasta fresca - a cui si aggiungono presenze significative nel settore lattiero-caseario e conserviero. Le merceologie in mostra spaziano così dal processo produttivo fino al confezionamento e alla logistica interna, integrate delle più avanzate soluzioni di packaging. Importante anche l’impegno promozionale, diretto verso l’intera macroregione mediterranea e balcanica che costituisce la naturale area d’influenza della Fiera del Levante e comprende, oltre a tutto il Mezzogiorno d’Italia, la fascia balcanica e il Nord Africa. Hanno già confermato la propria partecipazione delegazioni ufficiali di imprenditori della filiera olearia selezionati dall’ICE e provenienti da Algeria, Giordania, Grecia, Libano, Marocco, Siria, Tunisia e Turchia. Per rendere più agevole la visita sono stati istituiti dei pacchetti viaggio-soggiorno particolarmente convenienti per gli operatori provenienti da Sicilia, Calabria e Campania, mentre sul fronte convegnistico si segnala un ricco programma di incontri di aggiornamento, dedicati fra l’altro alla filiera olearia, al settore vitivinicolo e al Controllo di Qualità.


Agrofood at Tiam
The second edition of the Technology Show for the Mediterranean Agrofood Industry (TIAM), scheduled at the Fiera del Levante, Bari from 4th to 7th June, stands as the sector encounter by definition. According to the organizers (Ipack-Ima Srl and Fiera del Levante), in fact the number of exhibitors is growing rapidly compared to the opening edition: up to 26th April 138 registrations had been made, 29% up on the TIAM 2002 balance, this over a net exhibition space of 3,270 m2. These results seem to confirm the validity of the choice to focus the fair on the three main chains of the southern Italian agrofood sector. Merchandise on show will thus range from production processes to packaging and in-house logistics, integrated with the most advanced packaging solutions. Important also the promotional commitment, covering the entire Mediterranean and Balkan macro-region that constitutes the natural area of influence of the Fiera di Levante and includes, as well as southern Italy, the Balkan strip and North Africa. Official delegations of entrepreneurs from the food oil segment selected by ICE from Algeria, Jordan, Greece, Lebanon, Morocco, Syria, Tunisia and Turkey have already confirmed their participation. To facilitate the trip to the fair travel-stay packages have been devised, particularly economical for operators from Sicily, Calabria and Campania, while on the convention front a rich program of encounters and updates has been announced, dedicated among others to the food oil segment, to winegrowing and Quality Control.



Drinktec 2005
Birra o succhi di frutta, acqua o vino, tè o caffè, liquid food, drink energetici o wellness: drinktec 2005, in calendario dal 12 al 17 settembre 2005 presso il Centro Fieristico di Monaco di Baviera, mette in mostra le tecnologie di processo e riempimento di tutti i tipi di bevanda, a partire dalle materie prime. Partner di BevExpo 2004, il salone mette dunque in mostra (e mostra in funzione) macchine e impianti, prodotti e servizi, in un mix dove assume una particolare rilevanza il confezionamento in tutte le sue diverse fasi - dall’imbottigliamento al fine linea - integrato di chiusure, etichette, trasporto ecc.
Durante l’ultima edizione del 2001 vi hanno partecipato 1.285 espositori provenienti da 46 Paesi e circa 70.000 visitatori di 127 nazioni, alla ricerca di novità e proposte ad hoc. Ma non solo. La fiera tedesca fa da vetrina agli sviluppi di prodotto, che nel campo delle bevande e degli alimenti liquidi sono in continuo aumento. Ecco un cenno a due filoni particolarmente promettenti.

Dal latte allo smoothy
Mentre i tassi di crescita del dairy tradizionale registrano un andamento piuttosto contenuto, i consumatori si vanno orientando verso i segmenti “wellness” e “salute”, stimolando la creazione di nuovi prodotti a base di latte e siero. Così, a fronte di un +1,6% nel consumo di latte “bianco“ in Europa, nel biennio 2000-2002 le nuove bevande hanno messo a segno un +3,7% (102.020 milioni di litri nel 2002). Ancora diversi, e più impressionanti, i dati relativi al consumo di yogurt da bere e latte acido, che nel biennio in questione è cresciuto del 18% circa in Europa (3.827 milioni di litri del 2002) e del 21% nel mondo (8.612 milioni del 2002). Superiore ai trend di sviluppo del latte “normale”, anche i latti aromatizzati, che segnano +4% in Europa e +13% a livello mondiale (8.277 milioni di litri). Ma non basta.
L’innovazione sta sostenendo l’affermazione dei "softdrink a base di siero di latte", che nell’ultimo decennio presenta un tasso di sviluppo costante soprattutto laddove sia evidente il plusvalore in termini di gusto o apporto nutritivo-funzionale.
E, infine, un cenno agli smoothies, che nascono, come spesso accade, in America, ma stanno mettendo radici anche in Europa, dove si prospettano sviluppi interessanti. Sono bevande liquide a base di purè di frutta, contenenti una percentuale di yogurt o altri derivati del latte. Freschi durano al massimo 14 giorni, ma confezionati sottovuoto assai di più, e possono costituire un comodo e veloce sostituto del pranzo quotidiano, che combina elementi di wellness, gusto, convenience e lifestyle.


Drinktec 2005
Beer or fruit juices, water or wine, tea or coffee, liquid food, energy drinks or wellness: drinktec 2005, scheduled from 12th to the 17th September 2005 at the Munich Fair Centre, places process technology for all types of beverages on show, this starting from the raw materials. Partner of BevExpo 2004, the Munich show hence demonstrates machines and systems (up and running), products and services, in a mix where packaging takes on particular importance in all its phases - from bottling to end-of-line - including closure, labels, transport etc. During the last edition of 2001 1,285 exhibitors from 46 countries and around 70,000 visitors from 127 nations took part, in search of new features and ad hoc proposals.
But things do not stop here. The German fair is also a showcase for product development, a feature in the beverage and liquid food field continuously on the increase. Here we give a brief mention of two particularly promising segments.

From milk to the smoothy
While growthrates of traditional dairy are rather limited, the consumers are turning to the “wellness” and “health” sectors, stimulating the creation of new milk and serum based products. Thus in the face of a +1.6% consumption in “white” milk in Europe, in the two year period 2000-2002 the new beverages have put in a +3.7% (102,020 million litres in 2002). Even more striking the data covering drinkable yoghurt and sour milk consumption, that in the two years in question has grown by around 18% in Europe (3,827 million litre in 2002) and 21% in the world (8,612 million in 2002).
Above the “normal” growthtrends one also finds aromatised milk, that marked +4% in Europe and +13% at world level (8,277 million litres). But things do not stop here.
The innovation is supporting the success of the “milk serum soft drinks”, that in the last decade have been showing constant growthrates aboveall there where the plusvalue in terms of taste or nutritional-functional intake is evident. And lastly a mention of smoothies, that came into being, as often happens, in the USA, but that are also taking hold in Europe, where interesting developments are in the offing. These are liquid fruit puree based drinks, also containing a percentage of yoghurt or other milk derivates.
They keep for a maximum of 14 days, but vacuum packed they keep a lot longer, and can constitute a convenient and speedy alternative to regular lunch, combining elements of wellness, taste, convenience and lifestyle.