Racconti di oggi: Capsulit
Un racconto lungo e bello, quello di Capsulit, fatto di ricerca e innovazione nella produzione di sistemi di chiusura all’insegna della sicurezza. Con focus sul mercato farmaceutico e nutraceutico, ma con qualche significativa incursione nel cosmetico e nel food, mantiene alta la reputazione di orgogliosa “azienda familiare”, capace di guardare al di là dei confini nazionali.
Luciana Guidotti*
*Elaborazione di un’intervista raccolta da Stefano Lavorini nel 2024
Nel 1949, tre amici decisero di avviare un’attività industriale a Milano per la produzione di sistemi di chiusura per il settore farmaceutico; dopo il trasferimento delle attività produttive nel 1964, la società si stabilì definitivamente nel 1993 a Roncello (MB), sede attuale dell’azienda.
Capsulit si è via via specializzata nella produzione di chiusure in alluminio e plastica, in particolare di capsule per iniettabili, capsule pilfer proof e child proof, misurini e cucchiaini dosatori e capsule per monodose.
Nel 1974 è stata fondata Capsulit Iberica a Polinyà, nei pressi di Barcellona, che distribuisce su tutto il territorio spagnolo i prodotti di Capsulit, ma anche di altri produttori di packaging.
Nel 2019, l’acquisizione della società Giglioli Fabrizio - ora Capsulit Giglioli, con sede in provincia di Modena - ha consentito a Capsulit di ampliare e completare la gamma di packaging, fornendo flaconi monodose e multidose, fiale e pilloliere in PET da abbinare alle sue chiusure, avviando così la propria espansione anche nel settore nutraceutico.
Un fatturato 2024 di 41 milioni di euro (per il 60% derivato dall’export), più di 100 addetti dislocati tra gli stabilimenti di Roncello (MB), Rovereto s/Secchia (MO) e Polinyà (Barcellona), investimenti mirati al miglioramento continuo, il più importante dei quali rappresentato dall’attuale ampliamento della sede produttiva lombarda, che consentirà di fare ulteriori investimenti in tecnologia, oltre che a ottimizzare la produzione.
Questi, in estrema sintesi, i numeri e i fatti che segnano il presente di Capsulit, rimarcandone la posizione di prestigio guadagnata sia sul mercato estero sia interno da cui, negli anni, è stata premiata per qualità delle proposte, capacità di ascolto e flessibilità.
La parola a...
Insieme al vanto di aver raggiunto un invidiabile traguardo temporale, l’Export Director, Alessandro Vavalà, il Sales Director Gianluca Rossi, nonché Elisa Rizzardi, Sustainability Manager, possono descrivere al meglio caratteristiche e potenzialità di un’azienda solida, proiettata nel futuro. Lasciamo quindi a loro la parola.
«Anzitutto - esordisce proprio la giovane Elisa - Capsulit è un’azienda familiare e questo è un aspetto che fa la differenza, dato che ci permette di essere molto flessibili in un mercato dove strutture, spesso “pachidermiche”, forniscono risposte molto lente, a scapito del servizio».
Tutto in casa e certificato. «Siamo un’eccezione tra i fornitori di packaging per il farma, è vero, ma - interviene Vavalà - non è che avere dimensioni ridotte rispetto ai concorrenti significhi essere meno strutturati: noi facciamo tutto al nostro interno, a partire dalla progettazione delle chiusure e dei contenitori, fino alla gestione delle spedizioni. Questo ci consente di esercitare il pieno controllo su ogni fase della lavorazione, di cui documentiamo in dettaglio ogni aspetto, garantendo tutti gli standard qualitativi conformi alle richieste dell’industria farmaceutica».
Queste dichiarazioni sono avvalorate dalle certificazioni ISO ottenute nel corso degli anni «per la qualità (ISO 15378 e ISO 9001), la sicurezza (ISO 45001) e l’ambiente (ISO 14001), nonché per i dispositivi medici (ISO 13485 e MDR 2017-745) e dalla medaglia d’argento Ecovadis per la sostenibilità» precisa Rizzardi.
Il Sales Director, Gianluca Rossi, sottolinea un altro aspetto determinante del passato e del presente della società: «Abbiamo iniziato a produrre capsule in alluminio per sciroppi, avviando in un secondo tempo la produzione di chiusure in plastica, per arrivare alle capsule in alluminio e plastica specifiche per i farmaci iniettabili. Si è trattato di un’integrazione progressiva che ci ha consentito di affermarci su scala globale come uno dei pochi produttori in grado di fornire questa doppia tecnologia, coadiuvata dagli investimenti in sistemi di assemblaggio automatizzati di ultima generazione».
Rossi riferisce anche dell’ulteriore ampliamento di gamma, ottenuto con l’acquisizione nel 2019 della Giglioli «frutto di un piano di investimento che, durante il periodo della pandemia, ha giocoforza subito qualche rallentamento: oggi, tuttavia, anche quella realtà si è ampiamente consolidata e le prospettive sono buone. Nel plant di Modena abbiamo investito in linee e macchine a iniezione/stiro/soffiaggio dedicate alla produzione di flaconi monodose, multidose, fiale e pilloliere. Anche in questo ambito, riusciamo quindi a evadere le richieste di importanti produttori, oltre a competere alla pari con aziende ben più grandi di noi».
Flessibilità e tempi di risposta. Capsulit è dunque un esempio concreto di quella tradizione che fa delle “family company” di medie dimensioni un tassello fondamentale del tessuto imprenditoriale italiano.
«Noi, per così dire, “ci mettiamo ancora la faccia” dato che i nostri clienti continuano ad avere degli interlocutori ben definiti dal punto di vista manageriale» riprende Vavalà «e questo è un plus, perché significa poter stabilire con il mercato dei rapporti improntati alla concretezza e alla stabilità».
«Lavoriamo tanto con multinazionali in tutte le parti del mondo - riprende Rossi - quanto con aziende medio/piccole o addirittura laboratori, che si rivolgono a noi, perché siamo disposti ad ascoltarli e a fornire sempre i servizi richiesti. E, nel caso i nostri interlocutori siano aziende familiari, molto vale la visione comune del fare impresa e il reciproco apprezzamento».
Conta dunque ancora molto l’esperienza e la qualità del rapporto creato nel tempo, basato su alcuni presupposti fondamentali: la disponibilità e la capacità di ascolto, nonché l’affidabilità dei tempi di reazione alle richieste, che deriva dal poter contare su una struttura snella, flessibile e competente.
Un’area di eccellenza, in divenire. Obiettivo 2025 di Capsulit è terminare a fine anno l’ampliamento della sede produttiva lombarda: un nuovo capannone di circa 5.000 m2 collegato alla struttura esistente, progettati per diventare un unico corpo.
«Nel nuovo stabilimento sposteremo il reparto assemblaggio - precisa Elisa Rizzardi - insieme ad alcuni uffici e alla mensa, così da poter ottimizzare la produzione, ma anche migliorare la qualità della vita lavorativa dei dipendenti. Nello stabilimento già esistente, invece, verranno ampliati il reparto plastica e l’attrezzeria. A fronte della crescita progressiva del business di questi ultimi anni, la mancanza di spazio ci rendeva più difficile aggiungere nuovi macchinari, ma ora, con la nuova disposizione, potremo portare avanti ulteriori piani di sviluppo».