Aliplast, closed loop e partnership strategiche per un packaging sostenibile e innovativo
A Ipack-Ima materiali innovativi e vision su plastica riciclata e materia prima seconda. L'azienda è presente al Padiglione 7, stand C60
di Maria Costanza Candi
Aliplast è nata nel 1982 come società di raccolta di materiali plastici, diventando una delle aziende leader nel riciclo delle materie plastiche per la produzione di polimeri rigenerati, film flessibili in rLDPE e lastre in rPET.
L’azienda è presente a Ipack-Ima con la sua proposta di materiali riciclati e sostenibili proposti in collaborazione con partner strategici per rafforzare una filiera del riciclo. Si tratta di un settore industriale capace di trasformare i rifiuti in risorse, grazie allo sviluppo di materiali innovativi sempre più protagonisti dell’impegno che il settore packaging mette in campo per la sostenibilità.
Ne parla Michele Petrone, AD di Aliplast, che offre un quadro della strategia messa in campo per fare del riciclo un protagonista sempre più centrale in tutti i mercati.
Partiamo dal PPWR che entra ora nel vivo della fase applicativa.
“Per noi il PPWR è opportunità”, esordisce Petrone, “il regolamento ha infatti diretta applicazione in tutti gli Stati membri e definisce un set di regole uniformi per tutti, con standard che permettono alla filiera del riciclo di proporre un prodotto standardizzato ad un mercato sempre più consapevole delle proprie scelte, nel pieno spirito di contribuire alla transizione verso l’economia circolare. Il PPWR si fonda su pilastri quali riciclabilità e contenuto minimo riciclato: la spinta al 2030 è una sfida da vincere. Per fare questo, noi, Aliplast, partiamo dalla tracciabilità, provenienza dal materiale, qualità e macchinabilità. L’obiettivo è infatti fornire Maria Costanza Candi A Ipack-Ima materiali innovativi e vision su plastica riciclata e materia prima seconda Pad. 7, stand C60 A ai clienti la materia prima seconda per un prodotto perfettamente qualificato grazie a un regolamento condiviso”.
Quali sono i settori e i paesi più allineati alle nuove prescrizioni?
“Ci sono settori, ad esempio quelli legati alla plastica monouso, che hanno già iniziato il percorso di allineamento verso le prescrizioni del PPWR: è un esempio concreto l’effetto che si è avuto a partire dal 1 gennaio 2025 della direttiva SUP, che prevede il contenuto minimo di materiale riciclato pari almeno al 25% per le bottiglie per bevande e liquidi alimentari”. Prosegue Petrone: “Il tema oggi è farsi trovare pronti e condividere la necessità di abbracciare una sostenibilità che sia ambientale, sociale ed economica capace di portare il sistema verso una vera economia circolare. Normative, controlli, sensibilità del consumatore e capacità delle aziende di rispondere alla domanda, sono tutti elementi fondamentali che incidono sul risultato”.
L’atteggiamento dei consumatori e le dinamiche di mercato cambiano quando si parla di sostenibilità in settori diversi?
“L’atteggiamento dei consumatori è sicuramente più attento e dimostra sempre di più quella maggiore sensibilità che permette di riconoscere un valore alla materia prima seconda, un valore che possa discostarsi dalla mera logica di prezzo di acquisto e vendita. Alcuni settori quali, quali quello della cosmetica, sono già stati in grado di trasferire il valore della sostenibilità, mentre altri hanno intrappreso questo percorso, dovendo lavorare su aspetti chiave per ottenere un packaging sostenibile. Pensiamo a riciclabilità, rifiuti di imballaggio riciclati su larga scala e progettazione, design che assicuri la riciclabilità. Si tratta di aspetti su cui Aliplast si impegna, guardando a un consumatore pronto a scelte sostenibili in prodotti di aziende capaci di scelte altrettanto sostenibili. GDO, Food, Cosmetica , Farmaceutico, sono tutti settori che abbracciano la sostenibilità e chiedono partnership qualificate che permettano lo sviluppo di soluzioni avanzate condividendo il valore che vede nel rifiuto la ricerca di una risorsa che vive sempre un nuovo inizio, grazie a una filiera industriale capace di valorizzarlo. Aliplast, con i suoi partner, porta quindi avanti il concetto di sostenibilità del prodotto, generando valore condiviso con il “close loop” che per noi è una realtà consolidata da anni”.
La sostenibilità del packaging riflette anche dinamiche geopolitiche, influenzando l’export: cosa vedete dal vostro osservatorio?
“Le politiche protezionistiche possono portare a difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali, aspetto che Aliplast può eventualmente contrastare grazie alla filiera europea su cui può contare. Il nostro punto di forza è il modello closed loop, dove il cliente diventa anche un fornitore, trasformando lo scarto in risorsa e portando alla costruzione di un mercato nazionale ed europeo del riciclo. Siamo infatti presenti in Polonia, Spagna, Francia e grazie agli stabilimenti produttivi italiani, raggiungiamo tutta l’Europa. In sintesi, le politiche protezionistiche ci preoccupano ma siamo pronti a fornire materiale con qualità e sostenibilità documentate ai nostri clienti. La nostra logica è quindi quella di presentarsi non solo come Aliplast ma come parte di un’ampia filiera di partner che permettono al sistema di produrre packaging sostenibile creando un vero percorso circolare”.
Che novità vedremo dal vostro R&D, quali le traiettorie?
“La ricerca per noi è un punto di forza, con un R&D in ogni stabilimento” afferma Michele Petrone. “L’obiettivo è studiare materiali capaci di comunicare qualità, trasmettendo i concetti di purezza e trasparenza di un prodotto che dal rifiuto ritorna ad essere bellezza, qualità, stile. Il nostro team guarda al futuro cercando nuove risposte, grazie a partnership con il mondo accademico e stakeholder qualificati che ci permettono di intercettare gli sviluppi tecnologici e di mercato. Il percorso che dalla raccolta porta al riciclo e alla realizzazione di nuovi materiali, dimostra la capacità di sviluppo e innovazione di un’intera filiera costruita con diversi anelli della catena del valore: Aliplast è proprio uno di questi anelli e può, anzi deve, giocare il ruolo di legame tra loro. Gli investimenti che stiamo effettuando ci vedono protagonisti nella realizzazione di nuova capacità di riciclo installata: Modena sarà infatti il nostro polo del riciclo per le plastiche rigide, in particolare HDPE e polipropilene e da qui partirà la nostra ulteriore offerta di altissima qualità per soddisfare le previsioni di contenuto minimo riciclato in un sito dove l’economia circolare e la sostenibilità si realizza anche in sinergia con il Gruppo Hera in un processo produttivo basato sulla circolarità delle risorse: Il nuovo impianto si inserisce in un polo impiantistico del Gruppo Hera già consolidato e potrà così sfruttare le potenzialità di diverse linee di business. In particolare, sarà alimentato dall’energia elettrica prodotta dal vicino termovalorizzatore, mentre il processo produttivo utilizzerà l’acqua in uscita dal depuratore, per poi reimmetterla nello stesso, chiudendo così un circolo virtuoso. Il tutto nel pieno rispetto delle scadenze previste per i progetti faro dell’economia circolare che prevede un finanziamento per il tramite dei fondi PNRR”.
