Andamento dei beni strumentali nel 2023

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Nel 2022, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali ha registrato incrementi interessanti per gran parte degli indicatori economici. Un trend positivo che il Gruppo Statistiche FEDERMACCHINE prevede continuerà solo parzialmente nel 2023.

Secondo i preconsuntivi di Federmacchine, nel 2022, il fatturato dell’industria italiana di settore è cresciuto a 54.106 milioni di euro, l’8,1% in più rispetto al 2021. Il risultato complessivo è stato determinato principalmente dall’andamento delle consegne sul mercato interno, cresciute a 19.733 milioni di euro, pari al 14,7% in più rispetto all’anno precedente; più contenuta la crescita dell’export che è salito, del 4,7%, raggiungendo i 34.373 milioni di euro.

Il consumo italiano di macchinari, anche grazie ai provvedimenti di incentivi 4.0, è risultato particolarmente vivace: con un +17,9% che ha raggiunto il valore di 31.688 milioni di euro, trainando non solo le consegne interne ma anche l’import, cresciuto del 23,5% a 11.955 milioni di euro.

Pur con un trend positivo, la crescita sarà più contenuta nel 2023, complice l’incertezza che interessa l’intero scenario internazionale. In particolare, il fatturato è previsto in crescita a 55.861 milioni di euro, il 3,2% in più rispetto al 2022. Dello stesso tenore saranno gli incrementi registrati dagli altri indicatori economici.

L’export è atteso in crescita, del 3%, raggiungendo così i 35.395 milioni di euro, con le consegne interne a 20.466 milioni (+ 3,7% rispetto al valore registrato nel 2022). Anche la domanda interna prevede un segno positivo al +3,1%, attestandosi a 32.679 milioni di euro. Infine, Le aziende presentano portafogli ordini cospicui nonostante le problematiche legate alla mancanza di componenti elettriche e elettroniche, caro energia e incertezza determinata dal conflitto tra Russia e Ucraina.

«La mancanza di componenti ha, almeno in parte, ridotto il fatturato 2022 e oggi rischia di complicare l’attività delle nostre aziende anche per i prossimi mesi. Molte aziende hanno, infatti, i magazzini pieni in attesa di ricevere le parti mancanti per completare la costruzione dei macchinari già praticamente pronti e consegnarli ai clienti. Anche per questo - afferma Giuseppe Lesce, presidente FEDERMACCHINE - accogliamo con favore la proposta fatta dalla maggioranza di governo, e che dovrà essere poi discussa in Parlamento, di prevedere nella Legge di Bilancio 2023 lo spostamento, dal 30 giugno 2023 al 31 dicembre 2023, del termine di consegna dei macchinari e delle tecnologie ordinate entro fine 2022 e per le quali è stato versato acconto del 20%. Auspichiamo che l’Europa dia il via libera all’utilizzo da parte dell’Italia, dei fondi non spesi previsti dal PNRR per il 2022 e destinati ai provvedimenti 4.0. Con queste risorse potrebbe infatti essere finanziato (anche) il mantenimento delle aliquote al 40% del credito di imposta per gli investimenti in nuove tecnologie di produzione, così da sostenere il mercato domestico ancora particolarmente vivace. Il dimezzamento previsto dell’aliquota, che senza interventi, a gennaio 2023, passerà dal 40% al 20%, potrebbe congelare la domanda interna, bloccando di fatto, il processo di svecchiamento e transizione digitale ora nel pieno del suo dispiegamento».

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