Una certa idea del flessibile
A certain idea of flexible

Giflex festeggia un anniversario importante e chiama a raccolta gli operatori del converting.
Giflex is celebrating an important anniversary
and is calling together the converting operators.

Intelligenza in movimento
Intelligence on the move
Un’offerta integrata e di qualità, grazie alla quale Trascar si avvia a chiudere il 2005 con un ottimo bilancio.
An all-round quality product offer, thanks to which Trascar is about to close 2005 with an excellent balance.

Cartoncino etico
Ethical board

La storia di Cascades, ovvero di tre fratelli che hanno fondato il loro successo sul rispetto dell’uomo e dell’ambiente.
The story of Cascades, namely three brothers who have founded their success on respect for man and the environment.

Lunga vita con l’asettico
Long live aseptic

Gli utilizzatori apprezzano sempre più i vantaggi del confezionamento asettico, sostenendo la crescita di Benco Pack nel mondo.
Users are evermore appreciating the advantages of aseptic packaging, sustaining the growth of Benco Pack throughout the world.

News







FORM FILL SEAL Gli utilizzatori apprezzano sempre più i vantaggi del confezionamento asettico, sostenendo la crescita di Benco Pack nel mondo. Storia, presente e futuro di un’impresa molto specializzata, che ha conquistato un ruolo da prim’attore giocando le carte della R&S e della flessibilità. Stefano Lavorini

Specializzatissima (è praticamente monoprodotto), con una spiccata propensione all’export che rappresenta mediamente il 90% del fatturato, e vocata alla personalizzazione “spinta” del prodotto. Così si presenta Benco Pack: impresa del gruppo Sacmi, focalizzata sulla progettazione e produzione di macchine form-fill-seal orizzontali per il confezionamento di alimenti liquidi e pastosi in contenitori rigidi (esempio tipico, il bicchierino da yogurt).
La principale caratteristica che la distingue, a detta dei clienti e del suo stesso management, è una notevole flessibilità dell’organizzazione e delle competenze, che la àncora al ruolo, prestigioso quanto impegnativo, di “sarto” del settore (il grosso della produzione è tailor made) e le permette di seguire dappresso le esigenze e la tempistica dei committenti. Ma non solo: Benco Pack offre macchine dal rapporto prezzo-prestazione vantaggioso e un puntuale servizio post vendita anche sui mercati più lontani. Due fattori critici di successo, su cui l’impresa gioca buona parte della propria competitività.

La forza dell’asettico
Concorrenza globale e crescita dell’asettico su tutti i mercati evoluti: sono questi i fenomeni che, ragionando in termini generali, hanno maggiormente influenzato il business di Benco Pack negli ultimi anni.
E, paradossalmente, entrambi “a favore”, come spiega il direttore generale Gianni Minganti, coadiuvato dal responsabile commerciale Paolo Gobrili.
«Benco Pack - afferma Minganti - padroneggia una tecnologia complessa, forte di un’esperienza decennale nella lavorazione dei film plastici rigidi (ossia con spessori superiori ai 400 micron, Ndr) e di un know how particolarmente avanzato nel dosaggio-riempimento di prodotti fluidi e semidensi. Le nostre macchine, tutte orizzontali, sono prodotte nelle tre versioni igienica, ultra igienica e asettica; è proprio in quest’ultimo campo che realizziamo i prodotti più sofisticati e, ultimamente, riscontriamo il trend di crescita più interessante, trainato da legislazioni sempre più stringenti e, soprattutto, dalla crescente sensibilità dei consumatori in fatto di igiene e conservazione degli alimenti. Questa tecnologia permette, infatti, senza dover ricorrere a camere bianche, di ridurre drasticamente la carica batterica all’interno delle confezioni, garantendo nel tempo l'integrità del prodotto».
Le macchine HFFS della Benco Pack, infatti, sono dotate di un tunnel completamente chiuso, in cui si svolge l’intero ciclo di lavorazione: dalla formatura dei contenitori fino alla saldatura dei coperchi. Il know how del produttore riguarda anzitutto la gestione e la “tenuta” dell’asetticità nelle diverse fasi produttive, con particolare riguardo alla formatura del contenitore e al suo riempimento. «Lo testimonia, fra l’altro - continua Minganti - la severità dei controlli e degli allarmi che bloccano il ciclo, fino a che non siano ripristinate le condizioni corrette di funzionamento, guidando l'utilizzatore lungo un percorso obbligato di operazioni e verifiche che riducono ogni possibilità di errore umano. La nostra esperienza in materia è di lunga data; basti pensare che già negli anni Ottanta abbiamo venduto macchine asettiche negli Usa, che si sono dati una normativa talmente restrittiva da rappresentare, da questo punto di vista, il mercato meno accessibile. Nel raggiungimento di questi standard ci ha aiutato la stretta collaborazione con aziende “pioniere”, come Galbani che ha lanciato in Italia i budini a lunga scadenza e che ancora oggi lavora con le nostre macchine. Inoltre, è particolarmente efficace, e dunque vantaggioso, anche il tipo di tecnologia dell’asettico che abbiamo adottato: con il perossido di idrogeno siamo in grado di raggiungere un abbattimento della carica batterica nell'ordine di 1 su 100mila in sole due ore, mentre, per fare un esempio, chi usa il vapore come agente sterilizzante deve aspettare anche 12 ore, oppure “accontentarsi” di una riduzione delle carica batterica a “logaritmo 4”, ossia 1 su 10mila».

I pro e i contro della globalizzazione
La radicalizzazione degli standard igienici, dunque, che si va man mano affermando anche nei mercati emergenti, fa da volano al confezionamento asettico. Anche per i prodotti che, dal punto di vista strettamente funzionale, non lo richiederebbero, come racconta Paolo Gobrili: «Accade, per esempio, nei settori dei sughi pronti: presentati negli scaffali refrigerati per incontrare il gusto di un consumatore che (almeno in Italia) predilige il prodotto “fresco”, sono in realtà sterilizzati e confezionati in asettico, per questo, in grado di poter essere conservati fuori dal frigorifero fino a 60 giorni. E oggi c’è chi imbottiglia in asettico pure l’acqua minerale».
Il mercato italiano, piccolo e maturo, vale solo un 10% del fatturato Benco Pack, pur restando importante perché domestico e tecnologicamente evoluto, e per questo seguito con particolare attenzione: «Chi vuole proporre un prodotto nuovo trova in noi un sicuro punto di riferimento, sia per il buon equilibrio fra tecnologia e prezzo sia per la propensione a realizzare impianti ad hoc. Abbiamo realizzato anche macchine da laboratorio per i test di mercato, che sono state successivamente sviluppate come macchine da produzione».
Guardando, invece, all’export, si individuano dinamiche favorevoli in Paesi molti diversi. «Ci muoviamo su tutti i mercati - continua Gobrili - dall’Europa al Sud Est asiatico, dall’America Latina al Vicino Oriente. L’Iran, per citare un caso fra tutti, sta manifestando un’elevata propensione all’investimento in tecnologie avanzate e costituisce, attualmente, un’interessante area di sbocco per i nostri prodotti».
Tutto a gonfie vele, dunque? Se, di fatto, la globalizzazione delle normative e degli orientamenti di consumo sostiene il business della Benco Pack, la stessa apertura del mondo mostra un volto meno amichevole quando spiana la strada a nuovi concorrenti. Magari cinesi.
«Se oggi - dichiara Minganti - riusciamo vendere macchine in Vietnam, in Cina la fascia bassa e media del mercato ci è già preclusa da qualche anno, per l’impossibilità di competere con il prezzo dei produttori locali, inferiore anche di 4 volte, rispetto ai nostri. Ma non è una novità. Questo fenomeno era già evidente 4 o 5 anni fa, e abbiamo fatto in tempo a metabolizzarlo, oltre che a mettere in campo contromisure adeguate».
Per esempio? «Anzitutto premendo l’acceleratore sull’innovazione, facendo ricerca sulla tecnologia di base dei materiali e dei processi di formatura, ma anche inventando nuove possibilità di abbigliaggio e decorazione del contenitore che, in effetti, possono offrire un significativo plusvalore sul piano della comunicazione e del marketing. E poi migliorando sempre più il servizio di assistenza al cliente, pre e post vendita, in un’ottica di partnership e non di commercializzazione “spot”.
In questo ci aiutano la flessibilità e l’abitudine a risolvere i problemi, qualità tipiche dell’impresa all’italiana (che, peraltro, nel nostro caso fa capo a un grande gruppo multinazionale, con basi commerciali e di assistenza in tutto il mondo). Per paradosso, potremmo dire di essere così bravi a capire cosa vuole ciascun utilizzatore, che non riusciamo a vendere una macchina uguale all’altra.
In compenso nel nostro portafoglio clienti figurano tanto il mega gruppo francese che chiede impianti da 50mila contenitori l’ora, quanto il cliente australiano che, con la stessa macchina, vuole invece gestire in contemporanea 4 contenitori diversi».




Machines
Long live aseptic


FORM FILL SEAL Users are evermore appreciating the advantages of aseptic packaging, sustaining the growth of Benco Pack throughout the world. Past, present and future of a highly specialised concern, that has conquered a leading role playing the cards of R&D and flexibility.
Stefano Lavorini

Highly specialised (practically with a single product) and with a hefty inclination towards exports that account for an average of 90% of its turnover, with a vocation for a strong personalisation of the product. This is how Benco Pack presents itself: company of the Sacmi group, focussed on the design and the production of horizontal form-fill-seal machines for packaging doughy food liquids in rigid containers (typical example being yoghurt pots). Its main characteristic, according to both its customers and the management, is a considerable flexibility in its organization and knowhow, that anchors the concern to the prestigious and yet difficult role of sector “tailor” (most of their output is tailor-made) enabling the concern to fully satisfy the needs and the deadlines of their customers. But not only this: Benco Pack offers machines with an advantageous price-performance ratio offering a timely post sales service on even the most far-flung markets. Two critical success factors on which the concern plays most of its competitivity.

The strength of aseptic
Global competition and the growth of aseptic on all the evolved markets: these are the phenomenon that, reasoning in general terms, have influenced Benco Pack’s business the most over these last years. And paradoxically both have had a favourable influence, as general director Gianni Minganti, aided by his commercial head Paolo Gobrili explains.
Minganti states - “Benco Pack masters a complex technology, bolstered by a decade of experience in working rigid plastic film (or that is over 400 microns thick, En) and of a particularly advanced knowhow in dosing-filling fluid and semidense products. Our machines, all of which horizontal, are produced in the three hygienic, ultra-hygienic and aseptic versions; it is in the latter field that we make the most sophisticated products, and lately we have been experiencing more interesting growth trends, drawn by evermore stringent legislation and aboveall by the growing sensitivity of the consumer in terms of hygiene and food preservation. This technology in fact enables a drastic reduction of the bacterial load within the pack, guaranteeing the integrity of the product in time without having to resort to clean rooms.”
Benco Pack’s HFFS machines in fact are fitted with a completely closed tunnel where the entire workcycle is carried out: from container forming to lid sealing. Producer knowhow aboveall involves handling and aseptic airtightness in the various production phases, particularly concerning container forming and filling. Minganti continues – “this is borne witness to by the severity of the controls and the alarms that block the cycle, that shuts off until the correct working conditions are restored, guiding the user along a mandatory path of operations and checks that reduce all possibility of human error. Our experience on the subject is longstanding; one only has to consider that already in the eighties we sold aseptic machines in the USA, that gave themselves such stringent standards to make them the least accessible market from this point of view. In attaining these standards the close cooperation with “pioneer” concerns such as Galbani, that launched the longlife puddings in Italy and that still today works with our machines, has been strategic. As well as that, the type of aseptic technology that we have adopted is particularly effective and hence advantageous: with hydrogen peroxide we are able to reduce the bacterial load down to 1 in a 100 thousand in just two hours, while, to take and example, those that use steam as a sterilising agent have to wait as much as 12 hours or “make do” with a “logarithm 4” reduction of the bacterial load or that is 1 in a 10 thousand”.

For and against globalisation
The growth in aseptic packaging is being driven by the radicalisation of hygiene standards, that is also gaining ground in the emerging markets. This even goes for products that, from a strictly functional point of view, do not demand aseptic packaging, as Paolo Gobrili tells us: “the ready sauce sector is a case in point: presented on refrigerated shelves to satisfy the taste of a consumer who (at least in Italy) prefers storing the product cold, they are in fact sterilised and aseptically packed, and hence can be preserved outside the fridge for 60 days. And nowadays some producers even bottle mineral water aseptically”.
The Italian market, small and mature, only accounts for 10% of Benco Pack’s output, while all the same remaining important because it is their domestic market and it is technologically evolved, and for this reason it is followed by the company with special attention: ”those that want to propose a new product find us a safe reference point, both for the good balance between technology and prices as well as for our skill in making ad hoc machines. We have also made laboratory machines for market tests, that were subsequently developed as production machines”.
Rather, taking a look at exports, one can see favourable trends in countries very different from each other.”We move on all markets – Gobrili continues – from Europe to Southeast Asia, from Latin America to the Near East. Iran, to cite one case among many, is showing a high tendency to invest in advanced technology and currently constitutes an interesting outlet area for our products”.
Everything going full sail hence? If in fact the globalisation of standards and consumption trends bolsters the business of Benco Pack, the same opening in the world shows a less friendly face when it paves the way for new competitors. Perhaps the Chinese.
As Minganti declares “If today we manage to sell machines in Vietnam, in China the low and medium level of the market has been barred to us for some years now, this due to the impossibility of competing with the prices of local producers, as much as 4 times lower compared to ours. But this is nothing new. This phenomenon was already evident 4 to 5 years back, and we have had time to metabolize it and to field suitable countermeasures”.
For example? “Aboveall accelerating with innovation, studying the basic technology of the materials and the forming processes, but also inventing new ways of fitting out and decorating containers that, in effect can offer an important asset on the level of communication and marketing. And then continuously improving the customer assistance service, this before and after sales, in a partnership-type approach and not as “spot” marketing. In this we are helped by our flexibility and indeed our familiarity with solving problems, qualities typical to the Italian concern (that what is more in our case is part of a large multinational group, with trade and service bases throughout the world). Paradoxically we could say we are so good at understanding what each user needs, that we never manage to sell one machine quite like another.
That is to say our customer portfolio includes both the French mega-group that demands systems for 50 thousand containers an hour, as well as the Australian customer that, with the same machine wants to use 4 different containers at the same time”.




Dal contoterzismo alla cooperazione
La Benco Pack di Piacenza è stata fondata nel 1961 da Angelo Berzoni, che ne è stato anche il titolare unico fino al ’91, anno in cui l'azienda è stata rilevata, per il 70% delle quote da Sacmi Imola. L'avvio è da terzista, come fabbricante di parti e componenti per macchine, anzitutto dedicate alla lavorazione delle materie plastiche ma anche all’industria del bottone e del legno. Successivamente si consolida sul piano industriale grazie a importanti clienti, come Pirelli, a cui Benco Pack arriva a fornire macchine per l’avvolgimento di cavi. Un percorso, questo, che ha alimentato la crescita di conoscenze e di esperienza sostenendo, negli anni ’70, la costruzione delle prime macchine interamente progettate “in casa” per l’industria alimentare, e più precisamente una confezionatrice per prodotti fluidi e semidensi in contenitori primari di materiale plastico semirigido da bobina.
Le nuove scelte produttive portano progressivamente ad una modifica sostanziale dell’azienda: cresce il reparto tecnico e viene creata una rete commerciale capace di promuovere la vendita delle macchine in tutto il mondo. La costruzione conto terzi, tuttavia, prosegue per un altro decennio e ha avuto parte importante anche nella decisione di acquisto da parte della cooperativa imolese Sacmi, storico leader mondiale negli impianti per la lavorazione della ceramica, allora (e a tutt’oggi) impegnato in un’articolata politica di diversificazione delle attività industriali.
La nuova proprietà, che ha completato nel 2002 l'acquisizione del totale delle quote societarie, ha dato nuovo impulso all'impresa confermando la validità dell’approccio al mercato seguito da Benco Pack, focalizzato sulla produzione di form-fill-seal orizzontali per il confezionamento (in asettico e non) di alimenti.



From third party service to cooperation
Benco Pack of Piacenza was founded in 1961 by Angelo Berzoni, who was the sole owner up to ’91, year in which the company was taken over by Sacmi Imola with the purchase of 70% of its shares. The concern started up as a service company, manufacturing machine parts and components, most of all dedicated to processing plastics but also serving the button and wood industry. Following that it consolidated industrially thanks to important customers such as Pirelli, to which Benco Pack ended up by supplying machines for rolling cables. A path this that has increased the company knowhow and experience that contributed in the seventies to the construction of the first machine totally designed within the company for the food industry, more precisely this being a packaging machine for fluid and semidense products in primary semirigid plastic containers from the roll.
The new choices in production progressively led to a substantial change within the concern: the technical section grew and a commercial network was created capable of promoting the sale of machines throughout the world. Construction for third parties all the same continued for another decade and also played an important part in the decision to buy part of the Imola based cooperative Sacmi, timehonored world leader in systems for processing ceramics, at that time (and even today) involved in a broad policy of diversification of its industrial activity. The new ownership, completed in 2002 with the buy-up of all company shares, gave new impulse to the concern confirming the validity of the market approach carried on by Benco Pack, focussed on the production of horizontal form-fill-seal for both aseptic and non-aseptic food packaging.