Complessi ma flessibili
Complex but flexible

Anche se i converter italiani continuano a esportare, subiscono i contraccolpi del calo delle vendite negli Usa. Per fortuna la domanda interna...
Even if the Italian converters continue to export, they are suffering the after-effects of plummeting sales in the USA. Thankfully demand on the Italian market...

Il vento dell’Est
An Easterly wind

Cartotecnici a congresso.
Paper converters in conference.

Andate e federatevi
Go and federate

Assogomma e Unionplast danno vita a una nuova istituzione di rappresentanza.
Assogomma and Unionplast have given life to a new representative organisation.

News








IMBALLAGGI POLIACCOPPIATI Crescita contenuta in termini quantitativi e fatturato globale allineato a valori 2003. Anche se i converter italiani continuano a esportare, subiscono i contraccolpi del calo delle vendite negli Usa. Per fortuna la domanda interna si rinvigorisce, grazie all’espansione in nuovi settori.
Plinio Iascone

L’analisi di mercato si riferisce ai poliaccoppiati flessibili da converter, costituiti da una struttura multistrato e ottenuti per accoppiamento, coestrusione o laminazione.
I dati di mercato 2004 riportati nell’analisi sono indicativi di valori superiori alle rilevazioni del Giflex (Gruppo Italiano Produttori Imballaggio Flessibile, Assografici) poiché comprendono anche stime relative alle quantità di produttori non associati. Nella maggioranza dei casi, gli imballaggi flessibili da converter possono definirsi delle strutture complesse, in cui ogni componente assolve a una specifica funzione d’uso, caratteristica questa che costituisce il principale punto di forza di questo imballaggio.

Considerazioni sul mercato
Nel 2004 la produzione è valutata in 252.000 tonnellate e segna una crescita contenuta allo 0,8% rispetto all’anno precedente.
Il fatturato è ammontato a 1.400 milioni di euro, riconfermando i valori del 2003.
Dopo diversi anni di interessanti tassi di sviluppo, con un triennio 2000/2003 caratterizzato da uno sviluppo del 4,3% medio annuo, il settore segna quindi una battuta di arresto, sia in termini di produzione espressa in peso che in relazione al fatturato.
La stazionarietà del fatturato, a fronte di una lieve crescita in termini quantitativi, non è imputabile a un calo dei prezzi, ma a un mix produttivo di minore valore.
La modesta crescita in termini quantitativi trae origine invece da un incremento della domanda interna del 3,5% e da una flessione del 2,7% delle esportazioni.
La componente estera della domanda ha sempre svolto un ruolo molto importante arrivando a rappresentare oltre il 40% della produzione. Al momento attuale, la contrazione delle esportazioni trae origine essenzialmente dal crollo delle vendite nell’area del dollaro, che rappresentano il 15% del totale esportato e che hanno subito un calo del 16% (il rafforzamento dell’euro è una delle principali concause).
Le vendite sul mercato interno sono, per contro, riuscite a esprimere una certa vitalità a seguito di due fenomeni:
- la tenuta dell’attività produttiva dei principali settori di utilizzo, quali caffè e surgelati;
- l’inserimento degli imballaggi flessibili da converter in nuovi settori di utilizzo.
Si ritiene che lo sviluppo reale della produzione, in riferimento all’attività espressa in metri quadrati, sia lievemente superiore a quello calcolato prendendo a riferimento l’attività in peso.
I motivi di questa discrepanza vanno ricercati nei seguenti fattori:
- riduzione del peso medio delle grammature per metro quadrato, accompagnato a un impiego di film plastici con maggiori caratteristiche tecniche;
- maggiore sviluppo dei poliaccoppiati flessibili del tipo film plastici/film plastici, in particolare quelli monofilm e quelli a due strati.
L’area d’affari dei poliaccoppiati flessibili presenta una discreta concentrazione produttiva, con una decina di aziende che detengono circa il 70% della produzione complessiva.
In quest’area si possono distinguere due tipologie di aziende: gli accoppiatori di film che presentano un’integrazione a monte con la produzione dei film plastici e, in alcuni casi, con altre materie prime (carta o alluminio) e gli accoppiatori senza integrazione a monte (categoria, questa, più diffusa).
Nell’ambito degli imballaggi flessibili da converter l'industria italiana è, per tecnologia e competenza, ai vertici europei.

Materie prime utilizzate
Nel 2004 la produzione di poliaccoppiati da converter ha richiesto l’utilizzo di 270.000 tonnellate di materie prime, il 14% circa delle quali è riconducibile a carta e cartoncino.
Il foglio sottile di alluminio ha rappresentato il 9,5%, mentre i film plastici hanno continuato a detenere lo share maggiore (76,5%). I trend evolutivi delle diverse soluzioni di accoppiamento derivano, oltre che dalle preferenze del mercato, anche dall’andamento dei diversi settori finali di utilizzo.
Nell’ambito dei film plastici, il polietilene è il polimero a maggior diffusione (45% dell’impiego totale delle plastiche), seguito da PP (38%). Il restante 17% è costituito da PET, EVOH, NYLON ecc.
Gli sviluppi più interessanti si rilevano proprio in queste ultime tipologie di polimeri, in particolare il poliestere metallizzato, in relazione alla crescita del confezionamento in atmosfera protettiva (imballaggi semirigidi termoformati ricavati da foglia).

Settori finali di utilizzo: food
Nel 2004 il 79% circa degli imballaggi flessibili da converter è stato utilizzato nell’area agro-alimentare.

• Formaggi e derivati vari del latte
Il 23,5% circa dell’utilizzo di poliaccoppiati flessibili è imputabile a questo settore e risulta in progressiva crescita.
Il principale campo di applicazione è quello delle buste per il confezionamento delle mozzarelle.
Tassi di crescita interessanti si riscontrano anche per gli altri formaggi freschi o comunque a pasta molle, dove si evidenzia anche la presenza del confezionamento in atmosfera protettiva.
Nel settore dei derivati del latte lo share dei poliaccoppiati flessibili o semirigidi rappresenta il 57% rispetto alle altre tipologie di confezionamento: in particolare, la presenza del poliaccoppiato è in progressiva crescita a scapito essenzialmente dell’incarto tradizionale per il prodotto sfuso porzionato venduto al banco.

• Paste alimentari
Gli imballaggi flessibili utilizzati per il confezionamento delle paste alimentari rappresentano il 5% circa del consumo.
Le paste alimentari si suddividono in paste secche e paste fresche.
Paste secche - Gli imballaggi utilizzati per il confezionamento delle paste secche sono riconducibili a due categorie: i sacchetti di poliaccoppiato e l’astuccio di cartoncino. La penetrazione dei film plastici in questo settore è molto elevata e si mantiene, infatti, su una share del 70%. I sacchetti sono costituiti da un doppio film BOPP/CPP.
Sono presenti anche sacchi di PE di grande capacità per le paste destinate alle comunità. Con i sacchetti, in molti casi, è presente anche una vaschetta di cartoncino (ad esempio per la pasta secca all’uovo).
Il rapporto astuccio cartoncino e sacchetti plastica si ritiene sostanzialmente stabile.
Paste fresche - È un settore in sensibile sviluppo che, da alcuni anni, è interessato anche da un discreto flusso di esportazioni.
Il confezionamento prescelto è di due tipi: in atmosfera protettiva e in assenza di condizionamento.
L’imballaggio utilizzato per l’atmosfera protettiva è di struttura complessa.
Le combinazioni di materiali a maggiore diffusione sono: fondo in PET/PP/LDPE o PET/OPA/PP; top in PP/EVOH/PP o PS/EVOH/LDPE.
Per quanto riguarda il confezionamento in assenza di condizionamento viene impiegato un vassoio in PS con incarto di film estensibile generalmente in PVC.
Il rapporto tra le due soluzioni continua a evolversi a favore della prima; infatti, a fronte di un tasso tendenziale di sviluppo del settore intorno al 4-5% medio annuo, l’utilizzo di poliaccoppiati flessibili per l’area del confezionamento in atmosfera protettiva cresce del 6-7% medio annuo.
Quasi del tutto scomparso risulta invece il confezionamento sotto vuoto.

• Dolci e prodotti da forno
Il 10% dell’impiego di imballaggi flessibili da converter interessa i prodotti da forno. Oltre il 75% della pasticceria industriale e dei biscotti sono confezionati in sacchetto flessibile generalmente a doppio strato BOPP/CPP.
Sono presenti anche film più complessi, studiati per esempio per la pasticceria a base di crema, quali CA/PE/ALL/PE o CA/BOPP/CPP metallizzato.
L’area dei prodotti a base di cacao (cioccolatini e tavolette di cioccolata) evidenzia la presenza dell’imballaggio flessibile mediamente stabile intorno al 30%.
I principali competitor degli imballaggi flessibili sono gli astucci di cartoncino, le scatole di banda stagnata e i sacchetti di carta.

• Surgelati
Il settore continua a presentare un trend evolutivo sostanzialmente positivo, la cui quota si attesta al 9% del consumo italiano di poliaccoppiati flessibili da converter. La share del confezionamento mediante il ricorso al flessibile si mantiene su valori interessanti pari all’85% per i vegetali, al 28% per i prodotti ittici, al 25% per i gelati e al 100% per il comparto piatti pronti.
Il segmento piatti pronti, 20% circa del totale surgelati, è contraddistinto da un sensibile e progressivo tasso di sviluppo. L’impiego del poliaccoppiato interessa sia il flessibile che il semiflessibile (vaschette e top). Le tipologie di accoppiati flessibili presenti nel settore surgelati variano a seconda delle esigenze del prodotto.

• Caffè
Per il confezionamento si ricorre essenzialmente al sacchetto di poliaccoppiato flessibile, che rappresenta il 90%.
Il flessibile utilizzato è costituito da un plurimateriale del tipo OPP/ALL/PE o PET/ALL/PE. A livello globale, i poliaccoppiati flessibili da converter utilizzati in questo settore rappresentano il 5%.
Il principale imballaggio alternativo è costituito dal contenitore di banda stagnata (con una quota del 6%) che viene impiegato nel segmento famiglia per le confezioni regalo o nel caffè solubile, oppure per il prodotto destinato ai bar, specie quello in esportazione.
L’imballaggio di banda stagnata risulta tendenzialmente in crescita.
Le altre soluzioni di imballaggio sono il sacchetto di carta (per la vendita di sfuso presso le torrefazioni) e il vasetto di vetro per il solubile.

• Salumi
La presenza degli imballaggi flessibili plastici in questa area di mercato, 12% dell’intero utilizzo nazionale, è in continuo progressivo e sensibile sviluppo.
Il confezionamento in atmosfera protettiva mediante buste o confezioni semirigide termoformate e il confezionamento sotto vuoto di pezzi interi e del cubettato costituiscono gli elementi trainanti della crescita. Inoltre, lo sviluppo progressivo della distribuzione moderna ha dato un impulso decisivo alla vendita di prodotti affettati “al momento” e confezionati in vaschette di plastica, simili a quelle utilizzate per il confezionamento in atmosfera protettiva, ma di struttura meno complessa.
La quota dei poliaccoppiati flessibili nel settore dei salumi ha attualmente raggiunto il 30% circa.
Le altre soluzioni di imballaggio sono costituite da incarto tradizionale in carta, vaschette di plastica o alluminio per la vendita al banco gastronomia presso la D.M.

• Altri settori alimentari
Gli imballaggi flessibili da converter sono altresì presenti in molti altri settori.
Nell’area alimentare da evidenziare l’inserimento delle buste in poliaccoppiato nei settori del tonno e del pet food.
In progressiva espansione risultano anche nell’importante settore degli ortofrutticoli freschi, per quanto riguarda i prodotti di IV, V e VI gamma.
Buona e tendenzialmente in crescita anche la presenza nel settore dei derivati del pomodoro (passate) per il prodotto destinato al catering.
Anche nel settore bevande la presenza del cheerpak, sul mercato da alcuni anni in maniera marginale, sembra evidenziare possibilità di sviluppo.

Settori finali di utilizzo: non food
Nel 2004 il 21% circa degli imballaggi flessibili da converter è stato utilizzato nell’area non alimentare. Il principale settore di utilizzo è quello della detergenza domestica (7,9%), seguita dall’area cosmesi-profumeria-prodotti farmaceutici (4,7%), mentre il restante 8,4% circa è suddiviso tra diversi settori.
L’imballaggio in poliaccoppiato flessibile è la soluzione che presenta le migliori prestazioni, in particolare per quanto riguarda i prodotti in polvere o in granuli e si è anche inserito nell’area dei prodotti liquidi e pastosi.

• Detergenza domestica
Gli imballaggi “storici” nel settore della detergenza domestica sono i fustini di cartone e gli astucci di cartoncino: i primi hanno ormai una presenza molto limitata, i secondi “godono” di una discreta salute, ma subiscono la concorrenza dell’imballaggio flessibile e della flaconeria plastica.
Un simile orientamento dipende anche dall’evoluzione della domanda: a una crescita dei prodotti liquidi corrisponde una maggiore richiesta di flaconeria plastica, mentre la scelta del poliaccoppiato flessibile, essenzialmente per i prodotti in polvere, dipende dalle scelte del produttore.
L’imballaggio di poliaccoppiato flessibile ha raggiunto una quota del 20% circa e viene impiegato anche per i prodotti liquidi (concentrati e ricariche).

• Cosmesi-profumeria-farmaci
Nei settori dei prodotti farmaceutici e della cosmesi-profumeria la quota di impiego di poliaccoppiati flessibili (essenzialmente bustine) si è collocata intorno al 3%, con buone prospettive di crescita.
Gli altri settori di utilizzo dei poliaccoppiati flessibili, con riferimento al non alimentare, si possono raggruppare essenzialmente nel comparto chimico, destinati all’imballaggio di fitofarmaci, concimi, prodotti intermedi per l’industria chimica ecc…

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio




Survey 2004
Complex but flexible


POLYLAMINATE PACKAGING - Contained growth in terms of quantity and overall turnover in line with 2003 figures.
Even if the Italian converters continue to export, they are suffering the after-effects of plummeting sales in the USA. Thankfully demand on the Italian market is sturdier, this thanks to the expansion of new sectors.
Plinio Iascone

The market study is on flexible polylaminates for converting, made up of a multilayer structure and obtained by bonding, coextrusion or lamination. The market figures in the survey show ratings above those of Giflex (Italian Flexible Packaging Producers Group, Assografici) in that they also include estimates covering quantities from non associated producers. In most cases, flexible packaging for converting can be defined as a complex structure, in which each component performs a specific function, a feature this that constitutes the main strongpoint of this type of packaging.

Considerations on the market
Production for 2004 has been rated at 252,000 tons, marking a limited growth of 0.8% compared to the previous year. Turnover is seen to be 1,400 million Euros, a repeat of 2003 figures.
After several years showing good growthrates, with a three-year period 2000/2003 featuring an average annual growth of 4.3%, the sector has gone into a stall, both in terms of production seen in terms of weight and in terms of turnover.
The stall in turnover, against a slight growth in quantitative terms, is not to be put down to a drop in prices, but to a lower value production mix.
The modest growth in quantity in turn is due to an increase in domestic demand of 3.5% and a drop of 2.7% in exports.
The foreign component in demand has always played an important role even accounting for as much as 40% of output.
Currently, the drop in exports is mainly due to plummeting sales in the area of the dollar, that account for 15% of total exports and that have been subject to a 16% drop (also caused by the strengthening of the Euro).
Sales at home on the Italian market have against this been fairly spritely due to two phenomena:
- steadfastness in the production activities in the main sectors of use, such as coffee and frozen foods;
- the insertion of converter flexible packaging in new sectors of use.
It is reckoned that the actual growth in production, this seen in terms of the square metres, is slightly above that calculated considering activity in terms of weight.
The reasons for this discrepancy are to be found in the following factors:
- reduction of average basis weight per square metre, along with a use of plastic film with greater technical characteristics;
- greater development of flexible polylaminates of the plastic film/plastic film type, in particular monofilm and two layer polylaminates.
The flexible polylaminate business area has a fairly concentrated output, with ten concerns that account for around 70% of overall production.
In this area two types of concerns can be found: the film laminators that integrate upstream with the production of plastic films and in some case, other raw materials (paper and aluminium) and the laminators without upstream integration (this being the more numerous category).
In the field of flexible packaging for converting the Italian industry, in terms of technology and skill, is among the top in Europe.

Raw materials used
In 2004 the production of laminates for converting required the use of 270,000 tons of raw material, around 14% of which being paper and cardboard.
Aluminium foil accounted for 9.5% while plastic film still makes up the greatest share (76.5%). As well as to be put down to market preferences, the growth trends of the various laminating solutions are also due to the run of the various end user sectors.
Concerning plastic films, polyethylene is the most-used polymer (45% of total use of plastics), followed by PP (38%). The remaining 17% is constituted by PET, EVOH, NYLON etc.
The most interesting developments are to be seen in this latter type of polymers, in particular in metalised polyester, in relation to the increase in packaging in protective atmosphere (semirigid heatformed packaging derived from sheet).

End user sectors: food
In 2004 around 79% of flexible converter packaging was used in the agrofood area.

• Cheeses and other dairy products
This sector accounts for around 23.5% of use of flexible polylaminates and is showing steady growth. The main field of application is that of pouches for packaging mozzarella cheese.
It is also used for other fresh or at any rate soft-worked cheeses, where one also has packaging in protective atmosphere. In the milk derivate sector the share of flexible or semirigid polylaminates stands at 57% compared to other types of packaging: in particular the presence of polylaminates is growing progressively to the detriment of traditional wrapping for the portions of loose product sold at the counter.

• Pasta
The flexible packaging used for the packaging pasta accounts for roughly 5% of consumption. Pasta is divided up into dry and fresh pasta.
Dry pasta - The packaging used for dry pasta can be broken down into two categories: polylaminate bags and cardboard packs.
The penetration of plastic film in this sector is very high and now accounts for a steady 70%.
The bags are made up of a double BOPP/CPP film.
Large capacity PE bags for pasta for communities are also used.
In many cases the bags are accompanied by a cardboard tray (for example for dry egg pasta).
The ratio between cardboard pack and plastic bag is substantially stable.
Fresh pasta - This is a sector enjoying a considerable growth that, for some years now has also enjoyed a discreet flow in exports.
The packaging used is of two types: in protective atmosphere and without any conditioning.
The packaging used for protective atmosphere is complex in structure.
The main material combinations are: base in PET/PP/LDPE or PET/OPA/PP; top in PP/EVOH/PP or PS/EVOH/LDPE.
As far as packaging without conditioning is concerned a tray in PS with stretchfilm wrap, generally in PVC is used.
The ratio between the two solutions continues to evolve in favor of the former: in actual fact, considering a general growthrate standing at a 4-5% annual average, the use of flexible polylaminates for the packaging in protected atmosphere is growing at an annual average of 6-7%.
Vacuum packing has virtually disappeared.

• Confectionery and bakery products
Bakery products make up 10% of use of flexible packaging for converting.
Over 75% of industrial confectionery and biscuits are packed in flexible bags that are generally BOPP/CPP double layered.
More complex films are also used, devised for example for cream confectionery such as metalised CA/PE/ALL/PE or CA/BOPP/CPP.
Cocoa based products (chocolates and chocolate bars) feature an around 30% use of flexible packaging.
The main competitor of flexible packaging are cardboard packs, tins and paper bags.

• Frozen foods
Overall the sector is enjoying growth, accounting for 9% of Italian consumption of flexible converter packaging.
A full 85% of vegetables, 28% of seafood, 25% of icecreams and 100% for oven ready meals are packed in flexible packaging.
The ready meal segment, accounting for around 20% of total frozen foods, is enjoying a considerable and steadily increasing growthrate.
The use of polylaminates features both in flexible as well as in semiflexible packaging (trays with top). The type of flexible laminates present in the frozen foods sector varies according to what the product requires.

• Coffee
For packaging coffee the flexible polylaminate bag is mainly used, that accounts for 90% of use of flexibles and is made up of a OPP/ALL/PE or PET/ALL/PE multimaterial.
Overall, the converter flexible polylaminates used in this sector account for 5% of use.
The main alternative packaging is constituted by tins (accounting for a share of 6%) that are also used in the family segment gift packs or for soluble coffee, or for products for the bar, especially for exports.
The use of tins is growing.
The other packaging solutions are the paper bag (for the sale of the loose product at the coffee store) and the glass jar for freeze-dried coffee.

• Cold cut meats
The presence of plastic flexible packaging in this area of the market, 12% of entire Italian use, is steadily growing at a considerable rate.
Packaging in protective atmosphere using semirigid heatformed bags or packs and the vacuum packing of whole pieces and diced product are the main elements that are creating growth. As well as that, the progressive growth of modern distribution has boosted the sales of products sliced on the spot and packed in plastic trays, similar to those used in packaging in protective atmosphere, but with less complex structures.
The share of flexible polylaminates in the cold cut meats sector has at the current moment reached 30%,
The other packaging solutions are made up by traditional paper wraps, plastic or aluminium trays sold at the delicatessen counter under modern distribution.

• Other food sectors
Converter flexible packaging is also equally present in many other sectors.
In the food sector one should highlight the entry of polylaminate bags in the tuna and petfood sectors.
They are also expanding in the important sector of fresh fruit&vegetables as far as cut, washed and dried vegetable produce.
The tomato derivate (puree) sector is also putting in a good showing as far as the products for catering are concerned.
The beverage sector also witnesses the presence of Cheerpacks that, on the market for some years now in a marginal manner, seem to show growth possibilities.

End user sectors: non food
In 2004 around 21% of flexible converter packaging was used in the area of non food. The main sector of use is that of domestic detergency (7.9%), followed by the cosmetics-perfumery-pharmaceutical products sector (4.7%), while the remaining 8.4% is shared between various sectors. Packaging in flexible polylaminate is the solution that gives the best performance, in particular as far as products in granules and powder form are concerned and it has also cornered a share of the liquid and doughy product area.

• Domestic detergency
The timehonored packaging items in the domestic detergency sector are cardboard drums and light cardboard cases: the former now have a very limited presence, the latter continue to do fairly well, but they are under the competition of flexible packaging and plastic flacons. This trend also depends on the development of demand: the growth in demand for liquid products corresponds to a greater demand for plastic flacons, while the choice of flexible polylaminates, essentially for powder products, depends on the choice of the producer. Use of flexible packaging has reached a quota of around 20% and is also used for liquid products (concentrates and refills).

• Cosmetics-perfumery-pharmaceuticals
In the pharmaceutical products and cosmetics-perfumery sector the share of use of flexible polylaminates (mainly pouches) stands at around 3%, with good growth prospects.
The other sectors of use of flexible polylaminates, referring to non food, can be mainly grouped into the chemical segment, for phytopharmaceutical products, manure, intermediary products for the chemical industry etc…

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio




Perché serve
In sintesi, ecco i requisiti che un imballaggio flessibile deve garantire:
- barriera agli aromi, al vapor d’acqua e all’ossigeno;
- perfetta saldabilità; è molto importante, infatti, assicurare l’ermeticità della confezione e la resistenza meccanica al fine di difendere il prodotto dagli agenti esterni e dalle manomissioni;
- efficace potere di comunicazione, favorito dalla loro particolare facilità e predisposizione alla stampa;
- idoneità dei materiali utilizzati al contatto alimentare secondo la normativa vigente;
- macchinabilità;
- facilità di movimentazione del prodotto nelle varie fasi del trasporto e nella disposizione sugli scafali dei supermercati.



So that it works
Summing up, here are the requisites that flexible packaging has to guarantee:
- barrier to aromas, steam and oxygen;
- perfect sealability; it is very important to in fact ensure the airtightness of the pack and its mechanical strength to defend the product against external agents and tampering;
- effective communication power, favored by its printability;
- conformity of the materials used in contact with foodstuffs to the standards in force;
- machineability;
- easy handling of product during the various transportation phases and in its setting out on the supermarket shelves.