July/August 2004




Ambiente da Oscar
Oscar Environment



Il valore della bellezza
The value of beauty

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Vetro da esportazione
Glass for export

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Un airless a metà… che vale doppio
An airless down to half… that is worth double

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Green procurement: i capitolati della plastica
Green procurement: plastics contracts

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Il futuro dell’etichetta
The future of labeling

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Anche se i numeri parlano di un certo ridimensionamento nel consumo di prodotti cosmetici, l’imballaggio continua a essere oggetto di grande attenzione da parte
dei produttori. Dati e tendenze del 2003 sull’impiego di materiali e tipologie
di confezionamento.
Plinio Iascone

Secondo quanto emerso dagli studi di settore presentati da Unipro (Associazione Italiana Industrie Cosmetiche) in occasione dell’edizione 2004 di Cosmoprof, il mercato della cosmesi in Italia ha registrato per il secondo anno consecutivo un andamento sotto tono, soprattutto in relazione alle ottime prestazioni ottenute tra il 1998 e il 2001.
Sembra che, nel corso del biennio 2002-2003 (caratterizzato da una decisa instabilità economica), l’attenzione ai temi della bellezza e del benessere si sia ridimensionata, lasciando spazio ad altre necessità di acquisto. Ma veniamo ai numeri.

Il mercato in Italia
Nel 2003, la crescita della produzione espressa in valore, si è attestata sul 2%; il risultato è stato raggiunto grazie a un aumento del 3,5% del fatturato sul mercato interno, che ha permesso di compensare il calo del 2% registrato nelle esportazioni. Il consumo interno risulta cresciuto del 2,7% con un flusso di importazioni in aumento. In termini reali, deflazionando i dati espressi in valore, l’attività del settore risulta ridimensionata, dato che i consumi interni sono stati limitati infatti a un +0,8%.
Le esportazioni hanno ovviamente risentito della bassa congiuntura in molte aree europee, ma anche dell’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro, che ha diminuito la nostra competitività nei paesi extra UE.
Per quanto concerne il mercato interno i consumi di cosmetici, pur mantenendosi tendenzialmente in crescita, hanno evidenziato un rallentamento rispetto ai trend del passato: in particolare sono stati penalizzati i segmenti della profumeria alcolica e i prodotti per il trucco. Esaminando l’andamento delle diverse tipologie di prodotti a valori costanti, ossia deflazionati, si evidenzia anche per le aree dell’igiene orale e del trattamento capelli un incremento dei consumi molto contenuto.
In crescita le vendite del mass market, che raggiunge il 46%, in cui la GDO è passata dal 23% al 25%. In calo i canali farmacia e profumeria.
Il made in Italy della bellezza, comunque, si mantiene, potenzialmente, su buoni livelli di competitività e continua a riscuotere interesse in tutto il mondo.
Secondo l’analisi effettuata dal Centro Studi e Cultura d’Impresa Unipro, il 2004 dovrebbe essere caratterizzato dal seguente andamento:
- mercato interno, suddiviso fra canali tradizionali (+1,5%) e canali professionali (+1,8%);
- esportazioni -1%;
- totale settore +0,8%.

I numeri del confezionamento
I prodotti della cosmesi e profumeria sono beni che “danno” e “fanno” immagine, quindi tutto ciò che concerne la comunicazione assume una valenza determinante. Il packaging offre dunque, in questo caso, una formidabile leva di marketing ai produttori, che vi dedicano risorse e tempo. La ricerca e l’innovazione in termini di confezionamento è di fatto continua e si manifesta sia nella ricerca di nuove forme o colori sia nell’adozione di materiali diversi.
Si valuta che, nel 2003, l’industria italiana della cosmesi, profumeria e igiene personale abbia utilizzato 2.992 milioni di confezioni (+2% rispetto al 2002).
In termini di peso, l’incremento degli imballaggi usati è stato dell’1,5%.
Questa differenza va fatta risalire in parte a una diminuzione dell’impiego di imballaggi di vetro (dovuto sia al calo dei consumi di profumeria alcolica che all’avanzamento dei vasetti di plastica) e in parte alla progressiva razionalizzazione degli imballaggi, con diminuzione del peso medio.
Il confezionamento primario continua a essere caratterizzato da una molteplicità di forme e tipologie, mentre più omogeneo risultano sia gli imballaggi di presentazione (la scelta cade essenzialmente sull’astuccio pieghevole di cartoncino) e su quelli da trasporto (casse di cartone ondulato).
Per i prodotti cosmetici destinati in particolare alla distribuzione moderna, il cartone ondulato viene ampiamente utilizzato per realizzare i display, assolvendo così una duplice funzione (trasporto ed esposizione del prodotto sul scaffale, con eliminazione dell’astuccio).

L’importanza del “primario”
Confezioni di vetro, di plastica (inclusi i poliaccoppiati flessibili) e di metallo, ma anche tubetti flessibili: questi gli imballaggi primari usati nel confezionamento dei prodotti di profumeria cosmesi e igiene personale.

• Gli imballaggi di vetro (flaconi, boccette, vasi, ecc.) nel 2003 risultano in flessione dell’1% circa, e l’impiego è stato ripartito tra le principali categorie di prodotti: 49% profumeria, 17% prodotti per la cura delle mani, 11% articoli da regalo, 8%, prodotti per trucco e cura viso e 15% altri settori (cura del corpo, prodotti per la barba ecc.).
Sull’impiego totale di imballaggi, quelli di vetro occupano una quota del 23%, in lieve diminuzione rispetto al 2002.

• Gli imballaggi di plastica esprimono un trend tendenzialmente in crescita, e risultano dominanti con uno share del 46,8% ripartito fra flaconeria e vasetti (44%), bustine di poliaccopppiato flessibile (2,8%).
Flaconeria e vasetti vengono utilizzati in prevalenza per confezionare prodotti per il trattamento del corpo (30%), specialità per il trattamento dei capelli (24%), viso e trucco (18%), prodotti per le labbra (8,5%), altri prodotti (19,5%).
Per quanto concerne le bustine, il 44% viene impiegato per confezionare prodotti per le mani, il 19% è destinato alle specialità per il corpo e il restante 37% è suddiviso tra salviette profumate e prodotti per il trattamento dei capelli.

• Gli imballaggi metallici, ovvero bombolette per prodotti spray, scatolette, tubetti rigidi, hanno fatto registrare una lieve diminuzione della quota sul totale degli imballaggi utilizzati (9,4%). Il posizionamento delle tre tipologie di imballaggi metallici differisce a seconda dei settori. Nel settore rossetti, il tubetto rigido metallico è passato dal 47,5% al 46%, sostituiti con analoghi tubetti in plastica.
Nei settori del trattamento capelli, deodoranti e prodotti per la barba, la bomboletta spray risulta sostanzialmente stabile, assestata intorno al 5,7%, con un lieve spostamento dall’acciaio all’alluminio.
• I tubetti flessibili (PE/ALL/PE, PE e ALL) risultano stabili rispetto al 2002, occupando il 18,2% del totale degli imballaggi utilizzati nel comparto della bellezza.
In particolare, i tubetti flessibili di plastica e quelli di PE/ALL/PE sono utilizzati per il 63% per i dentifrici, settore di punta anche per i tubetti di alluminio (31,5%). Questi ultimi che però vengono ampiamente adottati nel settore prodotti per il corpo (29,5%).
Il rapporto tra tubetti di PE o di PE/ALL/PE e quelli di alluminio è di 82% : 18% (dove gli accoppiati PE/ALL sembrano essere i più favoriti).

• L’imballaggio in carta, con l’esclusione dell’astuccio di presentazione di cartoncino, incide per il 2,7%. Risulta il lieve calo la presenza di confezioni dove l’imballaggio primario è costituito da busta di carta (talco) e incarti (saponette).
Discorso a parte merita l’astuccio di cartoncino, insostituibile per molti versi.
Si valuta infatti che l’impiego dell’astuccio riguardi il 42% circa delle confezioni, pari a circa 1.240 milioni di unità.
Nel caso della profumeria e delle creme viso corpo di alta gamma, gli astucci svolgono, al pari del flacone o del vasetto, una funzione di comunicazione decisiva.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio


The value of beauty
Even if the figures indicate there’s been a reverse trend in the consumption of cosmetics, packaging continues to be the subject of much attention from the producers. 2003 data and trends for the use of materials and types of packaging. Plinio Iascone

According to the market studies presented by Unipro (Italian Association of Cosmetic Industries) during the 2004 edition of Cosmoprof, the Italian cosmetics market has seen sluggish growth for the second year running, especially when compared to the excellent performance seen in the years
1998 - 2001.
It would appear that attention to beauty and wellbeing has fallen during the two year period 2002-2003 (a period marked by great economic instability), leaving room for other purchase priorities. But let’s take a look at the figures.

The Italian market
Growth in output (by value) in 2003 came to 2%; this is thanks to a 3.5% increase in domestic turnover, compensating for a 2% fall in exports. Italian consumption grew by 2.7% with import figures up. In real terms, however, removing the effect of inflation on the figures expressed in value, this industry has suffered a slow-down, given that domestic consumption went up by just +0.8%.
Exports have been affected by the unstable economic situation in many areas of Europe, not to mention the strengthening of the Euro against the Dollar, which has cut our competitiveness on non EU markets.
As for the Italian market, while consumption of cosmetics has continued to rise, there has been a definite slow-down compared to past trends, especially in perfumery and make-up.
If one analyses the trends for the different product types at constant value (i.e. disinflated), there has also been a minimal growth in the areas of also oral hygiene products and haircare products.
Mass market sales are up, reaching 46% with broadscale distribution’s share rising from 23% to 25%. Pharmacy and perfumery sales are down.
The Italian beauty industry does, therefore, manage to remain potentially competitive and attract attention from all over the world.
A study carried out by the Unipro Business Studies and Culture Centre finds that 2004 should see the following trend:
- Italian market, split between conventional outlets (+1.5%) and professional outlets (+1.8%);
- exports -1%;
- total sector +0.8%.

Packaging figures
Cosmetics and perfumery products are goods that “give” and “make” an image and so all aspects of their communication are of crucial importance. Packaging therefore provides a formidable marketing tool for the producers, who dedicate a lot of resources and time to this. There is constant research and innovation in packaging, resulting in both new shapes and colors and the adoption of different materials.
It’s estimated that the Italian cosmetics, perfumery and personal hygiene industries used some 2,992 million packs in 2003 (+2% on 2002).
In terms of weight, there was a 1.5% rise in the amount of packaging used.
This difference is partly due to a reduction in the use of glass as a packaging option (owing to a fall in the consumption of perfumes and a rise in the use of plastic jars) and partly the on-going rationalising of packaging with a decrease in average weight.
The primary packing continues to consist of a multitude of different shapes and types, while the presentation packaging tends to be more uniform (mostly the folded board box) as does the packaging used for shipping (corrugated cardboard boxes).
Cardboard is widely used for display stands for cosmetic products sold in supermarkets, thus having a dual role (transport and display of the product on the shelf, eliminating the need for the individual box).

The importance of “primary” packaging
Glass, plastic (including flexible polylaminates) and metal packs, but also flexible tubes: these are the types of primary packaging used for perfumes, cosmetics and personal hygiene products.

• Glass packaging (flacons, bottles, jars, etc.) fell by roughly 1% in 2003, the split between the main product categories being: 49% perfumery, 17% handcare products, 11% gift products, 8% make-up and products for the face and 15% other sectors (bodycare, shaving products, etc.).
Glass has a 23% share of the total packaging market, a slight drop on 2002 figures.

• Plastic packaging enjoys a basically upwards trend, dominating the market with a share of 46.8% split between flacons and jars (44%) and flexible polylaminate sachets (2.8%).
Flacons and jars are used mostly for bodycare products (30%), haircare products (24%), products for the face and make-up (18%), lip products (8.5%) and other products (19.5%).
With regard to sachets, 44% of these are used to pack products for the hands, 19% for bodycare products and the remaining 37% is split between perfumed wipes and products for hair treatment.

• Metal packaging (i.e. spray cans, tins and stiff tubes) saw its market share fall slightly (9.4%). The positioning of the three types of metal packaging differs from sector to sector. In the lipstick sector, for instance, use of stiff metal tubes has gone from 47.5% to 46%, these being replaced by analogous plastic tubes.
In the sectors of haircare, deodorants and shaving products, the spray can basically holds its own at around 5.7%, though there is a slight shift in use from steel to aluminium.

• Flexible tubes (PE/AL/PE, PE and AL) are steady compared to 2002, with 18.2% of the total market for packaging used in the beauty industry.
More specifically, flexible plastic tubes and PE/AL/PE tubes are used for 63% of all toothpaste, a leading sector for aluminium tubes too (31.5%).
The latter are widely used in the haircare sector too (29.5%).
The ratio between PE or PE/AL/PE tubes and aluminium tubes is 82%:18% (PE/AL laminates seem to be the most popular).

• Paper packaging (excepting board presentation cases) accounts for 2.7% of the market. There is a slight drop in the number of packs where the primary packaging is a paper bag (talcum powder) and wrappings (bars of soap).
Board cases need to be discussed separately, as these are irreplaceable for many reasons. In fact, it’s estimated board is used for about 42% of all packs, equal to roughly 1,240 million units.
In the case of luxury perfumes and face/body creams, the boxes have a crucial communication role, as important as the flacon and jar itself.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio




Un commento in pillole
Analizzando le confezioni relative ai prodotti esposti a Cosmoprof, emergono alcune considerazioni sulle tendenze “dell’imballaggio”:
• la plastica continua a erodere spazi in tutti i settori, ad esclusione della profumeria dove il vetro continua a mantenere una netta preminenza;
• forme, colori e grafica sono in continua evoluzione, così da rendere sempre più attrattivi i prodotti, esaltando le capacità comunicative del packaging;
• viene svolta una ricerca accurata sulla funzionalità, per facilitare l’uso della confezione;
• in presenza di forme ardite della confezione, la scelta, in genere premia la plastica;
• la crescita delle vendite tramite la GDO porta all’aumento dei display, con possibili ripercussioni sull’impiego dell’astuccio.




A pill-sized comment
On analysing the packs used for the products on show at Cosmoprof, a few pointers as to the trends “in packaging” emerge:
• plastic continues to gain shares in all sectors, apart from that of perfumery where glass holds onto its clear prominence;
• shapes, colors and graphics continually evolve, making products more attractive, making the most of packaging’s communicative value;
• great pains are taken over functionality, to make packs easier to use;
• plastic is easily the top choice when it comes to bold new shapes;
• growing sales via broadscale distribution has led to an increase in the use of displays, with potential repercussions on the use of the case.