Sulle ginocchia degli dei…*

L'EDITORIALE DI STEFANO LAVORINI. Non ci si dimette dalla storia, e neppure si può dichiararla chiusa a proprio piacimento. Il che presuppone che si continui a sognare, con la coscienza che niente è ineluttabile e che è necessario cercare vie di miglioramento al proprio presente.

In questa consapevolezza - ben espressa da David Bitussa in prefazione al libro “I have a dream” - appare evidente che niente verrà da solo, che bisogna metterci del proprio, ovvero non solo crederci ma anche rischiare.

In un certo senso significa assumere la parola “domani” come condizione preliminare a legittimare e dare fondatezza al sogno. Il sogno, così, non è il futuro ma la condizione perché, a partire dal presente, inizi a prendere corpo un domani diverso: un richiamo alla responsabilità, in altri termini, perché richiede un atto, così come non solo un contenuto ma anche un’emozione.

A volte, quindi, la realtà impone di fare una sorta di “passo indietro”, nonostante si sia sempre spronati a guardare avanti e a non fermarsi mai. Un “passo indietro” che non è rinuncia, né rassegnazione, né cancellazione di un passato ma esame della realtà che, proprio tenendo conto delle condizioni esistenti, evita al sogno di risolversi nell’illusione, mentre, al contrario, pone le basi per la sua concretizzazione.

D’altronde, la storia si è via via realizzata solo passando dall’ordine conosciuto, non più in grado di rispondere a nuove istanze, al caos che introduce a nuovi valori.
Sapere aude - abbi il coraggio di servirti della tua intelligenza - è il motto dell’Illuminismo, ed è accettando questa sfida che dalla precarietà e dall’incertezza può nascere una nuova storia.

Sono convinto che ritrovandosi a viverla, la vita, si riveli ancor più complicata. Ma non c’è alternativa.
Cosa penso e faccio io? Il mio compito non è tanto dare risposte ma porre (e pormi) delle domande.
Come scrive Niccolò Tommaseo: «Tutto non si può dire: o l’orgoglio o la modestia lo vietano… Perché le parole significano alla meglio i sentimenti a uno a uno; non il complesso loro, il contrasto: e in quel complesso è la vita, in quel contrasto il mistero dell’anima».

* (Ma) tutto ciò posa sulle ginocchia degli dei.
(Omero, Iliade, Libro XVII, 514; Odissea, Libro I, 267)

 

Il nostro network