Web2Print: lettere agli utilizzatori

Progettare, decidere, ordinare e acquistare “stampa” via web, senza dover incontrare il fornitore del servizio, ovviamente a prezzi competitivi, è pratica ormai acquisita anche in Italia. E inizia a prendere piede anche nel mondo delle etichette. In quali casi? Con che limiti e vantaggi? Matteo Rigamonti, fondatore della PixartPrinting e antesignano del web-to-print nazionale, risponde alle domande della redazione. E, dal prossimo numero, anche dei lettori.

Il web-to-print rappresenta una forma particolare di terziarizzazione, nata come alternativa competitiva alla stampa “tradizionale”. In questo contesto, PixartPrinting ha conquistato molto rapidamente la fama di fornitore d’eccellenza. Cosa offrite di più?
I prezzi del web-to-print uniti a un’estrema velocità e certezza di risposta e di consegna. E soprattutto - questo il nostro elemento distintivo più evidente - una qualità eccellente, in grado di soddisfare anche le richieste più esigenti.

Per esempio?
Un esempio tipico riguarda la stampa di etichette che, in genere, deve essere di alto livello anche per i prodotti del mass market. Non è un caso che, proprio al labeling, PixartPrinting abbia dedicato un’intera divisione dell’azienda, con struttura, operatività e tecnologie ad hoc. Grazie a questi investimenti siamo in grado di assicurare forniture on demand di tutti i generi, tanto agli etichettifici quanto alle aziende, segnatamente del food & beverage.

Su cosa si basa, in particolare, il servizio di stampa di etichette?
Sulla corretta comprensione delle richieste del cliente e su un parco macchine aggiornatissimo, di cui i nostri tecnici sanno sfruttare le potenzialità al meglio. Un’impiantistica di questo livello, insieme a una sapiente gestione dei flussi, ci permette di realizzare tanto quantità-campione quanto lotti da migliaia di pezzi, con tempi e costi che non temono confronti.
Abbiamo analizzato il mercato delle etichette a fondo e il business risulta concentrato nelle mani di poche grandi aziende che producono a livello industriale, a cui si affiancano tante piccole realtà frammentate con costi di avviamento sicuramente molto alti. È il motivo che ci ha spinto a dar vita a un reparto etichette digitale per entrare in questo mercato, puntando al “sottobosco” che a nostro avviso presenta un ampio margine di crescita. A queste realtà ci rivolgiamo applicando lo stesso principio che sta alla base del nostro business model - costi competitivi, massima qualità e consegna veloce.

Che tipo di lavorazioni realizzate? E con quali attrezzature?
Al momento evitiamo di impegnarci in particolari lavori di nobilitazione e puntiamo, invece, all’esecuzione perfetta di etichette più semplici anche in quantità limitate come, tipicamente, quelle richieste dalle aziende in fase di start up o legate a campagne promozionali e di immagine.
Quanto al parco macchine, possiamo menzionare come emblematici almeno l’ultimo e super versatile sistema Sei Laser di taglio e finitura, con cui possiamo realizzare facilmente etichette di qualsiasi forma, e la nuova Epson SurePress L-4033°: una macchina da bobina in grado di stampare supporti diversi (attualmente carta patinata lucida, carta naturale e PP), che lavora in esacromia (CMYK + orange e green), permettendoci così di riprodurre oltre il 90% della gamma Pantone. Questa Epson adotta inoltre inchiostri a elevata densità (3 picolitri) che, pur essendo a base acqua, sono rivestiti di resina e assicurano dunque standard superiori di stabilità, lucentezza, resistenza a graffi, luce e agenti atmosferici. E sono approvati per il contatto alimentare.

Il comparto alimentare italiano è costituito da circa 30.000 aziende individuali e 30.000 micro-imprese di trasformazione, 6.500 piccole imprese, 200 medie imprese e solo 10 grandi imprese: un target potenziale molto alto per il servizio di stampa di etichette on demand offerto da Pixartprinting.

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