April 2001
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Vetro: produzione e consumi delle diverse tipologie di contenitori. Un’analisi degli ultimi dati disponibili, con un dettaglio delle quote attribuite alle principali applicazioni e qualche cenno ai materiali alternativi.
Plinio Iascone

L’origine del vetro è antichissima e, secondo quanto riporta lo storico latino Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, furono i Fenici a inventarlo per pura casualità, nel 3000 avanti Cristo. Tornando dall’Egitto con un carico di carbonato di soda, si fermarono sulle rive di un fiume. Non avendo pietre su cui posare gli utensili per cuocere il cibo, usarono i blocchi di carbonato di soda e vi accesero sotto il fuoco. Al mattino, la sabbia del fiume e il carbonato di soda si erano trasformati in una materia luminosa e trasparente: il vetro appunto. Intuita l’importanza della scoperta, la diffusione del materiale fu immediata.
Alla fine del 1600 il vetro avrebbe però registrato un exploit senza precedenti, in particolare quando, nella regione dello Champagne, si intuì che le bottiglie di vetro erano i contenitori più adatti a conservare il vino (in particolare i vini mossi, che completano la fermentazione in bottiglia). Da allora il materiale occupa una posizione di rilievo nel confezionamento di liquidi alimentari, delle conserve vegetali o animali e in alcuni settori, profumeria innanzi tutto, la confezione di vetro è oggi sinonimo di qualità e di lusso.

Il mercato dei contenitori di vetro
Il settore degli imballaggi di vetro in Italia ha espresso nel 1999 una produzione di 3.108.000 t e un fatturato di circa 1560 miliardi di lire.
I valori della produzione si riferiscono agli imballaggi da vetro cavo (99% del mercato) e agli imballaggi da vetro tubo (1% del mercato).
Il consumo interno, sempre relativo al 1999, è ammontato a 2.829.000 t.
Un primo pre-consuntivo del 2000 evidenzia un incremento del consumo interno di vetro cavo del 2% circa e una sostanziale stabilità del consumo di vetro tubo, per un ammontare complessivo di 2.885.000 t. Infine la crescita del fatturato si stima intorno all’1%.
Dall’analisi dell’andamento del consumo interno di imballaggi di vetro, nell’ultimo quinquennio si evidenzia un’interessante crescita dell’1,6% medio annuo; si tratta di un risultato molto positivo, tenuto conto del lungo periodo di crisi che aveva contraddistinto gli anni precedenti e il processo di alleggerimento che ha interessato i manufatti in vetro negli ultimi tempi.

Vetro cavo: produzione e consumi
Nel 1999 la produzione di vetro cavo è stata di 3.084.000 t (+1,2% rispetto al 1998). Anche nel 2000, secondo un primo pre-consuntivo, la produzione cresce moderatamente.
Le esportazioni di imballaggi vuoti rappresentano il 14% circa della produzione, mentre le importazioni coprono una quota modesta del consumo nazionale (circa 6%).
Il consumo interno di imballaggi di vetro cavo è pari a 2.901.500 t, valore comprensivo di bottiglie, vasi e flaconeria (gli ultimi due sono risultati i comparti più dinamici nel 1999).
È importante evidenziare che per il confezionamento dei diversi prodotti viene impiegata anche una non indifferente quantità di bottiglie a rendere. Nel 1999, ad esempio, a fronte di 2.463.000 t di bottiglie nuove immesse sul mercato, il confezionamento dei diversi prodotti ha comportato un impiego complessivo di bottiglie pari a circa 3.800.000 t.
La produzione globale ’99 di contenitori di vetro cavo (bottiglie, vasi e flaconi) risulta così ripartita tra le principali aree di utilizzo: bevande 85%, alimenti vari 7% (compresi olio alimentare, conserve vegetali, ecc.), altro 8%.
Rispetto al 1998 si riscontra una crescita dello share dell’area bevande a seguito del buon andamento dell’attività della maggior parte dei settori sia delle bevande analcoliche che di quelle alcoliche. Per contro si registra una stabilità dello share del comparto alimentare, nel cui ambito è cresciuto molto l’impiego nel settore dei derivati del pomodoro, e un lieve arretramento nell’area “altro”, dove l’impiego più consistente fa capo ai settori cosmesi-profumi e farmaci.

I settori di sbocco delle bottiglie
L’impiego di bottiglie nuove di vetro cavo nell’area bevande alcoliche e analcoliche si articola in diversi settori merceologici.
Il principale campo di applicazione delle bottiglie di vetro cavo è quello dei vini (spumanti compresi) con uno share del 45,5% sul peso totale della produzione.
Il posizionamento del vetro nel settore vinicolo si presenta in lieve crescita a seguito del notevole aumento della domanda di vini DOC e delle esportazioni, aree di sbocco che richiedono essenzialmente il confezionamento in vetro.
Negli anni futuri si potrà verificare una sensibile avanzata del confezionamento in bag in box nella gamma da 3 a 10 litri, in sostituzione della vendita del vino sfuso e delle piccole damigiane. Questo non dovrebbe però influire sull’impiego delle bottiglie.
Altri importanti settori di sbocco sono l’acqua minerale e le bibite analcoliche col 9,5% (share che dopo un lungo periodo di progressivo calo sembra essere in via di assestamento) e la birra con il 14%. In quest’ultimo comparto il posizionamento della bottiglia di vetro rispetto alle altre forme di imballaggio è per il momento sostanzialmente stabile ma non si esclude che in futuro si possa verificare un’erosione della sua partecipazione da parte della distribuzione alla spina e della bottiglia in PET multi-strato.
Ai tre principali settori d’impiego di bottiglie di vetro, si aggiungono altri tre interessanti comparti merceologici: succhi di frutta, spirit e vermouth, olio d’oliva.
Il settore dei succhi di frutta, assorbe il 5,5% dell’utilizzo complessivo di bottiglie di vetro cavo. Negli ultimi quindici anni lo share del vetro, in quest’area di mercato, si è ridotta di oltre due terzi, ma per il futuro si prevede un assestamento. La bottiglia di vetro in questo comparto, infatti, di recente è stata oggetto di un’intensa campagna di rivitalizzazione in termini di forme e di colori che sta producendo effetti positivi.
Storicamente il primo contenitore alternativo è stata la lattina.
Attualmente il contenitore a maggiore diffusione risulta essere l’imballaggio in cartoncino poliaccoppiato rigido, ma anche la sua posizione risulta insidiata dalla bottiglia in PET o PE.
Spirit, vermouth e olio d’oliva assorbono rispettivamente il 7% e l’8% delle bottiglie di vetro immesse sul mercato. Per quanto riguarda spirit e vermouth, la bottiglia di vetro è l’unico imballaggio usato, mentre per l’olio si deve confrontare con la lattina e con la bottiglia di PET. Per il momento quest’ultima viene impiegata soltanto per le esportazioni dove entra in concorrenza essenzialmente con la lattina.

I settori di sbocco dei vasi
La diffusione e il consumo nazionale di vasi di vetro cavo risultano in tendenziale aumento. Questo incremento deriva dalla maggior diffusione di questa soluzione di imballaggio, in particolare nel settore dei derivati del pomodoro dove si utilizzano bottiglie a collo largo, definite anch’esse come vasi.
Nel 1999 in Italia si sono impiegate 245.000 t di vasi di vetro (+3% rispetto al 1998) e il 2000 dovrebbe aver segnato un ulteriore incremento del 2-3%. Il 67% circa dei vasi è impiegato per il confezionamento delle conserve vegetali - legumi, sottaceti, sottolio, marmellate, ecc. - mentre il restante 33% è suddiviso tra diverse merceologie: tonno, acciughe, salse, miele, spalmabili vari e altri prodotti. Il vaso di vetro è normalmente chiuso con coperchio d’acciaio del tipo “twist off”. In questi settori il competitor principale del vaso di vetro è la scatoletta in banda stagnata.
Si stima che esistano possibilità di una potenziale crescita, per alcuni impieghi, anche del vasetto di plastica con coperchio a vite di plastica o con top pelabile di alluminio.
Per quanto riguarda il settore delle passate di pomodori il vaso di vetro presenta uno share di mercato in progressiva crescita rispetto alla scatola in banda stagnata, ma anche rispetto al contenitore in cellulosa poliaccoppiata.

I settori di sbocco della flaconeria
La flaconeria da vetro cavo, utilizzata in Italia nel 1999, ammonta a circa 111.000 t. I valori del 2000 dovrebbero essere sostanzialmente simili a quelli del 1999. Due le principali aree settoriali di sbocco: cosmesi-profumeria e farmaceutica.
Il settore della cosmesi-profumeria assorbe circa il 62% della produzione e impiega flaconi per profumi - dove il vetro continua a mantenere una posizione di netta preminenza - boccette per smalti, diluenti per unghie e vasetti per creme.
Nel settore creme viso e mani il vasetto di vetro è in forte concorrenza con il vasetto di plastica, che sta progressivamente aumentando la propria quota.
Il settore farmaceutico copre il 27,5% dell’impiego di flaconeria di vetro cavo. Gli impieghi riguardano flaconcini per prodotti iniettabili e farmaci da assumere per via orale, flaconi per sciroppi e collutori, vasetti per unguenti, boccette per prodotti oftalmici ecc. Al momento l’alternativa all’imballaggio di vetro è costituita dai contenitori di plastica. L’avanzata della plastica si presenta, però, molto lenta e circoscritta ad alcune aree specifiche, come i prodotti oftalmici o le pomate. In quest’ultimo segmento un altro competitor è rappresentato dai tubetti flessibili.
I restanti quantitativi di flaconeria da vetro cavo, circa il 10,5%, sono impiegati in diversi altri settori: attrezzature da laboratorio, oggettistica da regalo e altri. In entrambe queste due aree di mercato il posizionamento dell’imballaggio in vetro risulta tendenzialmente in lieve calo.

Vetro tubo: produzione e consumi
Nel 1999 in Italia sono state prodotte circa 19.500 t di flaconi e fiale da vetro tubo, valore nettamente più contenuto rispetto a quello del 1998.
Il calo è da imputarsi a una contrazione delle esportazioni; il consumo del mercato italiano è infatti risultato costante. Il settore farmaceutico è la principale area di sbocco dei contenitori di vetro tubo (66% del consumo complessivo); utilizza per oltre il 70% fiale per prodotti iniettabili e per il restante 30% flaconcini per iniettabili e farmaci per via orale. L’alternativa all’imballaggio in vetro tubo è costituita dai prodotti di vetro cavo.
Altre aree di impiego dell’imballaggio da vetro tubo sono la cosmesi (essenzialmente fiale o flaconcini per il trattamento dei capelli) e le attrezzature da laboratorio (flaconi e provette), che assorbono circa 1.700 t ciascuno.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio


Ancient, but still evolving

Glass: production and consumption of the different types of containers. An analysis of the latest data available, with a view to the shares regarding the main applications as well as a look at alternative materials.

The origin of glass harks back to ancient times, according to what the historian Plinius the Elder recounts in his Naturalis Historia the Phoenicians invented it by chance in around 3000 B.C. Returning form Egypt with a cargo of sodium carbonate, they stopped on the banks of a river. Not having stones to place their kitchen utensils they used the blocks of sodium carbonate under which they lit a fire. In the morning, the sand of the river and the sodium carbonate had turned into a luminous and transparent material: glass in fact. The importance of the discovery was understood and the material spread immediately.
At the end of the 1600 glass registered an exploit without precedent, particularly in the Champagne region, when it was intuited that glass bottles were more suited to preserving wine (particularly sparkling wines, that complete their fermentation in the bottle).
From then on the material has occupied an important position in packaging food products, vegetable or animal preserves and in some sectors, perfumery first and foremost, glass packaging is today synonymous with quality and luxury.

The glass container market
The glass container market in Italy in 1999 accounted for a production of 3,108,000 t and a turnover of around 1560 billions of lire.
Production figures refer to hollow glass packaging (99% of the market) and tubular glass packaging (1% of the market).
Domestic consumption in 1999 totalled 2,829,000 t. A first preconsumption for the year 2000 shows an increase in domestic consumption of hollow glass standing at around 2% and a substantial stability of tubular glass, for a total of 2,885,000 t. Lastly, growth in turnover is estimated at around 1%. From the analyses of the run of domestic consumption of glass packaging, in the last five years ones sees an interesting growth of 1.6% per year, this is a very positive result, considering the period of crisis that marked the preceding year and the process of lightening that has affected glass items in recent periods.

Hollow glass: production and consumption
In 1999 the production of hollow glass was at 3,084,000 t(+1.2% up on 1998). Also in the year 2000, according to a first pre-consumption, production is growing moderately. Exports of empty packaging account for around 14% of production, while imports cover a modest share of national consumption (around 6%) .
Domestic consumption of packaging in hollow glass is at 2,901,00 t, figures that include bottles, jars and flacons in general (the latter two have been seen to be the most dynamic sectors in 1999). It is important to note that for the packaging of a range of products a quite considerable quantity of returnable bottles are used. In 1999 for example, in the face of 2,463,000 t of new bottles placed on the market, the packaging of a range of products has led to an overall use of bottles standing at around 3,800,000 t.
Global production in ‘99 of hollow glass containers (bottles, jars and flacons) is thus divided out between the main areas of use: beverages 85%, various food 7% (including food oil, vegetable preserves etc.), other 8%.
Compared to 1998 a growth is seen of the share of the beverage area following on from the good run of activity of most of the sector, covering both alcoholic and non alcoholic beverages. Against this one sees a stability in the share of the food segment where the use in the tomato derivates sector has grown a lot, with a slight drop in the “other” sector, where the most considerable use is made in the cosmetics and pharmaceuticals sector.

Outlet sectors for bottles
As regards new bottles placed on the market in the liquids area, hollow glass bottles are used in a number of marketable goods sectors.
Wines, sparkling wines and vermouth lead the way with a 45.5% share (the figure is for the quantity of bottles in terms of weight).
The positioning of glass in the winemaking sector is slightly up following the greater increase in demand for DOC wines and exports, outlet areas that essentially require glass.
The future may see a considerable advance for bag and box packaging from 3 to 10 litres, substituting loose wine sales and small demijohns, though this should not have any effect on the use of bottles.
These are followed by mineral waters and non-alcoholic drinks with 9.5% (share that after a long period of showing a progressive drop seems to be settling down) and beer with 14%, share dropping slightly due to the effect of a reduction in the average weight of bottles; while substantially stable compared to the other packaging formats, an erosion by distributors of draught beer is may come about in the future.
Besides the three main sectors using glass bottles, there are other interesting segments of marketable goods: fruit juices, spirits, vermoth and olive oil. The fruit juice sector accounts for 5.5% of the overall quantity of hollow glass bottles used, thought this share is steadily dropping (by over two thirds in the last fifteen years) but major stability is foreseen.
Historically the first alternative container was the can, but at present the rigid polylaminated cardboard container is on the increase, even if PET bottles and cheerpacks are its main competitors.
Spirits (vermouth included) and olive oil account for 7% and 8% respectively of the glass bottles put on the market.
As regards spirits and vermoth, glass bottles are the only form of packaging used, while for oil there is competition from cans and PET bottles, the latter used at present exclusively for exports.

Outlet sectors for jars
Wide-spread use and Italian consumption of hollow glass jars are on the increase.
This growth comes from the greater popularity of this type of packaging, especially in the tomato derivative sector, which uses large-necked bottles called jars.
In 1999 some 245,000 t of glass jars were used in Italy (+3% on 1998 figures) and a further rise of 2-3% is expected for 2000.
About 67% of these jars is used for packaging of vegetable preserves - legumes, pickles, products preserved under oil, jam and marmalade, etc. - while the remaining 33% is split between different categories of goods: tuna, anchovies, sauces, honey, various spreads and other products. The glass jar is normally closed with a steel “twist off” top.
The glass jar’s main competitor in these sectors is the tin can.
It’s felt that there is still room for potential growth, for certain uses, for plastic tubs with a plastic screw-top or aluminium peel-off top.
With regard to the tomato purée sector, the glass jar has seen its market share continue to grow, at the cost of the tin can and the polylaminate cellulose container alike.

Outlet sectors for small bottles
In Italy in 1999, about 111,000 t of small hollow glass bottles were used in Italy (figures for 2000 should be substantially similar to those of the previous year). There are two main outlet sectors: cosmetics-perfumery and the pharmaceutical industry.
The cosmetics-perfumery sector accounts for approximately 62% of production and uses perfume bottles – where glass continues to enjoy a clear lead – small bottles for nail varnishes and varnish removers and small jars for creams.
In the hand and face cream sector glass is encountering strong competition from plastic jars, steadily increasing its market share. The pharmaceutical sector accounts for 27.5% of small hollow glass bottles used.
The uses include small bottles for products for injection and oral consumption, small bottles for medicines and mouthwashes, jars for unguents, small bottles for ophthalmic products, etc. At present plastic containers are providing an alternative to glass packaging. However, plastic is gaining ground very slowly and is only on the increase in certain limited areas (eye-care products and creams) In this segment further competition is coming from flexible tubes.
The remaining amount of hollow glass small bottles, about 10.5%, is used in various sectors: laboratory equipment, gift articles and others.
In both these two areas of the market the positioning of glass packaging is dropping slightly.

Tubular glass: production and consumption
About 19,500 t of bottles and vials made from tubular glass were produced in 1999 in Italy, a far more limited figure than that for 1998.
This reduction can be explained by a fall in exports. In fact, consumption on the Italian market has remained constant. The pharmaceutical industry is the main outlet for containers made from tubular glass (66% of overall consumption); 70% of this material is used for vials containing injectable products, while the remaining 30% for small bottles containing injectable products and drugs administered by mouth. The alternative to tubular glass packaging is hollow glass products.
Other areas of use for tubular glass packaging are cosmetics (mainly vials or small bottles for haircare) and laboratory equipment (flasks and test tubes), accounting for about 1,700 t each.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio



In sintesi: imballaggi di vetro in alcuni dei principali settori di impiego
Super alcolici - L’imballaggio di vetro domina, coprendo il settore al 100%.
Vino e birra, succhi di frutta - L’imballaggio di vetro detiene interessanti posizioni nei comparti del vino e della birra, dove mantiene rispettivamente uno share dell’82% e del 74%. Nel settore succhi di frutta il vetro rappresenta il 37,5%.
Acqua minerale e soft drinks - con una partecipazione del 24% e del 6%, sono i settori dove il vetro ha subito, negli ultimi anni, i cali maggiori; attualmente però il mix del packaging sembra essersi assestato.
Derivati del pomodoro - Lo share attuale ha raggiunto il 24% ed è in sensibile aumento. In questo comparto la scelta del vetro riguarda le passate di pomodoro e le polpe pronte, prodotti che hanno da sempre presentato esigenze particolari in materia di packaging. La diffusione e l’affermazione del nuovo prodotto, infatti, esigeva un imballaggio diverso dal tradizionale barattolo di banda stagnata, impiegata per i pomodori pelati e il concentrato.
Conserve - Per quanto riguarda le conserve di tonno la presenza del vaso di vetro resta marginale (5%); per i legumi resta circoscritta al 33%.



At a glance: glass packaging in some of the main sectors of use
Spirits - Glass packaging continues to dominate in the spirits sector, where it accounts for 100% of the packaging used.
Wine and beer, fruit juice - It is well-placed in the first two segment, with shares of 82% and 74% respectively. In the fruit juice segment it has a 37.5% share.
Mineral waters and soft drinks - (24% and 6% respectively), are both sectors where this material has seen the most significant drops in recent years. Today the packaging mix seems to be more balanced.
Tomato by-products - Glass has a 24% share. In this segment glass is the first choice for tomato pastes and tomato pulp, all products that have had particular packaging requirements since their appearance on the market. The spread of the new product required a form of packaging that differed from the traditional tin-plated tin used for skinned tomatoes and tomato puree.
Preserves - As regards tuna fish preserves, glass jars play only a marginal role (5%); as regards legumes the share is stable (33%).