September 2004




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Milk: UHT goes into PET

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Report on the state of the packaging industry (2)

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Anche nel 2003 il settore “macchine per imballaggio” ha conseguito risultati di segno positivo: salgono fatturato ed esportazioni, aumentano le consegne sul mercato interno, a fronte di importazioni contenute.
E il saldo commerciale continua a mostrarsi largamente attivo. Ecco le rilevazioni di Ucima, che celebra un ventennale fatto di proposte innovative e determinazione nel promuovere l’identità del comparto.
E.P.

“Nel panorama della meccanica strumentale italiana, l'industria delle macchine per imballaggio conferma la propria vitalità. E’ infatti un bilancio lusinghiero sull'andamento 2003 quello portato all'attenzione dell'assemblea dei soci di Ucima (Unione dei Costruttori Italiani di Macchine Automatiche per il Confezionamento e l'Imballaggio), riunita l’8 giugno scorso a Bologna per un'occasione speciale: il ventennale dell'Associazione, a celebrare il quale è intervenuto, tra gli altri, il vice-ministro alle Attività Produttive con responsabilità per il Commercio Estero, Adolfo Urso.
A sottolineare la capacità espressa da un intero comparto di «coniugare nel tempo competizione con cooperazione, creando nell’ambito del sistema imballaggio un network di conoscenze e capacità uniche al mondo» (sono parole del presidente Ucima uscente Marco Vacchi, che ha passato il testimone a Giovanni Caffarelli) l’Associazione ha realizzato un volume "1984-2004 - Ucima: vent'anni confezionati su misura", edito da Amilcare Pizzi.
Curato dal giornalista Marco Montaguti, descrive la crescita dell'industria italiana del packaging e dell'Associazione a partire dal gruppo di sette aziende fondatrici di Ucima, fino all'attuale assetto: 96 soci, rappresentativi di oltre il 65% del fatturato di settore.
Il volume ha trovato un valido compendio nella ricerca "Macchine per imballaggio: un caso di eccellenza del sistema industriale italiano", realizzata dagli economisti di Prometeia Marcello Antonioni e Luigi Bidoia, che inquadra i risultati ottenuti nel corso di questi “primi vent’anni”, i fattori di successo del comparto, le sfide in atto e le risposte da consolidare, per mantenere alto il livello competitivo.

Macchine per imballaggio:
i numeri

I dati consuntivi 2003 dell'industria delle macchine per imballare presentano una crescita del fatturato del 2,8% (il dato in termini reali è dell'1,4%, scontando pari quota determinata dall'aumento dei prezzi), esportazioni in aumento dell'1,3% e consegne sul mercato interno cresciute del 10,4%.
Quest'ultimo risultato è stato ottenuto a fronte di una crescita della domanda nazionale del 3,4% e di una contemporanea contrazione dell'8,7% delle importazioni, che hanno contribuito alla performance positiva (+2,6%) della bilancia commerciale del settore, cresciuta a 2.119 milioni di Euro, pari al 5,4% della bilancia commerciale dell'industria manifatturiera nazionale, valore non dissimile da quelli di settori ritenuti generalmente trainanti per il “Made in Italy”, come piastrelle, abbigliamento o calzature da passeggio.
Particolarmente positivo il dato occupazionale, con una crescita del 3,9% degli occupati complessivi.
La quota estera del fatturato si mantiene elevata, 82%, nonostante le difficoltà determinate dall'apprezzamento dell'Euro e dall'instabilità geopolitica internazionale. La ripresa del ciclo economico che si è innescata negli Stati Uniti e nell'Estremo Oriente ha favorito l'export italiano verso quelle aree (+8,7% verso il Nord America, +4,2% verso l'Asia).
In particolare si registrano esportazioni in crescita dell'11,6% verso gli Usa, che si confermano primo mercato di destinazione, e il progresso sia in termini percentuali, +31,3%, che in valori assoluti della domanda della Cina, passata dal settimo al quarto posto fra gli importatori di macchine italiane. Crescono anche le esportazioni verso l'Africa (+9%) con Algeria, Egitto e Marocco in evidenza, mentre al calo verso l'area Ue, -1,1%, fa eccezione l'aumento dell'export verso la Germania, +3,8%, che si consolida come terzo mercato estero in assoluto.

Osservazioni finali
Come ha avuto modo di evidenziare nel suo discorso di commiato il presidente Ucima Marco Vacchi «Il settore, negli ultimi vent'anni, è cresciuto con velocità doppia rispetto alla media dell'industria italiana, ed è anche un ottimo contribuente, grazie alla redditività delle imprese: nel 2002 ha pagato imposte per oltre 100 milioni di Euro, circa il 4% del fatturato, il doppio rispetto alla media del settore industriale».
Rivolgendosi al viceministro Urso, Vacchi ha poi rivolto un messaggio preciso al Governo: «L'Italia ha bisogno di un'industria manifatturiera forte e vincente. In un contesto internazionale di competitività particolarmente accesa essere piccoli e flessibili non basta più. È importante che lo Stato sappia diventare un partner interessato al successo delle imprese italiane. Anche gli imprenditori che hanno una cultura industriale trovano difficile operare su mercati lontani (dove i rischi finanziari sono elevati) se viene a mancare l’apporto di un Sistema Paese capace di sostenerli. Occorre muovere la leva fiscale per incentivare l'aggregazione e l'integrazione fra imprese e competenze. Ma oltre a crescere dimensionalmente bisogna innovare: ci vogliono più risorse per stimolare gli investimenti in ricerca applicata, mentre lo Stato deve spingere direttamente sulla ricerca di base e renderne i risultati accessibili alle imprese».
I temi sono stati ripresi dal neo eletto presidente Ucima, Giovanni Caffarelli, che ha ribadito la propria intenzione di lavorare affinché «la percezione dell’eccellenza dell’industria dell’imballaggio abbia ad ampliarsi e a rafforzarsi anche nei Paesi emergenti. In questo contesto, le PMI sono chiamate a uno sforzo eccezionale per elaborare nuovi modelli di approccio al mercato, che non coinvolgano solo l’evoluzione dei propri sistemi produttivi, ma degli strumenti finanziari e progettuali».


Machine excellence
The results achieved by the packaging machinery industry in 2003 all proved to be positive: turnover and exports were up, there was an increase in deliveries on the domestic market, signalling also a contained level in imports, and the trade balance is still proving to be in very positive credit. Here are the readings of Ucima, that celebrates two decades made up of innovatory proposals and determination in promoting the identity of the segment. L.G.

A flattering result on how things went within the industry in 2003 was brought to the attention of the Ucima shareholders’ meeting (Italian Association of Automatic Packing and Packaging Machinery Manufacturers) which met up in Bologna, on a special occasion: to celebrate the twentieth anniversary of the Association, which included a speech by Adolfo Urso, the Deputy Minister for Productive Activities with delegation for Foreign Trade. To satisfy the capacity of an entire segment to “in time marry competition with cooperation, creating within the packaging field a network of knowhow and capacity unique in the world” (the words are those of the outgoing Ucima president Marco Vacchi, who has handed over to Giovanni Caffarelli) the Association has realized the volume "1984-2004 - Ucima: 20 years custom-made" (published by Amilcare Pizzi) which tells the story - in the words of the journalist Marco Montaguti - of the expansion in the Italian packaging industry and the Association starting out from the group of the seven founder companies of Ucima, up until the current set up: 96 members, which represent more than 65% of the industry’s turnover.
The volume found a valid compendium in the research carried out by economists at Prometeia, Marcello Antonioni and Luigi Bidoia, which depicts “The packaging machinery industry - A case of excellence in the Italian industrial system”, that gives a picture of the results attained during these “first twenty years”; the success factors of the segment, the challenges underway and the responses that need to be consolidated to keep the competitive level high.

Packaging machines:
the numbers

The final results for the packaging machinery industry in 2003 showed an increase in turnover of 2.8% (the figure in real terms is 1.4%, with a deduction of the same quota due to a rise in prices), exports were up by 1.3% and deliveries on the domestic market rose by 10.4. The latter result was achieved thanks to an increase in domestic demand of 3.4% and a contemporary drop of 8.7% in imports, which contributed towards the positive performance (+2.6) of the industry’s trade balance, up by 2,119 million Euros. It means a contribution of 5.4% to the trade balance for the national manufacturing industry, a figure not dissimilar to those in industries that are generally believed to boost “Made in Italy”, like tiles, apparel and footwear. Employment figures were particularly good, with an overall increase of 3.9% in the number of employees.
The foreign quota of the turnover remained high, 82%, despite the difficulties caused by the depreciation of the Euro and international geopolitical instability. The recovery in the economic cycle which was triggered off in the United States and the Far East aided Italian exports to these areas (+8.7% to North America, +4.2% to Asia).
In particular, exports to America were up by 11.6%, which was confirmed as the main outlet market, and the progress made in both percentage terms, +31.3%, and in the absolute figures of demand from China, which rose from seventh to fourth place in the list of importers of Italian machinery. Exports to Africa were also up (+9%) led by Algeria, Egypt and Morocco, whereas there was a reduction to the EU area,
-1.1%, with the exception of an increase in exports to Germany: +3.8%, which was consolidated as the third market in absolute.

Final observations
As Ucima President Marco Vacchi was able to highlight in his farewell speech: "Over the last twenty years our industry has expanded at more than twice the average speed of the Italian industry and it is also an excellent taxpayer, thanks to earning capacity of our companies: in 2002 we paid more than 100 million Euros in taxes, almost 4% of the turnover, twice the average of the industrial sector".
Turning to Deputy Minister Urso, Mr. Vacchi sent a clear message to the Government: "Italy needs a strong and successful manufacturing industry. In an international context of particular strong competition, being small in size and flexible in longer enough. It is important that the State strives to become a partner that is interested in the success of Italian companies.
Contractors have an industrial background, they find it difficult to operate on distant markets which entail high financial risks if they are not backed by a Country System. The tax lever needs pulling to encourage aggregation and integration among companies and skills.
But, besides growing in terms of size, there is also a need to innovate: more resources are needed to boost investments in applied research, whereas the States must focus directly on basic research and make the results easily achievable for industrial concerns.
The subjects were taken up again by the newly elected Ucima president Giovanni Caffarelli, who reiterated his own intention to work so that "the perception of excellence of the packaging industry is also able to increase and flourish in the emerging countries.
Here the PMFs are called upon to make an extreme effort to devise new ways of approaching the market, that not only involve the evolution of their own production systems, but also their financial and planning tools".