Ucima: gli ordini ripartono sia dentro che fuori i confini

Modena, 23 marzo 2021. L’export a +4% traina il fatturato su un  terreno positivo per il comparto dei costruttori di macchine per il packaging. Prospettive di stabilità per il 2021, ma preoccupa l’incremento dei costi delle materie prime, della componentistica e delle tariffe dei noli marittimi. 

MECS-Ucima.pngSecondo il campione di imprese monitorato dal centro studi Mecs-Ucima, la raccolta ordini dei costruttori italiani di macchine per il confezionamento e l’imballaggio a fine 2020 registra un segno positivo sia in patria sia oltreconfine,  con un incremento complessivo del 7,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La domanda estera ha infatti registrato una crescita dell’8,1%, mentre quella interna del 3,4%. Nel complesso, tuttavia, nel 2020 la raccolta ordini cumulata segna un calo dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nel panorama dei miglioramenti del comparto, la variazione di fatturato negli ultimi tre mesi del 2020 cresce  rispetto allo stesso periodo del 2019, e resta quindi in territorio positivo anche dopo le difficoltà dovute alla pandemia Covid-19, registrando un incremento dell’1,8%.
Il risultato è frutto di una crescita sul mercato estero del 4% e di una contrazione riscontrata ancora una volta sul mercato interno pari al -8,2%.

Per quanto riguarda il mercato estero nel primo trimestre 2021, il 17,6% delle aziende prevede risultati in aumento rispetto al periodo precedente; la maggioranza (il 64,7%) prevede risultati stabili, mentre il 17,6% si aspetta una flessione degli ordini.
Il settore si mantiene quindi ancora sostanzialmente in salute e sono stabili le aspettative degli operatori per i prossimi mesi, sia sul mercato interno sia su quello estero.                                           
«Questo inizio di anno ci dà fiducia - commenta Matteo Gentili, presidente di Ucima - e conferma che il nostro settore resta robusto.

L’emergenza Covid non ci ha colto impreparati e stiamo raccogliendo i frutti di un grande lavoro di ricerca e sviluppo che le nostre aziende hanno sempre fatto negli anni.
Quest’anno ci sono già segni di ripresa, ma occorre prudenza. Siamo consapevoli che i nostri competitor sono quantomai agguerriti e che l’incertezza in molti mercati a causa della pandemia è ancora forte.
Stiamo notando conseguenze anche sui costi incrementati delle materie prime e dei noli marittimi, che ovviamente va ad incidere sui costi di produzione e di fornitura».   

 

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