Le bioplastiche e il packaging
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1,9 milioni le tonnellate prodotte nel 2019 a livello mondiale, di cui il 47% destinato alla produzione di imballaggi: i numeri delle bioplastiche sono destinati a crescere.
Barbara Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
Le bioplastiche, ovvero quelle plastiche che derivano da materiali rinnovabili, ormai da diversi anni segnano trend in crescita sia a livello mondiale che a livello nazionale. Oltre il 60% delle bioplastiche è anche biodegradabile.
Le bioplastiche nel mondo
Secondo i dati a consuntivo 2019 espressi dall’associazione European Bioplastics, nel mondo sono state prodotte circa 1,9 milioni di tonnellate di bioplastiche. L’ipotesi a lungo termine vede questo mercato in crescita sensibile: entro il 2025, sempre a livello globale, si dovrebbe infatti arrivare a produrre circa 2,8 milioni di tonnellate di bioplastiche, dove a guidare questa crescita saranno i biopolimeri più innovativi come il Polipropilene bio (PP bio) e i poliidrossialcanoati (PHA).
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Il 47% della produzione di bioplastiche è destinato al packaging (0,99 milioni di tonnellate), che rimane il campo di applicazione più diffuso ma, negli ultimi anni, sono aumentati i quantitativi destinati ad altri usi, come per esempio i beni di consumo (monouso) e prodotti per l’agricoltura e l’orticultura.
L’Asia rimane il maggior produttore di plastiche biodegradabili con una rappresentatività del 46% in crescita anno dopo anno, l’Europa segue al secondo posto con il 25% di share, ma si prevede che entro il 2025 arriveremo a rappresentarne il 28%.
L’associazione europea dei produttori di bioplastiche, nel suo rapporto annuale, sottolinea che il settore è in costante sviluppo, con un trend positivo che nei prossimi 5 anni registrerà un tasso di crescita globale intorno al 36%. Le ragioni alla base di questo sviluppo sono molteplici: la transizione verso un tipo di economia circolare, la riduzione delle emissioni di CO2, la costante crescita di interesse dei consumatori nei confronti dei prodotti e degli imballaggi sostenibili...
Nell’ambito dai packaging realizzati con bioplastiche, sono ancora i sacchetti per il trasporto di merci a guidare la classifica, e ci si riferisce tanto agli shopper per la spesa quanto a quelli impiegati per la raccolta differenziata dell’umido.
Il mercato italiano
Per quanto concerne il mercato italiano, gli ultimi dati disponibili si riferiscono ai valori a consuntivo del 2019, quando i volumi hanno toccato le 100.000 tonnellate (+14% rispetto al 2018). Risultano in aumento anche tutte le altre voci del bilancio di settore: il fatturato si attesta intorno ai 745 milioni di euro che, rispetto ai primi anni di attività del comparto (si era nel 2012) significa +85%, con un tasso di crescita medio annuo pari al +10%.I l numero di addetti impiegati nel 2019 risulta essere di circa 2.650 unità (+3,5% sul 2018).
Possiamo definire il 2019 come l’anno delle bioplastiche dove il trend positivo ha avuto effetti benefici a cascata su tutti i settori di impiego.
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Gli utilizzi
Il principale campo di applicazione dei materiali bioplastici è la produzione di shopper (54% del totale dei sacchetti per il trasporto di merci) che, nel 2019 ha superato le 54.000 tonnellate, con un tasso di crescita rispetto all’anno precedente pari al +4,2%.
Abbiamo poi i film che, nella loro totalità, segnano un +18%, con una rappresentatività sul comparto pari al 22%. Rientrano in questa categoria i sacchetti ultraleggeri, che da soli si avvicinano alle 20.000 tonnellate, i film food e non food, i film agricoli; queste ultime due categorie rappresentano rispettivamente il 20% e il 2% del totale-tonnellate di prodotti in bioplastica realizzati in Italia.
Positivo anche il trend relativo ai sacchetti per la raccolta dell’umido, +4,5% grazie all’incremento della raccolta differenziata. Essi rappresentano il 19,5% della produzione e hanno buone prospettive in merito alle esportazioni.
Infine, con un 4,5% di rappresentatività, abbiamo le “altre applicazioni” dove il monouso risulta essere la categoria principale e che, nel 2019, registra una produzione più che raddoppiata. Il trend si riferisce a un tipo di domanda sostitutiva più che a un incremento vero e proprio: l’attenzione all’ambiente ha infatti orientato la domanda verso soluzioni riciclabili con la frazione organica in alternativa all’utilizzo della plastica tradizionale.
Totale in tonnellate | 2019 | Ipotesi 2020 |
---|---|---|
Segmentazione | 101.000 | 102.010 |
Shopper monuso | 54,0% | |
Film | 22,0% | |
di cui | ||
- sacchetti ultraleggeri | 20,0% | |
- altro film (1) | 2,0% | |
Sacchi per raccolta umido | 19,5% | |
Altre applicazioni(2) | 4,5% | |
100,0% |
(1) Film per imballaggio alimentare e non, film agricolo
(2) Posate, piatti, bicchieri, termoformati per catering e gastronomia, preforme, accessori per agricoltura, extrusion coating, ecc.
Fonte: elaborazioni dati Istituto Italiano Imballaggio.
Ipotesi per il 2020
Per quanto riguarda il 2020 non abbiamo ancora dati definitivi, e le ipotesi risultano essere alquanto incerte: l’emergenza sanitaria rende difficile l’elaborazione di previsioni a breve termine.
Secondo Plastic Consult, nel 2020, si dovrebbe registrare una certa stabilità: risultato indubbiamente positivo se consideriamo lo stato generale dell’economia.
La produzione si stima in crescita di un 1% circa, guidata principalmente dai monouso (+10%), che dovrebbero beneficiare in misura importante del ricorso all’asporto, specie per la caffetteria.
Nel complesso anche il settore film dovrebbe registrare trend positivi: +4% circa dei sacchetti ultraleggeri e +10% circa dei film per l’imballaggio alimentare, che beneficia dello sviluppo di applicazioni nella IV gamma, nelle vaschette, negli snack, ecc.
Sebbene più contenuto (1%), sarà positivo anche il trend relativo a shopper e i sacchetti per la raccolta dell’umido.