October 2003





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New discipline for labeling food products

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Sulla Gazzetta Ufficiale 167 del 21/07/03 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 23 giugno 2003, n. 181 dal titolo "Attuazione della direttiva 2000/13/CE concernente l'etichettatura e la presentazione dei prodotti alimentari, nonché la relativa pubblicità".

Il DL 181/03 modifica molti articoli del DL 109/92, che regolamenta l'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari. Le principali modifiche riguardano: una nuova precisazione del campo di applicazione e della finalità dell'etichettatura dei prodotti alimentari, le indicazioni obbligatorie per i prodotti preconfezionati, l'utilizzo della carne come ingrediente e la designazione delle carni, la designazione degli aromi, la ridefinizione del termine minimo di conservazione e della data di scadenza, gli imballaggi globali e le sanzioni per le inadempienze.
Vediamo nello specifico queste novità.

Precisazioni sulle applicazione e sulle finalità dell'etichettatura
Il campo d’applicazione della normativa relativa all'etichettatura dei prodotti alimentari, disciplinata in modo generico dall’articolo 1 del DL 109/92 (dove si faceva riferimento alla disciplina dell’etichettatura dei prodotti alimentari in generale), è stato anzitutto meglio definito nella forma (l'articolo 1 del DL 181/03 disciplina l'etichettatura dei prodotti alimentari destinati alla vendita al consumatore nell'ambito del mercato nazionale nonché la loro presentazione e la relativa pubblicità).
A quali finalità deve rispondere la corretta etichettatura di un prodotto alimentare?
A questa domanda risponde in modo esauriente l’articolo 2, secondo cui l'etichettatura, così come la pubblicità e la presentazione di un prodotto alimentare, devono assicurare al consumatore un'informazione corretta e trasparente.
In concreto essa deve essere effettuata in modo da:
a) non indurre in errore l'acquirente sulle caratteristiche del prodotto alimentare e precisamente sulla natura, sulla identità, sulla qualità, sulla composizione, sulla quantità, sulla conservazione, sull'origine o la provenienza, sul modo di fabbricazione o di ottenimento del prodotto stesso;
b) non attribuire al prodotto alimentare effetti o proprietà che non possiede;
c) non suggerire che il prodotto alimentare possieda caratteristiche particolari, quando tutti i prodotti alimentari analoghi possiedono caratteristiche identiche;
d) non attribuire al prodotto alimentare proprietà atte a prevenire, curare o guarire una malattia umana nè accennare a tali proprietà, fatte salve le disposizioni comunitarie relative alle acque minerali e ai prodotti alimentari destinati a un'alimentazione particolare.

Indicazioni obbligatorie per i preconfezionati
Tra le numerose indicazioni obbligatorie che devono riportare i prodotti alimentari preconfezionati destinati al consumatore (ad esempio la denominazione di vendita; l'elenco degli ingredienti; il termine minimo di conservazione o la data di scadenza…) vi è anche il luogo di origine o di provenienza del prodotto.
La nuova disciplina prevede che le modalità e i requisiti di quest’ultima indicazione obbligatoria siano definite con decreto del Ministro delle attività produttive e del Ministro delle politiche agricole e forestali.

La carne come ingrediente
Le carni utilizzate come ingredienti di un prodotto alimentare dovranno essere indicate con il nome della specie animale da cui provengono e dovranno rispettare i limiti massimi di grasso e di tessuto connettivo indicati dalla tabella presente all’articolo 15 del decreto in esame.

Designazione degli aromi
Particolare attenzione viene dedicata ai prodotti alimentari contenenti aromi in cui sono presenti la caffeina e il chinino.
In deroga a quanto previsto al comma 1 dell’articolo 3 del Dl 109/92, per cui gli aromi sono designati con il termine di "aromi" o con un'indicazione più specifica oppure con una descrizione dell'aroma (chinino e caffeina), dovranno essere indicati nell'elenco degli ingredienti del prodotto composto con la loro denominazione specifica, immediatamente dopo il termine "aroma".
Inoltre nei prodotti che contengono più aromi tra i quali figurano il chinino o la caffeina, l'indicazione potrà essere effettuata tra parentesi, immediatamente dopo il termine "aromi", con la dicitura "incluso chinino" o "inclusa caffeina".
Infine, nel caso in cui una bevanda destinata al consumo tale e quale o previa ricostituzione del prodotto concentrato o disidratato contenga caffeina, indipendentemente dalla fonte, in proporzione superiore a 150 mg/litro, dovrà figurare sull'etichetta, nello stesso campo visivo della denominazione di vendita della bevanda, la seguente menzione: "Tenore elevato di caffeina".
Quest’ultima disposizione non si applicherà alle bevande a base di caffè, di tè, di estratto di caffè o di estratto di tè, la cui denominazione di vendita contenga il termine "caffè'" o "tè."

Termine minimo di conservazione e data di scadenza
A marcare maggiormente le differenze sostanziali e formali che passano tra "il termine minimo di conservazione" e la "data di scadenza", la nuova disciplina prevede due diversi articoli distinti (articoli 8 e 9), a differenza di quella vecchia, che li regolava con un articolo unico (articolo 10).
• Dal punto di vista sostanziale, per termine minimo di conservazione s’intende la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
Esso va indicato con la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro" quando la data contiene l'indicazione del giorno o con la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro la fine" negli altri casi, seguita dalla data oppure dalla indicazione del punto della confezione in cui essa figura.
• Si parla invece di data di scadenza, al posto di termine minimo di conservazione, nel caso di prodotti preconfezionati rapidamente deperibili dal punto di vista microbiologico e che possono costituire, dopo breve tempo, un pericolo per la salute umana.
La data di scadenza deve essere preceduta dalla dicitura "da consumarsi entro" seguita dalla data stessa o dalla menzione del punto della confezione in cui figura.
Dal punto di vista formale, mentre rimane immutata la disciplina del termine minimo di conservazione sulle sue modalità d’indicazione e casi in cui non è richiesta, novità vengono riservate alla data di scadenza.
Oltre alle prescrizioni generali già presenti nel vecchio decreto (l'indicazione chiara di giorno, mese ed eventualmente anno, oltre all’enunciazione delle condizioni di conservazione e, qualora prescritto, un riferimento alla temperatura in funzione della quale è stato determinato il periodo di validità) la data di scadenza viene disciplinata in particolare per:
- i prodotti lattiero freschi, i formaggi freschi, la pasta fresca, nonché le carni fresche e i prodotti della pesca e dell'acquacoltura freschi.
In questi casi la data di scadenza può essere determinata con decreti dei Ministri delle attività produttive, delle politiche agricole e forestali e della salute, sulla base dell’evoluzione tecnologica e scientifica;
- latte, escluso il latte UHT e sterilizzato a lunga conservazione. La data di scadenza è determinata con decreto dei Ministri delle attività produttive, delle politiche agricole e forestali e della salute, sulla base dell'evoluzione tecnologica e scientifica.
Con l'entrata in vigore del presente decreto cessa di avere efficacia ogni diversa disposizione relativa alla durabilità del latte.

Imballaggi globali
Con tale termine, il decreto in esame definisce gli imballaggi di qualsiasi specie, contenenti prodotti preconfezionati, cioè gli imballaggi secondari.
Orbene questi ultimi, se destinati al consumatore, potranno essere esentati dal riportare le indicazioni sulla confezione, prescritte dall’articolo 3 del D.Lgs. 109/92 purché figurino sulle confezioni dei prodotti alimentari contenuti. E qualora dette indicazioni non siano verificabili, sull’imballaggio devono figurare almeno la denominazione dei singoli prodotti contenuti e il termine minimo di conservazione o la data di scadenza del prodotto avente la durabilità più breve.

Sanzioni per le inadempienze
Le modifiche del Legislatore sono state dettate non solo dall’esigenza di conversione delle sanzioni pecuniarie da Lire in Euro, ma anche da quella di aumentare le cifre delle multe.
In sostanza:
• la violazione delle disposizioni dell'articolo 2 (finalità dell’etichettatura) è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 3.500 a 18.000 Euro;
• la violazione delle disposizioni degli articoli 3 (elenco delle indicazioni dei prodotti preconfezionati), 10-bis (data di scadenza) e 14 ( imballaggi globali) è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 a 9.500 Euro;
• la violazione di altre disposizioni tra cui ad esempio la denominazione di vendita, ingredienti, designazione degli aromi (...), è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 600 a 3.500 Euro.
La competenza in materia di applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie spetta alle Regioni e alle Province autonome di Trento e di Bolzano competenti per territorio.

New discipline for labeling food products
Gazzetta Ufficiale 167 dated 21/07/03 bears the Legislative Decree 23 June 2003, n. 181 titled “Starting up of directive 2000/13/EC concerning the labeling and the presentation of food products, as well as relative publicity and advertising”.

DL 181/03 modifies many articles of the DL 109/92, that disciplines the labeling, the presentation and advertising of food products.
The main modifications concern: a new communication governing the application and the purpose of labeling of food products, the obligatory indications for prepacked products, the use of meat as ingredient and the designation of meats, the designation of aromas, the redefinition of the minimum terms of preservation and the best before date, global packaging items and fines for non fulfilment.
Let us take a close look at these new features.

Details concerning the application and the purpose of labeling
The field of application of the standards concerning the labeling of food products, regulated in a general manner by article 1 of DL 109/92 (where reference is made to the discipline of labeling food products in general), has aboveall been better defined in the form (article 1 of DL 181/03 disciplines the labeling of food products for the sale to the consumer in the field of Italian market as well as their presentation and their relative advertising).
What is the purpose of a correct labeling of a food product? This question is fully answered in article 2, according to which a label, like the advertising and the presentation of a food product, has to ensure the consumer direct and transparent information.
Concretely it has to be made so as
a) not to deceive the purchaser as regards the characteristics of the food product and precisely on its nature, on its identity, its quality, its composition, quantity, preservation, origin, mode of manufacture or attainments of the selfsame products;
b) not to attribute the food product effects or properties that it does not possess;
c) not to suggest that the food product possesses special characteristics, when all analogous food products possess identical characteristics;
d) not to attribute to the food product properties of preventing, curing or healing a human disease nor to hint at these properties, excepting community rulings on mineral waters and food products for special diets.

Obligatory indications for prepacked products
Among the numerous obligatory indications that prepacked products for the consumer have to bear (for example sales denomination; list of ingredients; min. preservation deadline or best before date..) one also has the place of origin or origin of the product.
The new discipline lays down that the modality and the requisites of the latter obligatory indications are defined by a Decree from the Minister of manufacturing activities and the Minister for agriculture and forests.

Meat as an ingredient
Meat used as an ingredient of a food product should be indicated with the name of the animal species from which it is derived and has to respect max limits of fats and connective tissue indicated in the table present under article 15 of the decree in question.

Designation of aromas
Particular attention is paid to the food products containing aromas in which caffeine and quinine are present.
In exception to what is laid down in comma 1 of article 3 of DL 109/92, by which the aromas are designated with the term of “aromas” or with a more specific indication or with a description of the aroma (quinine and caffeine), should be indicated in the list of ingredients of the compound products with their specific denomination, immediately after the term “aroma”.
As well as that in the products that contain more than one aroma including quinine and caffeine, the indication can be placed in brackets, immediately after the term “aroma”, with the wording “including quinine” or “ including coffee”. Finally, in the event in which a beverage for consumption as such or following reconstitution of the concentrated product or dehydrated contains caffeine, never mind the source, and this in proportions over 150 mg/litre, this should be stated on the label, in the same field of vision as the sales denomination of the beverage, as following: “High caffeine content”.
This application does not apply to the coffee, tea, coffee or tea extract based beverages, whose sales denomination contains the term “coffee” or “tea”.

Minimum preservation limit and best before date
As opposed to the old ruling, that regulated the two items under a single article (article 10) the new ruling includes two separate articles (article 8 and 9), that even further mark the substantial and formal differences between the “minimum preservation limit” and the “best before date”.
• From the point of view of substance, “minimum preservation limit” means the date up until which the food product preserves its specific properties in adequate preservation conditions.
This is to be indicated with the wording “preferably to be consumed by” when the date contains the indication of the day or with the wording “preferably to be consumed by the end of” in the other cases, followed by the date or by the indication of the point where this is to be found on the pack.
• One speaks of “best before date”, rather than the “minimum preservation limit”, in the event of prepacked products that rapidly deteriorate microbiologically and that in a brief period of time can constitute a danger to human health. The “best before date” has to be preceded by the wording “to be consumed by” followed by the same date or by the point where this is to be found on the pack.
From a formal point of view, while the ruling on the minimum preservation limit, as regards the mode of indication and the instances where it is not required, the best before date shows new features.
As well as the general prescriptions already present in the old decree (clear indication of the day, month and if required the year, as well as enouncing the preservation conditions and, where prescribed, a reference to the temperature under which the period of validity has been defined) the best before date is particularly disciplined for:
- fresh dairy products, fresh cheeses, for fresh pasta, as well as for fresh meat and fresh fishing and aquaculture products. In these cases the best before date is determined by decree by the Ministries for manufacture, agricultural, forestry and health policies, on the bases of the technological and scientific evolution;
- milk, excluding UHT and longlife sterilised milk. The best before date is determined by decree by the Ministers for manufacture, agricultural, forestry and health policies, on the bases of technological and scientific evolution.
With the coming into force of the said decree any other ruling covering the durability of milk ceases to have effect.

Global packaging
With this term the decree in question defines packaging of any type, containing prepacked products, that is secondary packaging.
Even if these, if destined for the consumer, can be exempted from bearing indications on the outer packaging, laid down in article 3 for Legislative Decree 109/92 provided the same are on the packs of the food products contained.
And in the event that these indications cannot be checked, the outer packaging should at least bear the denomination of the single products contained and the minimum preservation limit or the best before date of the product with the shortest lifespan.

Sanctions due to non fulfilment
The modifications of the Legislator have been dictated not only by the need for converting the pecuniary sanctions from Lire into Euro, but also that of increasing the sum of the fines. That is:
• the violation of the dispositions of article 2 (purpose of labeling) is punished with the administrative pecuniary sanction of from 3,500 to 18,000 Euros;
• the violation of the dispositions of article 3 (List of indications of prepacked products), 10-plus (best before date) and 14 (global packaging) is punished with the pecuniary administrative sanction of from 1,600 to 9,500 Euros;
• the violation of other dispositions like for example the sales denomination, Ingredients, designation of flavouring (…) is punished with the pecuniary administrative sanction of from 600 to 3,500 Euros.
The competence on the subject of the application of pecuniary administrative sanctions belongs to the Regions and the autonomous Provinces of Trento and Bolzano.