Il packaging, un racconto di civiltà
Al Cosimo10 di Milano una giornata in Fondazione Carta Etica tra memoria, identità e futuro
di Generoso Verrusio
Venerdì 6 giugno lo Spazio Cosimo10 di Milano ha ospitato “Oltre la funzione: il packaging tra racconto, memoria e pensiero”, un evento promosso dalla Fondazione Carta Etica del Packaging che ha voluto indagare il packaging non tanto alla luce dei suoi aspetti più tecnici e funzionali, quanto piuttosto culturali e sociali.
La Giornata della Fondazione si è rivelata dunque un vero e proprio viaggio nel tempo, nel segno dei “valori della carta etica” originaria, dove l'imballaggio ha assunto il ruolo di testimone silenzioso della nostra civiltà materiale, delle trasformazioni dell’industria, del consumo e, soprattutto, dell’identità collettiva.
Ad aprire la mattinata, i saluti istituzionali della Fondazione, seguiti da un intervento di Luca Fornaroli (Fimat Spa), che ha accompagnato il pubblico in una riflessione sul valore simbolico e comunicativo dell’imballaggio. “Più di un imballaggio. Quando packaging ed etichette ci raccontano la nostra storia” – il titolo del suo intervento – ha messo in luce come materiali, forme e grafiche non siano semplici strumenti funzionali, ma veri frammenti di epoche, capaci di restituirci storie, valori e mutamenti sociali.
La seconda parte dell’evento ha visto protagonisti Francesco Legrenzi e Sabrina Bassan della Fondazione, con il contributo “Storie d’imballaggio: aneddoti e testimonianze di un'eredità materiale”: un mosaico di aneddoti, curiosità e testimonianze che hanno intrecciato storia e quotidianità, facendo emergere l’imballaggio come oggetto narrativo, capace di raccontare i cambiamenti delle abitudini e delle società.
Il momento forse più suggestivo della giornata è arrivato con la giornalista del Corriere della Sera Camilla Sernagiotto, che ha proposto una narrazione intensa e coinvolgente sui packaging iconici italiani: contenitori che hanno abitato le cucine e i ricordi di generazioni, tra affetto, riconoscibilità e identità. Il suo intervento “Cose molto italiane: packaging iconici e storie di famiglia” ha dimostrato come il packaging possa diventare un tassello di memoria emotiva, connesso alla famiglia, al gusto e, in definitiva, alla tradizione del made in Italy.
A conclusione di tutto la Fondazione ha presentato due progetti a cui tiene particolarmente: The Bridge, sul tema dell'inclusione lavorativa con la partenza a settembre di un corso formativo di 24 ore, e Ripartiamo dal packaging, 75 ore di formazione per offrire ai detenuti la possibilità di un riscatto professionale e sociale.
"Il nostro è un settore ampio e variegato alla continua ricerca di risorse e profili adeguati", ha rimarcato Francesco Legrenzi. "Non ci dispiace pensare che saldando il tradizionale canale di recruitment professionale con la sensibilità sociale possano nascere feconde collaborazioni sui territori. La nostra associazione, in fondo, nasce proprio con questo obiettivo: promuovere e valorizzare uno sviluppo etico e a tutto tondo della filiera dell’imballaggio".