Packaging ed Etica, un binomio straordinario
Ci voleva Anna Paola… quell’Anna Paola Cavanna che, dopo aver rinnovato e rivitalizzato l’Istituto Italiano Imballaggio, al suo secondo mandato come Presidente ha voluto e concretizzato, con entusiasmo e coraggio, il progetto Fondazione Carta etica del Packaging. Ecco cosa è accaduto, cosa sta per accadere e, statene certi, accadrà.
C’era una volta la “Carta etica del Packaging - Principi condivisi per progettare, produrre, utilizzare gli imballaggi in modo consapevole”, ovvero il meditato decalogo presentato nel 2015 per aprire un confronto fra tutti gli attori della filiera produttiva e distributiva e i cittadini/consumatori. Il documento redatto dal Dipartimento di Design, Politecnico di Milano (Responsabili scientifici: prof. Giovanni Baule, Valeria Bucchetti), voluto e promosso da Edizioni Dativo - ItaliaImballaggio, e patrocinato dall’Istituto Italiano Imballaggio, fu presentato il 22 maggio del 2015 nel corso della fiera Ipack-Ima. Ebbene quel progetto, che si proponeva di far evolvere il packaging nel rispetto dei bisogni dell’utilizzatore, del consumatore, dell’ambiente, della società, ora si rinnova e assume una diversa connotazione e più concrete prospettive.
E se allora l’idea di promuovere una nuova cultura dell’imballaggio poteva sembrare in anticipo sui tempi, in particolare per il suo esplicito richiamo all’etica, ovvero alla necessità di un codice di comportamento da parte dell’industria e degli addetti ai lavori, oggi tutto questo suona quanto mai attuale, se non urgente, alla luce dell’evoluzione del mercato.
Non si può rinunciare a sperare
In un tempo in cui la politica fatica ad azzardare alternative, solo la volontà dei singoli, o meglio di gruppi di singoli, può mettere in moto processi di cambiamento efficaci.
Ecco così che il 29 maggio 2020, durante il primo lockdown, nasce la Fondazione Carta Etica del Packaging: ne firma l’atto costitutivo Anna Paola Cavanna, presidente dell’Istituto Italiano Imballaggio.
«Ho sostenuto con forza, e in perfetta sintonia con il direttore dell’Istituto Francesco Legrenzi, la nascita della Fondazione, di cui ho assunto la presidenza per rendere esplicite le parole chiave e le argomentazioni contenute nei dieci punti della Carta etica e per tradurle in fatti concreti» mi racconta Cavanna.
«Una sfida impegnativa, quella di continuare a sperare che il packaging sappia restituire la propria immagine virtuosa, e con questo permettere a noi cittadini di fare, nel momento dell’acquisto e del consumo dei prodotti, le nostre scelte in modo consapevole. Un impegno non facile che però affronto con accanto una squadra di persone qualificate e motivate: nel consiglio di amministrazione, infatti, figurano Alessandra Fazio (Nestlé) e Ciro Sinagra (Laminazione Sottile) in qualità di vice presidenti, la consigliera Chiara Faenza (Coop Italia) e il past president dell’Istituto, Antonio Feola (Unione Italiana Food). Inoltre, la direzione operativa è stata affidata a Francesco Legrenzi, direttore dell’III, mentre Mauro Peveri è revisore unico».
Fatti e non (solo) parole
Come Presidente dell’III, Anna Paola Cavanna ha già dimostrato di saperci fare. Eccome!
In meno di 3 anni di mandato porta all’attivo un robusto aumento del numero delle aziende associate, grazie all’ampliamento dei servizi erogati: dall’help desk, all’enciclopedia tecnica on line, alle banche dati di matrice giuridica ed economica, dal lavoro della commissione, all’attività di formazione sempre più articolata svolta dalla società controllata di consulenza e formazione Packaging Meeting.
E ora, con la Fondazione è pronta a operare su più fronti.
«In primis abbiamo portato a compimento un progetto molto importante in ambito formativo-culturale; è partito infatti a marzo 2021 il primo Corso di Alta Formazione (CAF) in Packaging Management, in collaborazione con la Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, a cui partecipano 21 iscritti.
A questa iniziativa si affianca l’Algoritmo della Fondazione, il dossier a cui sta lavorando la Commissione Sostenibilità dell’III, e che a breve fornirà alle aziende un prezioso strumento scientifico per calcolare la sostenibilità del packaging partendo dai 10 punti della Carta Etica del Packaging, correlandoli ai 17 obiettivi dell’agenda UN 2030.
Non ultimo, a breve, la Fondazione disporrà di una propria location - tecnologica, funzionale e bella - dove organizzare, appena possibile, eventi in presenza e mostre: uno spazio di prestigio per proposte intelligenti nel segno dell’etica e della sostenibilità».
Un progetto aperto a tutti
La Fondazione Carta Etica del Packaging ha inoltre in programma di realizzare ricerche e premi internazionali, nonché di organizzare iniziative con lo scopo di promuovere l’intera filiera del packaging, senza distinzione tra i vari materiali.
«Per raggiungere questi obiettivi, abbiamo bisogno del sostegno di quanti si occupano di progettazione, produzione, utilizzo, consumo e riuso degli imballaggi. Società, imprese, enti, associazioni, consorzi, fondazioni potranno tra l’altro, contribuire in modo fattuale ad affermare una cultura d’impresa etica e sostenibile per la filiera del packaging, sottoscrivendo e aderendo alla Carta Etica in qualità di Ambasciatori.
E si tratta di figure determinanti, in quanto gli Ambasciatori s’impegnano a operare in coerenza con i dieci punti della Carta, a darne opportuna diffusione, a promuoverne i valori e i contenuti.
Le richieste di iscrizione sono già aperte e, a riprova della mia fiducia nella buona riuscita di questo progetto, ho presentato, in qualità di titolare della società Laminati Cavanna, la prima domanda di adesione, che è in attesa di accettazione a parte del consiglio di amministrazione della Fondazione. Chi sarà il prossimo? Spero presto di poterlo comunicare».
Insomma, a giudicare dall’entusiasmo di tutti quelli che stanno lavorando a questa iniziativa e da quanto è dato di leggere sul sito “fondazionecartaeticapackaging.org” (ben fatto, chiaro e incisivo), la Fondazione è un’iniziativa meritevole sotto tutti i punti vista.
A riprova che il packaging è cosa viva, fatta da donne e uomini capaci di affrontare il presente influenzando la nascita degli eventi, per sognare un futuro. Migliore.