Rapporto sullo stato dell'imballlaggio (2)
Report on the status of packaging (2)

Dopo un 2005 in calo (-1,3%), nel 2006 l’industria manifatturiera dovrebbe segnare una crescita dello 0,8%. L’evoluzione parallela del comparto imballaggi.
After 2005 with falling figures (-1.3%), the manufacturing industry in 2006 should show signs of growth of 0.8%. The parallel growth in the packaging industry.
Qualche battuta d'arresto, ma...
A lull, and yet...

Una stasi economica importante ha influito in maniera significativa su produzione, consumo ed export di contenitori di plastica rigida. Ma il comparto ha ottime chance di ripresa.
The production, consumption and export or rigid plastic containers has been considerably affected by an economic standstill. But the segment has great chances of recovery.
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SITUAZIONE A FINE MAGGIO 2006 Dopo un 2005 in calo (-1,3%), nel 2006 l’industria manifatturiera dovrebbe segnare una crescita dello 0,8%. L’evoluzione parallela del comparto imballaggi, e qualche anticipazione sull’andamento complessivo nel 2006. A cura di Plinio Iascone

Il trend evolutivo dell’industria manifatturiera condiziona puntualmente l’attività del settore imballaggi che, in media, esprime 1-1,3 punti percentuale in più rispetto al trend manifatturiero. Nel 2005 a fronte di un calo dell’1,3% dell’industria manifatturiera, il settore degli imballaggi ha riconfermato essenzialmente i risultati del 2004. Se si analizza l’ultimo quinquennio, a un calo medio annuo dell’1% circa dell’industria manifatturiera, ha fatto seguito un incremento di attività del settore imballaggi dell’1,1% medio annuo. In questa sede approfondiamo l’andamento delle principali aree dell’industria manifatturiera e la conseguente evoluzione del settore imballaggi.

Alimenti e bevande: andamento
Contraddistinta da molteplici realtà, con trend evolutivi differenti, l’industria alimentare nel suo complesso ha concluso il 2005 con un incremento contenuto allo 0,7%. Nel 2006 dovrebbe seguire una crescita dell’1,3%.

Bevande
alcoliche - Nel 2005 la produzione globale ha segnato una crescita del 6,5%, essenzialmente a seguito dall’ottimo andamento delle esportazioni (l’unico settore a non aver espresso aumenti è quello della birra). Sempre sull’onda delle attività esportative, l’intero comparto delle bevande alcoliche dovrebbe risultare in crescita del 3% nel 2006.

Bevande analcoliche - Il 2005 si è concluso con una crescita del 3,7% rispetto al 2004, resa possibile dal sensibile sviluppo delle bevande piatte che hanno sottratto quote agli altri prodotti (che hanno invece mostrato segni di cedimento in seguito alla contrazione dei consumi delle famiglie). Tasso di sviluppo previsto per il 2006: 3,5-4% circa.

Condimenti (olio oliva, aceto e olio semi) - Si tratta di un’area che, nel 2005, ha evidenziato nel complesso una crescita produttiva del 2,8%, dovuto essenzialmente alle esportazioni. Dato previsionale 2006: + 3% circa.

Derivati pomodori - Dopo due anni di surplus produttivo, il 2005 si è concluso con un calo del 18% circa. In considerazione delle scorte di mercato ancora elevate, il 2006, nella migliore delle ipotesi, non supererà i valori 2005.

Salumi - Trainata essenzialmente dall’export, nel 2005 questa area di mercato ha espresso una crescita produttiva dell’1,2%, un valore che dovrebbe rimanere analogo nel 2006.

Industria della pasta - A fronte di un lieve calo della domanda interna, la produzione del comparto è riuscita a crescere del 2,4% circa soltanto grazie alle esportazioni. Per il 2006 è atteso solo un modesto incremento.

Conserve ittiche - Concluso il 2005 con un -2% circa, si attendono ulteriori cali produttivi nel 2006. La produzione è condizionata negativamente da due tendenze: dislocamento delle produzioni all’estero e progressivo aumento di operatori stranieri sul mercato italiano. La domanda interna si mantiene essenzialmente stabile.

Industria lattiero casearia - L’area, nella sua globalità, ha concluso il 2005 con un aumento dell’attività produttiva dell’1,6 -1,8%. Hanno guidato la crescita i formaggi e lo yogurt. È prevista un’evoluzione analoga nel 2006.

Prodotti ortofrutticoli - Per i prodotti ortofrutticoli consumati freschi il 2005 è stato un anno negativo: la produzione è calata del 3,8% circa. La contrazione è tutta dipesa dalla domanda interna, infatti le esportazioni sono aumentate.
Si spera in una migliore intonazione della domanda interna per il 2006.

Prodotti da forno e industria dolciaria - Con una crescita dell’1,5% circa, l’area ha registrato un trend 2005 sostanzialmente positivo, in considerazione del quadro economico globale; per il 2006 si ipotizza una leggera crescita.

Surgelati - Anche nel 2005 il comparto ha confermato buone prestazioni (+4%) e si ritiene che l’evoluzione favorevole potrà proseguire in futuro.

Non food: andamento
Il trend di stagnazione-recessione economica iniziato nel 2002 è proseguito purtroppo fino a tutto il 2005; nella maggior parte dei diversi settori non si sono evidenziati segni di ripresa. Va precisato che il 44% circa degli imballaggi utilizzati in Italia, interessano proprio questa area.
Tratteggiamo in breve la situazione di alcuni dei principali comparti.

Beni di consumo fashion - Da ormai tre anni vestiario, scarpe e pelletteria evidenziano una situazione tendenzialmente recessiva: al -2,3% del 2004 è seguito il -4,7% del 2005.
Secondo previsioni Prometeia, pur in presenza di un trend ancora negativo, nel 2006 si dovrebbe registrare un calo contenuto allo 0,8% .

Prodotti farmaceutici - Concluso il 2005 con una crescita intorno all’1,8%, secondo prime ipotesi, nel 2006 il settore dovrebbe essere contraddistinto da uno sviluppo sostanzialmente analogo.
La componente della domanda difficilmente prevedibile è costituita dalle esportazioni “intra firm” delle multinazionali.

Cosmesi profumeria - L’aumento produttivo dell’1,5% registrato nel 2005 è stato guidato dal buon andamento delle esportazioni. Ipotizzabile, nel futuro, una crescita lievemente migliore, grazie alla ripresa della domanda interna.

Prodotti chimici - Importante area del settore manifatturiero per dimensione e varietà di settori produttivi, la chimica ha vissuto nel 2005 una situazione di sostanziale stagnazione: +0,1% rispetto al 2004 (fonte Federchimica).
Nonostante qualche segnale di miglioramento, nel 2006 non si potrà certo parlare di ripresa e la percentuale di crescita della produzione potrebbe essere dell’1%. Questa previsione di crescita si basa esclusivamente sull’ipotesi di una favorevole evoluzione delle esportazioni, poiché si ritiene che la domanda interna sarà ancora contraddistinta da stagnazione.

Arredamento (mobili ed elettrodomestici) - Dopo un lungo periodo di ridimensionamento della crescita dell’attività produttiva, il 2005 si è concluso con un -3,5%. L’evoluzione va ascritta alla contrazione dell’export (in calo dal 2004) ma anche alla domanda interna inferiore. Nel 2006 dovrebbero essere avvertiti i cenni di un lento miglioramento.

Prodotti per l’edilizia - ll comparto (cemento, calce, laterizi, vetro piano, tondo per cemento armato, piastrelle ecc) lega la propria attività all’edilizia italiana.
Sino al 2004 ha beneficiato del buon andamento del settore edile (costruzioni nuove o rifacimenti) ma dal 2005 si è manifestato un sensibile ridimensionamento dei tassi di crescita.




Materiale per materiale, riportiamo l’andamento 2005 delle singole filiere dell’imballaggio. Crescita della produzione limitata e calo del commercio estero sanciscono la criticità del momento.


Il trend evolutivo delle aree dell’industria manifatturiera - fotografata nelle pagine precedenti - unitamente ai cambiamenti strutturali nel mix del packaging, influiscono sull’andamento produttivo del settore imballaggi. Dopo avere concluso il 2004 con una produzione di 16.343.000 t, limitando la crescita all’1% rispetto al 2003, il settore degli imballaggi archivia il 2005 con una produzione di 16.327.000 t, valore sostanzialmente simile all’anno precedente (ma si tratta di un dato che potrebbe ancora subire qualche ritocco).
Esaminando le diverse componenti della domanda, si evidenzia una contrazione del commercio estero (-3,5% le esportazioni e -5% le importazioni). Il consumo apparente, pari a 15.105.000 t, si attesta sui valori simili al 2004.

Tutti i materiali
• Acciaio - Il settore degli imballaggi di acciaio (che comprende i contenitori leggeri di banda stagnata e i fusti in acciaio da 200 litri) ha concluso il 2005 con un calo produttivo del 3,6%. In particolare risultano in calo del 3,5% gli imballaggi leggeri (BSE) e del 4% i fusti.
• Alluminio - Il 2005 si è concluso con una crescita della produzione del 2,3% circa, trend simile a quello del 2004. I comparti che hanno consentito la prestazione sono bombolette spray, nuove scatolette per food di spessore sottile con coperchio easy peel e la sostanziale buona tenuta delle lattine per bevande.
• Plastica - La crescita per il settore degli imballaggi di plastica, comprensivi dei poliaccoppiati flessibili da converter, evidenzia per il 2005 un tasso di sviluppo intorno al 1,6%. La crescita è da imputare in toto all’ottimo andamento degli imballaggi flessibili da converter.
Per quanto concerne gli imballaggi plastici veri e propri, sia rigidi che flessibili, segnano, dopo un lunghissimo periodo di progressiva crescita, una battuta di arresto.
• Cellulosici - Nel complesso, la filiera, che include anche i contenitori cellulosici accoppiati, ha chiuso il 2005 con un lievissimo incremento produttivo: +0,2%. Tra i diversi settori che la compongono, il cartone ondulato evidenzia una certa stagnazione, gli imballaggi in cartoncino teso hanno subito una sensibile contrazione, i sacchi di elevata capacità hanno registrato un buon andamento e i contenitori cellulosici accoppiati sono risultati in lieve aumento.
• Vetro - Le quattro categorie di imballaggi di vetro (bottiglie, vasi, flaconeria e vetro tubo per fiale e flaconi) hanno concluso il 2005 con una lieve contrazione produttiva rispetto al 2004: -1% circa. In particolare si evidenzia un calo del 4% nell’export, un aumento del 9% dell’import e un consumo apparente in aumento dell’1% circa.
• Legno - Il settore si suddivide in tre aree: cassette per prodotti ortofrutticoli, pallet e imballaggi industriali. Dopo un incremento di attività limitato all’1% nel 2004, la filiera ha concluso il 2005 con un altro modesto incremento. Il trend sconta il progressivo e sensibile ridimensionamento del comparto cassette per ortofrutta, il lieve aumento di pallet e imballaggi industriali.

Plinio Iascone
Iascone Packaging Marketing
Consulente Istituto Italiano Imballaggio

Economy
Report on the status
of packaging (2)


SITUATION AT END MAY 2006 - After 2005 with falling figures (-1.3%), the manufacturing industry in 2006 should show signs of growth of 0.8%. The parallel growth in the packaging industry and a preview of the overall trend for 2006. By Plinio Iascone

Growth in the manufacturing industry always conditions the trend in the packaging industry, which is some 1-1.3% more, on average, than that of the manufacturing industry.
In 2005, with a fall of 1.3% in the manufacturing industry, the packaging industry has basically confirmed its 2004 results. If we analyse the five-year period - with a mean drop of 1% or thereabouts in manufacturing - there’s been a mean annual increase of 1.1% in the activity of the packaging sector. Here we look at the trends in the main areas of the manufacturing industry and the consequent trend in the packaging sector.

Food and drinks: trend
A multi-faceted sector, with different trends, the food industry has ended 2005 with modest growth of 0.7%. There should be 1.3% growth in 2006.

Alcoholic drinks - Overall output in 2005 rose by 6.5%, mostly thanks to the excellent performance of exports (the only sector that didn’t see a rise was beer).Again thanks to exports, the entire segment of alcoholic drinks should enjoy growth of 3% in 2006.

Non-alcoholic drinks - 2005 ended with growth of 3.7% compared to 2004, thanks to a considerable increase in still beverages, to the detriment of other products (whose figures have fallen due to lower family spending). The rise expected for 2006: approx. 3.5-4%.

Condiments (olive oil, vinegar and seed oils) - An area that saw overall growth of 2.8% in 2005, due mainly to exports. Expected growth in 2006: approx. + 3%.

Tomato derivatives - After two years of surplus production, 2005 ended with a fall of roughly 18%. Given the continuing high market stocks, 2006 is not expected to see any increase on the 2005 figures, at best.

Processed meat - Mainly thanks to good exports, this area of the food market in 2005 enjoyed 1.2% growth in output, which should remain stable for 2006 too.

Pasta - Despite a slight fall in domestic demand, output has risen by just 2.4% or so, thanks again to exports. Only a small increase is expected in 2006.

Fish products - This area ended 2005 with a fall of roughly -2% and further falls are expected in 2006. Output is conditioned by two trends: relocation of production sites outside Italy and an increasing rise in the number of foreign operators on the Italian market. Domestic demand remains basically stable.

Dairy products - Overall this area ended 2005 with an increase in output of 1.6 -1.8%. The growth is mainly thanks to improved cheese and yoghurt figures. A similar rise is expected in 2006.

Fresh fruit and vegetables - 2005 was a negative year for fresh fruit and vegetables: output fell by roughly 3.8%. This is totally due to domestic demand, as export figures have risen. It’s hoped that domestic demand will improve in 2006.

Bakery products and confectionery - With growth of roughly 1.5%, this area has seen a basically positive trend in 2005 when one considers the global economic climate; a slight rise is expected in 2006.

Frozen food - Good performance once again in this sector in 2005 (+4%) and the outlook is equally positive for 2006.

Non food: trend
The trend of stagnation/recession first seen in 2002 has, unfortunately, continued throughout 2005; in most sectors there are still no signs of a pick-up. It should be noted that about 44% of all packaging used in Italy belongs to this area. Here’s a brief look at the state of certain major segments.

Fashion goods - Shoes, clothes and leather goods have basically been in recession for the past three years: -2.3% in 2004, followed by -4.7% in 2005. According to Prometeia, despite this negative trend, the actual fall should be limited to just 0.8% in 2006.

Pharma products - 2005 ended with growth in this sector of roughly 1.8%; according to initial forecasts, there should be much the same growth in 2006. The area of demand most difficult to forecast in this sector is that of “intra firm” exports between the multinationals.

Cosmetics and perfumery - The rise in output of 1.5% seen in 2005 was due to good performance in exports. It’s estimated that there will be a slightly better increase in the future thanks to a pick-up in domestic demand.

Chemical products - An important area of the manufacturing industry in terms of size and the variety of products, the chemicals industry was basically stagnant in 2005: +0.1% compared to 2004 (source: Federchimica). Despite a few signs of improvement, it won’t be possible to talk about a turnaround in 2006 and the percentage of growth in output should be around 1%. This forecast for a rise in output is based exclusively on the hypothesis of good export figures, as domestic demand will continue to be static.

Furnishings (furniture and white goods) - After a long period of down-sizing in domestic output, 2005 ended with -3.5%. This trend is due to lower export figures (falling since 2004), as well as lower domestic demand. 2006 should see a slight improvement.

Building materials - This sector (cement, lime, bricks, flat glass, rebars, tiles etc) is strongly linked to the trend in the Italian construction industry. Until 2004 it benefited from good performance of the building sector (new constructions and renovations), but there has been a marked fall in growth in 2005.

Packaging: output figures
Material by material, here are the trends in 2005 for each
sector of the packaging industry. Limited growth in production
and a fall in exports determine a critical scenario.


The trends in the Italian manufacturing industry - see previous pages - together with structural changes in the packaging mix are influencing the output trends in the packaging sector.
After closing 2004 with output of 16,343,000 t, limiting growth to 1% compared to 2003, the packaging industry produced 16,327,000 t in 2005, basically the same amount as the previous year (though this figure may still be adjusted).
When we consider each of the components of demand, there’s a reduction in foreign trade (-3.5% in exports and -5% in imports). Apparent consumption (15,105,000 t) is roughly the same as in 2004.

All the materials
• Steel - Steel packaging (including lightweight tin packaging and 200-litre steel drums) ended 2005 with a fall in output of 3.6%. Most affected, lightweight (BSE) packaging (3.5%) and drums (4%).
• Aluminium - 2005 ended with growth in production of roughly 2.3% circa, a trend similar to that seen in 2004. Spray cans, new thinner food tins with easy peel lids and, especially, drinks cans are responsible for this figure.
• Plastics - Growth in the plastic packaging sector - including flexible laminates for converters - came to about 1.6% in 2005.
This rise is wholly due to the excellent performance of flexible packaging for converters. As for the actual plastic packaging (stiff and flexible), there’s been a slow-down after an extremely long period of gradual growth.
• Cellulose - Overall, this sector (which includes laminated cellulose products) ended 2005 with a tiny rise in output: +0.2%. Of the many sectors belonging to this area, corrugated cardboard is stagnant, flat board packaging is falling markedly, big bags are performing well and laminated cellulose containers are enjoying a slight rise.
• Glass - The four categories of glass packaging (bottles, jars, flacons and tubular glass for vials and flacons) ended 2005 with a slight drop on 2004 figures: about -1%. More specifically, there was a fall of 4% in exports, a rise of 9% in imports and an increase in apparent consumption of about 1%.
• Wood - This sector is split into three main areas: crates for fresh fruit and vegetables, pallets and industrial packaging. After a limited increase in output of 1% in 2004, this sector ended 2005 with a further modest rise. This trend is due to the ongoing and considerable re-sizing of the crates for fresh produce sector, offset by a slight rise in pallets and industrial packaging.

Plinio Iascone
Iascone Packaging Marketing
Consultant to Istituto Italiano Imballaggio



Il quadro economico
Dal 2000 al 2005 l’economia italiana ha vissuto il più lungo periodo di recessione degli ultimi 20 anni. A fine 2005, la produzione dell’industria manifatturiera è risultata inferiore infatti dello 0,5% rispetto al 2000 (il che significa che ha subito un calo dello 0,5% medio annuo). Il 2005 può essere a tutti gli effetti definito un “anno nero”: infatti la produzione dell’industria manifatturiera ha subito una contrazione dell’1,3% rispetto al 2004 (che non è certo ricordato come un anno positivo). La situazione recessiva che ha colpito l’Italia è certamente derivata dalla crisi economica che ha coinvolto anche i paesi industrializzati e le difficoltà a livello mondiale hanno ovviamente avuto riflessi negativi sulle nostre esportazioni. Rispetto agli altri paesi “avanzati”, l’economia italiana ha però subito l’effetto negativo di altri fattori.
• I consumi interni delle famiglie, alimentari e non, hanno registrato un progressivo rallentamento del trend evolutivo: +0,9% m.a. dal 2000 al 2003, +0,7% nel 2004 e -0,6% nel 2005 (nel periodo anteriore al 2000 il trend di crescita era intorno al 2-2,5% m.a.).
• Le nostre esportazioni, componente strategica dell’attività di molti importanti settori manifatturieri, hanno progressivamente perso slancio: in un quinquennio lo sviluppo non è andato oltre l’1,2% m.a. E le difficoltà in merito alla componente estera della domanda sono purtroppo di natura strutturale.
L’industria manifatturiera italiana è caratterizzata da una piccola quota di prodotti ad alta tecnologia, la cui incidenza non supera il 13% sul totale, rispetto al 21% della media dei paesi UE e al 31% della media mondiale.
Avere una struttura troppo sbilanciata in settori a media o addirittura bassa tecnologia significa essere in concorrenza, sia all’estero che sul mercato domestico, con le nuove economie dei paesi asiatici (Cina, India, Corea) che sono decisamente più competitivi.
• Un altro fattore gioca a nostro sfavore, ovvero la frammentazione dell’offerta in molti settori manifatturieri, come per esempio nell’alimentare e nella moda. Si tratta di un grosso handicap per le aziende piccole che vogliono operare all’estero e a cui manca però la struttura adeguata.
I motivi della crisi dell’economia italiana si sono indubbiamente aggravati negli ultimi anni, ma in verità gli errori hanno radici lontane: la mancanza di attenzione nei confronti della ricerca scientifica non è infatti cosa recente.
• Archiviato però il quinquennio trascorso come negativo (l’acme della crisi è datata 2005), il 2006 si apre all’insegna di un moderato ma reale ottimismo.
Secondo le rilevazioni Istat, infatti, nel primo trimestre del 2006 il PIL è salito dello 0,6% rispetto a quello del trimestre precedente, con un incremento medio tendenziale dell’1,3%.
• Dai dati della tabella 1 dati si evince senz’altro che, a consuntivo, Italia e Germania presentano una situazione non certo esaltante e che nel 2006 la ripresa dell’Italia risulta la più contenuta.
• Le previsioni in positivo per il 2006 sono confermate anche dalla consueta indagine congiunturale di Prometeia-Banca Intesa, i cui risultati sono stati presentati alla stampa l’11 maggio scorso. Dopo avere chiuso il 2005 con un calo, in termini reali, dell’1,3%, l’industria manifatturiera dovrebbe segnare una crescita dello 0,8% nel 2006. Le esportazioni, dopo il modesto 0,9% di crescita nel 2005, dovrebbero beneficiare di un +2,3%, mentre per le importazioni si prevede un exploit del 3,7%. Infine, dopo la contrazione dello 0,5%, la domanda interna dovrebbe segnare una crescita dell’1%.



The economic outlook
The Italian economy in the five-year period 2000-2005 has seen its worst period of recession in the past 20 years.
At the end of 2005, the output of the Italian manufacturing industry was some 0.5% lower than in 2000 (which means that there’s been a mean annual fall of 0.5%). 2005 can, to all intents and purposes, be called a “black year”: in fact, manufacturing output fell by 1.3% compared to 2004 (which certainly won’t be remembered as a positive year).
This recession in Italy is certainly due to the general economic crisis that has involved other industrialised countries and difficulties on a global scale have obviously had a negative effect on our export levels.
Compared to other “advanced” countries, the Italian economy has, however, been subject to other negative factors.
• Domestic consumption - family spending - has gradually fallen (food and non food): +0.9% p.a. in 2000 - 2003, +0.7% in 2004 and -0.6% in 2005 (the growth rate prior to 2000 was roughly 2-2.5%).
• Our exports - a strategic aspect for many important manufacturing sectors - have progressively fallen: not more than 1.2% p.a. over the past five years on average.
These problems in exports are, unfortunately, due to structural difficulties.
The Italian manufacturing industry is typically made up of a small number of hi-tech products with an incidence of not more than 13% of the total output, compared to 21% in EU countries (average) and 31% globally.
The fact that Italy has a structure that’s too much concentrated in medium or even low technology means that Italian companies are forced to compete (at home and abroad) with the new emerging economies in the Far East (China, India, Korea), which are clearly more competitive.
• Another factor affecting the Italian economy - fragmentation of the offer in many manufacturing sectors, such as the food and fashion industries - is a great handicap for small companies wishing to operate on foreign markets, as they lack the structure required to do this.
The reasons for the crisis in the Italian economy have, without a doubt, been further aggravated in recent years, but the truth of the matter lies in the errors made years ago: a lack of attention to scientific research is no recent phenomenon.
• Having recorded this five-year period as truly negative (peaking in 2005), 2006 has opened with moderate, but tangible optimism.
According to Istat surveys, in fact, Italy’s GDP in the first quarter of 2006 has risen by 0.6% compared to the same quarter in 2005, with a mean increase of 1.3%.
• The data in table 1 show that, overall, Italy and Germany are currently experiencing a far from brilliant situation and that, in 2006, the turnaround in Italy is the smallest.
• The positive forecasts for 2006 are confirmed by the usual economic survey carried out by Prometeia-Banca Intesa, the results of which were presented to the Press on 11th May. After closing 2005 with a fall in real terms of 1.3%, the Italian manufacturing industry should see growth of 0.8% in 2006.
Exports, after a modest rise of 0.9% in 2005, should benefit from +2.3% growth, while imports are expected to jump by 3.7%. Finally, after a slump of 0.5%, domestic demand should rise by 1%.