Sostenibilità. Il punto di vista di... Gruppo Nestlé Italia
La sostenibilità come parte della strategia di management: la parola a Marta Schiraldi, Safety, Health, Environment e Sustainability Head del Gruppo Nestlé Italia. Maria Costanza Candi, Luciana Gudotti
Molto attivo sul fronte della sostenibilità, il Gruppo Nestlé ha mostrato grande capacità di innovazione, rispondendo alle sollecitazioni etiche legate ai temi ambientali e adattandosi al contesto con vitalità progettuale e organizzativa. È in questo quadro che si inseriscono scelte di investimento importanti che Nestlé ha compiuto su fronti diversi.
Pensiamo a 1,5 miliardi di franchi svizzeri investiti per spingere la plastica riciclata a uso alimentare, riducendo di un terzo l’impiego di prodotto vergine entro il 2025; all’inaugurazione, a settembre 2019, del Nestlé Institute of Packaging Sciences di Losanna, in Svizzera, la prima esperienza del genere, dedicata alla sostenibilità degli imballaggi e alla sperimentazione nell’industria alimentare di nuovi materiali a base biologica e biodegradabili; oppure alla scelta di una figura manageriale chiave, dedicata ai temi della sostenibilità che chiude il cerchio di un impegno con impatto significativo sull’intera filiera coinvolta da Nestlé.
Di quanto fatto e delle molte idee per un futuro sostenibile ci parla Marta Schiraldi, Safety, Health, Environment e Sustainability Head del Gruppo Nestlé Italia.
La sostenibilità è un tema il cui valore è ormai pienamente assunto dall’opinione pubblica: come definirebbe il rapporto tra la maggiore sensibilità del consumatore e il ruolo di innovazione svolto dai grandi player?
È una bellissima domanda, che parla di un tema che sta a cuore a tutti da anni. Il rapporto tra consumatori e green è ormai molto stretto, con scelte consapevoli e attenzione che spinge i grandi brand a un ruolo molto più attivo che in passato. In Nestlé ci sentiamo investiti da questa missione e ci siamo dati come obiettivo globale di rendere riciclabile o riutilizzabile il 100% dei nostri imballaggi entro il 2025.
Nello stesso arco di tempo, puntiamo a ridurre di un terzo l’utilizzo di plastica vergine. Noi della branch italiana, inoltre, mettiamo in atto azioni che coinvolgono tutta la filiera che ci riguarda, collaborando con i nostri partner per rafforzare il ruolo di responsabilità sociale e ambientale che riteniamo di avere. Cerchiamo di farlo con l’interazione positiva sia con i consumatori che con gli stakeholders.
In cosa si traduce questa interazione?
Nestlé Italia ha rapporti stretti con consorzi e realtà istituzionali operative in Italia nella gestione del recupero e del fine vita del packaging. Il team che lavora sulla sostenibilità ha un programma di incontri regolari per allineare le sinergie, andare verso progetti di innovazione comune e conoscere le esigenze dell’infrastruttura per il recupero e il riciclo, che è fondamentale per definire le strategie di gestione del fine vita dell’imballaggio.
L’obiettivo è anche mantenere un legame forte tra la realtà italiana e il Nestlé Institute of Packaging Sciences, mettendo in campo uno scambio di conoscenze sul fine vita dell’imballaggio, quando in pratica diventa rifiuto, per disegnare prodotti che siano davvero riciclabili.
Vogliamo avere un ruolo propositivo in merito alla sostenibilità, tenendo a mente l’intero ciclo del prodotto, che per noi ha significato avviare servizi innovativi. Ci prendiamo cura di tutte le filiere, tenendo conto degli aspetti che hanno impatto sulla sostenibilità per dare un contributo positivo in ogni fase.
Sostenibilità del packaging significa dunque ricerca di nuovi materiali, studio di design innovativi e “responsabili”, di una comunicazione ad hoc capace di sottolineare le caratteristiche di un packaging evoluto ed etico, realizzato con minor spreco di risorse, riciclabile. Un’arma utile al marketing?
Monitoriamo costantemente il viaggio che stiamo facendo nel green, che per noi non è “semplice” marketing piuttosto espressione di valori fondamentali, come la qualità, la sicurezza sul lavoro e la salute.
Le azioni di marketing arrivano in un secondo tempo, utili a supportare la consapevolezza del consumatore che, se coinvolto, si unisce all’azienda e agli stakeholder per dare un contributo fattivo al percorso.
Senza interazione, il risultato è sicuramente meno efficace. Il sustainable packaging commitment è quindi un pilastro fondamentale delle strategie di sostenibilità e di crescita in Nestlé, perché senza un impegno comune, diventa difficile generare valore condiviso per la società, salvaguardando il pianeta.
Quali gli obiettivi già raggiunti e raggiungibili?
Sul mercato italiano, Nestlé vanta risultati importanti, come il 96% di imballaggi prodotti in Italia già riciclabili. Lo attestano i dati riportati nel report Nestlé Sustainable Packaging Commitment Road to 2025, che dichiara il 100% di riciclabilità per il cartone ondulato e il vetro, il 98% per la carta, l’87% per l’alluminio, il 90% per la plastica rigida e l’80% per la plastica flessibile, il tutto con prospettive di incremento, che guardano al 100%.
Con il nostro R&D lavoriamo sull’eco-design, ma ci confrontiamo con il mercato italiano e i criteri molto stringenti di sostenibilità richiesti nel nostro Paese. La relazione con il contesto è quindi forte e dinamica, con azioni concrete come il 96% degli imballaggi riciclabili prodotti in Italia. Il marketing ci serve per incrementare la consapevolezza, a partire da quella del personale Nestlé: i nostri colleghi sono ambasciatori di sostenibilità ed è per questo che svolgiamo molte attività di comunicazione interna.
I pilastri della vostra azione sono un interessante mix di impegno sociale, packaging design e comunicazione... Quali le ricadute sulla logistica, sull’esposizione a scaffale, sull’etichettatura (che, in ultima analisi, è il mezzo più immediato per stabilire un contatto con il consumatore)? Ci offre un suo punto di vista su questo new deal?
Si, in sintesi abbiamo imboccato un percorso che include: R&D ed eco-design compatibile per lo sviluppo di soluzioni innovative che supportino l’intera filiera e rispettino il commitment del 2025; eco-design e progettazione della componente riuso, svolta in collaborazione con le realtà esterne all’azienda, ma operative sui temi green; un programma di education alla consapevolezza ambientale, così che consumatori, clienti e colleghi Nestlé adottino comportamenti corretti.
Sostenibilità del packaging e del prodotto: un principio che, oltre alla tutela dell’ambiente, si amplia al rispetto per il territorio, alla socialità e alla sicurezza alimentare, chiudendo un cerchio virtuoso. Qual è la vostra visione dei nuovi stili di vita e di consumo?
Ovviamente accogliamo con favore la crescente attenzione dei consumatori per l’ambiente e, di conseguenza, la richiesta di prodotti sempre più green. Dobbiamo renderci conto che il pianeta è uno solo ed è di tutti, quindi ognuno di noi può e deve contribuire alla sua tutela, anche con piccoli gesti quotidiani come, ad esempio, la corretta differenziazione dei rifiuti.
Vogliamo agire in positivo lavorando, ribadisco, sulla consapevolezza; il percorso di innovazione deve includere temi sostanziali come, ad esempio l’attenzione alla qualità e alla sicurezza alimentare, che nella nostra grande sfida, deve rimanere invariata pur compiendo scelte sostenibili.
I consumatori chiedono sempre maggiore attivismo alle aziende, partendo dal prodotto. Ecco perché abbiamo sviluppato “Dove lo butto?”, la piattaforma digitale nata per fornire un supporto concreto ai consumatori, educandoli sulle corrette modalità di smaltimento dei diversi materiali di cui è composto il packaging dei prodotti Nestlé, secondo le disposizioni in vigore nei vari Comuni italiani.
Forniamo così una soluzione per differenziare meglio i rifiuti, sfruttando la scansione del codice a barre presente sulla confezione. Se ci pensiamo, fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile proporre di utilizzare un tool del genere, proprio perché la sensibilità ambientale era meno sviluppata. Anche questo è un segno dei tempi, che ci fa guardare con ottimismo al futuro.
Il progetto Nestlé è aperto ad altri brand e partner, proprio per ampliare l’efficacia dell’azione di sostenibilità. Nomi noti, ad esempio Lactalis, hanno già raccolto la sfida comune e partecipano con i propri prodotti all’app, supportando quindi l’efficacia della gestione del fine vita consapevole, con l’attivo supporto di Nestlé.