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Dall’Europa all’Italia. Tetra Pak, società leader nel settore della produzione di imballaggi poliaccoppiati a base cellulosica, commenta l’andamento della raccolta e del riciclo dei poliaccoppiati nell’ambito della Comunità Europea. E in Italia? Sebbene tale raccolta non sia stata ancora attivata, Comieco (in collaborazione con Tetra Pak stessa) ha avviato tra la fine del ’99 e la metà 2000 un progetto pilota di raccolta differenziata dei contenitori di bevande, al fine di valutare quale sistema potrà rivelarsi più efficace ed efficiente dal punto di vista economico e quantitativo.
Elisabetta Cicigoi
I poliaccoppiati a base cellulosica si dividono in due grandi categorie, il brik e il cartoncino semipieghevole. Il primo si utilizza prevalentemente come contenitore per i liquidi, il secondo per prodotti surgelati.
Sulla base degli studi commissionati da Comieco, si stima che in Italia vengano immessi al consumo e, quindi, trasformati in rifiuti circa 190.000 t all’anno di imballaggi poliaccoppiati a base cellulosica. In base a tale valore emerge che 110.000 t/a si riferiscono a consumi di bevande, 30.000 t/a di prodotti surgelati, mentre le rimanenti 50.000 t/a sarebbero imputabili al consumo di altri prodotti (conserve di pomodoro, prodotti dolciari, zuppe pronte, detersivi, ecc.).
A differenza di altri paesi europei (Germania, Austria, Francia, Belgio, Svezia, Spagna, Portogallo, solo per citarne alcuni) che hanno già attivato un sistema di raccolta differenziata dei poliaccoppiati a base cellulosica, in Italia brik per bevande e cartoncini per surgelati vengono gettati nei rifiuti generici, fatta salva la quota presente nella raccolta differenziata della carta. Non vi è dubbio che la raccolta del poliaccoppiato può presentare alcune difficoltà, a causa della sua natura complessa. Tuttavia, dato che il problema è stato superato in altri paesi europei, ci si chiede quali siano le difficoltà che abbiano impedito fino ad ora l’avvio di una raccolta dedicata al poliaccoppiato nel nostro paese. Nel maggio di quest’anno, Comieco in collaborazione con Tetra Pak, ha avviato in tre aree italiane un progetto pilota per la raccolta di tali imballaggi; per illustrarne tempi, modalità e obiettivi, interviene il responsabile commerciale di Comieco, Roberto Di Molfetta.

In quali comuni italiani è stato avviato il progetto pilota e in che cosa consiste?
Sono stati scelti quattro comuni, dislocati in tre aree distinte del nord, del centro e del sud Italia; più precisamente si tratta di Abbiategrasso (Lombardia), Pistoia (Toscana), Ginosa e Castellaneta (Puglia), dove vengono sperimentati diversi sistemi di raccolta e di selezione post-raccolta: ad Abbiategrasso è stata avviata la raccolta monomateriale porta a porta; a Pistoia si procede alla raccolta multimateriale (unitamente a vetro e lattine) con campane situate su strada. La selezione post-raccolta avviene con sistema misto meccanico e manuale. In Puglia la raccolta avviene congiuntamente alla carta, mediante il riempimento di sacchi che vengono prelevati porta a porta. La selezione a valle è manuale. Su iniziativa di Tetra Pak, abbiamo valutato l’opportunità di avviare una selezione automatica dei materiali in Toscana, utilizzando un apposito “sorter”, che effettua la selezione automatica di alcune tipologie di rifiuti. Allo stato attuale tale sistema è in fase di installazione.

Il progetto è stato avviato con tempistiche diverse: nel novembre 1999 in Puglia e solo successivamente, nel maggio 2000, ad Abbiategrasso e Pistoia. Come mai?
Dato che il progetto si inserisce nell’ambito dell’accordo quadro Anci-Conai siglato nel luglio ’99, è stato necessario interloquire con le pubbliche amministrazioni, così da concordare le modalità di raccolta.L’iter, che ha coinvolto anche Tetra Pak, ha richiesto tempi tecnici e burocratici piuttosto lunghi.

Quali sono i tempi di sperimentazione?
Il progetto doveva avere una durata di sei mesi. Tuttavia, per raccogliere maggiori dati circa l’efficacia e l’efficienza dei sistemi di raccolta e selezione, si è preferito proseguire il progetto sino fine 2000. Desidero, inoltre, ricordare che, in concomitanza al progetto pilota avviato da Comieco e Tetra Pak, il comune di Napoli ha avviato un sistema di raccolta differenziata dei poliaccoppiati, per disposizione del Commissario per l’emergenza rifiuti della Regione Campania. In questo caso la raccolta avviene porta a porta mediante il cosiddetto “sacco leggero” che raccoglie poliaccoppiati, plastica e alluminio (sistema peraltro utilizzato in Germania). In questo caso, Comieco ha dato la propria disponibilità ad avviare a riciclo il materiale raccolto e a monitorare comunque l’andamento della sperimentazione.

Alla luce dei dati raccolti, quali considerazioni emergono?
L’obiettivo che il progetto pilota si è prefisso è di individuare il sistema di raccolta e di selezione più efficace ed efficiente. Indub-biamente il primo profilo da tenere in considerazione è quello relativo ai costi. Per il momento i sistemi di raccolta più efficaci dal punto di vista economico sono quelli multimateriali (poliaccoppiati, vetro e lattine) e quelli congiunti alla carta. Per quanto riguarda il sistema di selezione a valle, attualmente, viene sperimentato solo quello manuale e quindi un confronto con la selezione automatica non può ancora essere effettuato.

A quale utilizzo vengono destinati i poliaccoppiati successivamente alla raccolta?
Al riciclo, innanzi tutto; in alternativa, se non raccolto in modo differenziato, il poliaccoppiato ben si presta a essere avviato a incenerimento con recupero di energia, considerato il suo elevato potere calorifico.

In quasi tutti i paesi europei il poliaccoppiato viene riciclato, proprio grazie all’elevata qualità delle fibre di cellulosa. Quali sono i motivi tecnici che inducono le cartiere a dedicare alcune sezioni al riciclo dei poliaccoppiati?
In linea di principio non conviene riciclare i cartoni poliaccoppiati insieme a carta e a cartone provenienti da raccolta differenziata, a causa delle diverse caratteristiche di tali materiali in fase di riciclo. Nel pulper, infatti, devono essere conferiti materiali omogenei, che richiedono tempi analoghi di lavorazione. In particolare, se il macero impiega pochi minuti a disfarsi nel pulper, per poi essere avviato a fasi di lavorazione successive, questo non avviene ai cartoni di poliaccoppiato, che rimangono praticamente integri, giacciono sul fondo e devono essere smaltiti come scarti (con un peso doppio rispetto a quello originario, a causa dell’assorbimento di acqua). Dato che lo strato di carta interno del poliaccoppiato è rivestito da film di polietilene, per questa tipologia di imballaggi sono necessari almeno 30-45 minuti per trasformare la carta in polpa. Se i poliaccoppiati fossero conferiti nel pulper insieme ad altri materiali, come la “cartaccia” mista, quest’ultima dopo una permanenza superiore ai cinque minuti si degraderebbe eccessivamente. In pratica, una lavorazione nel pulper che abbia una durata superiore di dieci volte rispetto al necessario, provocherebbe la disintegrazione quasi completa delle fibre, a tutto detrimento delle proprietà fisiche del prodotto finale ottenuto da tale miscela.

Se, dunque, per riciclare i poliaccoppiati, sono necessarie sezioni dedicate all’interno degli impianti, in Italia quante cartiere sono attrezzate in tale senso?
Le cartiere italiane che attualmente riciclano poliaccoppiati trattano solo scarti industriali e non accettano materiale proveniente da raccolta differenziata. È stata tuttavia verificata la disponibilità di alcuni operatori a realizzare linee o impianti appositamente dedicati al riciclo di cartoni poliaccoppiati di origine post-consumo.

Per quale motivo le cartiere italiane non si sono attrezzate per riciclare i poliaccoppiati post-consumo?
Le 190.000 t/a di rifiuti da poliaccoppiati in realtà rappresentano meno dell’1% della quantità complessiva di RSU prodotti in un anno. Non trattandosi dunque di quantità rilevanti, prima di investire in impianti di riciclo dedicati ai poliaccoppiati, si preferisce fare una verifica dei costi complessivi.
Sulla base dei risultati della sperimentazione e di una ricognizione delle più avanzate esperienze europee il 2001 vedrà l’avvio di un sistema di raccolta differenziata e riciclo diffuso anche in Italia.
Polylaminates collection and recycling: the current situation
From Europe to Italy. Tetra Pak, leading producer of cellulose-based polylaminate packaging, comments on the trends in the collection and recycling of polylaminates within the European Community. And in Italy? Although this specific form of collection has yet to be introduced, Comieco (together with Tetra Pak) introduced a pilot scheme for separate beverage container collection at the end of ’99 and in mid 2000 in order to assess which system would be the most effective and efficient in terms of cost and quantities.

Cellulose-based polylaminates fall into two main categories, “brik” cartons and semi-folded containers. The former is mainly used for liquids, while the second for frozen products. On the basis of the studies commissioned by Comieco, it’s estimated that about 190,000 tons of cellulose-based polylaminates are produced in Italy each year, and hence also converted into waste. On the basis of this value, it emerges that 110,000 t/y are used for beverages, 30,000 t/y for frozen products and the other 50,000 t/y for the consumption of other products (tomato preparations, confectionery, ready soups, detergents, etc.). Unlike the other European countries (Germany, Austria, France, Belgium, Sweden, Spain and Portugal, to name but a few) that have already introduced a separate collection system for cellulose-based polylaminates, beverage cartons and containers for frozen food in Italy are thrown away with the general waste, apart from a certain amount found in the paper collection. There’s no doubt that the collection of polylaminates is somewhat difficult, due to its complex nature. Even so, given that the problem has already been overcome in the other European states, one wonders just what problems have hindered the introduction of a separate collection scheme for polylaminates in Italy. In May 2000, Comieco, in cooperation with Tetra Pak, introduced a pilot scheme for the collection of this packaging in three areas of Italy. We asked Roberto Di Molfetta of Comieco to illustrate the timing, methods and objectives.

Where have you run the pilot scheme and what does it consist of?
We chose four municipalities from three distinct areas of Italy: North, Central and South. These were Abbiategrasso (Lombardy), Pistoia (Tuscany) and Ginosa and Castellaneta (Puglia), where we’re trying out several different collection and sorting systems:
in Abbiategrasso we’ve introduced a door-to-door single-material collection scheme. In Pistoia we’re using a multimaterial scheme (together with glass and cans) with “banks” in the street. The material is then sorted by a combination of mechanical and manual means. In Puglia we’re collecting the polylaminates together with paper, asking consumers to fill bags collected at the door. The materials are then sorted by hand. On Tetra Pak’s initiative, we’ve evaluated the opportunity of introducing automatic sorting in Tuscany, using a special mechanical “sorter”.

The scheme was introduced at different times depending on the area: in November 1999 in Puglia and only later (May 2000), in Abbiategrasso and Pistoia. How come?
Given that the scheme is part of the general Anci-Conai agreement signed in July ’99, it was necessary to speak with the public administrations in order to organise the collection methods. This process, also involving Tetra Pak, involved some very long technical times and a lot of red tape.

What’s the timing of the experiment?
Originally, the project should have lasted six months. However, to get more data on the efficacy and efficiency of the collection and sorting systems, we’ve extended the project to the end of 2000. I would, however, point out that, together with the pilot schemes introduced by Comieco and Tetra Pak, the municipality of Naples has also introduced a separate collection scheme for polylaminates, as required by the Commissioner for the waste emergency in the Region of Campania. In this case, the waste is collected on a door-to-door basis using the so-called “light bag” used to collect polylaminates, plastic and aluminium (the system used in Germany). Comieco has offered its services to start recycling the collected material and to monitor progress here.

In the light of the data currently available, can you make any interim comments?
The goal of the scheme is set as that of identifying the most effective and efficient collection and sorting system. Obviously, the most important aspect here is that of cost. At the moment, the most effective systems in terms of cost are the multimaterial collection scheme (polylaminates, glass and cans) and the paper/polylaminate scheme. With regard to the sorting systems, only the manual system is currently being tested and so a comparison with the automatic system is not yet possible.

What are the polylaminates used for after collection?
The aim of separate waste collection is recycling; alternatively, if the polylaminates haven’t been collected separately, they are quickly sent to the incinerator for heat regeneration given their high heat value.

Polylaminates are recycled in almost all European states, thanks to the high quality of the cellulose fibres. What technical reasons encourage paper-mills to dedicate a few recycling sections to polylaminates?
It doesn’t make sense to recycle polylaminates cartons together with paper or cardboard coming from separate waste collection schemes owing to the different characteristics of the materials during recycling. In fact, homogeneous material must be fed to the pulpers, requiring the same processing times. In particular, while waste paper takes just a few minutes to break down in the pulper before being sent on to the next process, this is not the case with polylaminate cartons, which remain virtually unchanged, lying on the bottom and so have to be treated as scrap (with twice their original weight due to the water they’ve absorbed). Given that the internal layer of paper in the polylaminate is coated with a PE film, it takes at least 30-45 minutes to convert the paper in this type of packaging into pulp. Now, if the polylaminates were fed into the pulper together with other materials, such as mixed “wastepaper”, the latter would break down too much after more than 5 minutes. Therefore, processing in the pulper lasting ten times longer than necessary would led to the almost total disintegration of the fibres, affecting the physical properties of the end product obtained from such a mixture.

Dedicated sections within the plant are needed to recycle the polylaminates. How many paper-mills in Italy have such facilities?
The Italian paper-mills that currently recycle polylaminates only handle industrial waste and do not accept material coming from separate collection schemes. We have, however, found that some operators would be willing to build dedicated lines or plants for the recycling of polylaminate cartons coming from waste collection schemes.

Why aren’t Italian paper-mills already equipped to recycle polylaminates from public collection schemes?
The 190,000 t/y of waste polylaminates really only represents less than 1% of the total MSW produced each year. So, as this isn’t a significant amount, before investing in recycling plants dedicated to polylaminates, they prefer to evaluate the total costs carefully.
On the basis of the results of our trials and having considered some of the most advanced experiences in Europe, 2001 will see the introduction of a wide-spread separate collection and recycling scheme in Italy too.