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Un settore di peso e di contenuti, quello dell’imballaggio nel nostro Paese. Una panoramica sugli sviluppi del settore e sull’andamento del consumo di materiali destinati alla produzione di packaging.
Plinio Iascone
In Italia, come in altri paesi ad alto tasso di industrializzazione, l’industria dell’imballaggio ha acquistato un peso decisamente ragguardevole.
Le potenzialità di sviluppo a livello mondiale sono ancora buone con, ovviamente, notevoli differenze a seconda delle diverse aree: più contenute in quelle altamente industrializzate, sensibili nei paesi emergenti dove, oltre a concentrarsi il grosso della popolazione mondiale, troviamo bassi tassi di diffusione nel confezionamento delle merci, se rapportato agli standard dei paesi altamente industrializzati.
Nel nostro Paese, l’imballaggio rappresenta attualmente il 3% del fatturato della produzione industriale e l’1,7% del Pil, valori sostanzialmente allineati a quelli delle realtà nazionali più industrializzate.
Nel 1999 (ultimi dati consolidati) il fatturato mondiale del comparto imballaggi è stato valutato in circa 867.000 miliardi di lire; gli Stati Uniti d’America coprono il 30% del mercato, seguiti dall’Europa occidentale con il 27%, superando quindi il Giappone (al secondo posto sino al 1996) che raggiunge uno share del 17%.
In ambito europeo, all’Italia spetta il secondo posto con una produzione di circa 32.372 miliardi di lire (a pari merito con la Francia, subito dopo la Germania). La produzione italiana di imballaggi equivale al 4% circa di quella mondiale, sempre in riferimento al fatturato.
Nel 1999 la produzione, espressa in tonnellate, ha raggiunto le 14.235 t/000.

Il Sistema Imballaggio in Italia
Oltre che dai numeri espressi, l’importanza del “Sistema Imballaggio” in Italia viene enfatizzata anche dal numero di aziende coinvolte nell’attività: oltre 5.500 con più di 96.000 addetti. L’offerta si presenta frazionata; i primi dieci operatori, in base al fatturato, coprono infatti una quota di mercato che non supera globalmente il 20%. Nell’ultimo triennio il settore degli imballaggi si è sviluppato a un tasso medio annuo, riferito alla produzione espressa in peso, del 2,4% medio annuo e del 2% in relazione al fatturato. Per quanto concerne l’evoluzione della produzione espressa in peso è importante rilevare che il tasso di crescita dell’utilizzo di imballaggi risulta lievemente superiore a causa del processo di alleggerimento dei materiali e dell’eliminazione dell’overpackaging, in atto nella maggioranza dei settori, fenomeno che negli ultimi ha assunto interessanti dimensioni e si prevede una sua continuità , anche se a tassi di sviluppo inferiori. In merito all’andamento del fatturato si rileva, sempre analizzando il periodo dal 1996 al 1999, che a fronte di una crescita medio annua del fatturato del 2,5%, il tasso di sviluppo della produzione espressa in peso è stato del 2,4% medio annuo. Se ne deduce, visto il sostanziale allineamento, che i prezzi medi degli imballaggi sono rimasti sostanzialmente stabili pur in presenza, nel medesimo arco temporale, di periodi di forti tensioni delle quotazioni delle materie prime destinate alla loro produzione. Le esportazioni di imballaggi rappresentano il 13% della produzione ed evidenziano un interessante trend di sviluppo. La corrente di esportazioni interessa in particolare alcuni comparti degli imballaggi plastici (flessibili e chiusure), alcuni settori degli imballaggi metallici (chiusure e contenitori per prodotti tecnici ), flaconeria di vetro e imballaggi poliaccoppiati flessibili, per i quali lo share delle vendite all’estero rappresenta il 46%.

I settori d’uso dell’imballaggio
Per quanto riguarda i settori di utilizzo dell’imballaggio, viene attuata una prima distinzione tra l’area agro-alimentare (food) e l’area genericamente definita “non food”.
La prima (che comprende anche i liquidi alimentari) è la più importante in termini di quantità di imballaggi utilizzati, con una quota del 58% (di cui 24% bevande). Alla seconda area (non agro-alimentare) è ascrivibile il restante 42% circa.

Le funzioni d’uso dell’imballaggio
Un’ulteriore possibile suddivisione del mercato degli imballaggi è quella relativa alle funzioni d’uso, riconducibile in percentuali alle seguenti due categorie:
- imballaggi primari e imballaggi con funzione di confezione destinata alla vendita, che rappresentano il 48% circa del mercato (comprensivi anche degli imballaggi di presentazione;
- imballaggi per il trasporto, con il 52%, dove predomina la presenza del cartone ondulato, dei film plastici da trasporto e gli accessori di protezione.

Le filiere dell’imballaggio
L’analisi delle principali filiere degli imballaggi consente di tratteggiare una panoramica sul futuro del settore.
• Gli imballaggi d’acciaio, dopo un trend di crescita attenuatosi alla fine degli anni settanta, hanno accompagnato lo sviluppo e la diffusione di molti prodotti conservati, come le conserve vegetali o ittiche. Il settore presenta buone possibilità di rivitalizzazione, a seguito dei progressi tecnologici in atto, relativi al processo di alleggerimento e ai continui miglioramenti sia dal punto di vista dell’immagine che della funzionalità.
• Gli imballaggi di alluminio hanno legato il proprio sviluppo, sino all’inizio degli anni novanta, all’affermazione della lattina nel comparto delle bevande. Oggi i risultati più promettenti, per lo sviluppo futuro, provengono dall’area del foglio sottile, accoppiato ad altri materiali o semplicemente verniciato.
• Il cartone ondulato resta senz’altro uno dei materiali a più vasta diffusione, in stretta relazione alla sua funzione essenzialmente di imballaggio da trasporto. In anni recenti va registrata un’affermazione significativa nel segmento cassette per ortofrutta, mentre il trend evolutivo segue tendenzialmente lo sviluppo medio dell’area imballaggio.
• Gli astucci pieghevoli di cartoncino sembrano avere raggiunto la fase di maturità contraddistinta da contenuti tassi di sviluppo.
Gli imballaggi di cartoncino teso, in sensibile sviluppo sino alla fine degli anni ottanta, sembrano essere entrati in una fase di maturità.
Sia il comparto degli astucci pieghevoli che quello delle scatole di cartoncino teso sono interessati da interessanti evoluzioni tecnologiche come la riduzione della grammatura (a parità di prestazioni), l’abbinamento con polietilene o alluminio, eccetera.
• Gli imballaggi di cellulosa accoppiata devono la propria affermazione all’area delle bevande e in primo luogo al latte (c’è da segnalare, in relazione al confezionamento del latte, la progressiva affermazione della bottiglia di plastica). Gli sviluppi futuri sono legati a una loro possibile affermazione nell’area dei liquidi non alimentari.
Sacchi di carta (di grande e bassa capacità) e carta da incarto , risultano settori con un elevato grado di maturità.
• Gli imballaggi flessibili poliaccoppiati vivono una fase positiva, dovuta principalmente ai notevoli miglioramenti registrati nella tecnologia della coestrusione e allo studio di nuove resine o accoppiamenti, che consentono applicazioni innovative.
Gli imballaggi di plastica, nel complesso, continuano ad attraversare una fase di deciso sviluppo. I punti di forza degli imballaggi di plastica rimangono il buon rapporto qualità/servizio/prezzo, la leggerezza e la flessibilità nell’adeguarsi a un’ampia gamma di tipologie di confezionamento.
Particolarmente brillante l’andamento degli imballaggi flessibili, delle bottiglie per liquidi alimentari e degli imballaggi a pareti sottili (vaschette, bicchierini, vassoi, blister, alveoli ecc.).
• Gli imballaggi di vetro, tra gli anni ’70 e ’80, hanno subito una forte pressione concorrenziale da parte di imballaggi alternativi, al punto da fare imboccare al settore una fase di stasi. Attualmente sembrano vivere un momento di rivitalizzazione, grazie al rilancio dell’immagine, sia per effetto dell’azione intrapresa per il recupero e riciclo del vetro usato sia per effetto di un processo di alleggerimento in atto, tanto per le bottiglie quanto per i vasi.
• Gli imballaggi di legno sono contraddistinti da una fase di avanzata maturità per le cassette per l’ortofrutta, mentre nel settore dei pallet e delle grosse casse industriali il trend evolutivo segue sostanzialmente il trend evolutivo dell’indice della produzione industriale.

Le previsioni di chiusura
È possibile effettuare un primo pre consuntivo dell’attività del settore degli imballaggi per il 2000 sulla base dell’andamento delle diverse filiere.
Globalmente si ipotizza una crescita del 3% rispetto al 1999, con riferimento alla produzione espressa in peso.
Imballaggi di plastica, imballaggi cellulosici (in particolare cartone ondulato), fusti di acciaio da 200 litri di capacità, imballaggi di vetro dovrebbero essere in crescita.
In flessione risultano invece gli imballaggi di banda stagnata a seguito di una sensibile flessione dell’attività del settore derivati dei pomodori (principale area di utilizzo) e gli imballaggi di legno, a seguito del progressivo calo della presenza sul mercato delle cassette per ortofrutta.
Le altre filiere (imballaggi di alluminio, contenitori di cartoncino accoppiato e poliaccoppiati flessibili) presentano una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente.
Il settore degli imballaggi presenta una elevata correlazione con l’andamento del PIL, in particolare si rileva che il settore degli imballaggi cresce del 10% rispetto al PIL.
Le previsioni dell’andamento del PIL per il 2001, secondo i principali analisti, sono orientate a una crescita del 2,6% (2,7% nel 2000), pertanto si può ipotizzare per il 2001 uno sviluppo del settore imballaggi del 2,8-2,9%.

Plinio Iascone
Titolare dello studio Iascone Plinio Sas e consulente dell’Istituto Italiano Imballaggio

Materials: numbers and trends
A sector of weight and content: that’s packaging in Italy. An overall look at developments in the sector and trends in the consumption of materials used for the production of packaging.

In Italy, as in other highly industrialised countries, the packaging industry has acquired considerable importance.
The potential for growth on a global scale is still good with, of course, significant differences depending on the various areas: smaller in highly industrialised areas, more considerable in emerging countries where, in addition to being home to the majority of the world’s population, one finds that the custom of using packaging for goods is far less common than in the highly industrialised nations.
In Italy, therefore, packaging currently represents 3% of industrial output turnover and 1.7% of GDP, values that are very much in line with those of other industrialised countries.
In 1999 (latest consolidated figures), global turnover in the packaging industry was worth about 867,000 billion Lira.
The United States accounted for 30% of the market, followed by Western Europe with 27%, thus overtaking Japan (second until 1996) which had a share of 17%.
In Europe, Italy is in second place with output of about 32,372 billion Lira (joint-second with France, just behind Germany). Italian production of packaging represents about 4% of total world packaging, always in terms of turnover.
In 1999, production expressed in terms of tons came to 14,235 t/000.

The “Packaging System” in Italy
In addition to the figures given above, the importance of the “Packaging System” in Italy is also underlined by the number of companies involved in this business: more than 5,500, creating over 96,000 jobs.
The offer is somewhat fragmented: the top ten operators (in terms of turnover) only account for an overall market share of just 20%.
During the last three years, the packaging sector has seen mean annual growth of 2.4% (in terms of production in weight) and 2% (in turnover).
With regard to evolution in production in terms of weight, one must remember that the growth rate for the use of packaging is slightly higher as a result of the ongoing process of reducing the weight of materials used and the elimination of overpackaging, noticed in the majority of sectors. This is a phenomenon that has become extremely important in recent years and is expected to continue, even if at slighter lower rate.
As to turnover, on analysing the period 1996 - 1999, one finds that the mean annual growth rate in turnover has been 2.5% compared to 2.4% in terms of weight.
Seeing that these figures are very similar, one can thus deduce that the average price of packaging has remained basically the same, even if, over the same period, there have been moments of great tension in the prices of raw materials used to produce packaging.
Exports of packaging represent 13% of Italian production and show an interesting development trend.
In fact, exports are mainly concentrated in certain sectors of plastic packaging (flexible packs and seals), a few sectors of metal packaging (seals and containers for industrial products), glass flacons and flexible polylaminate packaging, with a 46% share of foreign sales.

The sectors of use of packaging
In terms of usage, a distinction needs to be made between the agro-food or more simply “food” area and the area generically called “non food”.
The former (also including liquid foods) is the most important in terms of the quantity of packaging used, with a share of 58% (24% of which for drinks). The second area (non food) accounts for the remaining 42% or so.

The functions of packaging
A further subdivision of the packaging market is possible by considering the function, falling basically into the following two categories:
- primary packaging and that used for retail packs, representing about 48% of the market (including presentation packs);
- packaging for shipping, with 52%, where corrugated cardboard, plastic films for shipping and protective accessories predominate.

The different types of packaging
An analysis of the main types of packaging lets one get a general idea of the future of this sector.
• Steel packaging: after a period of growth that finally dropped off at the end of the 1970s, this has accompanied the development and diffusion of many preserved products, such as vegetables or fish preserves. The sector now offers good possibilities of coming back to life thanks to progress in modern technology concerning the lightening process and continuous improvements both in terms of image and functionality.
• Aluminium packaging: until the early 1990s, its development had been linked to the success of the can in the drinks sector. Today, the most promising results for future development come from the area of thin aluminium foil laminated with other materials or more simply just varnished.
• Corrugated cardboard: there’s no doubt this continues to be one of the most widely used materials, directly related to its essential function of packaging for shipping. In recent years there have been significant successes in the sector of crates for fruit and veg, while the general evolutionary trend tends to follow the average development of the packaging area.
• Folding carton boxes: these seem to have reached a stage of maturity with a limited growth rate. Packaging made from flat carton, which increased substantially until the end of the 1980s, now seems to have entered a period of maturity.
Both the sector of folding carton boxes and flat carton boxes have been affected by interesting evolution in technology, such as the reduction in weight (while offering the same performance), combination with polyethylene or aluminium, etc.
• Laminated cellulose packaging: this owes its success to the drinks area, especially milk (note, however, that the plastic bottle continues to gain extra market share in terms of packaging for milk). Future developments are linked to the possible popularity in the area of non-food liquids.
Paper bags (both large and small) and wrapping paper are sectors marked by a high level of maturity.
• Polylaminated flexible packaging: this is currently enjoying positive growth, mainly due to the significant improvements in coextrusion technology and the development of new resins or laminations, allowing for innovative applications.
Plastic packaging overall continues to be living through a period of great development. The strong points of plastic packaging continue to be their good quality/service/price ratio, their lightness and flexibility allowing them to adapt to a broad range of packing types.
Growth is particularly brilliant in flexible packaging, bottles for liquid foods and thin-walled packaging (tubs, beakers, trays, blister packs, honeycomb packs etc.).
• Glass packaging: in the 1970-1980s glass packaging suffered the effects of fierce competition from alternative forms of packaging, to the point that this sector stagnated. It now appears to be enjoying a period of rebirth, thanks to a relaunched image, both as a result of the drive for the recovery and recycling of used glass and the effect of the current trend to reduce the weight of packaging, for bottles and jars alike.
• Wooden packaging: this is marked by a phase of advanced maturity in the case of crates for fresh produce, while in the pallet and large industrial crate sectors the trend for growth basically follows that in the index of industrial output.

Forecast results
A preliminary balance of activity in 2000 in the packaging sector can be made on the basis of the trends in the various areas.
Overall, one can forecast growth of 3% on 1999 figures, in terms of production in weight.
Plastic packaging, cellulose packaging (especially corrugated cardboard), steel cans holding 200 litres and glass packaging are expected to report growth.
Tin packaging, on the other hand, is likely to see a drop in results owing to the substantial fall in the activity of the tomato derivatives market (its main area of use), as will wooden packaging following the progressive downwards trend in the market for wooden crates used for fresh produce.
The other areas (aluminium packaging, laminated cartons and flexible polylaminates) are mostly stable compared to last year’s figures.
The packaging sector is very closely linked to trends in GDP. One especially finds that the packaging sector grows by about 10% of growth in GDP.
Forecasts for progress in GDP for 2001, according to leading analysts, point to a growth rate of 2.6% (2.7% in 2000), and so one can predict that the packaging sector will see growth of about 2.8-2.9% in 2001.

Plinio Iascone
Owner of Iascone Plinio Sas and advisor to Istituto Italiano Imballaggio