Rapporto sullo stato dell’imballaggio (3)
Report on the status of packaging (3)

A fine ottobre 2005 si avvertono i segnali di una timida ripresa.
At end October 2005 one can see signs of a slight recovery.

Imballaggi di legno
Wooden packaging

Analisi di un settore storico della filiera del packaging.
Analysis of a traditional sector in the packaging industry.

News









SITUAZIONE A FINE OTTOBRE 2005 Dopo il lungo periodo di sensibile stagnazione, si avvertono i segnali di una timida ripresa. Consumi e produzione nelle macro aree food, bevande, beni di consumo.
A cura di Plinio Iascone

Come e dove viene utilizzato l’imballaggio

La protezione e la movimentazione delle merci comporta sempre l’impiego di imballaggi: siano essi primari o secondari o da trasporto, essi rappresentano una costante in praticamente tutti i settori industriali. In questa trattazione (ultimo rapporto quadrimestrale per il 2005) prendiamo in considerano solo i principali, ovvero quei settori in cui siano diffuse numerose tipologie di imballaggi o quelli in cui una o più famiglia di imballaggi risulti prevalente, in termini quantitativi.

Agro alimentare: food e bevande
Il settore alimentare rimane una delle principali aree di impiego degli imballaggi: ne assorbe globalmente il 56%, destinandone poi il 30% ai cibi e il 26% alle bevande.
Nel corso del 2004, questa area di mercato ha evidenziato un progressivo rallentamento del ritmo di crescita produttivo, sino a concludere l’anno al di sotto di ogni previsione di pur modesto sviluppo formulata a inizio anno (+0, 8%). Sia la componente estera della domanda sia quella interna sono stati all’origine di tale andamento.
Il 2005, poi, sulla base dei dati relativi al primo semestre elaborati da Ismea-Nielsen, ha evidenziato segnali di lieve ripresa dopo un lungo periodo di sensibile stagnazione, che durava da oltre un anno e mezzo.
Tali segnali però non sono ritenuti forieri di una netta e sensibile inversione di tendenza; secondo un primo preconsuntivo, il 2005 dell’intera area agro-alimentare, si avvia a chiudere l’anno con uno sviluppo solo di poco superiore a quello del 2004: +1% circa.
Nel primo semestre del 2005 anche i consumi delle famiglie hanno evidenziato un’inversione di tendenza, ma non tale da fare ritenere di essere in presenza di una significativa ripresa. Anzi, secondo prime rilevazioni, nel corso dell’estate la piccola ripresa si è lievemente ridimensionata.
La dinamica evolutiva del 2005 presenta caratteristiche diverse, a seconda delle varie aree di mercato.
• Il settore della conservazione e della lavorazione delle carni, compreso i salumi, evidenzia un tasso tendenziale di crescita dello 0, 4%, sorretto in particolare dal comparto dei salumi.
• Il settore delle conserve ittiche, per contro, è avviato concludere l’anno in calo del 5/7%.
• L’area produttiva della lavorazione e conservazione della frutta e degli ortaggi, nella sua globalità, riconfermerà probabilmente i valori del 2004, ma con evidenti diversità: come il calo dell’attività nel settore dei derivati dei pomodori e della frutta sciroppata e l’aumento, in genere, per le altre conserve vegetali.
• L’industria lattiero casearia dovrebbe segnare un lieve incremento grazie a formaggi e yogurt.
• L’industria di pasta, riso e sfarinati evidenzia un trend di crescita intorno all’1%.
• L’ortofrutta, in relazione al consumo di prodotto fresco, appare stazionaria, con un lievissimo incremento dello 0,1/0,2%.
• L’olio e i grassi si avviano a chiudere l’anno con una crescita intorno all’1-2%, per merito del buon andamento delle esportazioni di olio di oliva.
• L’area dei prodotti da forno, della cioccolata e dei gelati appare contraddistinta da un trend sostanzialmente positivo, considerando il quadro economico globale; infatti l’anno dovrebbe concludersi con un incremento intorno al 2%.
• In calo del 2/3% risulta a oggi il settore dei prodotti alimentari per animali.
• L’area delle bevande ha concluso il 2004 con una produzione di 20.352 milioni di litri (-3% rispetto al 2003, anno segnato da una lunga e torrida estate, che influì sui consumi di bevande analcoliche e di birra); il 2005, con un valore di 21.020 milioni di litri, si avvia a concludersi con una crescita del 3%.
In questo ambito è doveroso distinguere due sotto settori, bevande alcoliche e bevande analcoliche, caratterizzati da trend evolutivi differenti. Le previsioni di chiusura per le bevande alcoliche parlano di una produzione (confezionato immesso alla vendita) di 4.995 milioni di litri, +2, 7% rispetto al 2004. La loro crescita è guidata essenzialmente dal buon andamento delle esportazioni di vino e super alcolici, poiché il mercato interno non presenta valori in crescita. Le bevande analcoliche dovrebbero concludere il 2005 con una produzione di 16.025 milioni di litri e segnare quindi una crescita del 3,5%.

Tutto il non food
Questa area ha iniziato il trend di stagnazione - recessione economica nel 2002. Pur non mancando segnali di inversione di tendenza in alcun settori, purtroppo la produzione a fine 2005 dovrà, con ogni probabilità, riconfermare i valori non certo soddisfacenti dello scorso anno, con al massimo un lieve miglioramento. Il 44% circa degli imballaggi utilizzati in Italia, vengono assorbiti da questa area. Tratteggiamo in breve la situazione di alcune delle principale aree di impiego.

• Prodotti farmaceutici - Il settore dovrebbe concludere il 2005 con un tasso di crescita intorno al 2%, grazie a una stabilizzazione della domanda interna intorno al 3%, tasso ritenuto strutturale. Le esportazioni, essenzialmente “intra firm”, delle multinazionali, dovrebbero lentamente tornare a crescere, anche se a tassi decisamente inferiori rispetto al passato.

• Beni di consumo area moda - Vestiario, scarpe e pelletteria varia continuano a evidenziare una situazione in tendenziale recessione, come accade ormai da tre anni.
Le maggiori difficoltà sono vissute dal settore pelletteria, che si avvia a chiudere il 2005 con un calo di attività di oltre il 10%.
In miglioramento la situazione del vestiario che, pur evidenziando ancora trend negativi, mostra segnali incoraggianti di inversione di tendenza.
Il problema per questi settori deriva dal calo delle vendite all’estero (50% circa del fatturato) in diminuzione progressiva e sensibile. In calo, ma a tassi meno contenuti, risultano le vendite all’interno (2/3% medio annuo).

• Beni di largo consumo dell’area cosmesi e prodotti per la casa - Si ipotizza una conclusione lievemente migliore del 2004, quando la crescita globale non superò l’1% . Questa variegata area infatti dovrebbe concludere l’anno con un tasso di crescita intono all’1,5%.
La migliore prestazione dovrebbe essere ascritta al settore della cosmesi profumeria (+2%), a seguito di una buona intonazione della componente estera della domanda; i prodotti per la casa dovrebbero invece confermare i valori del 2004.

• Prodotti chimici - La chimica, importante area del settore manifatturiero per dimensione e varietà di produzioni, nel 2005 ha continuato a evidenziare una domanda interna ed estera debole. Gli analisti stimano che la produzione globale segnerà un -0,4%, che si somma però al calo dell’1,2% registrato nel 2003 e a quello dello 0,5% del 2004.
In merito a una prima valutazione dell’attività produttiva del 2005, se passiamo in rassegna alcuni tra i principali settori chimici, emerge la seguente situazione:
- chimica di base +1,5%;
- pitture-vernici e solventi -0,3%;
- sigillanti e adesivi -1%;
- agro farmaci -2, 5%;
- fertilizzanti -2%.

• Arredamento domestico - Il 2004 si concluse con una flessione del 2% circa della produzione di elettrodomestici (in particolare i piccoli), mentre il settore mobili registrò un piccolo incremento intorno all’1%. Anche il 2005, secondo un primo preconsuntivo, non sembra avere imboccato la strada della ripresa. Alla base di questa situazione (che si sta protraendo nel tempo) restano le difficoltà di crescita delle esportazioni, in calo da due anni, nonché l’aumento progressivo delle importazioni. Entrambi i due fattori derivano dall’aumento delle pressioni concorrenziali dei paesi extra UE.

• Prodotti per l’edilizia - Questa area comprende cemento, calce, laterizi, vetro piano, tondo per cemento armato, piastrelle ecc, prodotti ovviamente legati all’attività edilizia italiana; questo settore continua a beneficiare di un certo fermento. Anche per il 2005, secondo le ultime indicazioni la crescita degli investimenti in costruzioni, pur rallentati, dovrebbero agevolare l’evoluzione positiva dell’attività edile dell’1/1,3%. Questa sostanziale buona intonazione si riflette positivamente sull’attività produttiva di cemento, calce, gesso, laterizi e tondo per cemento armato.




Economy
Report on the state
of packaging (3)


STATUS AT END OCTOBER 2005 After a long period of considerable stagnation, one can see signs of a slight recovery. Consumption and production in the food, beverage and consumer goods macro areas.
By Plinio Iascone

How and where packaging is used
The protection and handling of goods always involves the use of packaging: whether primary, secondary or for shipping, packaging is a constant element in practically all industrial fields.
This look at the industry (the last four-month report for 2005) only takes into account the main fields, i.e. those where numerous types of packaging are commonly used or those where a given family of packaging prevails in quantitative terms.

Agro food: food and drinks
The food sector continues to be one of the main areas where packaging is used: it absorbs 56% of all packaging, with 30% used for food and 26% for drinks.
Over the course of 2004, growth in output in this market area gradually slowed down, ending the year below all the modest expectations of growth expected at the beginning of the year (+0.8%). Both exports and domestic demand were responsible for this.
Then, in 2005, on the basis of the data for the first six months of the year from Ismea-Nielsen, there were signs of a slight upturn after a long period of marked stagnation, lasting more than one and a half years.
Such signs are not, however, to be seen as a clear indication of a radical change in direction; according to interim results, 2005 is expected to close with growth just over that seen in 2004 in the entire agricultural and food area: +1% approximately.
During the first six months of 2005 family consumption saw a radical reverse, but not enough to allow one to believe in a real pickup in the economy.
Indeed, according to the early results, this slight upturn diminished during the summer.
The growth dynamics in 2005 are various, according to the different market areas.
• The sector of meat processing and preserving, including processed pork, saw a growth trend of just 0. 4%, mainly thanks to the processed pork sector.
• The fish sector, on the other hand, is likely to fall by 5-7% this year.
• The general fruit and vegetable processing and preserving industry is expected to confirm its 2004 figures, though there have been a few important changes: a fall in the tomato derivative and canned fruit sector against an increase in other preserved vegetables.
• The dairy industry should see a slight rise thanks to cheese and yoghurt.
• The pasta, rice and flour industry is enjoying growth of 1%.
• Sales of fresh produce appear to be stationary, with a minimal rise of just 0.1-0.2%.
• Oils and fats are expected to close the year with growth of roughly 1-2%, mostly due to the good export figures for olive oil.
• The bakery products sector, together with chocolate and ice-cream, stands out for a basically positive trend given the current global economic situation; in fact, the sector should close the year with 2% growth.
• Animal feed is down by 2-3%.
• The drinks sector ended 2004 with output of 20,352 million litres (-3% compared to 2003, the year of a long hot summer that had a definite effect on the consumption of soft drinks and beer); 2005, with output of 21,020 million litres, is likely to end the year with 3% growth.
Here we need to make a distinction between the two sub-sectors - soft drinks and alcoholic drinks - which have seen different growth trends. The end-year forecasts for alcoholic drinks speak of output of 4,995 million litres (packed and sold), which is +2.7% on 2004. This growth is mainly thanks to good export figures for wine and spirits, since the domestic market is not growing.
Soft drinks should end the year with output of 16,025 million litres, i.e. 3.5% growth.

All the non food
This area started to show signs of stagnation/recession in 2002. Although there are a few signs of a turnaround in some sectors, unfortunately it's most likely that output in 2005 will reconfirm the far from satisfactory values seen last year, with, at most, a slight improvement. About 44% of all packaging used in Italy is absorbed by this sector. Here's a brief look at some of the main areas of use.

• Pharmaceutical products - This sector should end 2005 with roughly 2% growth thanks to domestic demand now stable at around 3%, a structural rate.
Exports - mainly “intra firm” - by the multinationals should slowly start rising again, even though the growth rate will be easily lower than in the past.

• Fashion goods - Clothing, shoes and leather goods continue to be in recession, as has been the case for the past three years.
The main difficulties are in the leather goods sector, expected to close 2005 with a fall in business of more than 10%.
The clothing sector is faring better, though the trend is still negative. However, there are a few encouraging signs of a change in direction.
The problem for these sectors is basically an on-going marked drop in exports (roughly 50% of turnover).
Also domestic sales are down, though less obviously (mean annual fall of 2-3%).

• Consumer goods in the cosmetics and household products areas - There's likely to be a slight improvement on 2004, when global growth failed to exceed 1%. In fact, this widely differing area should end the year with growth of around 1.5%.
The best performance should be seen in the cosmetics/perfumery sector (+2%) following good export figures; household products should confirm their 2004 values.

• Chemicals - The chemicals industry is an important area of the manufacturing industry in terms of size and variety of products. In 2005 it continued to suffer from weak domestic demand and exports.
The analysts expect that global production will be -0.4%, though this should be added to the1.2% fall seen in 2003 and the 0.5% fall in 2004.
To provide an initial assessment of the 2005 output figures, the following picture emerges from the results for some of the main chemical sectors:
- base chemicals +1.5%;
- paints and solvents -0.3%;
- binders and adhesives -1%;
- agro-pharmaceuticals -2.5%;
- fertilisers -2%.

• House furnishing - 2004 ended with a fall of about 2% in the production of household appliances (especially small appliances), while the furniture sector grew slightly by 1%.
According to the interim figures, 2005 does not show signs of reversing the trend.
The root of this problem (which has continued for some time now) is found in the difficulties in upping the exports, which have fallen over the past two years, let alone a steady increase in imports.
Both these factors are due to the increase in pressure from non EU competitors.

• Building materials - This area includes cement, line, bricks, flat glass, steel reinforcement bars for concrete, tiles, etc. These are all products strictly linked to the Italian construction industry, which continues to enjoy a certain amount of ferment.
According to the latest figures showing continued, but slightly slower, growth in investments in property, 2005 should see positive growth in building of around 1-1.3%. This generally good trend has a positive effect in the production of cement, lime, plaster, bricks and steel bars for reinforced concrete.




Evoluzione dell’economia italiana
Sulla base del report periodico di Prometeia, dopo molti “stop and go” l’industria manifatturiera italiana sembra mostrare i primi segnali di ripresa. Anche se in verità ancora contenuti, gli spunti di inversione di tendenza del lungo ciclo recessivo hanno iniziato ad evidenziarsi a partire da settembre.
Il debole recupero non consentirà però alla produzione manifatturiera italiana di “crescere” globalmente, e il 2005 si avvia così a chiudere con un calo dell’1% circa.
Questa situazione chiude un lungo periodo negativo dell’industria manifatturiera nazionale: -1% medio annuo nel biennio 2001/2003 e crescita zero nel 2004.
Debolezza della domanda interna (consumi delle famiglie compresi) insieme a una progressiva erosione dell’export hanno dato origine al quadro congiunturale negativo. I segnali di ripresa fanno però ben sperare del superamento del prolungato ciclo recessivo.
L’ultimo quadrimestre dell’anno in corso vede la produzione tendenzialmente in recupero dello 0,5% circa sulla media dei mesi precedenti. Sempre secondo l’analisi Prometeia, queste premesse fanno sperare, per il 2006, in una ripresa in termini reali dell’industria manifatturiera italiana.
Le prospettive appaiono migliori per l’industria alimentare (di cui è prevista in crescita dell’1,3%), l’industria farmaceutica (+2,8%), i beni di largo consumo (+2,5%), l’elettrotecnica (+3%), meccanica varia e meccanica strumentale (entrambe previste in crescita del 2%).
Continueranno per contro a evidenziare deboli prestazioni gli altri settori, in particolare: i settori del sistema casa (mobili, apparecchi domestici ecc.), i settori del sistema beni per l’edilizia e l’area dei prodotti chimici. Ancora in calo i beni di consumo dell’area moda e il settore automobili e motocicli.
Il quadro previsionale globale, per il 2006 pur in un contesto positivo rispetto al recente passato, puo essere definito in fase di transizione. Soltanto a partire dal 2007 la produzione dell’industria manifatturiera potrà recuperare ritmi di sviluppo superiori all’1% in termini costanti.
L’attuale fase congiunturale dell’economia italiana si inserisce in un contesto internazionale caratterizzato da una domanda globale che cresce a un tasso tendenziale del 3% medio annuo e una produzione che stenta a tenere il passo.
Alla guida di tale sviluppo troviamo, come è noto, Cina, India, ma anche Usa.



Growth of Italian economy
On the basis of the periodic report by Prometeia, after much “stop and go” the Italian manufacturing industry seems to be showing the first signs of recovery.
Even if, to say the truth still limited, indications as to a turnaround in the long cycle of recession have been seen from September onwards.
The weak recovery though does not signify a growth in the Italian manufacturing industry all told, and 2005 will thus draw to an end with a drop of around 1%.
This situation closes a long negative period of Italian manufacturing industry: an average –1% a year in the two year period 2001/2003 and zero growth in 2004.
Weakness of domestic demand (family consumption included) along with a progressive erosion of exports have given rise to a negative overall market situation. The signs of recovery though allow one to hope that the long cycle of recession is finally behind us.
The last quarter of the current year sees production showing a recovery of around 0.5% on the average of the preceding months. Still according to Prometeia’s analysis, these figures would allow one to hope that 2006 will see a real recovery of the Italian manufacturing industry.
The food industry shows better prospects (for which a growth of 1.3% has been forecast), along with the pharmaceutical industry (+2.8%), fast moving consumer goods (+2.5%), electronics (+3%), mechanical engineering in general and instrumental mechanical engineering (both forecast as growing 2%).
Against this the other sectors will continue to show weak performances, in particular: the housing system segment (furniture, household appliances etc), the sectors that go to make up the building trade goods system as well as chemical products. Still in a downturn the area of the consumer goods for the fashion sector and the automobile and motorcycle sector. The overall forecast for 2006, while positive compared to the recent past, can be described as being in a transition phase.
Only starting off from 2007 will the manufacturing sector be able to recover growth rates of above 1% in constant terms.
The current overall situation of the Italian economy is part of an international context featuring a global demand that is growing at an annual average rate of 3% with production hard put to follow suite. Guiding the growth, as is known, we find China, India but also the USA.






Materiale per materiale, i primi dati 2005. Il quadro che emerge parla di una domanda ancora debole, di crescita contenuta della produzione, delle tensioni sui prezzi delle materie prime, di un aumento dei costi operativi.

Il settore degli imballaggi presenta una significativa correlazione con i due importanti macro indicatori economici: la produzione industriale (in particolare la produzione dell’industria manifatturiera) e il PIL.
Caratteristica del settore rimane quella di presentare un trend evolutivo leggermente migliore rispetto ai due indicatori, il che rimane la caratteristica principale del comparto.
Secondo una prima valutazione, il settore degli imballaggi si avvia a chiudere il 2005 con una crescita molto modesta, pari allo 0,5-0,7% (nel 2004 la produzione è stata di 16.343.000 t, +1% sul 2003).
Dal 2002, in concomitanza con il sensibile rallentamento dell’economia nazionale e europea, questa importante area dell’industria manifatturiera italiana (il 2,85% del fatturato dell’industria manifatturiera è rappresentato dall’imballaggio)è entrata in una fase riflessiva.
In termini quantitativi, nell’ultimo quadriennio, il settore ha limitato lo sviluppo allo 0,4% medio annuo, mentre nel quadriennio precedente lo sviluppo medio annuo era stato del 3,5%.
Sostanzialmente stagnante l’andamento del commercio estero, sia in uscita che in entrata, mentre il consumo apparente dovrebbe concludere l’anno con una crescita limitata allo 0,6/0,7%.
Negli ultimi due anni il settore ha dovuto anche fronteggiare il prolungarsi delle tensioni sui prezzi delle materie prime, che ha causato un sensibile aumento dei costi operativi .
A fronte di una domanda debole, non è stato possibile ribaltare totalmente sui prezzi l’aumento dei costi operativi, penalizzando così la redditività.
In termini di fatturato (20.308 milioni di euro nel 2004) infatti la situazione presenta aspetti di maggiore preoccupazione, poiché il tasso tendenziale di sviluppo sta viaggiando intorno all’1,5%, a fronte di un’inflazione pari al 2,4/2,5% m.a.

Materiale per materiale
• Acciaio - Il settore degli imballaggi di acciaio, comprensivo degli imballaggi leggeri di banda stagnata e dei fusti di acciaio di 200 litri di capacità, dovrebbe avere concluso l’anno con un calo dell’attività del 5%.
Per quanto riguarda gli imballaggi di banda stagnata, dopo un 2004 sostanzialmente positivo, l’arretramento va fatto risalire al sensibile ridimensionamento del settore dei derivati del pomodoro, che sconta a sua volta gli eccessi produttivi del 2003 e 2004. Tra l’altro, nel 2005, il settore non sembra avere tratto benefici dalla componente estera della domanda, come è invece accaduto negli ultimi anni.
Il perdurare della stagnazione del settore petrolchimico ha invece influito negativamente sui fusti.

• Alluminio - Secondo un primo preconsuntivo, gli imballaggi di alluminio si avviano a chiudere il 2005 con una crescita del 2% circa (trend simile a quello del 2004). Bombolette spray, nuove scatolette per food di spessore sottile con coperchio easy peel, nonché la sostanziale buona tenuta delle lattine per bevande ne hanno guidato la crescita.

• Plastica - Per il settore degli imballaggi di plastica (comprensivi dei poliaccoppiati flessibili da converter) il tasso di sviluppo sembra essersi attestato, nel 2005, al 2,5% circa. In base alle prime valutazione dei risultati, pur in una situazione generale di mercato non certo brillante, questa filiera ha dunque registrato un segno positivo, grazie alla crescita sia della domanda interna che delle esportazioni.
Come più volte messo in evidenza lo sviluppo è essenzialmente guidato da due fattori:
- la crescita degli imballaggi per il confezionamento dei prodotti alimentari freschi porzionati;
- l’aumento di partecipazione al mercato, a scapito di altre soluzioni di imballaggi in molti settori di sbocco.

• Cellulosici - Si ipotizza che la filiera, presa nella sua globalità e comprensiva anche del settore dei contenitori cellulosici accoppiati, chiuda il 2005 con un lieve arretramento produttivo.
Considerando l’apporto contenuto del commercio estero, i risultati scontano essenzialmente la stagnazione del mercato interno.
Tra i diversi settori che compongono questa filiera, va evidenziata la stagnazione del settore del cartone ondulato, la sensibile contrazione di attività degli imballaggi di cartoncino teso, il buon andamento del settore sacchi di elevata capacità e la sostanziale tenuta su livelli soddisfacenti dei contenitori cellulosici accoppiati.

• Vetro - Gli imballaggi di vetro si suddividono in quattro categorie: bottiglie, vasi, flaconeria e vetro tubo per fiale e flaconi.
Dopo avere concluso il 2004 con un incremento in produzione dell’1%, i primi dati 2005 indicano un aumento contenuto allo 0, 5%.
Il modesto risultato è condizionato dall’andamento negativo delle esportazioni che, secondo una proiezione dei dati Istat dei primi otto mesi, sono in sensibile contrazione. Il mercato interno, per contro, evidenzia una crescita intorno al 2%.

• Legno - Il settore degli imballaggi in legno si suddivide in tre aree: cassette per prodotti ortofrutticoli, pallet e imballaggi industriali. Dopo avere concluso il 2004 con un incremento di attività limitato all’1%, la filiera si avvia a chiudere il 2005 con una crescita di entità simile.
I tassi di sviluppo contenuti scontano il progressivo e sensibile ridimensionamento del comparto cassette per ortofrutta, nonché il trend evolutivo stagnante dell’industria manifatturiera, alla quale gli imballaggi industriali e pallet (in qualità di imballaggi da trasporto) sono legati a filo doppio.

Plinio Iascone
Iascone Packaging Marketing

Packaging, how much is produced

Material by material, the first figures for 2005. The picture that emerges speaks of a demand that is still weak, of limited growth in production, of raw material price tensions, of an increase in working costs.

The packaging sector has close correlations with two important economic macro indicators: industrial production (in particular the output of the manufacturing industry) and the GNP.
The sector has the characteristic of showing a growthtrend that is always slightly better than the two indicators.
According to a first rating, the packaging sector should close 2005 with a very modest growth, standing at 0.5-0.7% (in 2004 production was 16,343,000 t, +1% compared to 2003). This is an important area of the Italian manufacturing industry (2.85% of the turnover of the manufacturing industry is accounted for by packaging).
Since 2002, together with the considerable slowdown of the Italian and European economy, the sector entered into a down period in quantitative terms, in the last four years sector growth has dropped down to a 0.4% annual average, while in the previous four year period it was at 3.5%.
The run of foreign trade shows substantial stagnation in both exports and imports, while apparent consumption should end the year with a growth limited to 0.6/0.7%.
Over the last two years the sector has also had to face the ongoing raw material price tensions, that have caused a considerable growth in working costs. With demand being weak, it has not been possible to totally offload the increase in working costs, thus penalising profitability.
In terms of profitability (20,308 millions of Euros in 2004) in fact the system shows greater aspects of worry, in that the growthrate is at around 1.5%, with an inflation standing at 2.4/2.5% annual average.

Material by material
• Steel - The steel packaging sector, including light tinplate packaging and 200 litre capacity steel drums, should end the year with a drop in activity of 5%. As far as tinplate packaging is concerned, after a 2004 that was substantially positive, the fallback is to be put down to a considerable shrinkage of the tomato derivate sect, that in turn is paying for the excess production of 2003 - 2004. Among other things, in 2005, the sector does not appear to have benefited from the foreign component of demand, as occurred in other years. The continuing stagnation in the petrochemical sector has in turn had a negative effect on drums.

• Aluminium - According to a preliminary balance, 2005 is heading towards the end with aluminium packaging showing a growth of around 2% (trend similar to that of 2004). Spray cans, new super thing food tins with easy peel lids, as well as the substantial good performance of beverage tins guided the growth of the same.

• Plastics - For the plastic packaging sector (including flexible converter polylaminates) the growthrate for 2005 seems to be around 2.5% . On the basis of the first rating of results, even in a general market situation that is anything but brilliant, this segment has hence put in a positive showing, thanks to the growth both of domestic demand as well as of exports. As highlighted on several occasions growth is basically guide by two factors:
- the growth of packaging for packing fresh portioned food products;
- an increased share of the market to the detriment of other packaging sectors in many outlet sectors.

• Cellulose based - it is estimated that the segment, seen as a whole and also including the sector of laminated cellulose containers, will close 2005 with a slight fallback in production.
Considering the limit contribution of foreign trade, the results are essentially due to the stagnation on the Italian domestic market.
Among the many sectors that go to make up this segment, one should note the stagnation in the corrugated cardboard segment, the considerable drop in solid cardboard packaging, the good run of the high capacity bags segment and the substantial holding of the satisfactory levels of laminated cellulose containers.

• Glass - Glass packaging are divided up into four categories: bottles, jars, flacons and tubular glass for phials and flacons.
After having concluded 2004 with an increase in output of 1%, the first figures for 2005 show a limited growth at 0.5%.
The modest result is conditioned by the bad run of exports that, according to Istat figures of the first eight months, are down considerably. Against this the Italian domestic market shows a growth of around 2%,.

• Wood - the wood packaging sector is divided up into three areas: crates for market garden produce, pallets and industrial packaging.
After having concluded 2004 with an increase in activity limited to 1%, the sector should end 2005 with a similar growth.
The limited growthrates are paying for the progressive and considerable drop in the market garden produce crate segment, as well as the stagnant evolutionary trend in the manufacturing segment, which industrial packaging and pallets (seen as transport packaging) are doubly bound.

Plinio Iascone
Iascone Packaging Marketing