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November/December 2003
Milena Barberis, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera con Domenico Cantatore, Pietro Diana e Luigi Veronesi, ha frequentato il corso di installazione tenuto da Anne e Patrick Poirier alla Sommerakademie di Salisburgo (A). Attualmente il suo lavoro è fondato sull’elaborazione computerizzata delle immagini e la loro riproduzione digitale su tela. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private.

La parola al critico
Allo spessore delle micro-emotività, all’ansia di innestamento dei cicli di esistenza, a quella che Merleau-Ponty definisce la voluminosità primitiva del dolore, Milena Barberis sostituisce lo splendente accumulo dei segni del quotidiano, che mimano la vorace vitalità della produzione del consumo. Ma produzione e consumo riguardano anche le zone permeabili della soggettività, le cifre emotive dell’individualità, mosse in quelli che Mittscherlich chiama “i percorsi d’angoscia” del feticcio urbano.
La Barberis sa bene di non poter riscattare, né riscattarsi attraverso l’arte, ma di fondare una realtà relativa, quella dell’opera, dove confluiscono gestualità e misura, casualità e progetto formale, in uno scambio che arricchisce uno spazio, quello della vita, dove predominano alternati centro e periferia, geometria e informe, caso e progetto, serialità splendente e abbandono del detrito. Achille Bonito Oliva

Milena Barberis, having taken her diploma at the Brera art academy with Domenico Cantatore, Pietro Diana and Luigi Veronesi, attended the installation course held by Anne and Patrick Poirier at the Salzburg (A) Sommerakademie. Currently her work is based on computer processing of images and their digital reproduction on canvas.
Her works are to be found in public and private collections.

The word to the critic
The depth of the micro-emotionality, the anxiety of connecting cycles of existence, what Merleau-Ponty defines the primitive voluminosity of pain, is replaced by Milena Barberis with a splendid accumulation of everyday signs that mimic the voracious vitality of production and consumption. But production and consumption also involve the permeable areas of subjectivity, the emotional ciphers of individuality, that move along what Mittscherlich calls “the paths of anguish” of the urban fetish.
Barberis knows well that she can redeem neither herself nor others through art, and that all she can do is create a relative reality, that of the work, where gestures and measures, casualty and formal project coexist in an exchange that enriches a space, that of life, that is predominated alternately by center and periphery, geometry and informal, chance and design, splendid merchandise and sordid garbage. Achille Bonito Oliva



Mascherina, 2002
Milena Barberis
70 x 92 cm
Elaborazione digitale su tela

Hanno scritto di lei The critics that have written about her: Gino Traversi, Gino Boccalari, Franca Nesi, Dario Salani, Stefania Carrozzini, Giorgio Seveso, Valentina Piredda, Gianni Nigro, Riccardo Barletta, Isabella Puliafito, Francesca Pensa, Rossana Bossaglia, Laura Gelmini, Luciano Carmel, Elena Pontiggia, Achille Bonito Oliva.

Le mostre/Exhibitions
1994 Centro culturale Il tempio, Pistoia
Galleria dell’Immagine, Firenze
Arte Fiera, Ferrara
1995 Galleria Ferrari, Treviglio (BG)
1996 Incontri internazionali d’arte contemporanea Le porte dell’arte, Campanga (SA)
Galleria Severgnini, Cernusco s/Naviglio (MI)
Mostra museo G. Caproni, Trento
Kunst und Kontext, Castello Mirabel, Salisburgo (A)
1997 Associazione Il filo e il seme, Spazio Lunardon, Milano
1998 Galleria d’arte Derbylius, Milano
Galleria Arti Studio, Milano
1999 Naturarte, Lodi
2000 Ex chiesa dell’Angelo, Lodi
Naturarte, Lodi
2001 Spazio Guicciardini, Milano
Galleria Aquifante, Busto Arsizio (VA)
2002 Arte fiera Padova
Premio nazionale “Città di Monza”
Mostra mercato d’arte contemporanea, Montichiari
2003 Miart Galleria il Torchio
Fondazione Mudima, Milano