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Gli imballaggi di plastica continuano a evidenziare buone prestazioni anche se, rispetto al passato, i tassi di sviluppo tendono a ridimensionarsi. Dati su produzione e consumo in Italia.
Plinio Iascone
La diffusione dell’imballaggio di plastica procede, in molti casi, a scapito di altre tipologie di packaging, seppur con qualche differenza rispetto al passato (tabella 1). Infatti, mentre tra la fine degli anni ottanta e novanta, la crescita era guidata dalla rapida diffusione delle bottiglie e dalla flaconeria in genere, in anni recenti lo sviluppo più sensibile è stato riscontrato nell’area degli imballaggi flessibili e semirigidi (buste, vaschette, film ecc.).
L’area dei contenitori continua comunque a crescere, anche se a tassi più contenuti; negli ultimi anni, in questo comparto, si è manifestata una tendenza alla progressiva riduzione del peso medio e quindi, analizzando il trend con riferimento al peso degli imballaggi, la tendenza al ridimensionamento tende ad enfatizzarsi.
Il tasso di crescita, che negli anni passati si posizionava intorno al 6-6,5%, nel 2000 ha fatto registrare un 5,7% di sviluppo; per il 2001 si ipotizza una crescita, soddisfacente, ma contenuta entro il 4-5%.
Le previsioni elaborate dall’Istituto Italiano Imballaggio sono motivate dalla conquista di maggiori quote di mercato in settori dove l’imballaggio di plastica è ancora generalmente poco diffuso, nonché dalla tendenza generalizzata a commerciare prodotti freschi in porzioni preconfezionate, ma anche dal persistere del processo di alleggerimento.
Dato che queste valutazioni sono state elaborate sulla base di dati espressi in peso, è facilmente ipotizzabile una crescita reale superiore di circa un punto percentuale.
Il quadro di riferimento del 2000 vede una produzione in peso di 3.234.000 t, di cui circa 900.000 t destinate all’export (pari dunque al 28%, contro una quota del 26,5% registrata nel 1999) oltre a un’importazione di imballaggi vuoti pari a 256.000 t, che rappresentano il 10% dell’utilizzato in Italia.
In Italia, l’impiego di imballaggi vuoti usati nell’industria alimentare e non è stato di 2.590.000 t (+4% rispetto al 1999).

Materie prime plastiche
Rispetto alle altre, la filiera dell’imballaggio di plastica presenta un’ulteriore particolarità; essa comprende infatti numerose tipologie di packaging con la medesima funzione d’uso ma con caratteristiche chimico-fisiche dissimili (ovviamente in relazione alle diverse materie plastiche impiegate), che conferiscono proprietà notevolmente diversificate agli imballaggi stessi.
Si tratta di uno dei maggiori punti di forza dell’imballaggio di plastica in genere, che, adatto a contenere qualsiasi prodotto, ha occupato solide posizioni nella quasi totalità dei settori industriali utilizzatori di imballaggi.
• LLDPE+LLDPE sono i materiali più utilizzati tra le plastiche vergini; nel 2000 ne sono state impiegate 1.014.000 t, con un tasso di crescita del 5,5% rispetto al 1999. Oltre il 53% viene utilizzato per la produzione di film destinato all’accoppiamento e di film termoretraibile ed estensibile.
• L’HDPE detiene uno share del 16,5% sul consumo globale di plastiche, impiegato principalmente nella produzione di contenitori di grande capacità (fusti e taniche) di quelli per prodotti tecnici (bottiglie e flaconi), ma trova anche impiego nell’area dei film. Nel 2000 ne sono state utilizzate 494.000 t (+7% rispetto al 1999).
• Il PP (608.000 t nel 2000, +5,7% rispetto al 1999) è il materiale con il più vasto campo di utilizzo, sia nell’imballaggio flessibile sia in quello rigido che nell’accessoristica. La sensibile crescita progressiva va messa in relazione con il forte sviluppo dell’impiego di vaschette rigide per i prodotti freschi porzionati, presso la grande distribuzione.
• Il PET viene principalmente impiegato nella produzione delle bottiglie per bevande e liquidi alimentari. Proprio in quest’ultimo settore si segnala la tendenza in atto a un impiego sempre più intensivo di bottiglie di PET nel packaging di olio di semi e latte pastorizzato o a lunga conservazione. Ne sono state utilizzate 376.000 t, e il tasso di crescita nel 2000 è stato superiore al 6% rispetto all’anno precedente.
• Il PST (4% di share nel 2000, pari a 312.000 t) viene utilizzato nelle due varianti (espanso e non), per vaschette, cestelli, alveoli, bicchierini e materiale di protezione. Nel 2000 ha fatto rilevare uno sviluppo del 4%.
Sebbene questo materiale mantenga un discreto tasso di crescita, in alcuni settori vanno evidenziandosi forti pressioni concorrenziali da parte di materiali di imballaggio alternativi. È il caso del PP, che viene spesso preferito nella produzione di vaschette per confezionamento di prodotti freschi, o dei fustellati di cartone ondulato, che lo sostituiscono come materiali di protezione.
• Il PVC (149.000 t nel 2000, +2,7% rispetto al 1999) è stato uno dei primi materiali plastici utilizzati per la fabbricazione degli imballaggi. Al momento è utilizzato principalmente nei comparti blister e alveoli (58%) e film monostrato (28%). L’ultimo quadriennio ne ha visto un certo ridimensionamento, dopo l’uscita di scena dal settore delle bottiglie per acqua minerale.
• Il restante 2% circa di materiali plastici utilizzati per la fabbricazione di imballaggi è costituito da EVOH, PA, PVDC, ABS e PEN, essenzialmente impiegati nella fabbricazione di imballaggi multistrato.
• È doveroso ricordare, infine, che per la fabbricazione di imballaggi plastici si è fatto ricorso anche a materiali di riciclo: 413.000 t nel 2000 equivalgono al 12% circa del fabbisogno, e segnano una crescita del 5%.

Le principali famiglie
In tabella 2 vengono riportati i dati registrati nel 2000, in merito a produzione e consumo delle principali famiglie di imballaggi di plastica.
Sacchi, sacchetti e shopper
Questo gruppo di imballaggi (che ha fatto registrare una produzione di circa 384.000 t) comprende i sacchi di materiale plastico di tutte le dimensioni, dal piccolo shopper al grande sacco industriale. Il materiale utilizzato per la loro fabbricazione è quasi esclusivamente l’LDPE. Il comparto presenta un andamento sostanzialmente stabile e non sono previsti cambiamenti di sorta nel mercato a cui fa riferimento questa tipologia di packaging.

Film vari
I campi di applicazione dei film plastici sono innumerevoli e in continua espansione: il 2000 ha visto un aumento dell’ 8% nella produzione, toccando le 1.266.000 t.
Per ottenere i film da impiegare nell’imballaggio possono essere utilizzate pressoché tutte le materie prime plastiche, la cui scelta è dettata dall’impiego cui sono destinati i film stessi.
La produzione può essere approssimativamente ripartita nel modo seguente:
- il 53,5% dei film viene accoppiato con vari materiali, che vanno dall’alluminio (poliaccoppiati flessibili) al cartoncino (poliaccoppiati rigidi) alle carte da incarto per alimenti;
- il 19% è rappresentato dal film termoretraibile, che viene utilizzato per l’affardellaggio delle bottiglie per bevande e per il bloccaggio dei colli nel trasporto;
- il 16,5% viene coperto dal film estensibile, che ha impieghi simili a quelli del film termoretraibile e sempre più spesso utilizzato in sua sostituzione;
- il rimanente 11% viene imputato al film da incarto, compreso quello per uso domestico.

Bottiglie per bevande e liquidi alimentari
Dopo aver conquistato ormai quasi integralmente il mercato del packaging dei soft-drink e in buona parte quello delle acque minerali, le bottiglie di plastica ultimamente stanno aumentando la propria quota nei settori dei liquidi alimentari e, in particolare, in quello dell’olio di semi e del latte. Nel 2000 questo comparto ha contato su una produzione di 332.000 t, pari a oltre 10 miliardi di pezzi. La materia prima utilizzata è quasi esclusivamente il PET.
Bottiglie, flaconi e grandi contenitori
In questa famiglia di imballaggi - che ha espresso nel 2000 una produzione di 576.000 t - è compreso tutto il packaging destinato al contenimento di liquidi non alimentari: detersivi, medicinali, cosmetici, prodotti tecnici (ovvero lubrificanti e colori). Ma vengono anche considerati i grandi contenitori come cassette, secchielli, taniche e fusti da 200 l e oltre. Il filo conduttore che unisce questo eterogeneo gruppo di imballaggi è la materia prima con cui vengono prodotti, che è l’HDPE (in misura minore il PP). In questo ambito molto variegato dal punto di vista delle tipologie di imballaggi, i trend di sviluppo più interessanti sono riferiti alle cassette per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli (in particolare modo le cassette a rendere, con un peso medio superiore rispetto a quelle a perdere) e la flaconeria per il settore della cosmesi.

Materiali per imbottitura e protezione
Sotto questa voce si ritrovano tutti quei materiali da imballaggio che servono alla protezione di prodotti fragili o preziosi. Essi sono notoriamente chip espansi, film a bolle, lastre, ecc. La produzione si è attestata sulle 98.000 t, presentando segnali di stagnazione a causa della recente tendenza alla loro sostituzione con fustellati di cartone ondulato, che garantiscono maggiore rispetto ambientale, dopo la dismissione degli imballi.

Alveoli, cestelli, vassoi, bicchieri e tubetti
Questo segmento (430.000 t nel 2000) comprende i bicchieri, le vaschette per il confezionamento di piatti pronti, yogurt, pet food, pasta fresca nonché di molti altri contenitori a pareti sottili. Il tasso di crescita attuale si attesta intorno al 4%, lievemente inferiore al tasso di crescita medio annuo degli ultimi anni.
Il comparto presenta però tuttora ottime possibilità di sviluppo, dovute al forte trend al consumo di prodotti freschi preconfezionati e di surgelati. L’aumento della produzione in peso di questi articoli si riflette più che proporzionalmente sull’incremento del numero di confezioni. La domanda del mercato dei prodotti legati a questo tipo di packaging si sta infatti orientando verso confezioni monoporzione, ovviamente più piccole e leggere (un fenomeno da ricondurre all’incremento del numero di single, alle famiglie italiane sempre meno numerose e agli stili di vita).

Accessori vari
Gli accessori per imballaggio di plastica sono essenzialmente tappi, chiusure, corde, reggette e nastri adesivi. Nel 2000 il comparto ha contato 147.000 t di produzione, così suddivisi secondo una stima di larga massima:
- tappi e chiusure (56%);
- corde e reggette (14%);
- nastri adesivi (30%).
L’andamento positivo dell’industria legata alla fabbricazione di questi articoli è principalmente imputabile alle ottime prestazioni di tappi e chiusure, strettamente correlate al packaging di bevande e liquidi alimentari, cui è destinato il 50% circa della produzione, e delle cui buone prospettive si è precedentemente parlato.

I settori d’impiego
Gli imballaggi di plastica trovano innumerevoli applicazioni settoriali: alimenti (freschi e conservati), bevande, prodotti tecnici, come evidenziato in tabella 3. Questo tipo di materiale, pur essendo il più recente, è certamente quello che può annoverare il maggior numero di presenze nelle diverse filiere industriali.
L’area del food rimane la principale area di impiego, dove viene consumato circa il 38,5% degli imballi in questione.
Nell’ambito di questo grande raggruppamento, si evidenziano come principali user i settori dell’orto-frutta, pasta, salumi, carni, surgelati e dei prodotti da forno.
L’area delle bevande assorbe il 17% dell’utilizzo di imballaggi plastici e si riferisce essenzialmente a bottiglie e film da trasporto.
Nell’area delle bevande il principale settore di utilizzo di imballaggi plastici primari (bottiglie) è rappresentato dall’acqua minerale e dalle bevande analcoliche in genere (gassate e non).
Lo share di questo raggruppamento risulta essere del 14%.
Il restante 3% si riferisce all’olio (semi e oliva) e il latte, in progressivo aumento.
L’area non food presenta invece una quota del 44,5%. Di particolare interesse risulta essere la detergenza domestica: bottiglie, flaconi e buste di poliaccoppiato flessibile esprimono una quota di mercato del 16%. Questo dato pone l’industria della detergenza e degli articoli per la casa tra i principali utilizzatori di imballaggi di plastica presenti sul mercato italiano.
L’area della cosmesi, profumi e farmaci copre invece il 2,5% degli utilizzi e risulta in progressiva crescita.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
Plastic packaging: excellent performance
Plastic packaging continues to enjoy good performance, even if, compared to the past, growth rates tend to be slowing down. Data on production and consumption in Italy.

Plastic packaging (table 1) continues to be widely used (in many cases at the cost of other types of packaging) although in a slightly different way to in the past. In fact, while growth in this sector at the end of the 1980s and the early 1990s was driven by the rapid diffusion of bottles and flacons in general, in recent years the most marked growth has been in the area of flexible and semi-rigid packaging (bags, trays, film etc.).
However, the area of containers still continues to grow, even if at a lower rate; over recent years there has been a tendency in this sector to cut the average weight and so, when one analyses the trend with regard to the actual weight of the packaging, this tendency to cut down on weight is very obvious.
The growth rate, which in past years was roughly 6-6.5%, was 5.7% in 2000; the forecast for 2001 is satisfactory growth, but no more than about 4-5%.
The forecast made by the Istituto Italiano Imballaggio is motivated by plastic’s ability to gain greater market shares in sectors where plastic packaging is still not sufficiently common, as well as the general trend to sell fresh products in pre-packed portions, plus the continuation of the trend to cut weight.
Considering that the values given above have been calculated on the basis of the data in terms of weight, it’s easy to predict that the actual growth will be higher, by one per cent.
The year 2000 saw output in weight of 3,234,000 t, with about 900,000 t destined for export (equal to 28%, compared to 26.5% in 1999), as well as imports of empty packaging weighing a total of 256,000 t, representing 10% of all plastic packaging used in Italy.
The use of used plastic packaging for food and non-food products in Italy came to 2,590,000 t in 2000 (+4% compared to 1999 figures).

Plastic raw materials
Compared to other industries, the plastic packaging industry has an extra characteristic: it includes packaging types that have the same function but different chemical and physical properties (obviously as a result of the different plastics used), giving each packaging type considerably different properties.
This is one of the major strong points of this type of plastic packaging in general that, thanks to its ability to hold all sorts of product, occupies an important position in virtually every industrial sector where packaging is used.
• LLDPE+LLDPE are the most commonly used of all virgin plastics; in 2000 some 1,014,000 t were used, with an average annual growth rate of 5.5% year on year. More than 53% is used for the production of film destined for lamination and for the production of heatshrink and stretch film.
• HDPE accounts for 16.5% of overall consumption of plastic and is mainly used for bulk containers (drums and cans) and those for industrial products (bottles and flacons), though it is also used in the area of film. Some 494,000 t were used in 2000 (+7% on 1999).
• PP (608.000 t in 2000, +5.7% compared to 1999 figures) is the material with the widest spectrum of use, whether for flexible packaging, rigid packaging or accessories. PP’s outstanding growth is thanks especially to the big increase in the use of rigid trays for portions of fresh products sold in supermarkets.
• PET is mainly used for the production of bottles for drinks and liquid foods. The latter sector is currently marked by a tendency for more intensive use of PET bottles for the packaging of products such as seed oils and pasteurised or UHT milk. Overall, some 376,000 t were used in 2000 and the growth rate is 6% up on the previous year.
• PST (4% share in 2000, equal to 312,000 t) is used in two versions (foamed and non foamed), for trays, baskets, honeycombs, pots and protection material. There was 4% growth in 2000.
Although this material continues to see a good growth rate, there is currently fierce competition coming from alternative packaging materials. This is true of PP, often preferred for the production of trays for the packaging of fresh products, and of die-cut corrugated cardboard, which replaces PST as a protection material.
• PVC (149,000 t in 2000, +2.7% on 1999 figures) was one of the first plastics to be used to produce packaging. At present, PVC is mainly used for blister packs and honeycombs (58%), single-layer film (28%). Its use over the past four years has diminished progressively due to its exit from the mineral water bottle scene.
• The remaining 2% or thereabouts of plastic materials used to produce packaging is made up of EVOH, PA, PVDC, ABS and PEN, mostly used in the production of multilayer packaging.
• Finally, one must remember that the production of plastic packaging also involves the use of recycled materials: 413.000 t in 2000, equal to about 12% of requirements, with a growth rate of 5%.

Main families
A summary of Italian production
and consumption figures for plastic packaging in 1998 is shown
in table 2.

Sacks, bags and shoppers
This type of packaging (with production of about 384,000 t in 2000) includes plastic bags of all sizes, from the smallest shopper to the industrial big bag. The material used to produce these is nearly exclusively LDPE. The trend in this sector is basically stable and no major changes are expected in the market for this type of packaging.

Miscellaneous film
The fields of application for plastic films are innumerable and constantly on the increase: +8% in 2000, with production of 1,266,000 t.
Virtually all plastic raw materials can be used to produce films for packaging, the choice being dictated by the end destination of these films.
Production can be split roughly as follows:
- 53.5% of films are laminated with materials ranging from aluminium (flexible polylaminates) to card (stiff polylaminates) and food wrapping paper;
- 19% is represented by heatshrink film, used to produce bottle multipacks and wrap pallets;
- 16.5% is stretch film that has similar uses to heatshrink film and is becoming increasingly popular as an alternative to this;
- the remaining 11% is made up of wrapping film, including that for household use.

Bottles for drinks and liquid foods
After having almost completely conquered the soft-drink packaging market and a good part of the mineral water market, plastic bottles are now also increasing in number in the liquid food sector (seed oil and milk, especially). In 2000 production figures for this sector amounted to 332,000 t, equal to just over 10 billion items. The raw material used almost exclusively is PET

Bottles, flacons and bulk containers
This large family of packaging - which saw output of 576,000 t in 2000 - includes all the functional packaging designed to hold non food liquids: detergents, medical products, cosmetics and industrial products (i.e., lubricants and colors). It also includes bulk containers (trays, buckets, drums and cans holding 200 litres or more).
The factor that unites this heterogeneous group of packaging products is the raw material used to produce them: HDPE and, to a lesser degree, PP.
In this sector, with its particularly varied range of packaging type, the most interesting trends are found in the area of crates for fresh produce (especially returnable trays, with a heavier average weight than non-returnable trays) and flacons for the cosmetics sector.

Materials for padding and protection
This category includes all those packaging materials used to protect fragile or precious products. These include foamed chip, bubblewrap, sheeting, etc. This sector has stabile output of 98,000 t, with signs of stagnation due to the recent trend to replace these materials with die-cut corrugated cardboard that guarantee greater respect for the environment once the protection is no longer needed.

Honeycombs, baskets, trays, pots and tubes
This sector (430,000 t in 2000) includes pots and trays for packing ready meals, yoghurt, pet food and fresh pasta, not to mention many other containers with thin walls.
The current average annual growth rate here is around 4%, slightly less than average annual growth in recent years. This sector still offers, however, excellent growth potential, due to the strong trend for prepacked fresh products and frozen products. The increase in output in weight for these items is reflected more than proportionally in the increase in the number of actual packs. Market demand for the products requiring this type packaging is actually moving towards single-portion packs, i.e., smaller and lighter packs (a phenomenon owing to the increase in the number of single units, ever smaller Italian families and changes in life-style).

Miscellaneous accessories
Plastic packaging accessories are basically caps, seals, ropes, straps and adhesive tapes. 147,000 t of such items were produced in 2000, split as follows according to a rough estimate:
- caps and seals (56%);
- ropes and straps (14%);
- adhesive tapes (30%).
The positive trend in the industry producing these items is linked mainly to the excellent performance of the production of caps and seals, being closely connected to the packaging of soft drinks and liquid foods, accounting for about 50% of production, and to the good prospects mentioned earlier.

Sectors of use
Plastic packaging are used in innumerable applications in various sectors: food (fresh and preserved), drinks and industrial products, as shown in table 3. This type of material, although the most recent, is definitely the one with the largest number of uses in the various industries. The food industry still remains the main area of use, requiring about 38.5% of all such packaging.
Under this general heading, the main users are the sectors of fresh produce, pasta, processed pork, meat, frozen food and bakery products.
Drinks account for 17% of all plastic packaging, mainly used for bottles and film for shipping.
Here, mineral water and soft drinks (fizzy and still) represent the main sector of use of primary plastic packaging (bottles), with 14% of the market. The remaining 3% is used for oil (seed and olive oil) and milk, constantly on the increase. The non food area accounts for 44.5%. Here household detergents are particularly important: bottles, flacons and flexible polylaminate bags account for 16% of this market. This fact places the detergents and household products sector among the major users of plastic packaging on the Italian market. Finally, cosmetics, perfumes and pharmaceuticals cover some 2.5% of use and this application is growing all the time.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio