October 2001
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La comunicazione senza confini
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From the oven to the pack

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Imballaggi di plastica: ottima tenuta
Plastic packaging: excellent performance


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Bosch Rexroth came into being
Il confezionamento dei prodotti da forno
(dolci e salati): dati su prodotti, aziende e trend di consumo.
Italiani sempre forti nell’export.
Plinio Iascone
Nell’ambito dell’area merceologica dei prodotti da forno, dolci e salati, si raggruppano biscotteria, fette biscottate, dolci da ricorrenza (panettoni e colombe), cracker, cioccolatini, caramelle, torroni, gelati industriali, ecc. Sono però quattro i grandi comparti produttivi in cui viene solitamente suddivisa, ovvero: biscotteria e pasticceria industriale, gelati industriali, cioccolato e prodotti a base di cacao, confetteria.
Per la stesura dei risultati di questo studio sono stati utilizzati dati forniti dall’Aidi (Associazione delle Industrie Dolciarie Italiane) e della banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio.
A livello generale, la componente estera della domanda guida lo sviluppo del settore, segnando una percentuale del 26% della produzione. Gli imballaggi a maggiore diffusione sono quelli plastici (compreso i poliaccoppiati flessibili) e i cellulosici; significativa, se pure a limitata diffusione, anche la presenza delle scatole di acciaio per i prodotti di alta gamma e i vasi di vetro.

Il mercato
In Italia le aziende che operano in questo comparto sono circa 220 e impiegano 28.000 addetti. Pochissime le grandi aziende con capitale interamente nazionale, mentre sono molte le multinazionali estere leader di mercato. I grandi gruppi operano in tutti i settori, le aziende medie e soprattutto le piccole sono generalmente specializzate in nicchie di mercato. Il comparto dei prodotti da forno è stato caratterizzato, nell’ultimo quinquennio, da un trend evolutivo medio annuo del 2% circa.

Produzione, export e consumi interni
Nel 2000 la produzione dell’area prodotti da forno dolci e salati rallenta; infatti a fronte del trend evolutivo medio annuo, la produzione cresce di un modesto 0,7% (+1,1% in valore); le esportazioni, per contro, incassano un ottimo +8,8%.
I migliori risultati nelle esportazioni riguardano i prodotti a base cioccolato con il 37% della produzione destinata all’export. Subito dopo si colloca la biscotteria con uno share dell’export sulla produzione del 28,7%.
La produzione ha raggiunto 1.580.000 t per un valore di oltre 16 mila miliardi di lire. Con riferimento alle quattro aree si registra:
• un incremento produttivo del 2% sia per i prodotti da forno che per il cioccolato e i prodotti a base cacao;
• i prodotti della confetteria riconfermano sostanzialmente i valori del 1999;
• per i gelati industriali il calo si colloca al 5%.
A raccogliere i risultati migliori sono stati alcuni prodotti dell’area cioccolato (uova pasquali, tavolette e creme spalmabili) con crescite intorno al 5-6%, i cracker integrali +5,8%, i wafer non ricoperti 4,9%, i dolci natalizi (pandoro speciale e dolci natalizi particolari) +15-16%, i gelati da asporto in vaschette e secchielli +11%, gomme da masticare senza zucchero +33%.
I cali maggiori si sono registrati nei settori: caramelle in confezione regalo (1,5%), marroni canditi (–12,5%), gelati da passeggio in confezione singola (25%), torte gelato (–21%).
La domanda interna (1.436.000 t nel 2000) ha segnato una lieve contrazione (0,6%).
Il mercato italiano può senz’altro considerarsi un mercato maturo, ma con ancora possibilità di sviluppo anche se a tassi contenuti.
Lo sviluppo dei consumi di questi prodotti è senz’altro sempre più legato all’innovazione: nuovi gusti, nuovi prodotti vanno di pari passo ad azioni tese a creare nuove occasioni di consumo.
A queste azioni di marketing potrà anche affiancarsi un’innovazione nel packaging.

Le vie della distribuzione
Negli ultimi anni si sono rafforzate alcune tendenze, che hanno fatto registrare interessanti cambiamenti nel mercato di questa tipologia di prodotti:
• la distribuzione moderna continua a crescere e, infatti, tra i canali di vendita, ha raggiunto uno share del 65% medio (di cui 7% i discount). È tuttora in corso anche un progressivo aumento della presenza delle catene commerciali di vendita estere. Quest’ultima circostanza porta a incremento delle importazioni (fenomeno evidenziato nei precedenti dati statistici);
• aumento delle private label;
• le multinazionali presenti in Italia continuano ad aumentare il proprio peso commerciale. La loro politica di razionalizzazione produttiva determina sempre più spesso spostamenti di linee di produzione da un paese all’altro; le conseguenze si estrinsecano in flussi di importazioni o esportazioni anomali, con conseguenti riflessi in positivo o in negativo sulla produzione;
• tra le nuove forme distributive crescono d’importanza le “dolcerie” (punti di vendita specializzati) e i distributori automatici;
• diminuzione dello share dei “follower”(marche minori e primi prezzi) e della distribuzione tradizionale.
L’industria italiana dei prodotti dell’industria dolciaria e prodotti salati, con una quota del 15%, è al terzo posto in Europa, dopo Inghilterra e Germania.

Il confezionamento
Al pari di molti altri settori dell’industria alimentare, il confezionamento svolge in questo ambito un ruolo strategico. Oltre a essere uno strumento di marketing, assolve al meglio la sua tradizionale funzione di protezione dei prodotti. Si tratta di una funzione strategica, considerando le innumerevoli caratteristiche organolettiche dei diversi prodotti che compongono questo mercato.

I materiali: quote e impieghi
Un primo vincolo, nella scelta dell’imballaggio, deriva dal grado di umidità del prodotto: se è superiore al 10% si rende necessaria, ovviamente, una maggiore protezione dagli agenti esterni. Altro vincolo è la presenza di farciture e coperture. Prodotti con alta umidità, farciti e ricoperti, richiedono il ricorso a materiali con elevate proprietà barriera.
• Gli imballaggi a maggiore diffusione, in relazione alla confezione destinata alla vendita (imballaggio primario e di presentazione) in questa variegata area di mercato, sono i poliaccoppiati flessibili (nelle loro svariate combinazioni), il cartoncino (in qualità di imballaggio di presentazione) e il foglio sottile di alluminio (presente negli accoppiati, ma anche come incarto).
• Le scatole di cartoncino svolgono prevalentemente la funzione di imballaggio secondario e costituiscono anche il packaging di presentazione sugli scaffali del punto vendita.
• L’astuccio di cartoncino svolge anche la funzione di imballaggio primario, ma per questo scopo la tendenza sembra favorire il sacchetto multistrato: plastica/plastica, plastica/alluminio/plastica, plastica/carta/plastica, carta cerata ecc.
• Le carte utilizzate per l’avvolgimento automatico (generalmente trattate per renderle resistenti all’umidità) nel corso degli ultimi anni hanno gradualmente sostituito, in alcuni casi, il confezionamento con materiali plastici.
Di recente, per certi impieghi, si sta facendo ricorso al PP espanso perlato al posto della carta cerata o dell’accoppiato carta/plastica. Risultano invece tipiche di certe applicazioni, pur presentando quote di mercato contenute:
• la scatola di metallo (per oltre il 90% si tratta di scatola di acciaio) impiegata nelle confezioni di lusso per caramelle e per cioccolatini, ma sempre più anche nelle confezioni regalo natalizie o pasquali (panettoni, colombe ecc.);
• i vasi di vetro, impiegati essenzialmente nel settore delle creme spalmabili. Il loro concorrente è costituito dal bicchiere di plastica, che sembra riscuotere un certo successo dopo l’immissione sul mercato di confezioni che comprendono, oltre alla crema di cioccolata in bicchierino in plastica, un contenitore contenente biscotti o grissini, dando così vita a una vera e propria confezione “merenda”.

Peso e destinazione dell’imballaggio
Secondo elaborazioni effettuate, prendendo a riferimento la banca dati dell’Istituto Italiano Imballaggio, nel 2000 il confezionamento dei prodotti da forno dolci e salati ha richiesto circa 391.000 t di imballaggi (+1,3% rispetto al 1999), quantità che comprende sia gli imballaggi relativi alla confezione posta in vendita che gli imballaggi da trasporto. Il mix tra le diverse famiglie di imballaggi, con riferimento ai valori espressi in peso, si presenta con questa struttura:
• 70% imballaggi cellulosici, di cui almeno 2/3 costituiti da scatole di cartone ondulato adibite a trasporto;
• 15,5% imballaggi plastici, di cui circa 1/3 costituito da film da trasporto;
• 7% vasi di vetro;
• 3,5% poliaccoppiati flessibili;
• 3% legno (pallet);
• 1% scatole metallo.
Da notare che, considerando i diversi pesi specifici dei materiali, la quota della plastica e in parte degli imballaggi cellulosici si deve considerare logicamente superiore ai valori sopra esposti.
Gli imballaggi cellulosi sono presenti per l’85% nelle aree dei prodotti da forno (biscotteria), cioccolato e suoi derivati. Gli imballaggi plastici, nei medesimi settori, rappresentano il 77%.
I vasi di vetro si trovano soltanto presenti nell’area cioccolato e suoi derivati.
I poliaccoppiati flessibili sono per il 76% presenti nei settori dei gelati e della biscotteria. Le scatole metalliche, per il 64%, riguardano l’area del cioccolato e suoi derivati. Nel medio termine si prevede che, in relazione all’imballaggio primario e secondario, le confezioni di plastica vivranno il trend di sviluppo maggiore.
Per quanto concerne il cartone ondulato il suo tasso potrà essere superiore a quello del settore, in quanto se ne sta registrando un impiego sostenuto in qualità di espositore.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
From the oven to the pack
The packing of bakery products (sweet and savoury): data on products, firms and consumption trends. Italians still strong in exports.

The goods sector of bakery products, sweet and savoury, includes biscuits, rusks, cakes for special occasions (Panettone and Colomba), crackers, chocolates, sweets, nougat, industrial ice-cream, etc. The sector is generally split into four main product segments: industrial biscuit and pastries, industrial ice-cream, chocolate and cocoa-based products, sweets.
Data provided by the Italian Confectionery Industries Association (AIDI) and from the Istituto Italiano Imballaggio database have been used as the basis for this study.
On a general level, the demand for exports is the currently the driving force for this sector, accounting for 26% of all output. The most commonly used packaging types are plastic (including flexible polylaminates) and cellulose packaging; worth noting, too, is the presence, even if not very widespread, of steel boxes for top-range products and glass jars.

The market
About 220 firms are engaged in this business in Italy, employing some 28,000.
There are only a very few big companies with solely Italian capital, while there are many foreign multinational market leaders. The big groups operate in all the sectors, while the medium and especially small concerns are generally specialised in market niches.
Over the last five years the bakery product sector has seen mean annual growth of about 2%.

Production, exports and domestic consumption
Production in the area of bakery products - sweet and savoury - slowed down somewhat in 2000; in fact, compared with the mean annual growth, production grew by just a modest 0.7% (+1.1% in value); while exports, on the other hand, enjoyed excellence growth of +8.8%.
The best export results were had in chocolate-based products, with 37% of output destined for export. Just behind these are biscuits, with a share in exported production of 28.7%.
Output levels reached 1,580,000 t for a value of more than 16 thousand billion Lira. In terms of the four areas, the results were as follows:
• production increased by 2% for both bakery products and chocolate and cocoa-based products;
• confectionery products (sweets) once again confirmed their 1999 levels or thereabouts;
• a 5% drop in industrial ice-cream.
The best results were had by some of the chocolate products (Easter eggs, bars of chocolate and spreads) with growth rates of around 5-6%, wholewheat crackers +5.8%, uncoated wafers 4.9%, Christmas cakes (special Pandoro and other cakes) +15-16%, take-away ice-cream in trays and tubs +11%, sugar-free chewing-gum +33%.
The worst falls were found in the followings sectors: gift-wrapped sweets (-1.5%) marron glacé (–12.5%), singly packed “eat while you stroll” ice-creams (-25%) and ice-cream cakes (–21%).
Domestic demand (1,436,000 t in 2000) fell very slightly (0.6%).
The Italian market is, without a doubt, a mature one, but still offers growth potential, even if at low rates.
Development in the consumption of these products is decidedly more and more linked to innovation: new flavours, new products go hand-in-hand with measures aimed at creating new occasions for consumption.
Added to these marketing actions, there may also be an innovation in packaging.

The distribution lines
Several trends have strengthened over the past few years leading to some interesting changes in the market for this type of product:
• broadscale distribution continues to grow and, indeed, has reached a mean share of 65% (7% in discount stores) in terms of all sales outlets. The presence of foreign retail chains still continues to grow. This situation leads to an increase in imports (a phenomenon clearly seen in the previous statistics);
• an increase in private labels;
• the multinationals on the Italian market continue to increase their commercial weight. Their policy of rationalised production increasingly means product lines are shifted from one country to another; as a result, there are abnormal import and export flows, with obvious repercussions, positive or negative, on production;
• among the other new forms of distribution, “sweet shops” (specialised outlets) and vending machines are becoming more common;
• a drop in the share of “followers” (lesser and cut-price brands) and of traditional distribution.
The Italian confectionery and savoury products industry, with a share of 15%, is third in Europe, behind the UK and Germany.

The packing
Like many other sectors in the food industry, packing plays an extremely important role in this field. Besides being a marketing tool, it also performs its traditional function of protecting the products. This is a strategic function, considering the innumerable flavours and aromas of the different products making up this market.

The materials: shares and uses
The first limiting factor when it comes to choosing the packaging is the level of moisture of the product: if more than 10%, there is obviously greater need for more protection against external agents. Another factor is the presence of fillings and coatings. Products with a high level of moisture, with fillings and coatings need packaging materials with high barrier properties.
• The most commonly used forms of packaging for retail packs (primary and presentation packaging) in this variegated area of the market are flexible polylaminates (in a wide range of combinations), card (for presentation packs) and aluminium foil (used in laminates, but also as a wrapper in its own right).
• Cartons are generally used as secondary packaging and also presentation packaging on the shelves of the point of sale.
• Cartons also serve the function of primary packaging, but the trend here is generally to opt for multilayer bags: plastic/plastic, plastic/aluminium/plastic, plastic/paper/plastic, waxed paper etc.
• Paper used for automatic wrapping (generally treated to render it moisture-proof) over the years has gradually replaced packing with plastic in some cases.
Recently, foamed pearl PP is being used instead of waxed paper or paper/plastic laminates for certain applications.
Meanwhile, the following solutions are typical of certain applications, even if the market shares are low:
• metal boxes (steel boxes accounting for more than 90%) used for luxury sweet and chocolate packs, but also increasingly for Christmas and Easter packs (Panettone and Colomba cake, etc.,);
• glass jars, mostly used for spreads. Their main competitor is the plastic beaker, which appears to be having a certain amount of success after the entrance on the market of packs including, as well as the chocolate spread in plastic beakers, a container with biscuits or breadsticks, thus creating a real “snack” pack.

Weight and destination of the packaging
According to calculations made using data from the Istituto Italiano Imballaggio database, the packing of sweet and savoury bakery products in 2000 required the use of 391,000 t of packaging (+1.3% on 1999), a quantity that includes both packaging for the retail packs and that for shipping purposes. The mix between the various families of packaging, in weight, is as follows:
• 70% cellulose packaging, with at least 2/3 consisting of corrugated cardboard for shipping;
• 15.5% plastic packaging, about 1/3 of this being wrapping film for shipping;
• 7% glass jars;
• 3.5% flexible polylaminates;
• 3% wood (pallets);
• 1% metal boxes.
It’s worth noting that, considering the different specific weights of the various materials, the share for plastic and, partly, cellulose packaging is considerably higher than the figures above would lead one to think.
Cellulose packaging is used in 85% of the bakery products areas (biscuits), chocolate and its derivatives. Plastic packaging in 77% of the same sectors.
Glass jars are only found in the area of chocolate and coca-based products.
Flexible polylaminates are used in 76% of the ice-cream and biscuit sectors. Metal boxes, 64%, in the area of chocolate and coca-based products.
In the medium-term it’s expected that plastic packs will see the most growth in terms of primary and secondary packaging. As for corrugated cardboard, its rate of growth might well be greater than that of the sector, as it is being increasingly used for display stands.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio