October 2001
Dedicated to
Andy Warhol
and Roy Halston

La parola all’autore
Non vi dovete sorprendere ma, nell’opera in copertina, Andy Warhol e Roy Halston sono il nero compatto, attraversato da striature caliginose diluite nell’ossessione. Tentativo, certo. Mia scommessa. Un omaggio che è anche una doppia cancellazione. Salvo però le etichette. Sono le mie comete che emergono dal buio, opalescenti, insufflate di catrame e colori scuri, ma sempre in volo con residui chiarori. Mi lego alla loro coda, mi nascondo nei loro riquadri, interpreto in modo cerebrale i vestiti che hanno accompagnato. A me non interessano le interpretazioni sociologiche delle merci, il loro feticismo, gli esiti psicologici del collezionismo, la riproduzione dei ritmi avanguardistici, sono oltre ogni confine di senso. Ombra nera e vampiresca di tanti solari passaggi delle etichette nel mondo dei vivi.

A word from the artist
One shouldn’t really be surprised, but in the work on the cover Andy Warhol and Roy Halston are the compact black, crossed by dark stripes diluted by obsession. An attempt, definitely. My gamble. A homage that’s also a double deletion. Apart from the labels. These are my comets, emerging from the dark, opalescent, bubbles of tar and dark colors, but still in flight with trails of light. I cling to their tail, I hide myself in their panels, I interpret mentally the clothes that they’ve accompanied. I’m not interested in sociological interpretations of goods, fetishisms, the psychological results of collecting things, the reproduction of avant-garde rhythms: these are beyond all sense. The dark shadows, perfect for vampires, with many bright passages of the labels for the world in which we live.


Anna Ka vive e lavora a Livorno.
Le mostre dal 1998: Centro Culturale Idea (Roma); “Autore Donna” (Castiglioncello, Castello Pasquini); Centro Documentazione Ricerca Artistica Contemporanea Luigi di Sarro; Museo Civico di Massaciuccoli; “25+8 caratteri, Arti visive e musica a Livorno”, Bottini dell’Olio, Livorno; “Seconda biennale Postumia Giovani”, Gazoldo degli Ippoliti, Museo d’arte Moderna; “Nightwave 2000”, Rimini; “ItaliaImballaggio. Le copertine d’artista” Palazzo Collicola, Spoleto.

Anna Ka lives and works in Livorno.
Her shows since 1998: Centro Culturale (Rome); “Authoress” (Castiglioncello, Pasquini Castle); the Luigi di Sarro Contemporary Artistic Research Documentation Centre; Massaciuccoli City Museum; “25+8 characters, Visual arts and music in Leghorn”, Bottini dell’Olio, Leghorn; “Second biennal Postumia Giovani”, Gazoldo degli Ippoliti, Museum of Modern Art; “Nightwave 2000”, Rimini; “ItaliaImballaggio. Artist’s covers Palazzo Collicola, Spoleto.

La parola al critico
Anna Ka, nel suo viaggio dentro al riprodursi di vestiti e immagini legate all’oltrevita della moda, trova la sua musa ispiratrice in un paio di forbici, con le quali recide il cordone ombelicale che lega ogni etichetta al prodotto. Ascolta l”oh” tremulo di meraviglia della separazione e il fremito della piccola prigioniera fra le sue mani. E sembra dirle: «Tranquilla, continuerai a vivere, avrai un’altra destinazione. Anziché faro sarai lucciola che dovrà illuminare i miei abiti mentali, che poi sono i quadri dove ti racchiuderò. Avrai ancora sfilate sotto sguardi cocenti e susciterai libidini oscure, perché incollata e coperta dal colore. Sarai il riflesso del mio efebico corpo da modella».
Oggi l’artista livornese ritaglia i corpi di modelle, di silhouette colorate che sembrano incarnare tutte le declinazione del Decadentismo: lussuria, estetismo, travestimento, azzardo, complicità, malattia, esotismo, per ricavarne dei collage dove compaiono i sorrisi di moderne sfingi, che ci sottraggono desideri con innocente perfidia. Quali proposte ci fanno queste donne, e uomini, con le loro nudità filtrate da iridescenti abiti, o slip o camicie, che si possono registrare nel gioco incantato del consumo fine a se stesso di sentimenti e carni? Ecco, Anna Ka con le forbici e le etichette illustra Babilonia, una Babilonia del 2000 che, per non essere distrutta, si è trasformata essa stessa in divinità con i suoi adoratori, i suoi nemici, i suoi apostati, i suoi teologi, i suoi guerrieri. Questi hanno nomi e volti misteriosi, a volte cristallini, ma sempre bisognosi di etichette. Claudio Di Scalzo

A word from the critic
Anna Ka, in her voyage within the world of reproduced clothes and images linked to the afterlife of fashion, finds her inspiring muse in a pair of scissors, with which she decides to cut the umbilical cord that ties each label to the product. She hears the tremulous ”oh” of wonder in separation and feels the trembling of the small prisoner in her hands. She seems to be saying: “Be calm, you’ll continue to live, you’re going to have a different destination. Instead of the spotlights, you’ll be a glow-worm lighting up my mental clothes, which are a kind of frame to hold you in. You’ll still walk the catwalk under the keen gaze of an audience and you’ll still arouse dark desires, because you’ll be glued and covered by color. You’ll be the reflection of my adolescent model’s body”.
Today this artist from Leghorn cuts out models’ bodies, colored silhouettes that seem to embody all aspects of Decadentism: lust, aestheticism, cross-dressing, gambling, complicity, disease, exoticism, to create a series of collages featuring the smiles of modern sphinxes, stealing desires in us with innocent perfidy. What are the proposals made by these women, and men, in their nakedness, filtered by iridescent clothes, or briefs or shirts, that can be recorded in the enchanted game of consumption, a law unto itself of emotions and flesh? Thus, Anna Ka with her scissors and labels shows us Babylon, the Babylon of 2000, that, in order to avoid destruction, has turned into a divinity with its adorers, its enemies, its disciples, its theologians, its warriors. These have mysterious names and faces, sometimes crystal clear, but always in need of a label. Claudio Di Scalzo