October 2000
Contenitore dell’anima
1998, 30x40 cm
acrilico e sabbia su tela




Fathi Hassan, di origine nubiana (tra Egitto e Sudan), è nato a Il Cairo nel 1957, vive e lavora tra Fano e Roma. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 1984. Ha presentato l’Africa ad “Aperto ‘88” alla Biennale di Venezia. Vive in Italia dal 1979.
1987: Sahara, galleria Neon (BO);
Emergenze, galleria Neon, (BO).
1988: Confronto Indiscreto, Accademia d’Egitto, (RM);
La memoria del nomade, Accademia d’Egitto, (RM);
Aperto ‘88, XXIII Biennale di Venezia;
Periplo intorno all’Africa, Maschio Angioino, (NA).
1989: Salone del giovane, premio Ministero della Cultura, Egitto;
Transito, galleria F. Rosini, (RN).
1990: XXXIII giovani artisti egiziani, Accademia d’Egitto, (RM);
Artefax, premio G. Marconi, galleria d’Arte Moderna, (BO);
Tema e variazione, galleria del Falconiere, (AN).
1991: Artisti egiziani contemporanei, Accademia d’Egitto, (RM);
Akhnaton, sette artisti contemporanei egiziani, Palazzo dei Diamanti, (FE).
1993: Presenze, Rocca di Umbertide, (PG);
Arca di Noè, Trevi Flash Art Museum.
1994: Ritratto, Autoritratto, Trevi Flash Art Museum;
Sacro e Profano, galleria Annina Nosei, (RM);
Trevi ex Vero, galleria Monti, (RM).
1995: Contenitori di memoria, Ronchini Arte Contemporanea, (TR);
Contenitore di sogni, Annina Nosei Gallery, (NY);
Contenitore di sogni, Studio Annina Nosei, (RM);
La mia Africa, galleria per Mari e Monti, (MC);
Riserva di caccia, Il Gatto & la Volpe, galleria Monti, (RM);
Pazzia del popolo, galleria Monti, (RM).
1996: Africa, Arte Contemporanea Africana, Sala Uno, (RM).
1997: I Kadiseen, galleria Il Fiorile, (BO);
Và Pensiero, arte italiana 1984-1986;
Musei Civici, Promotrice di Belle Arti, (TO).
1998: Contenitore del pensiero, galleria Seno, (MI);
Simbolica - Nel Futuro della Pittura, Docks Dora, (TO);
Lady D., Trevi Flash Art Museum;
Mediterranea, Bruxelles.
1999: Beata Africa, galleria Rosini, (RN).
2000: Transafricana, ex Chiesa San Giorgio in Poggiale, (BO);
Una Cartolina per Napoli, Palazzo Reale, (NA).

Fathi Hassan, of Nubian (Egypt and Sudan) origin, was born in Cairo in 1957 and now lives and works between Fano and Rome. He took his diploma at Accademia di Belle Arti of Naples in 1984. He represented Africa in the “Aperto ‘88” section of the Venice Biennale. He has lived in Italy since 1979.

La parola al critico
La figura è il momento centrale del linguaggio pittorico di Fathi Hassan. Sulle sue tele si materializza l’incontro della geometria con un racconto lontano nel tempo fino a risalire alle origini della sua cultura, ad antiche etnie. Egiziano di origine nubiana porta dall’Africa contenitori di sogno, pensiero, anima. Oggetto presente, oggetto che contiene e imprigiona, custodisce e trasporta. I riferimenti partono dalla sua terra, si moltiplicano nello spazio della tela invaso da migliaia di granelli di sabbia sapientemente disposti in un insieme che è racconto, mediazione di un pensiero, precisi riferimenti stilistici. L’artista usa reperti linguistici antichi ma ne rifonda il valore, ne moltiplica la visione. La figura che appare sulla superficie è ripresa di forma passata, citazione, magia iconica; ed è una nuova cifra stilistica in cui l’ornamento è processo creativo del presente. L’immagine rinasce dal mito e dall’allegoria; forza della storia, fluttuanti dall’origine verso una nuova, contemporanea, intensa evidenza formale. Martina Cavallarin

A word from the critic
The figure is the central feature in the pictorial language of Fathi Hassan. His canvasses are the materialisation of an encounter of geometric shape with tales that hark back in time to the very beginnings of his culture, to ancient ethnic groups. An Egyptian of Nubian origin, from Africa he brings containers of dreams, thoughts, spirit and soul. He creates present objects, objects that contain and imprison, ward and transport. The allusions start off from his homeland, they multiply in space on canvases invaded by thousands of grains of sand skilfully set out in a whole, at one and the same time constituting tale, meditation and thought as well as offering precise stylistic references. The artist resorts ancient linguistic finds while attributing them new value, multiplying their vision. The figure that appears on the surface is taken from past forms, quotations, iconic magic; and it is a new stylistic figure where the ornamentation is the creative process of the present. The image is reborn out of myth and allegory; force of history, fluctuating from origin towards a new, contemporary, intense formal evidence.
Martina Cavallarin