September 2000
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Imballaggi poliaccoppiati flessibili. Dati e tendenze di un comparto italiano ai vertici europei, per produzione e tecnologia.
Plinio Iascone
L'area di mercato degli imballaggi flessibili di plastica comprende film termoretraibili ed estensibili per imballaggio terziario e fine linea, film estensibili da incarto, sacchi industriali, sacchi per RSU, sacchetti, shopper, film da incarto domestico e film per accoppiamento-coestrusione e laminazione. L’analisi si riferisce a all’ultima area citata, ossia ai poliaccoppiati flessibili ed è importante evidenziare che i dati riportati sono superiori alle rilevazioni Giflex, poiché comprendono (a livello di stime) oltre all’attività produttiva dei non associati Giflex, anche i film accoppiati senza la stampa e gli imballaggi semirigidi poliaccoppiati per il confezionamento in atmosfera protetta.

Un settore forte
L’industria italiana degli imballaggi plastici flessibili si colloca ai vertici europei. La componente estera della domanda svolge infatti un ruolo molto importante, con esportazioni che rappresentano il 46% della produzione. Molto contenuto il flusso delle importazioni (mediamente non superano il 5% del consumo). Il tasso tendenziale di sviluppo si colloca intorno al 5-6%% medio annuo (triennio 1996/1999), e si ipotizza un tasso tendenziale di sviluppo a medio termine intorno all’1,5% medio annuo. Nel 1999 la produzione è valutata in 183.500 t, e segna una crescita contenuta entro lo 0,3%, pari a un fatturato di 1.440 miliardi di lire.
Dall’analisi del trend produttivo emerge una progressiva riduzione del trend riferito alla produzione espressa in peso, che non sembra però rappresentare la reale entità dello sviluppo del settore. Lo sviluppo reale, con riferimento all’attività espressa in metri quadrati, è infatti nettamente superiore.
I motivi di questa discrepanza vanno ricercati nella riduzione del peso medio delle grammature per metro quadrato, nonché nel maggiore sviluppo dei poliaccoppiati flessibili del tipo film plastici/film plastici e monofilm plastico.
Nel 1999 le diverse tipologie di poliaccoppiati hanno fatto rilevare i seguenti parametri:
- carta paraffinata -39%
- monofilm plastici 6,5%
- film plastici/film plastici 6%
- carta/film -10%
- carta/alluminio -18%
- film/alluminio/film 7%
- carta/alluminio/film -20%
L’area di affari dei poliaccoppiati flessibili presenta una discreta concentrazione produttiva, con una decina di aziende che detengono circa il 70% della produzione complessiva. Due i tipi di aziende presenti: gli accoppiatori, che presentano integrazione a monte con la produzione dei film plastici e, in alcuni casi, con altre materie prime (carta o alluminio) e gli accoppiatori senza integrazione a monte (si tratta della categoria più diffusa).

Materie prime utilizzate
Le materie plastiche utilizzate in quest’area sono ammontate nel 1999 a 137.600 t.
I film di PE detengono il 47% del mercato, cui seguono i film di PP con il 33% - suddiviso in: PP biorientato (60%), PP cast (20%), PP biorientato metallizzato (12%) e PP bilaccato (8%).
I film di PET, Nylon, EVOH presentano share inferiori ma tassi di crescita decisamente superiori, in connessione con la crescita del confezionamento in atmosfera protetta (imballaggi semirigidi termoformati ricavati da foglia).
La produzione di poliaccoppiati flessibili comporta anche l’impiego di materiali non plastici come il foglio sottile di alluminio, la carta e il cellophane; nel 1999 i tre materiali presentano, rispettivamente, i seguenti tassi rispetto al 1998: 11%, -4% e -30%.
Dall’esame dell’impiego delle materie prime emerge che tra il 1998 e il 1999, è intervenuta una crescita del 6%, valore superiore allo sviluppo dell’attività produttiva del settore che è stata, come evidenziato in precedenza , del 0,3%.
La discrepanza tra i due trend si deve logicamente imputare a un processo di ricostituzione delle scorte presso i produttori di imballaggi flessibili.

Settori di impiego
L’approccio più interessante per valutare il mercato degli imballaggi flessibili è senza dubbio l’esame per principali aree applicative.
Gli imballaggi flessibili assumono caratteristiche diverse a seconda dei settori di impiego in termini sia di materiali che li compongono sia di posizionamento rispetto agli imballaggi alternativi; è interessante quindi evidenziare il mix del packaging presente in alcuni dei principali settori di utilizzo.

Paste alimentari secche
La penetrazione dei film plastici in questo settore è molto elevata, mantenendosi infatti sul 70%. L’astuccio di cartoncino è adottato essenzialmente dalla marca leader, o per alcuni prodotti destinati alle esportazioni. I sacchetti sono costituiti da un doppio film BOPP/CPP, ma sono presenti anche sacchi di PE di grande capacità per le paste destinate alle comunità.

Paste fresche
Il confezionamento presente è di due tipi: atmosfera protetta e assenza di condizionamento.
L’imballaggio per l’atmosfera protetta ha una struttura complessa, dove le combinazioni di materiali a maggiore diffusione sono: fondo di PET/PP/LDPE o PET/OPA/PP; top di PP/EVOH/PP o PS/EVOH/LDPE.
Per quanto riguarda il confezionamento in assenza di condizionamento troviamo il vassoio di PS, incartatato con film estensibile generalmente di PVC.
Il rapporto tra le due forme di confezionamento evolve tendenzialmente verso il confezionamento in atmosfera protetta.

Dolci e prodotti da forno
Riguardo alla pasticceria industriale e i biscotti oltre il 75% dei prodotti è confezionato in sacchetto flessibile, generalmente a doppio film BOPP/CPP .
Sono presenti anche multistrati più complessi a seconda delle esigenze dei prodotti quali: CA/PE/ALL/PE o CA/BOPP/CPP metallizzato.
La soluzione del sacchetto flessibile nell’ultimo biennio ha rallentato il proprio sviluppo, mentre la presenza dell’astuccio di cartoncino presenta spunti di ripresa.
Nei prodotti a base di cacao (cioccolatini e tavolette di cioccolata) la presenza dell’imballaggio flessibile stabilizzata mediamente intorno al 30%.
Le caratteristiche del flessibile impiegato sono differenti per cioccolatini e tavolette, infatti mentre per i primi il sacchetto è formato da un doppio film BOPP/CPP (i singoli cioccolatini sono incartati da un poliaccoppiato del tipo ALL/PVC o ALL/PP) nel secondo caso la struttura, in caso di prodotti che richiedano un’efficace barriera protettiva, è del tipo PP/PVDC o PET/ALL/CA.
Gli imballaggi alternativi al flessibile sono l’astuccio di cartoncino, prevalente nel comparto cioccolatini (si adotta per i prodotti di alta gamma o per le confezioni regalo) e l’incarto tradizionale (carta + foglio di ALL), prevalente nel confezionamento delle tavolette di cioccolata ed è senz’altro preferito per i prodotti di media e alta gamma.

Surgelati
La prima considerazione da fare è che si tratta di un settore in sensibile espansione.
La quota del flessibile ha superato l’80% per i vegetali, il 25% per i prodotti ittici e il 24% per i gelati. Gli accoppiati flessibili presenti in questo settore variano a seconda delle esigenze del prodotto come nei casi precedenti. Il competitor dell’imballaggio flessibile è l’astuccio di cartoncino, che è stato il primo imballaggio utilizzato per il confezionamento dei surgelati; il suo share è sempre molto importante, ma tende a diminuire.

Caffè
È senz’altro uno dei principali settori in cui si utilizzano gli imballaggi flessibili per il confezionamento. Attualmente il 94% circa del caffè è confezionato sottovuoto in sacchetto di poliaccoppiato.
Il flessibile utilizzato è costituito da un plurimateriale del tipo OPP/ALL/PE o PET/ALL/PE. Il principale imballaggio alternativo è costituito dal contenitore di metallo (banda stagnata) impiegato nel segmento famiglia per le confezioni regalo o nel caffè solubile, oppure per il prodotto destinato ai bar, specie quello in esportazione.

Detergenza domestica
Per quanto riguarda i detergenti per bucato, sino a un paio di anni fa il confezionamento è avvenuto ricorrendo principalmente a tre tipologie di imballaggi: fustini e astucci di cartoncino per i prodotti in polvere e flaconi di plastica per i prodotti liquidi.
Da alcuni anni sta crescendo l’impiego di imballaggi alternativi: il sacco di PET/PE o CA/PE per i prodotti in polvere.
Anche per i prodotti liquidi troviamo però in aumento il ricorso al sacco di PE/PET.
La busta in poliaccoppiato flessibile risulta quindi in concorrenza principalmente alla scatola in cartoncino, ma anche al flacone in plastica.

Salumi
La presenza degli imballaggi flessibili plastici in quest’area è stata interessata, nel periodo 1995-1998 da un progressivo e sensibile sviluppo.
Il confezionamento in atmosfera protetta, buste o confezioni semirigide termoformate, è stato l’elemento di traino della crescita.
Nel periodo antecedente al 1995 lo sviluppo degli imballaggi flessibili era stato guidato dal confezionamento sottovuoto, interessato da tassi di sviluppo meno consistenti e rivolto essenzialmente all’imballaggio di pezzi interi e del cubettato.
Nel 1999 si è evidenziata una tendenza che sembra dare ulteriore impulso alla vendita di prodotti affettati al momento e confezionati in vaschette di plastica simili a quelle utilizzate per il confezionamento in atmosfera protetta, ma con una struttura meno complessa. L’applicazione ha incontrato l’apprezzamento della distribuzione moderna.

Formaggi
In crescita anche in questo campo, i poliaccoppiati flessibili vengono utilizzati soprattutto per il confezionamento in busta della mozzarella, ma anche di altri formaggi freschi e a pasta molle, settore in cui sta emergendo l’impiego dell’atmosfera protetta.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio
Maximum flexibility
Flexible polylaminate packaging. Data and trends of an Italian segment among the top in Europe for production and technology.

The market area for flexible plastic packaging includes thermal shrink- and stretch film for tertiary and end of line packaging, stretch wrapping film, industrial bags, MSW bags, small bags, shoppers, domestic wrapping film and film for coextrusion and lamination. The analysis covers the last area mentioned, that is flexible polylaminates and it is important to emphasise that the figures obtained are higher than the Giflex findings in that they include (in the form of estimates) unprinted film and semi-rigid laminated wrapping for packaging in protected atmosphere along with production of non Giflex associates.

A strong sector
The Italian flexible plastic packaging industry is among the European leaders. The foreign component of demand in fact plays a very important role, with exports accounting for 46% of output. The flow of imports is very small (on average not exceeding 5% of consumption). The growthrate tends to be an annual average of around 5-6% (in the three years spanning 1996/1999) an average annual medium term growthrate of 1.5% being forecast. In 1999 production was valued at 183,500 t and showed a growth within 0.3%, equal to a turnover of 1,440 billion lire.
Analysis of the production trends shows a progressive reduction seen in terms of weight, which does not however really represent the real dimensions of the sector’s development. Real development regarding activity expressed in square metres is in fact distinctly higher. The reasons for this discrepancy can be traced to the reduction of the average basis weight in grams per square metre as well as to the greater development of flexible polylaminates of the plastic film/plastic film and the plastic monofilm type.
In 1999 the different typologies of polylaminates showed the following parameters:
- wax paper -39%
- plastic monofilm 6.5%
- plastic film/plastic film 6%
- paper/film -10%
- paper/aluminium -18%
- film/aluminium/film 7%
- paper/aluminium/film -20%
The flexible polylaminate business has a fair concentration of production with some ten companies accounting for around 70% of total production. These are made up of two basic types of company: laminators which integrate production of plastic film upstream, in some cases also including other raw materials (paper or aluminium), and laminators which do not integrate upstream (the most widespread category).

Raw materials used
The amount of plastic materials used in this area increased to 137,600 t in 1999. PE films have a 47% share of the market followed by PP films with a 33% share subdivided into: bioriented PP (60%), cast PP (20%), metalized bioriented PP (12%) and double lacquered PP (8%).
PET films, Nylon, EVOH have lower market shares but much higher growthrates, linked to the growth of protected atmosphere wrapping (semirigid thermoformed wrapping made from foil).
The production of flexible polylaminates also involves the use of non plastic materials like thin aluminium foil, paper and cellophane; in 1999 the market share of the three materials showed the following changes on 1998: 11%, -4% and
-30%.
Taking a look at the use of raw materials between 1998 and 1999 the sector put in a growth of 6%, a figure higher than the growth of the sector’s productive activity which as previously stated was put at within 0.3%.
The discrepancy between the two trends must logically be attributed to a process of the flexible packaging producers’ reconstituting their stocks.

Sectors of use
The best way of rating the flexible packaging market is without doubt taking a look at its principal areas of application.
Flexible wrappings assume different characteristics depending on the sectors of use in terms of both the materials they are composed of and their positioning compared to alternative packaging. Hence it is interesting to point out the mix of packaging present in some of the principal sectors of use.

Dry pasta
The penetration of plastic film in this sector is very high, having stabilized at around 70%. The cardboard pack is essentially used by brand leaders or by some products destined for exportation. The bags are made from a double BOPP/CPP film, while large capacity PE bags are also used for mass catering.

Fresh pasta
The packaging present is of two types: protected atmosphere and absence of conditioning.
Packaging for protected atmosphere has a complex structure where the most widespread combinations of materials are: bottom in PET/PP/LDPE or PET/OPA/PP; top in PP/EVOH/PP or PS/EVOH/LDPE.
As far as packaging in the absence of conditioning is concerned the PS tray wrapped with stretchfilm generally made of PVC is the most commonly used.
The relation between the two forms of wrapping is by and large evolving in the direction of protected atmosphere packaging.

Confectionery and baked products
With regard to industrial patisserie products and biscuits, over 75% of the products are wrapped in flexible bags, generally with a double BOPP/CPP film.
There are also more complex multilayers such as CA/PE/ALL/PE or metallic CA/BOPP/CPP, depending on the requirements of the products.
Growth in the use of the flexible bag has, in the last two years slowed down, while the cardboard pack shows signs of an upswing.
In cocoa based-products (chocolates and chocolate bars) the presence of flexible wrapping has stabilised at around 30%.
The flexible packaging used for chocolates and chocolate bars shows different characteristics, in fact while in the first case the bag is made of a double BOPP/CPP film (individual chocolates are wrapped in a polylaminate like ALL/PVC or ALL/PP) in the latter case with products requiring an efficient protective barrier, a PP/PVDC or PET/ALL/CA type structure is used.
The packaging types that stand as alternatives to flexible packaging are cardboard packs used most in the chocolates segment (they are used for top range products or gift packs) and traditional wrapping (paper plus ALL foil), used mostly in the wrapping of chocolate bars and definitely preferred for medium and top range products.

Frozen food
The first consideration to make is that this is a rapidly expanding sector.
The share of flexible wrapping has exceeded 80% for vegetables, 25% for fish products and 24% for ice cream. The flexible laminates present in this sector vary according to the product requirements just as in previous cases. Flexible wrapping’s main competitor in this sector is the cardboard pack which was the first form of packaging used for wrapping frozen food; it still has a large share though this is tending to drop.

Coffee
This is certainly one of the main sectors in which flexible wrapping is used for packaging. Currently about 94% of packaged coffee is vacuum packed in polylaminate bags.
The flexible wrapping used is made of a multi material like OPP/ALL/PE or PET/ALL/PE. Here the metal container (tinplate) constitutes the main alternative form of packaging, used in the family segment for gift packs or soluble coffee, or for products destined for the bar, especially those for exportation.

Domestic detergents
As far as washing detergent is concerned, up to a couple of years ago packaging mainly took on three forms: cardboard tins and boxes for powders and plastic bottles for liquids.
In the last few years the use of alternative packaging has been on the increase: PET/PE or CA/PE bags for powders. Liquid products too are increasingly found in PE/PET bags.
The flexible polylaminate bag therefore principally competes with the cardboard box and to a lesser extent with the plastic bottle.

Cold-cut meats
The presence of plastic flexible packaging in this area developed progressively and perceptibly from 1995 to 1998. Protected atmosphere packaging, semirigid thermoformed packets or containers were a driving force behind its growth. Before 1995 the growth of flexible packaging had been led by vacuum packed packaging, with a lower growthrate, essentially intended for the packaging of whole pieces and small cubes. 1999 showed a trend which seemed to give a further impulse to sales of freshly sliced products wrapped in plastic trays similar to those used in protected atmosphere, but with a less complex structure. The application met with approval in modern stores.

Cheese
Flexible laminates are increasingly used in this area too, above all for packets of mozzarella and other fresh and soft cheeses too, a sector in which protected atmosphere packaging is now emerging.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio