July-August 2000
Prodotto italiano
62x40, thermocollage modulare

La parola all’autore
Non c’è scarto che tenga. Perché la scatola? La scatola è archivio, è luogo di contenuti, è riordino di ciò che non ha ancora un posto prefissato, è luogo del dimenticato, dell’ingombro inutile, del racconto. Vi si accozzano memorie di attaccamenti irrazionali, frammenti di possibile futuro, esperienze sospese da rielaborare, abbozzi di enciclopedie inedite. Il contenitore nasce per rendere possibile il viaggio tutelato di un bene di consumo, di valore, effimero, deperibile, segreto ... Rende sovrapponibili i contenuti. Forse dimenticabili.
A volte ne dichiara la qualità e quantità, la durata, la provenienza, le istruzioni per l’uso, la fragilità. Doti e difetti. Il collo viaggia poggiato su questo lato. Aprire ed esporre al pubblico. Non sovrapporre più di dodici colli. Contiene idee confuse. Non agitare ulteriormente ...
C’è un’attenzione e una cura sempre più estetica nel progettare i contenitori di oggetti. Una delle forme che più mi ha catturato per il suo potenziale costruttivo è l’imballaggio da ortofrutta. Nasce esclusivamente per un problema di trasporto e di stoccaggio, ma la sua struttura diviene sintesi di un universo di letture possibili, sia formali che di simbologie traslate. Ha una sua compiutezza autonoma, e allo stesso tempo ha una mediazione di convivenza con i suoi simili, perché piccoli particolari costruttivi aprono la sua forma al prima e al dopo di un incastro possibile, in un continuum modulare. Quest’imballaggio così “pensato” diviene per me biblioteca infinita, archivio impossibile mai definitivo delle “cose dell’Uomo”.
Raffaella Formenti

A word from the author

There is no waste as such when it comes down to it. Why a box? The box is an archive, a place of contents, it is the reordering of what still does not have a preset place, it is the place of what is forgotten, of useless junk, of telling things. Memories of irrational attachment, fragments of a possible future, experiences suspended by reworking, sketches of a unique encyclopaedia jumbled together. The container came into being to make the protected journey of a consumer item possible; valuable, ephemeral, perishable, secret. It makes the contents superimposable. Perhaps even forgettable. At times it declares the quality and the quantity, the duration, the origin, the instructions for use, the fragility. Gifts and defects. The pack travels on this side. Open it up and show it to the public. Do not place more than twelve packs on top of each other. It contains confused ideas. Do not shake further... There is an attention and care in designing today’s containers that is evermore aesthetic. One of the shapes that struck me for its constructive potential was that of fruit & vegetable packaging. It is created exclusively for a problem of transportation and stocking, but its structure becomes the synthesis of a universe of possible readings, both formal and of translated symbols. It has a completeness all of its own, and at the same time it is a mediation of cohabitation with fellow objects, because small constructive details open its form to the fore and after of possible linkage in a modular continuum. Thus “conveived of” in this manner this type of packaging for me becomes an infinite library, an impossible, never definitive archive of the “things of mankind”.
Raffaella Formenti




Raffaella Formenti vive, lavora e parte da Brescia. Dopo il liceo scientifico, si diploma Maestro d’Arte e si esprime come designer nel settore dell’accessorio d’abbigliamento. Si diploma nell’89 all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano iniziando una costante presenza espositiva in Personali e Collettive. Tra il ’90 e il ’92 soggiorna a lungo a Bruxelles. Dal ’92 al ’94 collabora con lo spazio L’Aura Arte Contemporanea di Brescia. Qui nasce la prima installazione con materiali da imballaggio e la “Torre informatica” che, nel ’97, sarà esposta al Palazzo delle Albere di Trento alla mostra “TRASH: quando i rifiuti diventano arte” curata da Lea Vergine. Prende parte ad “Escatologica”, che approda al Palazzo Pubblico di Siena con un catalogo “scatola”. Ama esporre i suoi pezzi in luoghi di “contagio culturale” come le librerie tematiche. Tra le ultime mostre, in Italia e all’estero, del ’99-2000: Carta-Pixel, Galleria Rottloff, DoppioTriangolo, Legno legato ad arte. Frequenti e rapidi attraversamenti dell’Europa la stratificano di immagini in espansione emotiva, dal Metrò di Parigi al Museo d’Art Brut di Losanna. La si incontra in rete (raffo.nita @tin.it).

Raffaella Formenti, lives, works and departs from Brescia. After the Scientific Lycée she qualified as an Art Master and worked as a designer in the fashion accessories segment. She took her art degree in 1989 at the Brera Academy, Milan and from then on has constituted a constant presence in personal and collective exhibitions Between 90 and ‘92 she spent a lot of her time in Brussels. From ‘92 to ‘94 she worked with the Aura Contemporary Art space in Brescia. This is where her first installation with packaging materials and the “Computer Tower” came into being, that in ‘97 was exhibited at the Palazzo delle Albere at Trento at the show “TRASH, when junk becomes art” organised by Lea Vergine.
She took part in “Escatologica” with a “box” catalogue, exhibition, that finished up at the Palazzo Pubblico of Siena. She loves showing her pieces in places of “cultural contagion” such as the theme bookshops. Among her latest shows in ‘99-2000: Paper-Pixel , Galleria Rottloff with, DoppioTriangolo, Wood linked to art. Frequent and rapid European crossings stratify her with images in emotional expansion, from the Paris Metro to the Museum of Art Brut, Lausanne. You can find her on the net (raffo.nita @tin.it).

La parola al critico
Raffaella Formenti lavora su scarti minimi dell’esistenza quotidiana, in una tradizione dadaista, ma riorganizzati in strutture seriali. Nel suo accumulo in strutture escatologiche non ci offre gli accostamenti dei surrealisti, a dire ribaltamenti del senso comune, o lampi d’inconscio: c’è qualcosa di più maniacale, nella sua polverizzazione, d’esasperazione classificatoria analitica, in una fusione di prelievi d’identità individuale e collettiva. Si domanda sempre quali altre regole possa trovare, al di fuori di quelle date. Ci insidia con lucida inquisizione: l’esistenza ha diritto anche al suo spazio di mistero, di cose perdute e cancellate, come avviene nelle sue “Torri informatiche” fatte di imballaggi da ortomercato trasformate in una biblioteca universale alla Borges, labirinto inestricabile, proprio com’è oggi la rete telematica per l’internauta. Raccoglie il rumore di fondo dell’esistenza quotidiana, in questi imballaggi di scritture e immagini illeggibili, o leggibili in più direzioni, attraverso buchi, smagliature, vie di fuga. Formenti difende lo spazio segreto, l’ultimo inviolabile dell’uomo, nell’incessante stipare, sfuggendo alla polizia informatica universale, in nome di nuovi corpi d’affetto celati nel rovescio degli oggetti.
Fausto Lorenzi

A word from the critic
Raffaella Formenti works on minimum scraps of everyday existence, following a dadaistic tradition, though reorganising them in serial structures. In her accumulation of things into eschatological structures she does not offer us surrealist confrontations, or that is common meaning is not turned on its head, neither are we placed before flashes of the unconscious: there is something more extreme in her work, in her pulverisation, in her classificatory analytical exasperation, in her fusion of individual and objective samples. One always wonders what other rules she may find outside the given ones. She threatens us with lucid inquisitions: existence also has the right to its space of mystery, of things lost and cancelled, as happens in her “Computer Towers” made of fruit and vegetable packaging turned into a universal library “alla” Borges, an inextricable labyrinth, as today’s thematic network must appear to the internaut. This packaging made up of writings and images that illegible, or else legible in more than one way, collects up the background noise of everyday existence, through holes, rips, escape routes. Formenti defends her secret space, the last inviolable one of mankind, its incessant cramming, while escaping from the universal computer police, in the name of new bodies of affection concealed on the reverse side of given objects.
Fausto Lorenzi