Una storia infinita e leggera
A never-ending and lightweight story

Considerazioni sull’evoluzione delle tecnologie del vetro destinato alla produzione di imballaggi. Dati di mercato su bottiglie, vasi e flaconeria.
Observations on the evolution of glass technology destined for producing packaging. Figures on bottles, jars and phials.
Le ragioni di una fiera
The features that make up a fair

Annunciati i motivi che domineranno la sesta edizione della fiera vicentina Impatec: specializzazione, innovazione, legami più stretti con il territorio, uno sguardo attento all’est europeo e… al futuro.
The features of the sixth edition of the Vicenza-based fair Impatec: specialisation, innovation, a closer link to the surrounding area, a careful look at eastern Europe and… the future.
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MERCATO E TENDENZE Considerazioni sull’evoluzione delle tecnologie del vetro destinato alla produzione di imballaggi. Dati di mercato su bottiglie, vasi e flaconeria. Plinio Iascone

Bottiglie, vasi e flaconi: imballaggi con radici nella storia della civiltà ma che hanno saputo rinnovarsi ininterrottamente in termini di forme, colori e ottimizzazione del materiale (alleggerito a parità di prestazioni). Se forme e colori hanno proliferato, contribuendo alla personalizzazione di bottiglie e flaconi a seconda del tipo di prodotto contenuto (bevande, profumi, medicinali, conserve vegetali) marca, regione di provenienza, anche la pratica dell’alleggerimento del peso dei contenitori è ormai una costante della produzione vetraria.

Elogio (e tecnica) della leggerezza
I dati mostrano che, negli anni ’90, il peso dei contenitori si è ridotto (rispetto agli anni ’80) mediamente del 9% circa con punte del 15%; il medesimo confronto, aggiornato al 2000, fa registrare una riduzione media del 15% con punte anche del 35%.
Data la "maturità" del processo di produzione meccanica del vetro cavo, tali significativi risultati che derivano dall'introduzione di innovazioni tecnologiche di grande portata, sono apprezzabili solamente nel medio-lungo periodo.
Tra le innovazioni che si sono succedute in questi ultimi vent'anni e che hanno permesso l'ottenimento dei risultati sopra descritti, vi sono, ad esempio, il passaggio, nella formatura dei contenitori, dalla tecnologia del “soffio-soffio” a quella del “presso-soffio” e più di recente, per le tipologie di prodotto compatibili, anche del “presso-presso”, che hanno consentito una più omogenea distribuzione del vetro sullo stampo, con relativa riduzione degli spessori.
Dello stesso tenore gli interventi volti a ottimizzare il raffreddamento degli stampi come pure i trattamenti interni/esterni effettuati sul contenitore per migliorare la sua resistenza agli shock termici e agli stress meccanici cui è sottoposto nella fase di riempimento automatico, che avviene ormai ad altissime velocità.
L’insieme di interventi sopra descritti hanno consentito e continueranno a consentire la fabbricazione di imballaggi di vetro sempre più leggeri a parità di resistenza meccanica. Va evidenziato che, ovviamente, l'alleggerimento del peso medio permette di ridurre, a parità di numero di pezzi, le quantità da recuperare mediante raccolta differenziata. Dalla metà degli anni ‘80 a metà degli anni ’90, in riferimento al loro ciclo di vita, gli imballaggi di vetro sono stati caratterizzati da un trend posizionato tra l’avanzata maturità e l’inizio del declino; a partire dalla seconda metà degli anni ‘90, è però iniziato un lento processo di rivitalizzazione, che ha avuto nelle bottiglie per il vino e suoi derivati, in quelle per gli spirits e per l’olio di oliva extra vergine, nei vasi di vetro per alimenti e nella profumeria i reali punti di forza. La perdita di partecipazione del vetro, anche nei settori dove ancora subisce la pressione concorrenziale degli imballaggi competitor, risulta a oggi molto rallentata.

Le cifre, per tipologia
Nel 2004 (ultimo consuntivo ufficiale ) la produzione di imballaggi di vetro ha raggiunto 3.602 t/000 segnando una crescita dell’1% rispetto al 2003. Il 2005 dovrebbe essersi concluso con una produzione di circa 3.617 t/000 segnando quindi uno sviluppo contenuto allo 0,5% circa.
In risultati evidenziati nel biennio 2004/2005 devono considerarsi sostanzialmente positivi, in considerazione della difficile congiuntura economica nazionale e internazionale che, in Italia, ha colpito tra l’altro anche i consumi delle famiglie relativi ai prodotti agro-alimentari (area di sbocco importante per l’utilizzo di imballaggi).
L’analisi delle componenti della domanda evidenziano i seguenti trend evolutivi:
- le esportazioni, 13% della produzione, hanno evidenziato una crescita del 3,8% nel 2004, mentre nel 2005, secondo una prima valutazione su dati Istat, hanno segnato un calo di circa il 15%;
- nel corso del 2005 le importazioni, lievemente in calo rispetto al 2004, hanno rappresentato il 10% del consumo (nel 2004 lo share era dell’8%);
- la domanda interna, dopo una crescita del 2,8% nel 2004, dovrebbe avere concluso il 2005 con uno sviluppo contenuto all’1,8% circa.
La produzione degli imballaggi di vetro rappresenta, in peso, il 22% della produzione globale di imballaggi, mentre con riferimento al fatturato (949 milioni di euro nel 2004), copre il 4,7% del fatturato globale.
Negli ultimi 5 anni il settore degli imballaggi di vetro ha espresso un trend evolutivo di medio periodo dell’1,2% m.a.
Il consumo italiano di imballaggi di vetro è costituito per l’88% da bottiglie, per l’8% da vasi per conserve alimentari e per il restante 4% da flaconi e vetro tubo per fiale e fialoidi.

• Bottiglie
Nel 2005 il consumo di bottiglie (utilizzo apparente) dovrebbe avere raggiunto 3.144 t/000, segnando quindi un aumento dell’1,7% rispetto al 2004. Il trend evolutivo m.a. nell’ultimo triennio si colloca intorno all’1%. Lo sviluppo trae origine essenzialmente dal positivo andamento di vino e derivati e dai superalcolici, settori contraddistinti da un andamento positivo delle esportazioni. Per il vino gioca a favore del vetro anche l’orientamento del mercato nei confronti dei prodotti DOC, per i quali la scelta della tipologia di imballaggio cade ovviamente sulla bottiglia di vetro.

I settori di sbocco - Gli impieghi di bottiglie di vetro cavo nell’area dei liquidi alimentari, con riferimento alle bottiglie nuove immesse sul mercato, si articola in diversi settori merceologici. Il principale campo di applicazione è costituito da vino e spumanti (share del 35%, con riferimento alla quantità di bottiglie espressa in peso). Rispetto agli imballaggi alternativi, la quota risulta lievemente in aumento. Segue la birra (share del 18%) settore dove al momento la novità della birra in bottiglia di plastica pluristrato sembra in stallo. I succhi di frutta coprono il 13,5% dell’impiego: il 70% circa delle bottiglie utilizzate è costituita dalla gamma di capacità sino a 33 cl. Super alcolici e vermouth, tutti confezionati in bottiglie di vetro, coprono il 5,5% dell’utilizzo globale. L’acqua minerale e le bibite analcoliche (escluso i succhi di frutta) coprono l’11% dell’utilizzo. Il posizionamento della bottiglia di vetro rispetto alle altre tipologie di imballaggio resta tendenzialmente in calo, dato che subisce la spinta concorrenziale degli imballaggi alternativi, pur evidenziandosi, rispetto al passato, una tendenza alla stabilizzazione del mix del packaging. Altre tre importanti aree di impiego delle bottiglie di vetro sono l’olio alimentare, dove il vetro gode di una immagine di contenitore per prodotti di alta gamma, l’aceto e le passate e polpe di pomodoro.

• Vasi
Il consumo di vasi di vetro ha raggiunto nel 2005 297 t/000 (+ 3,8% rispetto al 2004); il trend evolutivo degli ultimi tre anni si colloca intorno al 2,5% m.a.
Nel 2005 si è verificata una sensibile crescita delle importazioni, la cui partecipazione è passata dal 17% al 20% del consumo. È senz’altro l’area di mercato con il migliore quadro evolutivo. Lo sviluppo dell’impiego dei vasi di vetro deriva non solo dal positivo andamento dei principali mercati di sbocco, ma anche da una loro acquisizione di posizioni sul mercato a scapito di altre soluzioni di confezionamento.

I settori di sbocco - Sughi, conserve vegetali, sott’olio e sottaceti, omogeneizzati, marmellate, filetti di acciughe, yogurt, maionese e creme al cioccolato spalmabili, sono i settori di punta di utilizzo.
Il 47,5% circa dei vasi (con riferimento al numero) è impiegato per il confezionamento delle conserve vegetali, sottaceti, sottolio, marmellate; in tutte questa aree il vetro presenta partecipazioni elevate.
Il 13,5% è destinato all’imbalaggio dei prodotti ittici, dove la presenza del vasetto di vetro risulta tendenzialmente in crescita.
Un’altra importante area di impiego è rappresentata dagli omogeneizzati con una share del 18,5%, sempre riferito all’impiego in numero di unità.
Il vaso di vetro è normalmente chiuso con coperchio d’acciaio del tipo twist off. Si stima che esistano possibilità di una potenziale crescita, per alcuni impieghi, anche del vasetto di plastica con coperchio a vite (pure di plastica) o con top pelabile di alluminio.

• Flaconeria (vetro cavo e vetro tubo)
Nel 2005 il consumo ha raggiunto 129 t/000 (+1,5% rispetto al 2004); se nell’ultimo triennio quest’area di mercato ha subito una contrazione del 2,5% m.a, sembrerebbe quindi che la tendenza abbia evidenziato una battuta di arresto. L’arretramento, in genere, è riconducibile alla concorrenza degli imballaggi alternativi quali imballaggi di plastica, poliaccoppiati e bombolette spray di metallo.

I settori di sbocco - Due le principali aree settoriali di sbocco della flaconeria: il farmaceutico e la cosmesi-profumeria, che evidenziano share rispettivamente del 66,5% e 15,5%. La flaconeria di vetro, cavo e tubo, resta, infatti, saldamente in posizione leader nel settore dei profumi e nei farmaci liquidi iniettabili. Per quanto concerne in particolare la flaconeria e le fiale di vetro tubo, il settore farmaceutico copre oltre l’80% dell’utilizzo.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio





Glass packaging
A never-ending and lightweight story


MARKET AND TRENDS Observations on the evolution of glass technology destined for producing packaging. Figures on bottles, jars and phials.
Plinio Iascone

Bottles, jars and phials: packaging rooted in the history of civilisation which has been able to continuously renew itself in terms of shape, colour and optimisation of the material (lighter but performing to the same standard). While shapes and colours have proliferated, contributing to the personalisation of bottles and phials according to the type of product contained (drinks, perfumes, medicine, vegetable preserves), brand, and place of origin, the practice of making the weight of containers lighter is also standard practice in glass production nowadays.

Praise for lightness (and techniques)
Figures show that in the ‘90s, the weight of containers was reduced (compared to the ‘80s) on average by approximately 9% with peaks of 15%. The same comparison, updated in 2000, records an average reduction of 15% with peaks of up to 35%.
Given the “maturity” of the process of mechanical production of hollow glass, these significant results deriving from the introduction of innovative technologies of enormous importance, can only be appreciated in the medium-long term.
Of the innovations which have come one after the other in the last twenty years and which have led to the achievement of those results mentioned earlier, we find, for example, the move from “blown-blown” to “pressed-blown” in shaping containers and more recently, “pressed-pressed” for compatible product types, which has allowed a more homogeneous distribution of glass on the mould, with a corresponding reduction in thickness.
Operations intended to optimise mould cooling and the internal/external treatments applied to the container to improve its resistance to the thermal shocks and mechanical stress it is exposed to in the automatic filling phase, which now takes place at extremely high speeds, are in the same vein.
The combination of the above mentioned operations has enabled and will continue to enable the manufacture of increasingly light glass packaging with the same mechanical resistance. It should be emphasised that, obviously, making the average weight lighter leads to a reduction, though the number of units remains the same, in the quantity of glass to be recycled by means of separate rubbish collections.
From the mid ‘80s to the mid ‘90s, in terms of its life cycle, the trend for glass packaging had reached its peak and was on the downward slide. From the second half of the ‘90s a slow process of revitalisation began, mainly involving bottles for wine and its by-products, bottles for spirits and for extra virgin olive oil and jars for food and cosmetics.
Glass’s loss of share, even in sectors facing competition from other types of packaging, has now slowed a great deal.

Figures for each typology
In 2004 (last official survey) glass packaging production reached 3,602 tons/000 signalling a growth of 1% compared to 2003.
2005 in all probability ended with production at approximately 3,617 t/000 signalling a limited growth of approximately 0.5%.
The highlighted results for the two year period 2004/2005 have to be judged to be, on the whole, positive, considering the recession both in Italy and overseas which, in Italy, also affected the consumption of families of agro-food products (an important market for packaging).
The analysis of the components of the demand highlight the following growth trend:
- exports, 13% of production, grew by 3.8% in 2004 while, in 2005, according to preliminary Istat figures they fell by approximately 15%;
- throughout 2005 imports, slightly down compared to 2004, represented 10% of consumption (in 2004 the share was 8%);
- domestic demand, after growing by 2.8% in 2004, was approximately 1.8% by the end of 2005.
Glass packaging production represents, in terms of weight, 22% of the global production of packaging while, with reference to turnover (949 million Euro in 2004), it accounts for 4.7% of global turnover.
In the last 5 years the glass packaging sector has shown a growth trend in the mid term of 1.2% annual average. Italian consumption of glass packaging is made up of 88% bottles, 8% jars for food preserves and the remaining 4% phials and tubes.

• Bottles
In 2005 the consumption of bottles (apparent use) in all probability reached 3,144 t/000, signalling an increase of 1.7% compared to 2004. The m.a. growth trend in the last three years is around 1%.
The reasons for this development essentially lie in the positive trend of exports. As far as wine is concerned, glass is favoured by the market’s tendency to choose DOC products which are obviously packaged in glass bottles.
Market sectors - The use of new hollow glass bottles in the liquid food area is divided into various product sectors.
The principal field of application is made up of wine and sparkling wine (a 35% share, referring to the quantity of bottles expressed in weight).
Compared to alternative packaging, the share appears to be slightly increasing.
Beer follows (18% share). In this sector the novelty factor of beer in multilayered plastic bottles appears to have come to a halt.
Fruit juices account for 13.5% of use: approximately 70% of bottles used are made up of a range of volumes of up to 33cl.
Spirits and vermouth, all packaged in glass bottles, account for 5.5% of global use.
Mineral water and soft drinks (excluding fruit juice) account for 11% of use. The positioning of glass bottles compared to other packaging typologies appears to be falling, as it faces competition from alternative packaging, though it is showing a tendency, unlike in the past, to stabilise the packaging mix. Three other important areas of use of glass bottles are oil, where glass enjoys its image as a container for top of the range products, vinegar and tomato pulp and purée.

• Jars
In 2005 the consumption of glass jars reached 297 t/000 (+ 3.8% compared to 2004). The growth trend in the last three years is around 2.5% annual average.
In 2005 there was a considerable rise in imports, whose share went from 17% to 20% of consumption. Without a doubt this is the market area which shows the most growth. The increase in the use of glass jars derives not only from the positive trend of the principal markets, but also from their acquiring market positions to the detriment of other packaging solutions.

Market sectors - Sauces, vegetable preserves, food preserved in oil, pickles, baby food, jams, anchovy fillets, yoghurt, mayonnaise and chocolate spreads are the main areas of use. Approximately 47.5% of jars (referring to quantity) is used to package vegetable preserves, pickles, food in oil, jams. In all these areas glass has a large share.
13.5% is destined for packaging fish, where the use of glass jars appears to be increasing.
Another important area of use is represented by baby food with a share of 18.5% which again refers to the number of units.
The glass jar is normally closed with a twist off type steel lid. It is thought that in some cases plastic jars with screw tops (again made of plastic) or peel off aluminium tops may have some growth potential.

• Phials (hollow glass and glass tubes)
In 2005 consumption reached 129 t/000 (+1.5% compared to 2004). Considering that in the last three years this market area has seen a decline of 2.5% annual average, it would appear that the trend has suffered a setback. The setback can generally be traced to competition from alternative packaging such as plastic and polylaminate packaging and metal spray canisters.

Market sectors - There are two principal market sectors for phials: the pharmaceutical sector and cosmetics and perfumes, which have shares of 66.5% and 15.5% respectively. Hollow glass and glass tubes remain firm leaders in the perfume sector and in injectable liquid medicine. Specifically, as far as phials and glass tubes are concerned, the pharmaceutical sector accounts for over 80% of use.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio