June 2004




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Pharmaceutical packaging

Stiamo freschi! (input dal mercato)
We are staying fresh! (input from the market)

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Plastic: opportunities for growth

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Growing in equilibrium

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Tracciabilità europea, opportunità italiane
European traceability, opportunities for Italy

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Studi di corretta conservazione
Correct preservation study

Flessibile per alimenti: prospettive
Flexible materials for foodstuffs: the prospects

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Dal gennaio 2005 i produttori e i distributori europei dovranno garantire la rintracciabilità degli alimenti, eppure non tutti gli addetti ai lavori, in Italia, sembrano pronti. Ailog entra in azione, offrendo alle piccole aziende un supporto effettivo, anche dal punto di vista informatico. Ado Sattanino

In virtù del regolamento CE 178/2002 sulla sicurezza alimentare, dal 1° gennaio 2005 tutte le aziende dovranno riorganizzare la propria supply chain per introdurre, dove non ancora presenti, quelle soluzioni organizzative e informatiche necessarie a identificare ogni singolo lotto.
Se n’è discusso lo scorso 26 aprile a Milano, nell’incontro organizzato da Ailog, l’Associazione Italiana di Logistica e Supply Chain, che conta oltre 1.000 iscritti fra aziende di produzione e distribuzione, fornitori di servizi e attrezzature logistiche, operatori logistici e sviluppatori di sistemi informativi, oltre a istituzioni, pubbliche amministrazioni ed enti universitari.
La normativa CE 178/2002, una volta in vigore, è destinata a cambiare in modo sensibile il rapporto fra cittadini e imprese, come testimonia il presidente di Ailog Domenico Netti (Lavazza) con un esempio tanto semplice quanto calzante: qualora un consumatore lamentasse un problema di salute dopo aver mangiato una mela, e denunciasse il fatto a una specifica Autorità nazionale di nuova istituzione, quest’ultima ordinerebbe il ritiro dal mercato di tutto il lotto di mele sospetto, di concerto con l’Autorità europea per la Sicurezza Alimentare (che avrà sede a Parma). Nel caso in cui il lotto non potesse essere rintracciato con chiarezza, per precauzione sarebbero ritirate tutte le mele dell’azienda agricola coinvolta; e se nemmeno quest’ultima fosse identificabile, potrebbero addirittura farne le spese tutte le mele prodotte nella regione da cui proviene il frutto “incriminato”.
È perciò evidente il peso effettivo della normativa: arrivare preparati al 1° gennaio 2005 significa infatti limitare i danni in caso di contestazioni e comunque impedire l’eventuale tracollo di un sistema produttivo territoriale, visto che la mancata identificazione di un’impresa potrebbe anche determinare una sorta di embargo nei confronti di un’intera area geografica, con risvolti disastrosi sul tessuto economico e sociale.

Piccole imprese al bivio
In Italia, a più di sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo regolamento, quasi tutte le aziende di grandi e medie dimensioni (o comunque votate all’export) dispongono già di un adeguato sistema di rintracciabilità. A destare qualche preoccupazione è, al contrario, il ritardo di molte piccole e piccolissime imprese, che corrono al contempo due rischi.
Il primo è quello di non riuscire ad adottare un sistema di rintracciabilità per tempo, con la minaccia di una progressiva emarginazione; il secondo, altrettanto serio, è quello di dover adottare i complicati e onerosi metodi fatti su misura per le multinazionali, il che significa perdere in competitività e rischiare di uscire comunque dal mercato.
Per scongiurare questo scenario e aiutare le piccole aziende a trasformare il problema in opportunità, Ailog ha deciso di giocare un ruolo di primo piano nella definizione di standard efficaci e facili da adottare, in accordo con Indicod-Ecr. Come hanno spiegato Domenico Netti e la vice-presidente Donatella Rampinelli (Campari Italia), la strada da seguire è quella del dialogo fra produttori, operatori logistici e distributori, individuando soprattutto responsabilità precise nei vari gruppi di lavoro costituiti ad hoc: è grazie anche ai propri manager impegnati in prima persona che Ailog sta marciando a ritmi sostenuti per colmare il ritardo che ancora coinvolge parte delle aziende italiane.
Il caso ortofrutta - Per conseguire risultati mirati, Ailog ha dato vita a tre gruppi di lavoro: uno per l’ortofrutta, uno per gli altri alimenti freschi (come formaggi e salumi), uno infine per i prodotti secchi.
Di particolare interesse è ciò che sta avvenendo nel settore ortofrutta, vista la struttura produttiva frammentata e in gran parte artigianale che caratterizza il comparto. Il gruppo-pilota capitanato dal consigliere Ailog Tullo Mosele (MBM Italia) sta cercando di definire, in accordo con un campione della filiera, uno standard capace di superare il vecchio (ma tutt’ora in auge) sistema di trasmissione dei dati in forma cartacea, ma anche di costituire una valida alternativa ai raffinati sistemi informatici cui si accennava prima.
Per recuperare il tempo perduto e salvaguardare al contempo i principi di equità e accessibilità, il gruppo guidato da Mosele ha puntato sul linguaggio XML, capace di far dialogare sistemi diversi in modo facile e immediato, e sulla rete Internet, disponibile ovunque. Si tratta certo di uno sforzo impegnativo per le piccole imprese, ma i nuovi standard consentiranno anche di monitorare con più efficacia i flussi di lavoro e, di conseguenza, migliorare la produttività.
A questo proposito, secondo il presidente Netti, sarà interessante capire se le imprese italiane delle diverse filiere sapranno usare con intelligenza le nuove procedure, riducendo tra l’altro i costi di produzione; altrimenti, è facile immaginare che il prezzo dell’adeguamento cadrà sulle spalle del consumatore finale.

Uno sguardo sull’Europa
Tullo Mosele ha inoltre fatto riferimento a una ricerca condotta da Silvia Busetto e Andrea Payaro (Università di Padova), che fotografa la situazione negli altri Paesi europei. Ne forniamo un’agile sintesi relativa ai principali stati dell’Unione.
• La Francia è il mercato più maturo dal punto di vista della rintracciabilità. La diffusione, fra le imprese transalpine, del software di gestione aziendale e dei servizi Minitel, nonché la presenza di gruppi leader nello sviluppo di software agricolo, hanno portato a un'offerta articolata di soluzioni diversificate. Fra queste, maggiore successo sembrano riscuotere quelle che partono da sistemi già utilizzati in questo ambito, ai quali sono state aggiunte le funzioni relative alla rintracciabilità.
• Anche in Germania la situazione sembra buona. Il mondo politico tedesco ha risposto alla sfida in modo deciso con la riforma del sistema dei controlli e la nascita del “Ministero della Protezione dei consumatori, Alimentazione e Agricoltura”. Il governo federale sta inoltre aiutando il comparto agro-alimentare ad adottare sistemi di gestione della qualità su larga scala.
• Luci ed ombre, invece, nel Regno Unito. Lo scandalo della “mucca pazza” ha dato un forte impulso allo sviluppo sistemi di tracciabilità, ma solo in merito alle carni. Dal punto di vista metodologico, sembra prevalere l’idea dei sistemi di rintracciabilità per filiera, anche se attualmente sono più diffusi quelli a gestione aziendale, spinti dalle produzioni a marchio delle principali catene di supermercati. Ancora pochi gli strumenti informatici a disposizione, dunque, in UK, dove le piccole imprese continuano a registrare dati e informazioni sulla carta.
• Un poco più indietro la Spagna: le imprese, le cooperative e la GDO stanno spingendo per l’adozione dei sistemi di rintracciabilità, ma il mondo agricolo si adegua con difficoltà, mentre il sistema pubblico non ha sino ad ora affrontato la questione con la necessaria energia. Esiste una quantità notevole di prodotti a marchio Dop, Igp e biologici sottoposti a qualche forma di assicurazione qualità, in cui la rintracciabilità è già prevista. Per quanto riguarda gli strumenti, si stima che circa il 70% delle registrazioni per la rintracciabilità sia ancora cartaceo.



European traceability, opportunities for Italy
From January 2005, European producers and distributors must ensure the traceability of foodstuffs, although it seems that not all concerns in Italy are ready. Ailog enters the game, providing small companies with effective support, including ad hoc software.
Ado Sattanino

Under Regulation CE 178/2002 for food safety, from 1 January 2005 all companies must reorganise their supply chain to introduce, where it does not already exist, those organisational and computer solutions necessary to identify every single lot.
This was discussed on 26 April in Milan, at a meeting organised by Ailog, the Italian Association of Logistics and Supply Chains, which has 1.000 members including production and distribution companies, suppliers of services and logistics equipment, as well as institutions, civil service departments and university bodies.
Once in force, CE 178/2002 is intended to substantially change the relationship between the general public and companies, as explained by the chairman of Ailog, Domenico Netti (Lavazza), with an example as simple as it is appropriate: whenever a consumer suffers a health problem after eating an apple, and reports the fact to a specific newly-instituted national authority, the whole lot of suspect apples would be removed from the market, in accordance with the European Authority for Food Safety (with headquarters in Parma). If the lot cannot be clearly traced, as a precaution all apples produced by the agricultural company involved would be withdrawn; and if even these are untraceable, all the apples produced in the region from which the "incriminated" apples came would bear the brunt.
Thus the effective burden of the legislation is clear: being prepared for 1 January 2005 means limiting the damage in the event of a complaint and avoiding the possible collapse of a national system of production, given that the lack of identification on the part of a company could provoke a sort of embargo affecting a whole geographical area, with disastrous implications for the economic and social fabric.

Small companies
at the crossroads

In Italy, with more than six months before the new regulation comes into force, almost all the large and medium-sized companies (or those dedicated to exports) already have a suitable system of traceability. However, some concern arises over the slowness of many small and very small companies, which are in danger on two fronts.
The first is that they will be unable to adopt the traceability system in time, with the threat of progressive marginalisation; the second, equally serious, is that they have to adopt the same complicated and burdensome methods made to measure for the multinationals, which means they will lose competitiveness and risk disappearing from the market.
To avert this scenario and help small companies to transform the problems into opportunities, Ailog has decided to play an important part in defining effective and simple standards to be adopted, in collaboration with Indicod-Ecr. As Domenico Netti and deputy chairman Donatella Rampinelli (Campari Italia) explained, the road to follow is that of dialogue between producers, logistics operators and distributors identifying, especially, precise responsibilities in several working groups set up for the purpose: it is also thanks to its personally involved managers that Ailog is moving steadily towards overcome the slowness which still affects a proportion of Italian companies.
The situation with fruit and vegetables - To achieve the desired results, Ailog has set up three working groups: one for fruit and vegetables, one for other fresh foods (such as cheese and processed meats) and one for dry products.
Of particular interest is what is happening in the fruit and vegetable sector, given the fragmented and to a large extent smalltime production organisation which characterises the sector. The pilot group headed by Ailog adviser Tullo Mosele (MBM Italia) is seeking to define, together with a sample from the sector, a standard which can overcome the old (but until now predominant) system of data transmission on paper, but also to set up a viable alternative to the refined information systems mentioned earlier.
To make up the time lost and at the same time to safeguard the principles of equity and accessibility, the group led by Mosele has focussed on the XML language, which allows different systems to dialogue in an easy and immediate way, and on the Internet, which is available everywhere. This is certainly a demanding challenge for small companies, but the new standards will also allow more effective monitoring of work flows and consequently improve productivity.
In this regard, according to chairman Netti, it will be interesting to see if Italian companies from different sectors will be able to use the new procedures intelligently, among other things reducing production costs; on the other hand, it is easy to see that the costs of adjustment will fall on the shoulders of the end consumer.

A look at Europe
Tullo Mosele also referred to research carried out by Silvia Busetto and Andrea Payaro (University of Padua), which shows the situation in other European countries. A summary of the situation in the main countries of the Union is as follows:
• France is the most developed market from the point of view of traceability. The spread of company management software and Minitel services, as well as the presence of leading group in the development of agricultural software, have led to the well-articulated provision of diversified solutions. Among these, major success seems to have been achieved by those which begin with systems already used in this field, to which the functions relating to traceability have been added.
• In Germany, too, the situation seems good. The German political world has responded to the challenge decisively, with the reform of control systems and the creation of a "Ministry for Consumer Protection, Food and Agriculture". The federal government is also helping the agrofood sector to adopt quality management systems on a large scale.
• In the United Kingdom, however, the situation is rather patchy. The scandal of ‘mad cow disease’ gave a strong stimulus to the development of traceability systems, but only where meat is concerned. From the point of view of methodology, the idea of traceability systems for sectors seems prevalent, even if at the moment the more widespread are those for company management, driven by brand production for the major supermarket chains. There are still few computer tools available in the UK, where small companies continue to record data on paper.
• Spain is a little behind: companies, cooperatives and large scale distribution outlets are pushing for the adoption of traceability systems, but the agricultural world is adapting with difficulty, while up to now the public sector has not confronted the problem with the necessary energy. There is a substantial quantity of DOP, IGP and organic products subjected to some form of quality assurance, in which traceability is expected. As far as the means are concerned, it is estimated that about 70% of traceability records are still made on paper.




Espansione e approfondimenti
Domenico Netti, Donatella Rampinelli e Tullo Mosele hanno tracciato un bilancio molto incoraggiante dell’espansione di Ailog verso Est: alla creazione di Arilog Romania (Associazione italo-romena di logistica), avvenuta nel 2002, ha fatto seguito quest’anno la costituzione di Airlog Russia (Associazione italo-russa di logistica). Il prossimo anno, in accordo con il mondo imprenditoriale, è previsto un ulteriore passo dell’internazionalizzazione, questa volta verso l’Ucraina.
Altro motivo di soddisfazione espresso dai vertici di Ailog è il ricco calendario di seminari e corsi di formazione che interesserà anche il mese di giugno.
Per informazioni: www.ailog.it.



Expansion and consolidation
Domenico Netti, Donatella Rampinelli and Tullo Mosele have achieved very encouraging results with the expansion of Ailog into Eastern Europe: the setting up of Arilog Romania (Italo-Romanian Logistics Association) in 2002 was followed this year by the creation of Airlog Russia (Italo-Russian Logistics Association). Next year, in agreement with the entrepreneurial world, there will be another step towards internationalism, this time towards Ukraine.
Another reason for satisfaction expressed by the Ailog directors is the full calendar of seminars and training courses which will take place in June. For information: www.ailog.it.