June 2002





Cosmoprof & Cosmopack



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Experience = quality

Vetro: italiani all’estero
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Le origini si perdono in un passato lontano, eppure il vetro dimostra da sempre la capacità di rinnovarsi. Il caso emblematico dell’imballaggio di vetro che, dopo un periodo di relativa stasi, si ripropone in una veste alternativa, adattandosi alle esigenze emergenti.

Plinio Iascone

N
el corso degli ultimi trent’anni, tutti gli imballaggi di vetro sono stati oggetto di un processo di alleggerimento sensibile, che non ne ha però inficiato le prestazioni. Alla proliferazione di forme e colori ha fatto eco una spiccata personalizzazione di bottiglie e flaconi, che vengono adattati al tipo di prodotto e alla marca, ricollegandosi perfino alla regione di provenienza del prodotto contenuto e quant'altro, si tratti di bevande o profumi.
Fra gli anni ‘80 e ‘90 gli imballaggi di vetro, in riferimento al loro ciclo di vita, sono stati interessati da un trend in bilico fra l'avanzata maturità e l'inizio del declino; tuttavia, intorno al 1995, è ripreso un lento processo di rivitalizzazione, che ha visto protagonisti le bottiglie per vino e derivati, le bottiglie per gli spirit, i vasi di vetro per alimenti, i contenitori per olio di oliva extra vergine nonché i flaconi per profumi uomo- donna.
Pur continuando a subire una certa pressione concorrenziale da parte di altre tipologie di materiale e di imballaggi, il vetro sta dimostrando nei fatti una buona capacità di resistenza, che consente di limitare la tendenza al ridimensionamento delle quote di partecipazione al mercato.

Le cifre del settore
Nel 2001 la produzione di imballaggi di vetro ha raggiunto le 3.332 t/000, in crescita del 2% rispetto al 2000. Le esportazioni, in flessione del 4% rispetto all'anno precedente, hanno rappresentato il 13,5% della produzione. Sono risultate invece in sensibile sviluppo le importazioni (+37%), in particolare relative a vasi e bottiglie: un aumento, questo, che dipende essenzialmente dai flussi dei gruppi che operano in Italia ma che hanno stabilimenti dislocati all’estero.
Il consumo apparente italiano è ammontato a 3.178 t/000, dove le importazioni hanno rappresentato il 9%.
Il confronto con il 2000 è decisamente positivo, dato che si è registrata una crescita del 5,4% (il trend medio annuo degli ultimi 5 anni si colloca intorno al 3%).
Il consumo italiano di imballaggi di vetro è costituito per l'88% da bottiglie, per il 9% da vasi per conserve alimentari e per il restante 3% da flaconi e vetro tubo per fiale e fialoidi (tabella 1).

Tipologie di contenitori
I dati relativi alla ripartizione per aree di impiego di vetro cavo e vetro tubo sono espressi nelle tabelle 2 e 3.

Bottiglie
Il consumo apparente di bottiglie nel 2001 è stato di 2.801 t/000, che corrisponde a +5% rispetto al 2000 e a +3,5% medio annuo nell'ultimo quinquennio.
Questo interessante sviluppo trae origine dall’andamento positivo dei settori del vino e derivati, dei super alcolici e dell’olio di oliva: si tratta di comparti che hanno vissuto un andamento al rialzo delle esportazioni. Nel caso del vino, gioca a favore del vetro soprattutto l'orientamento dei consumatori e del mercato, le cui preferenze cadono sulla classica bottiglia per i prodotti DOC.

I settori di sbocco
Gli impieghi di bottiglie di vetro cavo nell'area dei liquidi alimentari, con riferimento alle bottiglie nuove immesse sul mercato, si articola in diversi settori merceologici.
Il loro sbocco principale rimane l’imbottigliamento di vino e spumanti, con una quota del 47% (prendendo a riferimento la quantità di bottiglie espressa in peso). In un prossimo futuro potrebbe verificarsi la sensibile avanzata del confezionamento in bag in box in relazione alla gamma da 3 a 10 litri, in sostituzione della vendita dello sfuso e anche delle piccole damigiane, anche se questa tendenza non dovrebbe influire sull'impiego delle bottiglie.
Altri importanti settori di sbocco rimangono il confezionamento di acqua minerale e di bibite analcoliche, a cui corrisponde una quota del 12,5% (dopo un lungo periodo di calo progressivo, la quota sembra essere in via di assestamento) e la birra con il 13,8%.
Il posizionamento della bottiglia di vetro rispetto alle altre forme di imballaggio è per il momento sostanzialmente stabile, anche se non si esclude la possibile erosione di quote da parte delle distribuzione alla spina e della bottiglia di PET multistrato. Va ricordato che, in relazione a quest'ultima soluzione, le prospettive di sviluppo sembrano ridimensionate...
Accanto ai principali settori d'impiego citati, dobbiamo aggiungere altri tre comparti merceologici interessanti, ovvero succhi di frutta, spirit e vermouth, olio d'oliva.

Vasi
Nel 2001 il consumo di vasi di vetro ha raggiunto le 263 t/000, facendo segnare un +14% rispetto al 2000; il trend evolutivo degli ultimi cinque anni si colloca intorno al 7% medio annuo. Dai dati risulta dunque essere l'area di mercato con il migliore quadro evolutivo, sostenuto non solo dall’andamento positivo dei principali mercati di sbocco, ma anche dal miglior posizionamento sul mercato a scapito di altre soluzioni di confezionamento.

I settori di sbocco
Sughi, conserve vegetali varie, sott'olio e sottaceti, omogeneizzati, marmellate, filetti di acciughe, yogurt, maionese e creme al cioccolato spalmabili: sono questi i maggiori settori di utilizzo.
Il 66% circa dei vasi è impiegato per il confezionamento delle conserve vegetali (legumi, sottaceti, sottolio, marmellate ecc), mentre il restante 34% è suddiviso tra diverse merceologie (tonno, acciughe, salse, miele, spalmabili vari e altri prodotti). Il vaso di vetro, in questi casi, deve competere principalmente con la scatoletta di banda stagnata e con il contenitore di cartoncino poliaccoppiato. Di norma viene chiuso con coperchio d'acciaio del tipo twist off.
Per taluni impieghi, vengono ipotizzate possibilità di crescita del vasetto di plastica con coperchio a vite (pure di plastica) o con top pelabile di alluminio.

Flaconeria
Nel 2001 il consumo di flaconeria ha raggiunto le 114 t/000, segnando un +0,8% rispetto al 2000: lieve ripresa, dunque, se si considera che questa area di mercato, nell'ultimo quinquennio, ha subito una contrazione del 4% medio annuo.
Tale arretramento è riconducibile a due fattori fondamentali:
- sostituzione dei contenitori di vetro tubo, dove possibile, con equivalenti di vetro cavo e, in certi casi, da fiale o contenitori di plastica;
- avanzata dei flaconi di plastica nel settore farmaceutico e della cosmesi.
Di contro la flaconeria di vetro occupa saldamente una posizione di leadership nel settore dei profumi.

I settori di sbocco
Due le principali aree settoriali di sbocco della flaconeria: la cosmesi-profumeria (che assorbe circa il 60,5% della produzione) e la farmaceutica (con una quota del 29,5%).
Il relazione al vetro tubo destinato agli imballaggi, la principale area di utilizzo continua a essere la farmaceutica, con oltre l'80%.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio



Glass: always the same, always different

Its origins are lost in the distant past, but glass continues to demonstrate its capacity to come up with something new. A case in point is glass packaging which, after a period of relative inactivity, presents itself in a new guise, adapting itself to emergent needs.
Plinio Iascone

Over the last thirty years, all glass packaging has been subject to noticeable lightening processes which have not, however, affected its performance.
The proliferation of shapes and colors has been matched by considerable personalisation of bottles, which have been adapted according to the type of product and its brand, even reflecting the region of origin of the products they contain and whether they are for drinks or perfumes.
Between the 1980s and ‘90s, as far as the life cycle of glass packaging was concerned, it was affected by a balance between advanced development and the start of a decline.
However, around 1995 a slow revitalisation process began, seen mainly in bottles for wine and its derivatives, bottles for spirits, jars for foodstuffs and containers for extra virgin olive oil, as well as bottles for men’s and women’s perfumery.
Although subject to a certain amount of competitive pressure from other types of material and packaging, glass is demonstrating a good capacity for resistance, which is limiting any tendency towards a diminution in its market share.

Statistics of the sector
In 2001, production of glass packaging reached 3,332,000 tonnes, an increase of 2% compared with 2000.
Exports, down by 4% compared with the previous year, accounted for 13.5% of production.
There was, however, a noticeable increase in imports (+37%), especially bottles: this increase was essentially caused by imports from groups which operate in Italy but have plants located abroad.
Italian visible consumption amounted to 3,178,000 tonnes, of which imports accounted for 9%.
Comparison with 2000 is decidedly positive, given that there was an increase of 5.4% (the average annual trend for the last 5 years being around 3%).
Italian consumption of glass packaging is made up 88% of bottles, 9% jars for preserved food products and the remaining 3% of bottles and glass tube for vials and similar items (table 1).

Types of container
Data concerning division by areas of use for hollow glass and glass tube is given in tables 2 and 3.

Bottles
Visible consumption of bottles in 2001 was 2,801,000 tonnes, a 5% increase over 2000 and a +3,5% annual average over the last five-year period.
This interesting development has its origins in the positive progress of the wine and derivatives, spirits and olive oil sectors: these are areas which have seen progress in the revival of the export market.
In the case of wine, the factor favouring glass was the orientation of the consumer and the market, preferring the classic bottle for DOC products.

Outlet sectors
The use of hollow glass bottles for liquid foodstuffs, regarding new bottles introduced into the market, is divided between several types of goods.
The main outlet is still the bottling of still and sparkling wines, with a share of 47% (taking the quantity of bottles expressed by weight). In the near future there may be a noticeable increase in “bag in box” in the 3 to 10 litre range, replacing sales of open wine and also the smaller demijohns, although this tendency is not expected to have an effect on the use of bottles.
Other important outlet sectors are still the packaging of mineral water and soft drinks, accounting for 12.5% (after a long period of progressive decline, the share seems to be settling down), and beer with 13.8%.
At the moment, the position of glass bottles compared with other types of packaging is more or less stable, although possible erosion of the share by draught distribution and multi-layer PET bottles cannot be excluded. It should be noted that where the last solution is concerned, the prospects for development seem to be taking shape…
To the main areas of use mentioned above must be added three other interesting market sectors, namely fruit juices, spirits and vermouths, and olive oil.

Jars
In 2001, consumption of glass jars reached 263,000 tonnes, an increase of 14% over 2000. The trend for the last five-year period averages 7%. The data thus shows that this is the fastest-developing area of the market, sustained not only by the positive progress of the main outlet markets, but also by its greater acceptance in the market to the detriment of other types of packaging.

Outlet sectors
Sauces, various types of vegetable preserves, under oil or pickled in vinegar, baby foods, jams, anchovy fillets, yoghurts, mayonnaise and chocolate spreads: these are the main sectors of use.
About 66% of jars are used as containers for vegetable preserves (pulses, pickles in vinegar or under oil, jams, etc.) while the remaining 34% are shared among several types of foodstuffs (tuna, anchovies, sauces, honey, various spreads and other products). In these cases, the glass jar finds its main competition from tinned-strip cans and poly-laminated cardboard containers. They are usually closed with a twist-off type steel lid.
For some products, there has been a suggestion of an increase in the use of plastic jars with plastic screw-tops or aluminium peel-off lids.

Small bottles
In 2001, consumption of small bottles reached 114,000 tonnes, an increase of 0.8% compared with 2000. This is a slight revival, considering that over the last five-year period this sector has been subject to an average annual contraction of 4%.
This decline can be put down to two basic factors:
- the replacement of tube glass, where possible, with equivalents in hollow glass and, in some cases, with plastic vials and containers;
- the progress of plastic bottles in the pharmaceuticals and cosmetics sectors.
By contrast, glass bottles hold on to a solid leadership position in the perfumery sector.

Outlet sectors
There are two main outlet sectors for small bottles: cosmetics and perfumery (which absorb around 60.5% of production) and pharmaceuticals (accounting for 29.5%).
Regarding tube glass intended for packaging, the main area of use is still pharmaceuticals, with more than 80%.

Plinio Iascone
Istituto Italiano Imballaggio