March 2003





Profumi: l’era dell’eleganza
Perfume: the age of elegance

Imballaggi per sentirsi meglio
Feel good packaging

Shopping
Shopping

Al largo, con le emozioni
Emotions on the ocean wave

Uova: alimenti “incrEdibili”
Eggs: the "IncrEdible" food

Maestra di protezione
Expert in protection

M&D News







Segno + (con riserve)
Things looking up (with reservations)

Impatec: aria di ripresa?
Impatec: recovery on the way?

Rapporto sullo stato dell'imballaggio (1)
Report on the state of packaging (1)

F&F News







Più cultura per l’imballaggio
More packaging culture

L’arte della chiusura
The art of closure

La coerenza dell'innovazione
The coherence of innovation

Successi in (doppia) bolla
Double bubble success

Osare e dosare
The feeding challenge

Imprenditorialità, passione italiana
Entrepreneurship, an Italian craving

I&M News







Sforzi privati e pubbliche virtù
Private efforts and public virtues

Raccolta differenziata all'italiana
Segregated waste collection Italian style

E&L News







Perché Ipack-Ima (2)
Why Ipack-Ima (2)

Verifica sul campo di un sistema per il controllo qualità
Verification in the field of a system for quality control

25 anni a registro
25 years on register

OPP fuori dagli schemi
OPP beyond the norms

M&M News











2002, "annus difficilis" (la parafrasi ci sia concessa), anche per la filiera degli imballaggi. Numeri e tendenze a fine gennaio 2003. A cura di Plinio Iascone

Come e dove viene usato l'imballaggio
La movimentazione delle merci comporta sempre l’impiego di imballaggi, siano essi primari, secondari o da trasporto. Nella presente trattazione si considerano i principali settori di impiego, in particolare quelli che utilizzano diverse tipologie o dove si riscontri una presenza, significativa in quantità, di una o più famiglie di imballaggi. Ricordiamo che tutti i dati riportati sono stati elaborati sulla base di un primo preconsuntivo sull'andamento 2002 e, quindi, suscettibili, di qualche variazione.

AREA FOOD

Nel complesso questa vasta area merceologica, che assorbe poco più del 55% di imballaggi, sembra aver concluso il 2002 con un tasso di crescita contenuto entro lo 0,8-1%; per il 2003 si ipotizza l'avvio di una lenta ripresa, che potrebbe portare a uno sviluppo intorno all’1,5%.

Bevande - Il settore delle bevande alcoliche ha vissuto nel 2002 l'interruzione del trend favorevole pari al +3,5% m.a., che ha contraddistinto gli ultimi anni. La crescita si è infatti limitata a un modesto 1-1,5%. La battuta di arresto è stata determinata essenzialmente dalle pessime condizioni meteorologiche estive, che hanno portato a un calo dei consumi interni di acqua minerale, birra e bibite gassate.
Hanno invece retto bene i settori del vino e degli spirit, grazie al positivo andamento delle esportazioni.
Il settore delle bevande rimane comunque importante, poiché il prodotto confezionato immesso al consumo (vendite in Italia più esportazioni) ammonta a 20,5 miliardi di litri.
Il mix del packaging adottato in questo comparto industriale è molto vario: bottiglie di vetro a rendere e a perdere (26%); bottiglie di PET (54%); contenitori di cellulosa accoppiata (13%); lattine, essenzialmente di alluminio (2,5%); altro (4,5%).
Per quanto concerne il trasporto delle bevande, gli imballaggi impiegati sono le cassette di cartone ondulato o cartoncino teso, il film plastico termoretraibile e i pallet in legno.
Le prospettive per il 2003 portano a ritenere possibile un tasso di sviluppo analogo al recente passato, ovvero 3%; questa congiuntura favorevole dovrebbe coinvolgere in particolare le bottiglie in PET.
Derivati dei pomodori - Il settore assume una importanza significativa per l’impiego di scatole di banda stagnata e bottiglie di vetro.
Sia nel 2001 che nel 2002 questo settore ha subito pesanti contrazioni produttive, causata da negative condizioni meteorologiche.
Il 2002 si è concluso con un calo generale del prodotto trasformato (-20% circa), con particolare riferimento ai pelati (-30% circa) e alle polpe (-10% circa); cali più contenuti hanno interessato le passate e il concentrato, mentre sono risultati in aumento i sughi.
Tralasciando il biennio negativo 2001-2002, il valore della produzione di questo settore si attesta intorno a 2,5 milioni di t, evidenziando un tasso tendenziale di crescita del 2-2,5% m.a.
A fronte di questa situazione, è stata la scatola di banda stagnata a subire i maggiori contraccolpi, dato che il confezionamento dei pelati avviene per oltre il 98% in scatola.
• Il confezionamento primario per l’intero settore interessa scatole di banda stagnata (61%); bottiglie e vasi di vetro (24%); buste poliaccoppiate flessibili di plastica (7%); contenitori cellulosici accoppiati (3%); fusti di acciaio da 200 l di capacità per prodotti destinati all’esportazione, bottiglia di PET e tubetto di alluminio (5%). Molto significativa risulta la presenza del cluster di cartoncino.
• La movimentazione dei semi lavorati avviene in fusti.
• Cartone ondulato, film termoretraibile e pallet di legno costituiscono gli imballaggi di spedizione utilizzati.
Le prospettive per il 2003 sono orientate a un recupero del prodotto trasformato del 25% circa, raggiungendo valori in sintonia con i quantitativi richiesti dal mercato.
Nel biennio 2001-2002, a fronte di un trasformato in calo, la domanda è stata soddisfatta ricorrendo alle scorte di mercato di semi lavorati e prodotto finito, scorte attualmente esaurite.

Conserve di legumi e frutta sciroppata - Da qualche anno, entrambi i settori presentano un trend evolutivo caratterizzato da modesti tassi di crescita. I legumi trovano un forte competitor nei prodotti surgelati, mentre la frutta sciroppata subisce la forte concorrenza estera, che condiziona l’andamento dell'export, da cui dipende lo sviluppo del settore.
Per il 2003 si prevede una situazione analoga.
Per quanto riguarda la tipologia di confezionamento, il mercato impiega contenitori metallici, essenzialmente di banda stagnata, e vasi di vetro.
Prodotti lattiero caseari: formaggi e burro - Questa categoria, che comprende una vasta gamma di prodotti derivati dal latte, ha fatto registrare nel 2002 un calo dell’attività produttiva pari al 2,5-3%. Trend negativo, questo, che va fatto risalire essenzialmente al ridimensionamento dei consumi interni, perché le esportazioni hanno sostanzialmente confermato i valori del 2001. Per il 2003 è ipotizzabile uno sviluppo dell’1-1,5%.
La principale area merceologica di questo settore è costituita dai formaggi, che copre oltre il 90% della produzione.
Sotto il profilo della tipologia di imballaggio utilizzato, i poliaccoppiati flessibili e semirigidi in plastica (buste e vaschette) rimangono la soluzione di packaging più utilizzata per i formaggi freschi, che raggiungono la distribuzione già confezionati.
Per quanto riguarda i prodotti venduti al banco, l’incarto in carta è ancora la soluzione più utilizzata presso la distribuzione tradizionale, mentre la distribuzione moderna adotta sostanzialmente vaschette di alluminio e plastica, nonché foglio sottile di alluminio e film plastico.
Dato che con la diffusione della GDO, cresce la tendenza a mettere in vendita i formaggi già porzionati, i tassi di crescita maggiori riguardano le vaschette di plastica avvolte in film estensibile, seguite da quelle di alluminio, a scapito dell’incarto tradizionale. Inoltre l’aumento dei formaggi che arrivano già confezionati alla GDO, favorisce lo sviluppo dei poliaccoppiati flessibili.
La tendenza in crescita del prodotto porzionato e imballato porta comunque a un naturale aumento dell’uso di imballaggi: nel 2002 a fronte di un calo della produzione del 2,5-3% l’utilizzo di imballaggi si è mantenuto sostanzialmente stabile.

Salumi - Il comparto ha mantenuto un tasso tendenziale di sviluppo stabile, mantenendosi sull’1-1,5% medio annuo. Confermata in aumento la tendenza alla vendita del porzionato preconfezionato. In merito ai pezzi interi risulta in progressivo aumento il confezionamento sotto vuoto, che evita il calo dovuto alla perdita di umidità.
La crescita in peso dell’utilizzo di imballaggi plastici (in particolare di poliaccoppiati flessibili) risulta quindi superiore al trend evolutivo del settore.
Per le vendite assistite al banco vengono impiegate vaschette di alluminio o plastica, che sono in crescita, mentre la carta tradizionale da incarto è tendenzialmente in calo.

Paste alimentari secche - Il comparto ha chiuso 2002 con una modesta crescita produttiva (+1% circa) e nel 2003 ci si aspetta uno sviluppo lievemente superiore, guidato da un maggiore equilibrio delle esportazioni.
Il mix del packaging risulta sostanzialmente stabile: nella pasta secca di semola prevale il flow pack, seguito dagli astucci di cartoncino e, in misura significativamente inferiore, dai sacchi di plastica e di carta (utilizzate per il prodotto destinato al catering).
La pasta secca all’uovo viene confezionata essenzialmente in astucci di cartoncino + flow pack, mentre la secca ripiena in poliaccoppiati flessibili.

Paste alimentari fresche - Il segmento delle paste alimentari fresche, nel 2002, ha continuato a mostrare un buon trend di crescita anche grazie al mercato estero che ha espresso una buona recettività dei prodotti nazionali. I consumi di pasta fresca industriale nel 2002 hanno infatti segnato un incremento pari al 4% in quantità, grazie principalmente alle molte innovazioni di prodotto ma anche ai prezzi concorrenziali che il segmento riesce a mantenere.
È un settore con ottime possibilità di sviluppo, per il quale è previsto nel 2003 uno sviluppo del 5-6%.
Il confezionamento avviene essenzialmente in atmosfera protettiva, utilizzando imballaggi poliaccoppiati flessibili e, per il momento, non si rilevano soluzioni di packaging alternative.

Surgelati - L'impiego dei prodotti surgelati è sempre più diffuso a livello familiare, con un accento particolare ai piatti pronti, che hanno mostrato le migliori performance. Una "corsa" trainata dai piatti Stir fry (specialità gastronomiche surgelate pronte in pochi minuti), che si spiega con l’esplosione della domanda dei single (in progressivo aumento), con l’evoluzione dei consumi e dei costumi alimentari in Italia, con lo sviluppo della grande distribuzione e con l'affievolirsi di antiche diffidenze verso i surgelati, erroneamente considerati non di qualità come i freschi.
In ottima posizione risultano anche i vegetali.
Il 2002 ha fatto registrare una crescita del 5% e le aspettative per il 2003 confermano il trend.
Il confezionamento dei surgelati avviene essenzialmente in buste e vaschette di plastica, seguite da scatole di cartoncino e vaschette di alluminio. Il mercato continua a prediligere l'imballaggio di plastica, che sottrae spazio alle altre tipologie di packaging.

Prodotti da forno, cacao, caramelle, cioccolato - L’attività produttiva di quest'area di mercato presenta tassi tendenziali di crescita costanti, ma contenuti (+1,5-2%) e l'export continua a giocare un ruolo decisivo.
Il confezionamento del comparto dolciario è dominato dagli imballaggi di plastica e cellulosa; seguono, con quote limitate, le scatole di acciaio per i prodotti di alta gamma (caramelle e cioccolatini di lusso, dolci pasquali o natalizi) e i vasi di vetro per le creme spalmabili.
Molte sono le tipologie di imballaggio utilizzate per il confezionamento di questi prodotti: scatole metalliche, astucci di cartoncino, contenitori di vetro, vassoi di plastica e imballaggi poliaccoppiati flessibili.
In fatto di imballaggio secondario, il tasso di crescita del cartone ondulato potrà superare quello del settore, grazie al massiccio impiego nella produzione di espositori.

Frutta e ortaggi freschi - La produzione di ortofrutta avviata al consumo fresco nel 2002 ha segnato una lieve diminuzione rispetto ai valori del 2001 (che aveva peraltro fatto segnare una flessione del 3%).
L’orientamento dei consumatori è stato segnato da una riduzione della "quantità" a favore della "qualità", traducendosi in aumenti generalizzati, sia dal punto di vista economico sia di contenuto di servizio.
Dal punto di vista delle quantità movimentate, il settore esprime numeri importanti (oltre 14 milioni di t) e le quantità in gioco rimandano al quantitativo di imballaggi impiegati.
Per quanto riguarda gli imballaggi da trasporto per il prodotto italiano destinato al consumo fresco (mercato interno + esportazioni) il mix è il seguente: cassetta di legno (quota attuale pari al 36%); casse di cartone ondulato (31,5%); cassette di plastica a rendere e a perdere (32,5%); sacchi di rafia (6,5%).
Le cassette di legno risultano in progressivo e sensibile calo, a fronte di una tenuta di quelle di cartone ondulato e della progressiva ascesa delle cassette di plastica, soprattutto quelle a rendere.
Dato che la GDO (che non prevede la vendita assistita) continua la propria affermazione a scapito dei negozi tradizionali e degli ambulanti, aumenta di riflesso l’impiego di sacchetti, vaschette, cestelli e retine di plastica.
Ma l’impiego di vaschette, cestelli e sacchetti di plastica comincia progressivamente a interessare anche le vendite presso la distribuzione tradizionale a seguito dell’aumento della richiesta di prodotti porzionati e già puliti, pronti all’uso (prodotti di IV gamma). Si tratta di un'area di mercato molto importante per le seguenti categorie di imballaggi (legno, plastica e cartone ondulato).

AREA NON FOOD
L'area "non alimentare" (che assorbe il 45% degli imballaggi prodotti) è stata per certi versi, nel 2002, la cartina al tornasole della poco brillante situazione congiunturale italiana.

Prodotti chimici (colori, inchiostri, colle, fitofarmaci, lubrificanti, diluenti, etc) - Questo grande comparto ha chiuso il 2002 con un calo dell’attività produttiva (-1,5% circa). Le esportazioni continuano a giocare un ruolo determinante per lo sviluppo dell'area, coprendo il 13% della produzione, con tendenza all’aumento. La crescita dell'export (+2-2,3%), anche se a una velocità decisamente più contenuta rispetto al passato, ha limitato gli effetti negativi sulla produzione, dominata da una domanda interna in contrazione del 2% circa.
Considerando la sua stretta relazione con l’andamento della produzione industriale e tenendo in conto un'ipotizzabile ripresa, nel 2003 l'area potrebbe svilupparsi dell’1,5-2%.
Il mix del packaging, a seconda dei prodotti considerati, prevede: contenitori di acciaio e plastica di capacità <10kg e&Mac179;10kg, fusti d'acciaio o plastica da 200 litri, cisternette di plastica, sacchi di plastica o carta per prodotti in polvere o in granuli, bombolette spray di acciaio.
Ovviamente la movimentazione dei prodotti prevede l’uso di scatole di cartone ondulato, film plastici e pallet.I quantitativi di imballaggi usati in quest'area di mercato sono molto significativi, tenendo conto che i prodotti movimentati ammontano a circa 3.230.000 t.

Farmaci - Il settore ha concluso il 2002 con una crescita del 2% circa in quantità. Rispetto al biennio precedente, si nota un rallentamento dovuto alle introduzioni di misure restrittive nell’assistenza sanitaria.
I tassi di sviluppo del 2003 dovrebbero essere sostanzialmente analoghi.
Stabile anche il mix del packaging, nell’ambito delle principali famiglie di farmaci considerate, ovvero iniettabili, liquidi bevibili, liquidi non bevibili, solidi orali, solidi non orali, transdermici, farmaci per uso esterno, spray.
L’utilizzo complessivo di imballaggi nel settore è in generale aumento, sostenuto da una massiccia produzione di farmaci monodose.
Imballaggi di vetro, di plastica e blister (plastica + alluminio) e astucci di cartoncino sono le tipologie più diffuse, seguiti da bombolette aerosol (in prevalenza di alluminio), tubetti flessibili di alluminio, ecc.

Cosmesi e profumeria - Continua il buon andamento del comparto, dove cosmetici e i prodotti per l’igiene personale non sono più considerati beni superflui ma necessari per il benessere: +5% nel 2001 e +4% circa nel 2002, in controtendenza evidente rispetto a tutti gli altri settori (si ritiene che l'evoluzione proseguirà anche nel 2003). La componente estera della domanda gioca un ruolo determinante.
Tra i materiali, la plastica prosegue la propria escalation in molti ambiti, andando a sostituire vasetti di vetro e i tubetti di metallo per stick.
È però importante rilevare che, considerando il settore profumi, il vetro risulta la soluzione di confezionamento ancora più rilevante.
La movimentazione di tutti questi prodotti avviene mediante scatole di cartone ondulato, film plastici e pallet.

Prodotti per la detergenza domestica - Il settore ha concluso il 2002 con una crescita in quantità dell’1% circa e le aspettative per il 2003 sono orientate verso uno sviluppo lievemente superiore, 1,5-1,7%.
Il mix del packaging vede in testa i flaconi di plastica, seguiti dagli imballaggi poliaccoppiati flessibili e di cartoncino, dai contenitori di metallo (bombolette aerosol essenzialmente d'acciaio).
L’imballaggio poliaccoppiato flessibile sembra destinato a guadagnare quote, grazie al sempre maggior utilizzo di prodotti concentrati e di ricariche. I quantitativi di imballaggi impiegati è significativa, a fronte di una produzione globale di circa 2.550.000 t.

Calzature e abbigliamento - Questa voce decisiva dell’economia nazionale risente, dal 2001, di un deciso rallentamento e la crisi ha coinvolto non solo la domanda interna ma soprattutto quella estera.
Le cause che hanno determinato questa situazione sono senz’altro collegate alla bassa congiuntura internazionale, ulteriormente aggravata dall'instabilità politica a partire dal settembre 2001, che ha fatto precipitare i consumi proprio nel più importante mercato di sbocco, gli USA.
Nel 2002 i cali medi sono stati di oltre il 10% per le calzature e del 2-3% per l’abbigliamento e le speranze, per il 2003, sono di una moderata ripresa.
Per il confezionamento si ricorre sostanzialmente a scatole di cartoncino teso e scatole di cartone ondulato utilizzate per la spedizione, oltre ovviamente a film plastico e pallet.
Mobili - Dopo un calo del 3% circa nel 2002 rispetto al 2001, il settore del mobile potrebbe essere interessato da una crescita dell’1,3% nel corso del 2003. La mini ripresa dovrebbe essere guidata essenzialmente dalle esportazioni.
L’imballaggio di spedizione utilizzato in quest'area è costituito da cartone ondulato, chips espansi e film plastici.

Elettrodomestici - Il 2002 dovrebbe essersi concluso con uno sviluppo intorno al 2,5-3% grazie al positivo andamento delle esportazioni (un fattore importante e trainante).
Il 2003 dovrebbe confermare questo trend, se la domanda interna riuscirà a tonificarsi dopo la stagnazione nel 2002.
Le tipologie di imballaggi usati per la spedizione sono cartone ondulato, profili di polistirolo e film plastici; le protezioni costituite da profili e lastre di polistirolo tendono in certi casi a sostituirsi parzialmente al cartone ondulato.

Materiali per edilizia - Il 2002 ha visto una diminuzione delle piastrelle (-2,5%) e un incremento del cemento (+1,5%).
In ambito nazionale, se i programmi di opere pubbliche annunciati dal Governo troveranno attuazione, il 2003 dovrebbe segnare l’inizio di una fase di ripresa significativa.
Gli imballaggi da trasporto usati sono scatole di cartone ondulato, sacchi di carta e plastica, film plastico e ovviamente pallet.


Report on the state of packaging (1)
2002, an "annus difficilis" (grant us this paraphrase) also for the packaging industry. The figures and trends at end January 2003. By Plinio Iascone

How and where packaging is used
Goods handling always involves the use of packaging, whether primary, secondary or for shipping. This report takes into consideration the main sectors of use, especially those which use different types or where there is a significant presence in terms of quantity of one or more packaging families. All the data provided here have been processed on the basis of an initial interim balance for 2002 and so may vary.

FOOD AREA
Overall, this vast area of goods, responsible for using just over 55% of all packaging, would appear to have ended 2002 with a modest growth rate of 0.8-1%; the forecast for 2003 is for a slow upswing, which could lead to growth of roughly 1.5%.

Beverages - The alcoholic drink sector saw a break from the favourable trend of recent years (mean annual growth of +3.5%) in 2002. In fact, growth was limited to just 1-1.5%. This check was essentially due to the poor summer weather, which led to a fall in domestic consumption of mineral water, beer and fizzy drinks.
The wine and spirits sectors, however, continued to grow thanks to positive trends in export figures.
The beverages sector is still important, as the packed product on the market (sales in Italy plus exports) amounts to 20.5 billion litres.
The packaging mix used in this industry is very varied: returnable and non-returnable glass bottles (26%); PET bottles (54%); laminated cellulose containers (13%); cans, mostly aluminium (2.5%); others (4.5%).
With regard to the transportation of beverages, the types of packaging used are corrugated cardboard or flat board boxes, heatshrink plastic film and wooden pallets.
The prospects for 2003 lead one to believe that there could be a growth rate equal to the recent past, i.e. 3%; this favourable outlook is likely to be especially true for PET bottles.

Tomato derivates - This sector is of great importance in terms of the use it makes of tin cans and glass bottles.
Both in 2001 and 2002 this sector saw a great drop in output caused by bad weather.
2002 ended with a general fall in the processed product (about -20%), especially in terms of canned skinned tomatoes (approx. -30%) and mashed tomatoes (approx. -10%); tomato puree and concentrates were less affected, while output of tomato sauces actually rose.
If one ignores the negative two-year period, 2001-2002, the value of production in this sector is roughly 2.5 million t, making for a mean annual growth rate of 2-2.5%.
Here it's been the tin can that's suffered the most, given that 98% of all skinned tomatoes are canned.
• The primary packaging for the entire sector consists of tin plate cans (61%); glass bottles and jars (24%); flexible polylaminate plastic bags (7%); laminated cellulose containers (3%); 200 l steel drums for exported products, PET bottles and aluminium tubes (5%). The presence of card cluster packs is particularly interesting here.
• Semi-processed products are handled in drums.
• Corrugated cardboard, heatshrink film and wooden pallets are used for shipping packaging.
The prospects for 2003 point to a recovery in the processed product of roughly 25%, reaching values in line with market demand.
During the two-year period, 2001-2002, when there was a drop in processed product, demand was satisfied by drawing on the reserve market stores of semi-processed and finished products, now finished.

Preserved vegetables and fruit in syrup - Both these sectors have, in recent years, seen a trend of modest growth rates. Preserved vegetables face strong competition from frozen products, while fruit in syrup faces fierce foreign competition, affecting export figures, which development of this sector depends on. A similar situation is forecast for 2003.
With regard to the packaging types, this market uses metal containers (mostly tin) and glass jars.
Dairy products: cheese and butter - This category covers a vast range of milk-derived products and saw a 2.5-3% fall in output in 2002. This negative trend is mainly due to changes in domestic consumption, as exports have basically confirmed their 2001 levels. Growth of 1-1.5% is envisaged for 2003.
The main goods area in this sector is cheese, making up 90% of all output.
In terms of the type of packaging used, flexible polylaminates and plastic semi-rigid containers (bags and trays) are the most commonly used forms of packaging for fresh cheese, which arrive on the shelf pre-packed. With regard to products sold at the counter, paper is still the most popular way of wrapping the cheese in traditional shops, whereas supermarkets tend to adopt aluminium and plastic trays, aluminium foil and plastic film.
Given the increase in broadscale distribution, the trend to sell pre-packed portions of cheese is rising. The greatest growth here concerns plastic trays wrapped in stretch film, followed by aluminium trays, to the detriment of conventional paper wrapping. Moreover, the rise in the number of cheeses reaching supermarkets already packed encourages the development of flexible polylaminates.
The trend for growth in portioned, pre-packed products leads to a natural rise in the use of packaging: in 2002, despite a fall in output of 2.5-3%, the use of packaging remained basically stable.

Processed pork - This sector has seen a basically stable trend, with a mean annual rate of 1-1.5%. There is a confirmed rise in the trend to sell pre-packed products. Complete products have seen a gradual rise in the use of vacuum packs, thus avoiding problems due to a loss in moisture.
The growth in weight of plastic packaging used (especially flexible polylaminates) is therefore greater than the actual growth trend in this sector.
Aluminium or plastic trays are used for over-the-counter sales (two solutions in growth), while the use of conventional paper wrapping tends to fall.

Dry pasta - This sector closed 2002 with modest growth in output (approx. +1%) and it's envisaged that there will be slight increase in 2003, driven by better export figures.
The packaging mix is mostly stable: flow packs dominate the dry durum wheat pasta sector, followed by carton boxes and, to a far lesser degree, plastic and paper sacks (used for products for the catering industry). Dry egg pasta is mainly packed in carton boxes + flow packs, while filled dry pasta comes in flexibile polylaminates.

Fresh pasta - The segment of fresh pasta continued to see a good growth trend in 2002, thanks also to the foreign market which much appreciates Italian products. Consumption of industrial fresh pasta in 2002 saw an increase of 4% in quantity, thanks mostly to the many product innovations, but also to the competitive prices that this segment manages to sustain.
This is a sector with excellent growth potential, set at 5-6% for 2003.
Packaging is mainly modified atmosphere packs, using flexible polylaminate packaging. No other alternative forms of packaging are available for the moment.

Frozen food - The use of frozen products continues to grow in Italian families, especially when it comes to ready meals, which recorded the best performance. A "race" driven by Stir-fry dishes (frozen gastronomic specialities ready in just a few minutes), which reflects the explosion in the demand coming from singles (constantly rising), as well as evolution in eating habits and consumption in Italy, the development of broadscale distribution and the weakening of traditional diffidence about frozen food, mistakenly considered of a poorer quality than fresh food.
Vegetables are also in a good position.
2002 saw growth of 5% and the prospects for 2003 confirm this trend.
The packaging used for frozen food is mostly plastic bags and trays, followed by carton boxes and aluminium trays. The market continues to prefer plastic packaging, which steals share from other types of packaging.

Bakery products, cocoa, sweets, chocolate - Output in this area of the market has constant, but limited growth rates (+1.5-2%) and exports continue to play a decisive role.
Packaging for the confectionery sector is dominated by plastic and cellulose packaging; these are followed, with very low rates, by steel tins for top-of-the-range products (sweets and luxury chocolates, Easter and Christmas cakes) and glass jars for cream spreads.
Many different types of packaging are used to pack these products: metal tins, carton boxes, glass containers, plastic trays and flexible polylaminate packaging.
With regard to secondary packaging, the growth rate for corrugated cardboard may exceed that of the sector, thanks to its massive use in display stands.

Fruit and fresh vegetables - Output levels for fresh fruit and vegetables in 2002 fell slightly compared to 2001 values (which in turn was a drop of 3% on the previous year).
Trends in consumer choice have seen a reduction in "quantity" in favour of "quality", making for generalised rises in terms of both price and service content.
With regard to the quantities handled, this sector is very important (more than 14 million t) and these quantities obviously affect the amount of packaging used.
As for shipping packaging of fresh Italian products (domestic market + exports), the mix is as follows: wooden crates (currently 36%); corrugated cardboard crates (31.5%); returnable and non-returnable plastic crates (32.5%); raffia bags (6.5%).
The use of wooden crates continues to fall considerably, while that of corrugated cardboard holds strong. Plastic crates keep gaining in share, especially the returnable ones.
Given that broadscale distribution (no assisted sales) continues to grow in popularity encroaching on the share of conventional shops and street traders, the use of plastic bags, trays, baskets and nets keeps rising too.
But the use of plastic trays, baskets and bags is also starting to grow in conventional shops too, due to a rise in the demand for portioned, pre-washed products, ready for use (4th range products). This is a very important market area for the following packaging categories: wood, plastic and corrugated cardboard.

NON FOOD AREA
The "non food" area (absorbing 45% of packaging products) was, in certain aspects, the litmus paper for the not very brilliant overall Italian economy in 2002.

Chemical products (dyes, inks, glues, pesticides, lubricants, thinners, etc) - This huge sector closed 2002 with a fall in output (roughly -1.5%).
Exports continued to play a decisive role in the development of this area, covering 13% of production, and rising. Even if at a definitely slower rate than in the past, growth in exports (+2-2.3%) helped limited the negative effects on production levels dominated by domestic demand down by about 2%.
Given its close links with industrial output trends and bearing in mind the possibility of an upswing, this area could see growth of 1.5-2% in 2003.
The packaging mix, on the basis of the products considered here, includes: steel and plastic containers holding <10kg and&Mac179;10kg, steel or plastic drums holding 200 litres, plastic tubs, plastic or paper bags for powdered and granulate products, steel spray cans.
Of course, handling of the products involves the use of corrugated cardboard boxes, plastic film and pallets.
The amounts of packaging used in this area of the market are very considerable, especially when one considers that the amount of products handled comes to roughly 3,230,000 t.

Pharmaceuticals - This sector ended 2002 with a growth of roughly 2% in quantity. Compared to the previous two years, there was a slowdown due to the introduction of stricter welfare measures. Growth in 2003 should be roughly the same.
Also the packaging mix remains unchanged for the main families of drugs considered: injectables, liquids to be drunk, liquids not to be drunk, solids by mouth, solids not by mouth, transdermic products, pharmaceuticals for external use only, sprays. The overall use of packaging in this sector is generally rising, sustained by massive output of single-dose pharmaceuticals. Glass, plastic and blister (plastic + aluminium) packaging and carton boxes are the most common types, followed by aerosols (mostly aluminium), aluminium flexible tubes, etc.

Cosmetics and perfumery - The good trend in this sector continued, with cosmetics and personal hygiene products no longer seen as superfluous goods, but necessary items for well-being: +5% in 2001 and about +4% in 2002, going against the evident trend in all other sectors (this positive trend is expected to continue in 2003). Exports play a decisive role here.
Of the materials used for packaging, plastic continues to gain ground in many areas, replacing glass jars and metal tubes for lipsticks etc.
However, it's important to note that glass is still the most important material in the perfumery sector.
All these products are handled using corrugated cardboard boxes, plastic film and pallets.

Household cleaning products - This sector ended 2002 with growth in quantity of about 1% and the prospects for 2003 point to slightly higher growth of 1.5-1.7%.
The packaging mix is headed by plastic flacons, followed by flexible polylaminate and carton packaging, metal containers (aerosol sprays - mostly steel).
Flexible polylaminate packaging seems destined to increase its share thanks to the ever greater use of concentrated products and refills. The amounts of packaging used are considerable, with production totalling approx. 2,550,000 t.
Shoes and clothing - This all-important sector for the Italian economy has suffered from a marked slowdown since 2001 and this crisis has involved not just domestic demand, but also and especially the demand for exports. The causes for this situation are, without doubt, linked to the poor international economic situation, further worsened by political instability since the events of September 2001, which saw consumption fall sharply in the most important outlet market, the USA.
Average falls recorded in 2002 were more than 10% for shoes and 2-3% for clothing. There are hopes for a moderate turnaround in 2003.
Mainly flat carton boxes and corrugated cardboard boxes are used for shipping, as well as plastic film and pallets, needless to say.

Furniture - After a drop of about 3% in 2002 compared to 2001, the furniture sector may see growth of 1.3% over the course of 2003. This mini recovery should mostly be driven by exports.
The packaging used for shipping purposes in this area consists of corrugated cardboard, foam chips and plastic film.

Household appliances - It's expected that 2002 closed with growth of around 2.5-3% thanks to a positive trend in exports (a very important, decisive factor). 2003 should confirm this trend, if domestic demand manages to pick up after its stagnation in 2002.
The types of packaging used for shipping purposes are corrugated cardboard, polystyrene profiles and plastic film. The protective elements consisting of polystyrene profiles and sheets can, in some cases, partially replace the use of corrugated cardboard.

Building materials - 2002 saw a drop in tiles (-2.5%) and a rise in cement (+1.5%). In Italy, if the public works announced by the Government go ahead, 2003 should mark the start of a significant turnaround.
The shipping packaging used here are simply corrugated cardboard boxes, paper and plastic sacks, plastic film and, of course, pallets.



L’evoluzione dell’economia in Italia
L'analisi dell'evoluzione dell'economia è stata effettuata utilizzando i dati e i commenti espressi dai principali istituti di ricerca (Prometeia, Isae, Confindustria, cer e Uffici studi dei principali Istituti Bancari). Il consuntivo del 2002, elaborando del 2003, deve considerarsi quindi ancora suscettabile di possibili aggiustamenti.

Il 2002 dell'economia italiana e internazionale può essere senz’altro archiviato come uno dei peggiori. Le conferme di un quadro di riferimento decisamente negativo arrivano dai principali indicatori economici.
Il PIL, con una modesta crescita dello 0,4%, ha evidenziato di fatto un arresto dello sviluppo.
Tra le principali componenti del PIL si segnalano:
- una flessione dell’1,2% degli investimenti fissi lordi, un calo dello 0,4% delle esportazioni di beni e servizi penalizzate oltre che dalla negativa situazione economica internazionale dal rafforzamento dell’Euro, una modesta crescita delle importazioni di beni e servizi dello 0,2%, una crescita dell’1,5% delle spese della Pubblica Amministrazione e una crescita molto contenuta (0,1%) delle spese delle famiglie, la cui stasi è
preoccupante. I consumi, nel corso dell’anno, si sono progressivamente ridimensionati e il crollo è stato evitato solo grazie alle campagne promozionali attivate dalla distribuzione moderna.

I dati di fatto
Le situazioni più pesanti hanno interessato l’area dei prodotti non food, mentre hanno sostanzialmente retto i prodotti agro alimentari, anche se la crescita si è progressivamente ridotta in corso d’anno.
L'impatto sulla produzione industriale è risultato pesante, e l’anno si è concluso con una contrazione pari al 2,1% circa. Un calo sensibile, soltanto in parte giustificato dal maggior numero di giorni di chiusura, rispetto al 2001, effettuate dall’industria in occasione delle festività natalizie. La contrazione si presenta ancora più grave, se si tien conto che già nel 2001 la produzione industriale aveva segnato un -0,6%.
Le difficoltà trovano conferma anche nell’analisi effettuata da Prometeia, con riferimento specifico all’industria manifatturiera italiana.
Secondo Prometeia (i cui dati sono stati riportati anche dal Sole 24 Ore) si è registrato, nel 2002, un calo dell’attività produttiva pari allo 0,8%, a prezzi costanti rispetto al 2001 che segnò, a sua volta, una contrazione dello 0,4% rispetto al 2000.
Sempre facendo riferimento a Prometeia, si rilevano le seguenti evoluzioni (variazioni percentuali medie/annue a prezzi costanti) con riferimento ad alcune importanti area manifatturiera:
- beni di largo consumo (cosmesi, detergenza domestica e varie) +2,8%;
- farmaceutica +1,9%;
- alimentare +0,9%;
- sistema casa (beni vari per edilizia quali piastrelle, rubinetteria, porte e finestre, apparecchi per riscaldamento ecc.) +0,3%;
- arredamento casa (mobili, elettrodomestici ecc.) -1,1%;
- produzione di commodity -0,9%;
- sistema moda (beni di consumo) -1,9%;
- prodotti chimici (intermedi per industria) -0,9%;
- elettrotecnica -0,9%;
- elettronica -6,7%;
- intermedi per le costruzioni (cemento, laterizi, tondo per cemento armato, vetro piano ecc.) 0;
- automobili e motocicli -4,5%.
Sul fronte dell’inflazione, la dinamica dei prezzi nel corso dell’anno ha progressivamente deluso le aspettative di un ridimensionamento rispetto al 2001, attestandosi al 2,5% su media annua.
Il quadro dell’economia italiana del 2002 è in linea con quello delle principali economie internazionali, tutte in sensibile rallentamento.
Con riferimento al PIL, indicatore che sintetizza la situazione economica, il 2002 si conclude con i seguenti trend nelle principale aree:
- USA 2,3%;
- Giappone -0,7%;
- UE 0,8%.

Prospettive
Le aspettative dell’economia italiana per il 2003 sono improntate a un moderato ottimismo: la ripresa, secondo i principali istituti di ricerca ci sarà, ma sarà lenta, contenuta, e si manifesterà quasi sicuramente nel corso del secondo semestre (la vera ripresa dovrebbe interessare il 2004). All’inizio della ripresa nel 2003 contribuiranno sia la domanda interna che quella estera, anche se il rafforzamento dell’Euro non faciliterà la nostra competitività.
Sulla ripresa a breve termine gravano però gravi incertezze, ovvero le tensioni politiche e i timori diffusi fra consumatori e degli investitori.
Si prevede una crescita del PIL pari all’1,4-1,5%, un'ipotesi che trova concordi tre fonti qualificate (Prometeia, Ufficio Studi della Confindustria e Cer).
In particolare Prometeia, sempre in riferimento all’analisi effettuata e ripresa dal Sole 24 Ore, per il 2003 ipotizza uno sviluppo dell’attività manifatturiera dell’1,3% a valori costanti. Questi i possibili settori trainanti: beni di largo consumo, alimentare, farmaceutica, casa- beni per l’edilizia, elettronica, meccanica strumentale, meccanica varia, beni intermedi per l’industria chimica, beni intermedi per le costruzioni edili e i manufatti vari per la casa.
Il piano programmatico del Governo prevede per il 2003 uno sviluppo del PIL del 2,3%, ma l’errata valutazione di inizio 2002 spinge a considerare questa ipotesi con prudenza.




The evolution of Italian economy
This analysis of economic trends has been drawn up using the data and comments from the main research institutes (Prometeia, Isae, Confindustria, Cer and the Study Offices of the main banks). This balance for 2002, at end 2003, is therefore likely to be adjusted further.

The year 2002 for the Italian and international economy will certainly be remembered as one of the worst. The main economic indicators all confirm a definitely negative situation.
GDP, with modest growth of 0.4%, has seen a check in development.
Of the main components of GDP, special mention goes to: - a drop of 1.2% in fixed gross investments, a 0.4% fall in exports of goods and services, further penalised not just by the negative international economic situation, but also by a strong Euro, modest growth in imports of goods and services (0.2%), 1.5% growth in public spending and very limited growth (0.1%) in family spending, and this stagnation is somewhat worrying. Consumption levels over the year have gradually fallen and a collapse has only been avoided thanks to the promotion campaigns by broadscale distribution.

Facts and figures
The most troublesome situations have been in the area of non food products, while agro-food products have mostly withstood the crisis, even if their growth rates have dropped consistently over the course of the year.
The impact on industrial production has been substantial and the year closed with a fall of about 2.1%. A noticeable fall, only partly justified by the greater number of actual days when the industry closed over the Christmas period than in 2001. This reduction is even more serious when one takes into account the fact that industrial output in 2001 had already recorded a fall of -0.6%.
These difficulties are reflected in the analysis carried out by Prometeia, with specific reference to the Italian manufacturing industry.
According to Prometeia (whose data are also quoted by Sole 24 Ore) there was a slump in manufacturing in 2002 of 0.8%, at constant prices compared to 2001 levels, in turn a reduction of 0.4% compared to 2000.
Again using Prometeia data, the following trends (mean/annual variations in percentages at fixed prices) can be seen in some important manufacturing areas:
- major consumer goods (cosmetics, household detergents and various other products) +2.8%;
- pharmaceuticals +1.9%;
- food +0.9%;
- housing (various goods for building, such as tiles, taps, doors and windows, heating equipment, etc.) +0.3%;
- home furnishing (furniture, electrical appliances, etc.) -1.1%;
- commodities -0.9%;
- fashion (consumables) -1.9%;
- chemical products (semi-finished goods for industry) -0.9%;
- electrotechnics -0.9%;
- electronics -6.7%;
- intermediate goods for construction (cement, bricks, rods, glazing, etc.) 0;
- cars and motorbikes -4.5%.
Turning to the question of inflation, price trends over the year kept disappointing the expectations for a pick-up compared to 2001, with mean annual growth of just 2.5%.
Growth in the Italian economy in 2002 is, however, in line with the major international economies, all suffering a marked slow-down.
In terms of GDP - the indicator that sums up the economic situation - 2002 closed with the following trends in the main areas:
- USA 2.3%;
- Japan -0.7%;
- EU 0.8%.

Forecast
Expectations for the Italian economy in 2003 all bear the mark of moderate optimism: a pick-up, according to the main research institutes, but one that will be slow, minimal and almost certainly only in the second half of the year (the real turnaround will be in 2004). Both domestic and foreign demand are expected be involved at the start of this pick-up in 2003, even if a strengthening of the Euro won't help our competitiveness.
However, there are some very serious uncertainties likely to affect short-term growth, i.e. political tensions and the widespread fears held by consumers and investors.
There's likely to be 1.4-1.5% growth in GDP, a forecast shared by three respectable sources (Prometeia, Confindustria's Studies Office and Cer).
In particular, Prometeia - always with regard to the analysis carried out and quoted by Sole 24 Ore - foresees a development in manufacturing output in 2003 of 1.3%, constant values. These are the possible driving forces: major consumer goods, food, pharmaceuticals, housing/construction goods, electronics, instrumental mechanical goods, various mechanical goods, intermediates for the chemicals industry, intermediates for the construction industry and various goods for the home. The Government's forecast envisages a 2.3% rise in GDP in 2003, but the error in evaluation at the start of 2002 means this hypothesis should be used with great prudence.








Imballaggio: quanto se ne produce
I dati sulla produzione delle diverse filiere dell’imballaggio nel 2002 si devono ritenere ancora provvisori, poiché i consuntivi definitivi verranno ufficializzati dalle diverse associazioni di categoria non prima di aprile (gli stessi dati saranno oggetto di un'elaborazione e di una successiva pubblicazione da parte dell'Istituto Italiano Imballaggio).

Imballaggi di acciaio - Il settore nel suo complesso (imballaggi leggeri di banda stagnata e fusti di acciaio da 200 l di capacità) ha concluso il 2002 con un calo di attività del 5% rispetto al 2001.
La contrazione è stata determinata dalla flessione delle vendite sul mercato nazionale (-10% circa), e la crescita del 15% circa dell'export (28% della produzione) non è riuscita a compensare le perdite. E se l’exploit delle esportazioni ha interessato gli imballaggi leggeri di banda stagnata (contenitori e accessori), sul mercato interno si è registrata sia una sensibile contrazione nella produzione di scatole di banda stagnata per derivati del pomodoro sia una flessione degli imballaggi per prodotti chimici (imballaggi di banda stagnata e fusti di acciaio). E per il 2003? Si ritiene possibile uno sviluppo del 5-7%.

Imballaggi di alluminio - Lieve calo della produzione (-2%) anche in quest'area. Qualche distinguo sulle singole tipologie è però necessario; risultano infatti in crescita le vaschette per alimenti e il foglio per avvolgimento, rimangono sostanzialmente stabili chiusure, bombolette aerosol e tubetti flessibili, mentre perdono quote le lattine per bevande (legate al rallentamento dei consumi di birra e bevande gassate), le scatolette per food e i contenitori per prodotti non alimentari.
Complessivamente la componente estera della domanda gioca un ruolo importante (36%), ma nel 2002 si è interrotto il trend positivo che aveva contraddistinto gli anni passati. Moderato ottimismo per le previsioni 2003 (+2-3%).

Imballaggi di plastica - Secondo elementi raccolti da Unionplast, il trend evolutivo di questa grande famiglia di imballaggi ha segnato una piccola "battuta d'arresto", facendo registrare una crescita non superiore all’1,5% (e interrompendo così una serie di percentuali più positive).
Una crescita, peraltro, tutta imputabile alle esportazioni, dato che la domanda interna è risultata calante.
I cali più importanti hanno interessato i film termoretraibili da trasporto, sacchetti e sacchi, bottiglie per bevande e relative chiusure (a causa al rallentamento dell’area bevande analcoliche), flaconeria per prodotti chimici e contenitori (secchielli, fusti ecc.) per prodotti chimici. Sostanzialmente stabili sono risultate invece le vaschette termoformate, le cassette e dei bins.
Risultano infine in crescita i film per incarto automatico e quelli destinati al converting, i materiali plastici di protezione e in genere gli imballaggi plastici destinati al settore della cosmesi e del settore farmaceutico.
Le aspettative per il 2003 rimangono comunque improntate a un moderato ottimismo e, ipotizzando una ripresa dell’attività industriale in Italia e in Europa, le previsioni di crescita potrebbero attestarsi intorno al 2-3%.

Imballaggi flessibili da converter - Secondo un primo consuntivo reso pubblico da Giflex nell'ottobre scorso, nel 2002 la produzione di imballaggi flessibili è aumentata dell’1,8%. Questo sviluppo è stato determinato sia dal buon andamento delle esportazioni (45% della produzione) sia dalla tenuta del mercato interno. Nel 2003, lo sviluppo sarebbe in linea con quello degli anni passati (2-3%).

Imballaggi cellulosici accoppiati - Il settore ha registrato una sostanziale stabilità rispetto al 2001. Tale valutazione tiene conto del progressivo calo della quota di mercato nel settore del latte (principale settore di utilizzo) e di un lieve aumento di vendite negli altri ambiti. È doveroso ricordare, anche in questo caso, che molti comparti dell’area bevande nel 2002 hanno vissuto sensibili rallentamenti, con evidenti ricadute sull'imballaggio.

Imballaggi cellulosici - Il comparto ha fatto registrare un incremento produttivo (+2% circa). Esso deriva essenzialmente dall'evoluzione positiva del cartone ondulato (70% della produzione di imballaggi cellulosici) che, sulla base di una prima valutazione Gifco, nel 2002 avrebbe registrato crescita pari al +3%.
Per quanto riguarda le altre famiglie di imballaggi cellulosici, i trend confermano mediamente i valori del 2001 e, ancora una volta, per il 2003 si auspica una ripresa.

Imballaggi di vetro - A livello globale (considerando le tre tipologie di imballaggi di vetro, ovvero bottiglie, vasi e flaconeria) si ritiene possibile che l’anno si è concluso con un calo di attività (-1,5% circa).
È stata registrata una contrazione produttiva (2% circa) nell'ambito delle bottiglie, da sempre la tipologia più significativa dell'area.
Questi i dati di fatto: lieve aumento delle esportazioni, calo delle vendite ai settori della birra, delle bevande analcoliche, dei derivati dei pomodori e dell’olio alimentare, aumento nei settori del vino e degli spirit, sostanziale stabilità per gli altri settori.
Le contrazioni sono da ascriversi sia alle condizioni atmosferiche avverse dell’estate, che hanno condizionato i consumi delle bevande, sia al ridimensionamento generale dei consumi alimentari. Sulla base dell’andamento dei principali settori di utilizzo, i vasi e la flaconeria dovrebbero avere confermato i valori del 2001.

Imballaggi di legno - Nel 2002 il comparto nel suo complesso (cassette per ortofrutta, pallet e imballaggi industriali) ha segnato una flessione (2% circa).
In particolare, secondo un'analisi di consuntivo effettuata dal centro studi di Federlegno inerente al primo semestre 2002, l’area pallet e imballaggi industriali (85% della produzione globale) ha visto il netto rallentamento nella crescita dell’attività produttiva. Maggior "responsabile" di questo trend è stata la stasi della domanda interna (che copre in genere oltre il 92% delle vendite). Analoghe valutazioni hanno interessato la seconda parte dell'anno, così che il 2002 riconferma i valori del 2001.
Un calo del 15% dovrebbe aver coinvolto le cassette di legno per i prodotti ortofrutticoli, in relazione sia alla diminuzione delle quantità di prodotti freschi immessi sul mercato sia alla contrazione delle quote ascritte a questa tipologia. In linea con le ipotesi evolutive dell'economia nazionale, nel 2003 sarebbe possibile una crescita dell’1,5-2%.

Plinio Iascone
Studio IASCONE PLINIO Sas
Packaging: how much is produced
Figures for the production of different types of packaging in 2002 must still be taken as provisional, because the definitive balance sheets will not be made official by the various trade associations before April (these figures are the subject of processing and subsequent publication by the Istituto Italiano Imballaggio).

Steel packaging - The sector overall (light tinplate packaging and 200 litre capacity steel drums) ended 2002 with a drop in activity of 5% compared with 2001. This contraction was caused by a drop in sales in the domestic market (of around -10%). A growth in exports of about 15% (28% of production) was unable to compensate for this loss. And though the increase in exports affected light tinplate packaging (containers and accessories) the domestic market suffered both a noticeable contraction in the production of tinplate for tomato by-products as well as a fall in packaging for chemical products (tinplate packaging and steel drums). And what of 2003? Development of some 5-7% is possible.

Aluminium packaging - A slight drop in production (-2%) in this area too. However, some differentiation between the individual types is necessary; in fact, cans for foodstuffs and foil for wrapping showed growth; closures, aerosols and flexible tubes remained more or less unchanged, while drinks cans (linked to the reduction in consumption of beer and fizzy drinks), food trays and containers for non-food products suffered a loss. Overall, the foreign component of demand played an important role (36%), but in 2002 the positive trend which had marked previous years was interrupted. There is moderate optimism over forecasts for 2003 (+2-3%).

Plastic packaging - According to figures collected by Unionplast, the trend in the development of this large family of packaging went through a slack period, registering growth of only 1.5% (thus interrupting a series of more positive percentages). Still, there was growth, all due to exports, given that domestic demand fell.
The most significant falls affected heatshrink films for transport, large and small bags, drinks bottles and their caps (due to the slowdown in the soft drinks sector), bottles for chemical products and containers (tubs, drums, etc.) for chemical products. By and large, thermoformed trays, boxes and bins remained stable.
Finally, there was growth for films for automatic wrapping and those intended for converting, plastic protective materials and, generally, plastic packaging intended for the cosmetics and pharmaceuticals sectors. However, expectations for 2003 are prompted by reasonable optimism and, assuming a recovery in industrial activity in Italy and Europe, growth forecasts could reach 2-3%.

Flexible packaging for converters - According to early estimates made public by Giflex last October, in 2002 the production of flexible packaging grew by 1.8%. This increase is due both to good headway with exports (45% of production) and the capacity of the home market. In 2003, growth should be in line with that of previous years (2-3%).

Laminated cellulose packaging - The sector remained substantially stable compared with 2001. This evaluation takes into account the steady decrease of market levels in the milk sector (the main sector of use) and a slight growth in sales in other areas. It must be remembered, in this case too, that in 2002 many parts of the soft drinks sector saw appreciable slowdowns, with obvious repercussions for packaging.

Cellulose packaging - The sector showed growth in production (about +2%). This was mainly due to the positive development of corrugated cardboard (70% of cellulose-based packaging production) which, based on early Gifco estimates, in 2002 saw growth of +3%.Where the other types of cellulose packaging are concerned, average trends confirm 2001 values and, once again, 2003 looks set to see a revival.

Glass packaging - Overall (taking into account the three types of glass packaging: bottles, jars and small bottles) it is thought possible that the year ended with a decrease in activity (about -1.5%).
There was a contraction in production (about 2%) of bottles, which has always been the most significant part of the sector. These are the actual facts: a slight increase in exports, a fall in sales to the beer, soft drinks, tomato by-products and cooking oils sectors, a rise in wines and spirits sectors, with other sectors mainly stable. The contractions are put down both to the adverse weather conditions of the summer, which affected the consumption of drinks, and the general reshaping of consumption of foodstuffs.
Based on conditions in the main areas of use, jars and small bottles were in line with 2001 levels.

Wood packaging - The sector as a whole in 2002 (boxes for fruit and vegetables, pallets and industrial packaging) saw a fall (of about 2%).
In particular, according to an analysis of the figures carried out by the study centre of Federlegno for the first half of 2002, the area of pallets and industrial packaging (85% of overall production) registered a clear slowdown in the growth of production activity. The greatest ‘responsibility’ for this trend lies with the stagnation in domestic demand (which normally accounts for 92% of sales). Similar estimates were made for the second half of 2002, thus mirroring 2001 figures. A fall of 15% involved boxes for fruit and vegetables, related both to the decrease in the quantities of fresh fruit put onto the market and to the contraction in the amounts ascribed to this type of product. In line with estimates for the development of the domestic economy, 2003 might possibly see growth of 1.5-2%.

Plinio Iascone
Studio IASCONE PLINIO Sas