March 2003





Profumi: l’era dell’eleganza
Perfume: the age of elegance

Imballaggi per sentirsi meglio
Feel good packaging

Shopping
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Al largo, con le emozioni
Emotions on the ocean wave

Uova: alimenti “incrEdibili”
Eggs: the "IncrEdible" food

Maestra di protezione
Expert in protection

M&D News







Segno + (con riserve)
Things looking up (with reservations)

Impatec: aria di ripresa?
Impatec: recovery on the way?

Rapporto sullo stato dell'imballaggio (1)
Report on the state of packaging (1)

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L’arte della chiusura
The art of closure

La coerenza dell'innovazione
The coherence of innovation

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The feeding challenge

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Sforzi privati e pubbliche virtù
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Raccolta differenziata all'italiana
Segregated waste collection Italian style

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Perché Ipack-Ima (2)
Why Ipack-Ima (2)

Verifica sul campo di un sistema per il controllo qualità
Verification in the field of a system for quality control

25 anni a registro
25 years on register

OPP fuori dagli schemi
OPP beyond the norms

M&M News









Poche sorprese eclatanti, grande ricchezza di materiali e ausili, cura estrema del dettaglio e maestria nella realizzazione tecnica. Sono i caratteri del packaging che “veste” le ultime nomination al premio Accademia del profumo, rendolo elegante e sofisticato. Ma, guardando più da vicino… Elena Piccinelli

Dopo la nuova età del lusso (lo ricordate? L’hanno celebrata qualche anno fa su tutte le riviste i sociologhi dei consumi) e dell’esagerazione (ma poi sono arrivate le esperte di bon ton a spiegarci come distinguere i veri chic dai volgari nuovi ricchi), ecco aprirsi l’era dell’eleganza (per non ingenerare equivoci precisiamo che oggi per “era” si intende al massimo un anno solare). Stavolta non lo abbiamo letto da nessuna parte, ma viene da pensarlo guardando i 15 prodotti femminili e i 13 maschili in concorso al premio Accademia del Profumo del 2003 (si tratta, dunque, di fragranze lanciate nel 2002). Tramontate le suggestioni New Age, metabolizzata la nascita dei profumi per Lui (e poi di quelli Unisex e poi, nuovamente, individuati per genere: per Lei e per Lui, niente pasticci!), appaiono ormai déjà-vu anche i primi e coraggiosi esperimenti sul packaging, fatti di materiali alternativi (plastica e metallo in primis) e cromatismi inediti (dalla trasparenza ai metallizzati)…
E ora? Le confezioni dei profumi in concorso sono allineate, l’una accanto all’altra, sullo scaffale e, più che stupire, colpiscono per la loro perfezione. Fatta di cristalli e cellulosa vergine, di dettagli curati con pignoleria, eccellenza nella riproduzione dei colori e generosa elargizione di complementi e finiture “alto di gamma”, suggerisce eleganza estrema: quella – per intenderci – che ci si aspetta dalle griffe, dai veri ricchi, dalle vetrine sfarzose delle capitali della moda.
Ricchezza senza contenuto? Forse, ammesso che la ricchezza sia altro da se stessa, più che epifania del successo. Piuttosto, allora, “contenuto della ricchezza”, che si esprime, appunto, nel pregio della materia prima, della tecnica di confezione, della cura “artigianale” del particolare, ovvero di ciò che distingue un oggetto esclusivo. Con, più che mai, quel mirabile senso dell’armonia e dell’equilibrio che il gusto comune attribuisce all’Eleganza Vera.
A tutto questo fanno da contraltare qualche eccezione e alcune bizzarrie e “trovate” degne di commento (qui di seguito, rigorosamente NON in ordine alfabetico). D’obbligo il cenno - e non è un dettaglio – alle note sovente originali delle fragranze, tutte interessanti. Che spesso affidano a una punta di amaro inaspettato il compito di risvegliare il cuore e i sensi intorpiditi dagli aromi.

Materiali (nel segno della tradizione) Quasi nessun esperimento con materiali “sintetici” (plastiche) o “alternativi” (il metallo per esempio, piuttosto che, come in passato, gomma, cuoio o pietre per i complementi di chiusura). In passerella domina il vetro, perlopiù trasparente e cristallino, talvolta satinato o serigrafato, a cui è affidato anche il compito di esprimere quel particolare tipo di ricchezza che dimora nella “quantità”: di boccette pesanti ne vediamo diverse, ma il nuovo Gucci, coerentemente con lo stile della casa, “esagera” più degli altri.
Pressa o fermacarte? (design Tom Ford, vetro Saint Gobain, astuccio Autajon, pompa Pfeiffer). Fra tanta classicità, ecco subito tre eccezioni di spicco: il fantastico kitsch di metallo che contiene i due Versace (d’oro per Lei, d’argento per Lui), e il blister di plastica lattigginosa che racchiude un altrettanto plastico Kalvin Klein, l’unico a proseguire sulla strada della sperimentazione. E la terza? È l’energetica sfera di metallo che racchiude un ferreo Boss in Motion dal cuore aranciato. Ma dove si schiaccia? Sotto!

Colori (il trionfo della tecnica) – Dopo il tripudio di blu nell’edizione scorsa, sul nostro scaffale neppure un astuccio “indossa” questo colore. Nei femminili domina la fustella chiara, bianca o beige-dorata, con le relative sfumature; nei maschili lo “scuro” sobrio ed elegante (grigio, marrone e affini), con la rilevante eccezione di tre magnifici bianchi (Thierry Mugler, Calvin Klein e la “T-shirt” di Tommy Hilfiger) e un colore squillante (il giallo metallizzato di Pure Cedrat).
Ma che cura nella scelta dei pigmenti e quale maestria nella stampa! Nei femminili ciò è particolarmente evidente nello splendido Dior Addict, piuttosto che in Cavalli ed Estée Lauder; ma è soprattutto nei maschili che si fa notare, probabilmente per contrasto, a causa della minor varietà di stili e di giochi che movimentano i relativi packaging.
D’obbligo menzionare il bordò-melanzana Givenchy, i contrasti luminosi di Pure Cedrat (Azzaro) e il bronzo sbalzato in argento di Mémoire (Nina Ricci). Ma anche lo squillante arancione che fa capolino dall’astuccio grigio e dalla sfera metallica di Boss, citazione della Boss Orange Label che marca l’ultima collezione causal per il tempo libero.

Colori 2 (la vendetta) - Il blu assente dalle fustelle ricompare in Dior Addict, come elemento dominante della boccetta col tappo nero e oro: un packaging complesso, bell’esempio di opulenta eleganza alla francese, riattualizzata con gusto moderno. Ed è un altro celeberrimo marchio d’oltralpe, Yves Saint Laurent, a impiegare il vetro colorato per il suo ultimo lancio. È quello marrone di M7, che riesce a valorizzare insieme la trasparenza del materiale e le potenzialità di una tinta non facile (packaging design: Doug Lloyd per Tom Ford). Qui la luce viene non dal tappo dal suggestivo interno asimmetrico, ma dalla piatta frette argentata.

Colori 3 (coccodrilli) - A fianco del coccodrillo sempreverde che distingue l’abbigliamento sportivo della casa, Lacoste crea un nuovo coccodrillo per la collezione Club Homme e lo tinge d’argento a sottolinearne la classe e l’eleganza. A sua volta, l’abito figlia un profumo dalla boccetta rigorosa e dalla fustella forte e senza fronzoli, che naturalmente riproduce il coccodrillo…

Serialità (compensazioni) - Se alla qualità aggiungiamo la quantità, otteniamo forse un “effetto ricchezza” (in fondo il denaro cos’è, se non vuota quantità…) e sicuramente un effetto sorpresa. La reiterazione della forma e del colore caratterizza il packaging di Chic (Carolina Herrera), che si sviluppa, alla maniera delle bamboline russe, come incastro successivo di elementi identici e sempre più piccoli.
Così, l’astuccio bianco che si apre a libro, incorniciato di plastica rossa, dischiude un astuccio bianco a libro (filmato e fermato da un’apposita cornice di cartone, oltre che dall’altra, di plastica rossa)… che, finalmente, disvela la purissima trasparenza del flacone minimale dai profili rosati e dalla pompa invisibile. Bello il contrasto fra gli angoli squadrati della boccetta a parallelepipedo, con il tappo solidale dal cuore rosso, e le curve delicate della couche interna, ingentilita da un lieve rialzo sulla spalla. Overpackaging o opportuna compensazione dello stile iperessenziale?

Dissolvenze (la fine del marchio?) - Fra i femminili in concorso, Glamorous di Ralph Lauren ha rinunciato a qualsiasi tipo di scritta sulla boccetta, nome compreso (così, ormai, faran tutti!). Anche Roberto Cavalli affida la propria identità ad altri - inconfondibili - elementi del concept (la firma, quasi invisibile, va scoperta fra le pieghe del decoro del vetro), mentre Eau Torride si limita a incidere il proprio nome sul tappo con una sovrapposizione di trasparenze. Infine, Versace Jeans Couture e Murmure di Van Cleef & Arpels (design by Sté Curiosity) lo fanno cercare: in entrambi i casi lo troveremo inciso in verticale lungo l’elemento di metallo che lo decora in lunghezza. E nei profumi maschili? Anche Yves Saint Laurent e Crave di Calvin Klein scommettono sulla riconoscibilità della boccetta senza nome (e non v’è dubbio che entrambi ci riusciranno; guardare per credere).

Esagerazioni (kitsch con stile) - Menzione d’obbligo alla ricchezza dell’astuccio Cavalli: rigido e materico, grigio dall’interno floccato di rosa, con la copertina ad anta trattata in modo da conferire particolari effetti ottici e tattili, è protetto da un’ulteriore custodia zebrata, che valorizza il brand e gli altri elementi della comunicazione.
Realizzato in tessuto-non-tessuto a marchio Tyvek® DuPont, laminato dalla tedesca BC-O e trasformato da Cartografica Pusterla, si apre a libro trasformandosi in nicchia per la flessuosa boccetta serpentina dalla sottile testa a sfera, con blocco di sicurezza e “collier” in stile. Così esagerato da essere bello.
Altro “kitsch” di pregio, un po’ Picasso e un po’ Dalì, il packaging del dittico firmato Gai Mattiolo. That's Amore! diventa XXX Kisses e veste i colori forti della passione.
Le due metà nera e rossa per Lui e per Lei (è il cartone che le distingue) in realtà sono due interi, autosufficienti ancorché complementari.
Accostando i tappi formano una larga bocca sensuale, ricomposta nella confezione Duo dall’astuccio verde acido. Gioie e colori di coppia.
Buon ultimo, lo scintillio “cult” di Versace, nella versione femminile con pavé di diamanti, e maschile rivestita di smeraldi. Divertente, orientaleggiante, luminoso, esuberante, inconfondibile gioco di plastiche e luci. E le fragranze? “Easy-chic” per lei e “sexy and clean” per lui. I flaconi metallizzati sono di Candiani la pompa Valois e l’astuccio, realizzato con cartoncino Iggesund Paperboard, è firmato Cartografica Pusterla.

Leggiadria (senza commenti) - In mezzo a cotanti “muscoli” concettuali e sensitivi, la delicata leggiadria di Pleasures Intense spicca per contrasto, richiamando una sfera di piaceri meno strillati e non per questo meno intensi. Armonia di forme, proporzioni e colori, l’elegante boccetta si distingue per l’antropomorfismo stilizzato, segnato da un alto “collo” che sostiene il tappo tondeggiante. Frutto del lavoro del dipartimento creativo Estée Lauder, il packaging di questo profumo “si è ispirato alla bellezza perfetta del liquido trasparente eppure vividamente colorato”, tingendo l’eleganza e semplicità della silhouette di vetro di un intenso viola fucsia che vira verso il nulla (mentre sulla fustella si trasforma in rosa corallo). Per “comunicare con intensità gioia e piacere”.
Del tutto differente per stile, Eau Torride di Givenchy esibisce, oltre a una scatola splendida di bianchi e di colore (l’anima viola all’interno e la fuga di rossi sul cartoncino perlato), la stessa sensibilità per il potere evocativo della trasparenza. Dell’immagine stampata come dietro un vetro, della pura boccetta, dell’ampio tappo cilindrico da cui sprigiona un cuore vibrante di calde cromie (le stesse della confezione esterna).

Varie (ed eventuali) - L’argomento packaging è virtualmente inesauribile. Ci limitiamo a qualche altro appunto su aspetti, secondo noi, degni di nota.
• Con Parfum d’Été Kenzo resta fedele alla sua poetica e, dopo il papavero, propone una delicata foglia piatta. Che - e ci vuole del coraggio - non sta in piedi da sola ma deve essere riposta nell’apposito astuccio interno di cartone verde.
• Pure Cedrat (Azzaro) assume fino in fondo il compito di interpretare il cedro che ispira fragranza e packaging, e lo fa senza timidezze. Oltre alla splendida fustella e alla boccetta squadrata, si fa notare il tappo di gomma grigia.
• Givenchy, altro simbolo della profumeria di classe, gioca tutta la capacità d’impatto sul tappo esagerato (pari a due terzi dell’altezza complessiva della bottiglia) dal colore elegante. Esibito al limite della sfacciataggine il foro erogatore metallico, a cui corrisponde, sul retro, il relativo bottone. La consistenza e il peso dei materiali, oltre alla realizzazione impeccabile, ne sottolineano l’alto profilo.
• Piccolo, tondeggiante, dal mirabile “copricapo” di metallo dorato che allude al déco a cui fa da contraltare la fiamma di foglie che sale dal fianco destro. L’Or de Torrente riesce a comporre con maestria elementi romantici e fiabeschi senza perdere l’equilibrio, ottenendo una boccetta da sogno (come, peraltro, la brochure). Design: Hervè Van der Straeten.
• Ancora qualche parola su Crave, davvero alternativo nel complesso e nel dettaglio. Colori, giochi di trasparenze e opacità, contrasti cromatici valorizzano le straordinarie possibilità espressive della plastica. Per non parlare della struttura interna del flacone, dalla spalla avveniristica, che si vede e non si vede. Buon ultimo, il blister, alternativo al cartoncino, che completa un pack degno di nota.

Sempiterni (la forza della marca) - Grandi classici, i packaging degli altri profumi in concorso hanno conquistato la nomination innanzitutto con la forza d’impatto del marchio. Oltre a presentare, ciascun, un “quid” in più: il colore rosa di Gloria Cacharel (St. Gobain Desjonqueres, Valois, Seidel e Rexam per la boccetta; Autajon per l’astuccio), l’abbondante e femminilissima testimonial di ardenbeauty, la catenella di metallo con il ciondolo che firma l’ultima fragranza La Perla (Pochet, Ars Metallo e Valois per la boccetta; Litostampa per l’astuccio), la riconoscibilità del logo in Tommy e del marchio in Time Krizia Uomo, che ripropone tutti gli elementi il “suo” packaging tipico (Heinz Glass, Valois, Amba; astuccio Isem). D’obbligo, infine, citare Cologne di Thierry Mugler, che interpreta la suggestiva immagine della casa con la texture e i colori dell’astuccio, la potenza evocatrice della boccetta dalla spalla scesa e il logo misterioso, un po’ primitivo e un po’ futurista. Ultimo curioso dettaglio: nella scatola troviamo la pompa completa di pulsante erogatore da montare al momento dell’uso, e una piccola busta corredata con gli indirizzi autoadesivi dei rappresentanti nei principali Paesi, a cui inviare la cartolina compilata con i propri dati anagrafici.

Aperture (annotazione di chiusura) - Diversi profumi sono difficili da “aprire”; impossibile non notare la cosa. Ora l’astuccio è talmente complesso che occorre un paziente lavoro per sciogliere gli incastri e accedere alla boccetta; ora l’erogatore è sapientemente nascosto dal cabochon o magari bloccato dalla sicurezza, e fino all’ultimo “vuoi vedere che non ci riesco”?
Saranno conseguenze non volute della sempre maggior complessità dell’imballaggio, oppure una sorta di gioco per adulti, che nella sfera ludica del profumo ha trovato un suo logico contesto?
Personalmente, amo essere stupita, da una fragranza inaspettata come da un meccanismo misterioso. Non mi piace, invece, passata la sorpresa, dover continuare a "trafficare" per aprire una confezione: quale che sia l’intenzione dell’autore, sembra difettosa, e poi ho paura di romperla. Dunque? Che fare? Provare prima di acquistare!



Perfume: the age of elegance
Few sensational surprises, plenty of opulent materials and add-ons, utmost attention to the details and impeccable manufacturing. These are the characteristics of the packaging that dresses the recent nominations to the Accademia del Profumo Prize, making it elegant and polished. But, let's take a closer look…
Elena Piccinelli

After the new age of luxury (remember that? Consumer sociologists were talking about it a few years ago in all the magazines) and exaggeration (then the connoisseurs of bon ton arrived on the scene to instruct us how to tell real chic from boorish nouveau riche), now we are seeing the dawning of the age of elegance (to avoid misunderstandings, remember that "age" means at the most, one calendar year).
This time we didn't just read it, but have to believe it's true looking at the 15 women's and 13 men's fragrances competing in the Accademia del Profumo Award 2003 (all participating products were launched in 2002). At this point, the New Age influence is on the wane; we've digested the new fragrances for Him (along with the unisex models and those identified by gender: for Her and for Him, you can't go wrong!) and even these "brave" experiments in packaging seem déjà-vu. This year's fragrances display alternative materials (plastic and metal first and foremost) and fresh new colours (from transparent to metallics)… and what else? The perfume packages in the competition are lined up in a row on the display, and though not particularly surprising, they are striking for their sheer perfection. Made of crystal and virgin cellulose, with precise details, excellence in the reproduction of colors and a lavish dose of "up-market" complements and finishes that suggest pure elegance. The kind of elegance you'd expect from designer labels, authentic affluence, what you'd see in the splendid shop windows in the fashion capitals.
Luxury without boundaries? Perhaps, provided that the opulence is more than an end, more than an epiphany of success. Rather, then, "luxury contents," which is expressed in the quality of the raw materials, superb packaging technology, "handcrafted" precision in the details. In short, what makes an object truly exclusive. With that admirable sense of harmony and equilibrium that, now more than ever, public opinion puts down as Real Elegance.
All this corresponds to some exceptions and some oddities and "finds" worthy of comment (here on in, we remind that this is absolutely NOT in alphabetical order). De rigeur, a mention - and not a minor point - of the original scents of the fragrances, each one fascinating. This year, we find frequent use an unexpected note of sharpness to awaken the heart and the senses, numbed by the heady aromas.

Materials (the keyword is tradition) - A near complete lack of experimentation with "synthetic" (plastic) or "alternative" materials (metal, for instance, or the rubber, leather, or stone used in the past in some bottle tops). The runway was dominated by glass, mainly transparent or opalescent, a few etched or silk-finished models, which also play the role of expressing that particular brand of opulence that resides in "quantity." There were quite a few weighty bottles, but the new Gucci fragrance - reflecting the current philosophy at the maison - is possibly more over the top than the others. Perfume or paperweight? (design by Tom Ford, glass by Saint Gobain, box by Autajon, spray pump by Pfeiffer). Amidst all this classic styling, here are three outstanding exceptions: the fantastic metallic kitsch that holds two Versace fragrances (gold for Her, silver for Him) and the milky blister pack that envelops a likewise plastic Calvin Klein, the only product to go the way of experimentation. And number three? This would be the bouncy metal sphere that encloses a steely Boss in Motion with a bright orange core. Hey, where do you spray it? Underneath!

Colors (technological triumphs) - After a euphoria of blue in last year's edition, our product shelf displays nary a package in this colour. Women's fragrances are dominated by transparent, white or golden-beige boxes, in every possible hue; in men's fragrances, we are seeing a series of staid and elegant "dark" colors (grey, brown and the like), with the patent exception of three magnificent white boxes (Thierry Mugler, Calvin Klein and Tommy Hilfiger) and one dazzling color (the metallic yellow of Pure Cedrat). But, wow, what care was taken in choosing the colors and what ingenuity in the printing! This is particularly evident in the women's scents: take a look at the splendid Dior Addict, Cavalli and Estée Lauder; but the men's fragrances really make the most of eye-catching graphics, probably by contrast, to make up for the limited variety of styles and effects that enliven the packaging. We can't neglect to mention the deep plum burgundy of Givenchy, the gleaming contrasts of Pure Cedrat (Azzaro) and the silver embossed bronze of Mémoire (Nina Ricci). Then there's the cheeky orange peeking out of the sleek grey case and the metallic sphere, in the perfume designed to accompany the Boss Orange Label line, the most recent casual wear collection.

Colors 2 (the comeback) - The blue that was absent from the boxes makes its reappearance in Dior Addict, as a prevailing element of the black and gold crowned bottle: complicated packaging, a classic example of sumptuous French elegance, updated to please modern tastes. Plus, another illustrious name from over the Alps, Yves Saint Laurent, has also used colored glass for its most recent scent. The tawny glass of M7 enhances the transparency of the material and unleashes the potential of a challenging color) (packaging design: Doug Lloyd for Tom Ford). Here, the luminosity comes not from the suggestive asymmetrical cap, but from the silvery frette.

Colors 3 (alligators) - Alongside the brilliant green alligator, quintessential symbol of casual sportswear, Lacoste has created a new alligator for its Club Homme collection, giving it the sparkle of a silvery sheen to emphasize its style and grace. Soon after, the clothing line conceived a perfume with an austere bottle and strong and no-frills box, which naturally, bears the ubiquitous alligator…

Standards (compensations) - If we add quantity to quality, we usually obtain an "expensive effect" (besides, what is money anyway if not empty quantity…) and surely the element of surprise. Repetition of the shape and the color characterises the packaging of Chic (Carolina Herrera), which is designed like those Russian nesting dolls, fitting one into the next and growing progressively smaller. The red plastic edged white case opens like a book to reveal a second white case (sheathed in plastic and fastened by a cardboard frame plus more red edging)… that finally discloses the pure transparency of the minimalist bottle with pink-hued trim and hidden pump. The contrast between the squared off angles of the rectangular bottle, the red heart-shaped top, and the delicate contours of the internal couche, softened by a slightly rounded shoulder, is truly stunning.
A case of overpackaging or appropriate compensation for the ultra-essential style?

Fading away (the end of the brand?) - Of the women's fragrances in the competition, Glamorous by Ralph Lauren eliminated any trace of lettering on the bottle, including the name (others are sure to follow ). Even Roberto Cavalli uses other unmistakeable signs of his fashion concept to denote his perfume (the label is practically invisible, tucked in between the decorative pleats of glass), while the name of Eau Torride is simply etched on the bottle top with an effect of overlapping transparencies. Finally, Versace Jeans Couture and Murmure by Van Cleef & Arpels (design by Sté Curiosity) make you look for it: in both cases, we detected the name engraved vertically on the decorative metal element along the bottle's length.
And the men's perfumes? Yves Saint Laurent and Crave by Calvin Klein both wager on the recognizability of their nameless bottles (and there is little doubt that both succeed: seeing is believing).

Exaggerations (or kitsch with flair) - Impossible to overlook the lavishness of the Cavalli perfume box: rigid and substantial, with a pink-flecked grey interior and an especially treated "door" to lend optical and tactile effects. It is protected by yet another zebra-striped case that enhances the brand and other distinctive Cavalli elements.
Made with the special non-woven Tyvek® fabric by DuPont, laminated by the German company BC-O and transformed by Cartografica Pusterla, the box opens like a book, becoming a nest for the sinuous serpentine bottle, with a slender rounded head, special safety lock and stylish choker. So completely over the top, yet utterly gorgeous.
Another precious kitsch, part Picasso and part Dalì, is the diptych packaging by Gai Mattiolo. That's Amore! becomes XXX Kisses and dresses in the potent colors of passion.
Two halves, red and black for Her and Him (the box distinguishes the genders), are really two wholes, completely independent, though refreshingly complementary.
Putting the spray pumps together forms a full sensual mouth, recomposed in the acid-green Duo package. Little delights and the colors of love.
Last of all, the "cult" appeal of Versace, in the female version with diamond pavè and the male version dressed in emeralds.
An amusing, slightly oriental, radiant, high-spirited, unique effect of plastic and lights.
And the fragrances? “Easy-chic” for Her and “Sexy and clean” for Him. The metal bottles are by Candiani, the spray pump by Valois and the Iggesund Paperboard cardboard box was designed by Cartografica Pusterla.

Embodiment of grace (no comment) - In the midst of so many conceptual and sensory "muscle flexing", the delicate gracefulness of Pleasures Intense stands out, arousing a sphere of pleasures less strident, though equally powerful.
A harmony of forms, proportions and colours, the elegant bottle is a winner for its stylised anthropomorphism, marked by a long "throat" that sustains the rounded cap. Developed by the creative department at Estée Lauder, this perfume packaging was "inspired by the perfect beauty of the liquid, either transparent or vividly colored," giving the elegance and simplicity of a glass silhouette a deep fuchsia blush that gradually pales (the color becomes salmon pink on the box).
To "express yourself with intensity, joy and pleasure."
Completely different in its style, Eau Torride by Givenchy shows off a splendid white box punctuated with color (a violet lining inside the box and the red seams on the pearled cardboard) as well as the same sensitivity for harnessing the power of transparency. The image printed like the back of a mirror, the minimal bottle, and the large cylindrical cap that releases a pulsating core of warm colors (echoing the colors of the box).

Various (and sundry) - the world of packaging is all but limitless. Here, we will suffice to make some notes on features that we found particularly worth mentioning.
• With Parfum d’Été, Kenzo remains faithful to his philosophy and, after the poppy, now proposes a delicate flat leaf. We tip our hat to Kenzo's courage: the bottle does not stand up on its own, but must be nestled into its green cardboard box.
• Pure Cedrat (Azzaro) has undertaken to fully interpret the cedar that inspires both the fragrance and the packaging and does so without trepidation. Alongside the splendid box and the square bottle, the grey rubber cap calls attention.
• Givenchy, another icon of posh perfumery, bets heavily on the star quality of the elegant and oversize cap (which makes up two-thirds of the total height of the bottle). The cheeky metal atomizer (whose button is on the back) is just this side of chutzpah. The solidity and weight of the materials, in addition to the impeccable craftsmanship, underscore the high-quality.
• Small and gently rounded with a charming gilded metal "crown" that alludes to Art Deco and is counterbalanced by the leafy flame ascending the right side of the bottle. L’Or de Torrente succeeds in masterfully pulling together romantic and fairy tale elements without being syrupy. The result is a fabulous bottle (just like in the brochure). Design: Hervè Van der Straeten.
• One more word about Crave, truly "alternative" in its overall design and in the details.
Colors, alternating transparency and opacity, and chromatic contrasts reveal the extraordinary expressive potential offered by plastic.
Not to mention the shape of the bottle, with its futuristic line that is visible and yet indistinguishable. Last but not least, the innovative blister pack finishes the look of a very remarkable package.

Perennial favorites (the strength of a strong brand) - The great classic names, the packaging of other perfumes in the competition have earned the nomination primarily thanks to the asset of brand recognition.
In addition to presenting a little something extra: the pink color of Cacharel's Gloria (St. Gobain Desjonqueres, Valois, Seidel and Rexam for the bottle; Autajon for the box), the generous and ultra-feminine testimonial of ardenbeauty, the metal chain with the pendent adorning the latest La Perla fragrance (Pochet, Ars Metallo and Valois for the bottle; Litostampa for the box), the recognizability of the logo of Tommy and the trademark of Time Krizia Uomo, which reintroduces all the elements of its typical packaging (Heinz Glass, Valois, Amba; box by Isem).
We can't neglect to mention Cologne by Thierry Mugler that interprets the suggestive coziness of home in the texture and color of the box, the evocative power of the bottle with its sloped shoulders and the enigmatic logo, slightly primitive and at the same time, futuristic. A final curious detail: tucked inside the box is the atomizer, complete with spray pump to attach when you need it, along with a small envelope containing self-adhesive address labels of the representatives in the major countries, where you can send a postcard filled out with your personal information.

Openings (closing remarks) - Quite a few perfumes often prove difficult to open; it is impossible not to notice this tiresome fact. Now, the box has become so complicated that you need the patience of a saint to undo all the clips and closures and get at the bottle.
Other times, the atomizer is cleverly hidden by the cabochon or has a safety lock.
The process becomes a quest: "confound if I can't do this!"
Are these perhaps the unwelcome consequences of the growing complexity of packaging, or a sort of adult game that in the perfume learning curve has found its most logical context?
Personally, I delight in being astonished, equally by an unanticipated fragrance as by a mysterious mechanism.
What I don't like is to have to continue toiling to open the package once the surprise is revealed: whatever the intention of the designer, it seems defective, and I am afraid to break something. So? What to do?
Try before buying!