italiaimballaggio


La pasta in Italia
Pasta in Italy

Dati e fatti sulla pasta e sulle tipologie di imballaggio.
Facts and figures on pasta packaging typologies.
A tavola, nel cubo
On the table, in a cube

Italia Zuccheri lancia “Purissimo”, il primo zucchero finissimo ad alta solubilità, certificato italiano al 100%.
Italia Zuccheri launches “Purissimo”, the first 100% Italian highly soluble fine sugar.
Lusso, ispirazioni cosmopolite
Luxury, cosmopolitan inspirations

Tempo di bilanci per Luxe Pack 2005, Notizie dai produttori di packaging selettivo e accessori.
Time for balances for Luxe Pack 2005. News from producers of selective packaging and accessories.
Ideas & Trends
Ready to use










VALORI Da “consumare” ed esportare con cura, perché parte del nostro patrimonio culturale. Dati e fatti sulla pasta e sulle tipologie di imballaggio.
Roccandrea Iascone

Molte fonti ne indicano l’origine geografica in Cina e Marco Polo è il primo a darne notizia; in Italia la diffusione della pasta alimentare artigianale e industriale parte senza dubbio dalla Napoli del primo Settecento, quando cioè la produzione passa dal procedimento manuale a quello meccanico.
L’impiego e la miscelazione di grani duri delle migliori qualità, unitamente a una serrata ricerca tecnologica, hanno decretato nel tempo il successo a livello mondiale di questo alimento nonché dei pastifici nazionali. Produzione e consumi hanno ricevuto impulso dall’avanzamento tecnologico delle macchine, progettate per aumentare la produttività e ridurre i costi.

Il mercato delle paste alimentari
L’Italia è al primo posto nella graduatoria mondiale in fatto di produzione e consumi. Secondo le rilevazioni dell’Unione Industriale Pastai Italiani (UNIPI) la produzione globale di paste alimentari nel 2004 ha raggiunto i 3.374 milioni di Euro di valore; a livello quantitativo, sono state prodotte 3.121.598 t, di cui 3.023.589 t riferite a pasta secca e 98.000 t a pasta fresca industriale.
A fronte dei dati sul consumo nazionale (1.591.548 t), in Italia il consumo pro capite annuo è di 28 kg, con una sostanziale stabilità della pasta secca (26 kg) e un progressivo aumento relativamente alla pasta fresca (2 kg).
Le esportazioni (1.530.050 t) assorbono il 49% della produzione e risultano in lieve crescita tendenziale. Sempre nel 2004, il 63% delle quote esportate è stato destinato all’UE a 15, dove la Germania è il principale mercato.
Per quanto concerne i mercati extra UE, vanno segnalate le buone prestazioni del Giappone, della Russia e dei nuovi mercati di Cina e India. A livello nazionale, i consumi di pasta delle famiglie italiane nel corso del 2004 sono lievemente cresciuti in quantità (+1,5%), in controtendenza rispetto ai consumi di derivati dei cereali (come risulta da un’analisi effettuata dall’Osservatorio Ismea Nielsen).
In particolare, per il segmento delle paste alimentari secche (94% circa del mercato) si stima una crescita dell’1,4% (nel cui ambito decresce dell’1,2% la pasta secca all’uovo).
La pasta fresca industriale, invece, esprime un aumento del 3,7%.
Tenendo conto degli elevati consumi raggiunti in rapporto alla popolazione, è scontato che i fattori in grado di incentivare la domanda derivino dalla qualità del prodotto, dall’innovazione e dalla differenziazione dell’offerta: la dinamica evolutiva della pasta fresca industriale ne è l’esempio.
Per inciso, dal 2000 al 2004, la quota di spesa per la pasta è passata dal 23% al 24%; sempre nello stesso periodo, la quota dei volumi di pasta venduta attraverso i canali della distribuzione moderna è passata dal 74% al 78%.
L’industria italiana continua a mantenere una posizione di leadership mondiale, grazie alla struttura articolata in 152 stabilimenti industriali, di cui 121 sono specializzati nella produzione di pasta secca, 18 nella produzione di pasta fresca industriale e 13 coprono entrambe le tipologie. La capacità produttiva del settore è stimata in circa 4.600.000 t/anno, con un grado di sfruttamento degli impianti del 68% circa.

Confezionare la pasta
Il confezionamento delle paste alimentari secche è riconducibile, con riferimento al prodotto destinato al consumo delle famiglie, a due grandi categorie di imballaggi: astucci di cartoncino teso e sacchetti di plastica (a fondo portante e flow pack).
Per il prodotto destinato all’horeca si impiegano sacchi di carta o plastica di elevata capacità.
Il confezionamento della pasta fresca avviene invece ricorrendo a materiali barriera plastici (vaschette o buste) con l’eccezione delle paste fresche a brevissima vita di scaffale, confezionate utilizzando imballaggi plastici non barriera quali vaschette con incarto con film plastico flessibile.
La spedizione di tutte le tipologie di paste avviene mediante l’impiego di scatole di cartone ondulato movimentate su pallet.

Paste secche
Nell’ambito del settore della pasta secca la produzione presenta la seguente segmentazione:
- pasta secca di semola 90%;
- pasta secca all’uovo 6%;
- pasta secca farcita 4%.
Il confezionamento delle paste destinate al consumatore, nazionale o straniero, avviene essenzialmente in confezioni sigillate di tre formati (250 g, 500 g e 1000 g) e nelle due tipologie di imballaggio: astucci di cartoncino e involucri flessibili di plastica. A seconda delle diverse famiglie di pasta e in riferimento ai diversi mercati di destinazione (interno o estero) formati e tipologie possono subire qualche variazione.
• Con riferimento alle tre principali categorie di paste secche la scelta dell’imballaggio presenta situazioni diversificate.
Quando destinata alle famiglie, la pasta secca di semola viene confezionata per il 50% mediante flow pack di plastica, per il 5% in sacchetto plastico con fondo portante e per il 45% in astuccio di cartoncino.
Il prodotto destinato all’horeca viene invece confezionato per il 60% circa mediante sacchi di plastica (capacità media 10 kg) e per il 40% in sacchi di carta della medesima capacità.
Il mix risulta sostanzialmente stabile.
• Per la pasta secca all’uovo si ricorre a tre tipologie di imballaggio:
flow pack + vaschetta di cartoncino (85%), astuccio di cartoncino (10%) e sacchetto di plastica, destinato essenzialmente alla pastina da brodo) 5%.
• Per quanto riguarda la pasta secca farcita - tendenzialmente in calo - il confezionamento avviene tutto mediante sacchetto di poliaccoppiato flessibile a fondo portante.
Gli astucci sono costituiti nella maggioranza dei casi di cartoncino bianco/grigio-retroalimentare da 320-330 g/m2.
I sacchetti di plastica e le confezioni flow pack sono costituiti da doppio film: OPP esterno, PP cast interno.

Pasta fresca industriale
Per quanto concerne la pasta fresca industriale, la segmentazione è la seguente:
- pasta fresca ripiena 48%;
- pasta fresca all’uovo 12%;
- gnocchi 29%;
- pasta fresca di semola 11%.
Dal punto di vista del packaging, è un mercato molto interessante: in questo caso, il ricorso all’atmosfera modificata è altissimo (+80%) e la scelta di questa tecnica di conservazione presuppone l’attenta e studiata scelta dei materiali destinati alla fabbricazione dell’imballaggio, flessibile o semirigido che sia.
Fondo e coperchio devono rispondere a precisi requisiti e lo stesso vale per le buste. La scelta dei materiali deve tenere conto in particolare della shelf life che si vuole conferire al prodotto ma anche delle caratteristiche del prodotto stesso (pasta ripiena o normale), nonché del grado di barriera ai gas che si vuole ottenere.
Valgano, su tutti alcuni esempi:
- PP cast-PE-OPS (bassa barriera);
- PA cast-OPA-PET saranizzato (media barriera);
- EVOH-PVA (alta barriera).

Roccandrea Iascone
Iascone Packaging Marketing Sas




Food Consumption
Pasta in Italy

Values To “consume” and export with care as pasta is part of our
cultural heritage. Facts and figures on pasta packaging typologies.
Roccandrea Iascone


Many sources indicate that it originated in China and Marco Polo was the first to report it. In Italy the spread of handmade and industrial pasta certainly began in Naples in the early 18th century , that is when production of pasta began to switch from manual to mechanical.
The use and mix of best quality durum wheat combined with unrelenting technological research, have in time decreed the global success of pasta and Italian pasta manufacturers. Production and consumption have received a boost from the technological advancement of machines, designed to increase productivity and reduce costs.

The pasta market
Italy is at the top of the world league table for production and consumption. According to the data gathered by the Unione Industriale Pastai Italiani (UNIPI) global pasta production reached 3,374 million Euro in 2004. In terms of quantity 3,121,598 t were produced, 3,023,589 t of which were dried pasta while 98,000 t of which were industrial fresh pasta.
As for domestic consumption (1,591,548 t), annual pro capita consumption in Italy is 28 kg, mostly dried pasta (26 kg) while the consumption of fresh pasta (2 kg) is gradually increasing.
Exports (1,530,050 t) account for 49% of production and there are signs of slight growth. In 2004 63% of exports were destined for the 15 member country EU where Germany is the principal market.
As far as non EU markets are concerned there were good performances in Japan, Russia and the new markets of China and India.
In the domestic market pasta consumption in Italian families increased slightly during 2004 in terms of quantity (+1.5%) bucking the trend of cereal derivatives (as shown by analysis carried out by Ismea Nielsen Observatory).
In particular, for the dried pasta segment (approximately 94% of the market) a growth of 1.4% is estimated (though consumption of dried egg pasta has fallen by 1.2%) Instead, the consumption of fresh industrial pasta has increased by 3.7%. Taking into account the elevated levels of consumption in proportion to the population, it is clear that factors able to stimulate demand derive from the quality of the product, from innovation and from the differentiation of the offer.
The growth trend of fresh industrial pasta is an example of this.
Incidentally, from 2000 to 2004, expenditure on pasta rose from 23% to 24%. In the same period the volume of pasta sold through modern distribution channels climbed from 74% to 78%. Italian industry continues to maintain its position as world leader, thanks to its structure, which breaks down into 152 industrial plants, 121 of which are specialised in the production of dried pasta, 18 in the production of fresh industrial pasta and 13 in the production of both.
The productive capacity of the sector is estimated at about 4,600,000 t/year, with a degree of plant exploitation of approximately 68%.

Packaging the pasta
The packaging of dried pasta can be traced, as regards the product destined for family consumption, to two large packaging categories: solid board boxes and plastic bags (with structured base and flowpack).
For the product destined for hotel, restaurants and catering, large volume paper or plastic bags are used.
Instead, fresh pasta is packaged in protective plastic (tubs or bags) with the exception of fresh pasta with a very short shelf life, packaged using plastic packaging providing no barrier, such as tubs wrapped in flexible plastic film.
Every type of pasta is shipped in corrugated cardboard boxes transported on pallets.

Dried pasta
In the dried pasta sector production has the following segmentation:
- dried semolina pasta 90%;
- dried egg pasta 6%;
- dried stuffed pasta 4%.
Pasta destined for the Italian or overseas consumer is essentially packaged in sealed packaging in three different size formats (250 g, 500 g e 1000 g) and in two packaging typologies: cardboard boxes and flexible plastic wrappers.
Depending on the various pasta families and the various markets the product is destined for (domestic or overseas) size formats and packaging typologies may vary somewhat.
• With reference to the three principal categories of dried pasta the choice of packaging differs.
When destined for families, 50% of dried semolina pasta is packaged in plastic flowpacks, 5% in plastic bags with structured base and 45% in cardboard boxes.
60% of products destined for hotels, restaurants and catering are packaged in plastic bags (average volume 10 kg) and 40% in paper bags holding the same volume. The mix remains essentially the same.
• Three packaging typologies are used for dried egg pasta: flowpack + cardboard tub (85%), cardboard box (10%) and plastic bag, destined mainly for small pasta used in broth) 5%.
• As far as dried stuffed pasta - on the decrease - is concerned, packaging consists of flexible polylaminate bags with structured base.
• Boxes are made in the majority of cases from white/grey - retrofood cardboard weighing 320-330 g/m2. Plastic bags and flowpack packaging are made of double film: OPP on the outside and cast PP on the inside.

Industrial fresh pasta
As far as fresh industrial pasta is concerned, segmentation is as follows:
- filled fresh pasta 48%;
- fresh egg pasta12%;
- gnocchi 29%;
- fresh semolina pasta 11%.
From the packaging point of view the market is extremely interesting. It relies heavily on modified atmospheres (+80%) and the choice of this method of preservation presupposes the careful and intelligent choice of materials destined for the fabrication of packaging, whether it be semi-rigid or flexible.
Both the base and lid have to meet precise requirements and the same goes for the bags. The choice of materials especially has to take into account the shelf life expected of the product but also the characteristics of the product itself (stuffed or plain pasta), as well as the desired level of protection against gases
Some representative examples:
- PP cast-PE-OPS (low barrier);
- PA cast-OPA-PET saranized (medium barrier);
- EVOH-PVA (high barrier).

Roccandrea Iascone
Iascone Packaging Marketing Sas