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Elettronica di oggi … e domani?
Electronics of today… and tomorrow?
Macchine automatiche. Progettare e implementare la migliore automazione possibile sulle macchine di confezionamento è fondamentale per elevare produttività e qualità. Considerazioni sulla realtà di fatto. Prima puntata.
Designing and implementing the best possible automation on packaging machines is fundamental for increasing productivity and quality. Considerations on the situation at hand. First instalment.
Uno per tutte
One for all
E’ destinato all’automazione di ogni tipo di confezionatrice, il nuovo pacchetto tecnologico di ELAU
ELAU’s new technological package is destined for automation of any packaging machine type
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Opinioni
Elettronica di oggi … e domani?

Macchine automatiche Progettare e implementare la migliore automazione possibile sulle macchine di confezionamento è fondamentale per poter elevare produttività e qualità. Considerazioni sulla realtà di fatto. Prima puntata. Mario Salmon

A 30 anni dalla nascita della parola meccatronica, l’applicazione delle tecnologie elettroniche nelle macchine di imballaggio cresce a un tasso superiore al 10% annuo. In pratica, tutte le nuove macchine sono progettate utilizzando “motorizzazioni indipendenti”, ovvero non è più un solo motore attraverso una catena di cinematismi, ad azionare tutta la macchina, ma sono una serie di motori con moti indipendenti, controllati e sincronizzati da un’opportuna unità di calcolo. Si tratta di innovazioni introdotte non tanto sotto la spinta tecnologica, ma dai condizionamenti del mercato, e più precisamente:
• dall’utilizzatore delle macchine, che ne richiede di più flessibili per far fronte alle esigenze del mercato finale, disponendo di sistemi in grado di garantire produttività reali maggiori (la cosiddetta OEE, Overall Equipment Efficiency) grazie a livelli di automazione più elevati e a una piena autonomia operativa;
• dal costruttore delle macchine automatiche, che cerca di realizzare prodotti modulari facilmente personalizzabili e con tempi di sviluppo ridotti.

Primo step. La situazione, oggi
Cominciamo quindi a dare una rapidissima panoramica del settore, “leggendo” i diversi componenti.

• Generazione e trasformazione
del moto
Motori - Nella stragrande maggioranza dei casi, lo schema tradizionale di macchine comandate da un motore principale e di movimentazioni ottenute con cinematismi specifici è sostituito da motorizzazioni indipendenti; solo in talune circostanze permane un motore “centrale”, che aziona una parte della macchina e dà il “la” alle altre motorizzazioni, sincronizzate attraverso un asse elettrico virtuale. Per le motorizzazioni sono richieste prestazioni dinamiche elevate e quindi si utilizzano motori brushless; nel caso di dinamiche meno elevate, dove è possibile, si utilizzano azionamenti a inverter di motori AC.
Le altre soluzioni (controllo vettoriale di motori AC, motori a passo, motori a passo con feedback, motori a riluttanza variabile) hanno applicazioni limitate. Anche i motori CC vanno scomparendo, malgrado il buon rapporto costo/prestazioni. Le tipologie di motori, originariamente dimensionati per il mondo delle macchine utensili, stanno rispondendo ai requisiti del settore packaging (bassa inerzia, controllo in coppia), avvicinandosi seppur lentamente ai direct drive con valori di Kv e Kc.
Mentre le tecnologie meccatroniche hanno sostituito molta “meccanica”, il discorso non vale per la pneumatica, che sostiene ancora un ruolo importante nelle macchine più lente e/o di semplice struttura e quindi con limiti sui costi.

Motori lineari - Aumenta l’offerta di motori lineari, ma il loro utilizzo è ancora sporadico, principalmente a causa degli alti costi e del forte impatto che la loro introduzione implica sull’architettura della macchina, oltre alle problematiche tipiche di questi motori (bilanciamento gravità, freni, emergenze, forza di attrazione tra componenti, campi magnetici indotti, raffreddamento...).
Malgrado i moti lineari siano tipici e molto frequenti nelle macchine per l’imballaggio, manca ancora un motore progettato per questo comparto specifico, con prestazioni in termini di massa propria e spinta generata, adatto ai sistemi di confezionamento.

Riduttori e gruppi integrati (motoriduttori, azionamenti lineari…) - Per anni i riduttori a ingranaggi, quasi sempre presenti a valle dei motori brushless, hanno rappresentato un punto critico in termini di prestazioni e costi; oggi numerose case offrono, a costi anche contenuti, riduttori con amplissima gamma di rapporti di riduzione e valori di inerzia, gioco ed elasticità adatti alle prestazioni ottenibili con i moderni motori.
Qualche azienda inizia a offrire gruppi motoriduttori con motori brushless incorporati per ridurre ingombri, perdite e inerzie. In generale vi è la tendenza a proporre sottogruppi che integrino diverse funzioni, per semplificare la progettazione e la costruzione come motori con azionamenti incorporati o “azionamenti” lineari completi di guide, viti o cinghie, protezioni e motori e, a volte, anche controlli in un unico blocco.
Da ultimo, vanno segnalati numerosi gruppi integrati di bassa potenza, progettati per realizzare le regolazioni e i set up delle macchine (in funzione dei vari “formati”).

• Sistemi di controllo
Hardware - Se è stato relativamente facile fornire, perlomeno, un indice dei temi relativi alla generazione del moto, la catalogazione risulta alquanto difficile nel campo dei “controlli”; infatti, al contrario delle macchine utensili dove i controlli numerici tendono verso soluzioni standard, qui il panorama è estremamente diversificato, indicando una ancora ridotta maturazione del mercato (nota bene: con maturazione si intende la tendenza verso standard de facto, strutture condivise, concentrazione del mercato, ecc.). Insomma, le soluzioni proposte sono quanto mai diversificate.
Il classico PLC, programmato con ladder diagram, resta presente con diversi ruoli pressoché su ogni macchina automatica.
Dove possibile, il PLC viene completato con schede specifiche per realizzare anche le funzioni di motion control, ma questa soluzione incontra spesso limitazioni tecniche ed è adottata solo nei casi più “facili” e di macchine stand alone, non integrate in linee di produzione.
Quando non è possibile incaricare il PLC anche delle funzioni di controllo del moto, queste sono affidate a sottosistemi specifici indipendenti disposti “sotto” il PLC, spesso indicati come “controlli assi intelligenti” che controllano i motori, trasduttori e relativi fine corsa.
Per il motion control la soluzione più diffusa è quindi l’utilizzo di un’unità specifica, di un fornitore indipendente,che aziona e coordina i singoli “assi”.
Mentre il mercato dei PLC è fortemente concentrato (due sole case hanno ben oltre il 50 % del mercato) quello dei sottosistemi di controllo assi è ancora molto frammentato; a fianco dei due leader, sono sorte numerosissime aziende che offrono prodotti fortemente differenziati: una mezza dozzina di case si suddividono il 50% del mercato dei sistemi di motion control con quote di mercato molto diverse da settore a settore e con leader di nicchia spesso molto forti.
Esistono infatti numerosi “piccoli” fortemente specializzati per nicchie di mercato, segmentato per tipologia (bottling, packaging, palletizing...) e per localizzazione geografica.
In modo simmetrico al precedente, spesso questi sistemi di motion control integrano anche tutte le funzioni tipiche dei PLC (I/O logici, MMI, accesso alle reti, controllo bus) realizzando sistemi completi e autonomi di controllo: in pratica, sono versioni per macchine automatiche dei “controlli numerici” delle macchine utensili.
Con la rapida crescita delle funzionalità dei PC, il crollo dei loro prezzi e la comparsa di sistemi operativi real-time e di bus di comunicazione deterministici, è ormai generale la tendenza a migrare tutte le funzioni del sistema di controllo su PC industriali compatti, i Panel PC, gestendo la periferia di sensori, attuatori e motori attraverso un unico bus veloce.
In questi casi, le funzionalità del PLC sono svolte da un cosidetto soft-PLC, funzioni di soft-Motion richiamabili nel programma e con una ricca interfaccia operatore di visualizzazione grafica.

L’interfaccia uomo/macchina - MMI è un ulteriore, importante elemento del sistema di controllo, che consente all’operatore di impostare i dati dimensionali e quantitativi del processo, visualizzarne lo stato, rilevare, diagnosticare e correggere eventuali anomalie. La disponibilità su PC di strumenti tipo SCADA (Supervision Control Automation Data Aquisition) permette di costruire sullo schermo rappresentazioni grafiche, “ritagliate” sulla specifica macchina e di grande aiuto all’operatività.
Queste architetture fortemente integrate offrono l’intero spettro delle funzionalità generalmente richieste e permettono l’utilizzo di sistemi di motion control con elevate prestazioni anche ad aziende con limitate conoscenza elettroniche (condizione ancora abbastanza diffusa nel settore).
Finora solo aziende più strutturate e/o con esigenze più specifiche tendono a realizzare in modo autonomo proprie unità di controllo basate su un PC industriale, completandolo con schede specifiche per il motion control, la lettura di sensori, ecc.
Per realizzare questi sistemi vi è un’offerta vastissima di schede per motion control, convertitori A/D D/A... tutte completate da linguaggi specifici, anche estremamenti potenti e con possibilità di controlli raffinati.
Anche in questo caso, dato che l’offerta risulta molto frammentata, è di difficile recensione e dimensionamento.

• Software
Se possibile, individuare le soluzioni dominanti in quest’area è ancora più complicato. La programmazione a ladder è rimasta fino ad ora dominante; per le funzioni di motion control ogni casa dispone di un suo linguaggio basata su C++. Oggi la tendenza all’uso di linguaggi IEC 61131 (pur con i tanti “dialetti” ed evoluzioni) appare generalizzata e, molto spesso, consente di integrare le funzioni di controllo del moto secondo modalità abbastanza standardizzate di fatto.
Il motion control vero e proprio è realizzato con linguaggi specifici estremamente potenti, che permettono di realizzare sofisticatissime modalità di controllo anche non lineari e, in molti casi, la realizzazione di subroutine standard di facile utilizzo.
Manca comunque ogni forma di standardizzazione; l’impiego di metodologie di programmazione top dow e di sistemi di supporto è ancora apparentemente limitato e ben poco percepito e apprezzato dai clienti.

Bus e cablaggi - Tutti gli I/O logici e i motori sotto inverter sono comandati tramite bus di campo, ma manca uno standard dominante di bus di campo: Profibus e DeviceNet sono naturalmente i più diffusi ma CAN-open sta affermandosi tra i “piccoli”. La mancanza di standard dominanti e le esigenze specifiche di certi azionamenti portano spesso ad avere due diversi bus nella stessa macchina.
Per il motion control le applicazioni tendono a utilizzare bus deterministici, ma solo in pochi casi standard ed aperti.
In quest’area, Sercos è il solo standard aperto e ampiamente utilizzato, ma raramente è possibile l’utilizzo in un contesto multivendor per diversi spettri di funzioni utilizzate da ciascuno.
È questa forse l’area tecnologica più dinamica nei sistemi di controllo, con una serie continua di nuovi annunci e tentativi di standardizzazione indotti da fattori diversi: le nuove normative per la sicurezza delle macchine, la spinta verso tempi di comunicazione sempre più stretti e deterministici, la rapida diffusione di Ethernet, che si offre anche come canale trasmissivo fisico a basso costo.

Livello di apertura delle architetture - Intendiamo con apertura la possibilità di realizzare sistemi multivendor e/o di avere hardware e software indipendenti.
I livelli di apertura dei sistemi restano risibili, in quanto i costruttori di sistemi di controllo e azionamenti tendono a “chiudere” quanto più è possibile le proprie soluzioni, così da fidelizzare il cliente e poter vendere in blocco tutto il sistema e poter fare sugli azionamenti quegli utili che è impossibile fare sui controlli.
È importante ricordare che questa tendenza non contrasta con gli interessi dei costruttori delle macchine, che cercano sistemi caratterizzati dalla facile integrabilità dei diversi pezzi e un unico responsabile della funzionalità complessiva risultante. In altre parole il dilemma “aperto/chiuso” è un aspetto del dilemma “costi di sviluppo/costi di prodotto”.
Ovviamente la selezione di sistemi basati su PC permette scelte molto diversificate, accedendo anche a un’ampia offerta di prodotti software e di servizi di supporto specifici.

• Trasduttori e sensori
Tutte le macchine sono dotate di trasduttori rotativi, in parte assoluti, per semplificare la programmazione.
Le enormi capacità di calcolo a bordo macchina sono ancora scarsamente sfruttate, con riferimento alla realizzazione di macchine intelligenti e proattive.
Molto limitato l’utilizzo di sistemi di sensori per monitorare e controllare il processo, rendendolo adattivo e ottimizzante.
Nelle macchine utensili, i controlli adattivi sono stati introdotti da decenni mentre nel settore del confezionamento i soli sensori utilizzati sono quelli logici di posizione. Anche le applicazioni della visione sono quasi sempre di controllo “passa/non passa”, raramente di misura e - crediamo - mai di misura con retroazione sul funzionamento della macchina: siamo lontani dalle applicazioni più avanzate, come per esempio i sistemi di visione guida robot.

• Ricerca, servizi, sistemi di supporto
La struttura del mondo accademico e della ricerca, tutto costruito intorno alle discipline tradizionali, ha impiegato molti anni a recepire la meccatronica! Negli ultimi tempi, invece, si è sviluppata una forte corrente di pensiero, che ha originato prima di tutto una serie di eccellenti docenti e ricercatori specializzati nei singoli settori (motori, azionamenti, software...) e poi corsi di studio sull’automazione industriale e la meccatronica.
Per ultimo sono nati, potremmo dire come funghi, centri e laboratori di ricerca pubblici che operano nel settore. Questo nuovo orientamento interdisciplinare faciliterà sicuramente l’accesso da parte delle industrie ai centri di ricerca.
Il ritardo nella formalizzazione delle conoscenze permane e, malgrado diversi buoni libri, l’approccio alla meccatronica nelle aziende è ancora molto empirico e, spesso, rudimentale: il dimensionamento dei motori resta ancora, per paradosso, una “magia nera”. Sembra che il sovradimensionamento sia la regola imperante, anche per i limitati ritorni economici ottenibili da una scelta razionale delle taglie. Anzi, in questo ambito, proprie le modalità di progetto rievocano schemi tradizionali: prima si esegue il progetto meccanico, poi si opera la scelta dei motori.
Questa situazione deriva anche dalla limitata conoscenza e, conseguente, irrisorio utilizzo dei sistemi di supporto alla progettazione, peraltro disponibili.
Restano poco diffusi i sistemi di progettazione-simulazione meccatronica, pressoché assolutamente mancanti i sistemi di CASE (Computer Aided Software Engineering): diagramma degli stati, diagramma delle fasi, sincronizzazioni sono tutti gestiti a mano o in modo non integrato; lo stesso vale per i sistemi di misura e data acquisition, sia sul campo che in laboratorio, anche se molti sistemi di motion control contengono al proprio interno sistemi di rilievo e analisi sofisticati ma, temiamo, ben poco utilizzati.
Prima conclusione
Il primo obiettivo era di “mettere giù dei paletti”, attorno ai quali far girare critiche e osservazioni: speriamo di esserci riusciti, senza troppe omissioni. Il fatto è che il settore è frammentato in tutti modi possibili:
- numerosissimi settori applicativi (dal bottling alla palettizzazione) con requisiti funzionali disparatissimi;
- numerosissime aziende (da mega-gruppi globalizzati e accentrati a microaziende super specializzate);
- numerosissimi utilizzatori (di nuovo grandi gruppi multinazionali e terzisti che imballano per conto terzi).
Quindi non vi è, e non potrà esserci, una via unica all’automazione per le macchine di confezionamento, come invece è accaduto per le macchine utensili o per i robot. Ecco perché è difficile “leggere” questo settore, che ha proprio nella specializzazione e nello sfruttamento delle nicchie un effettivo punto di forza.
Per le “previsioni” sugli scenari futuribili, rimandiamo al prossimo numero di ItaliaImballaggio.

Mario Salmon
MS Automation, San Lazzaro di Savena (BO)




Nota per i lettori
Questo articolo non pretende certo di fare un quadro esaustivo delle tecnologie né, tanto meno, di predire il futuro.
Più semplicemente (inaugurando tra l’altro la nuova struttura della rivista) vuole dare avvio a una serie di analisi, scambi di opinioni, studi relativi al tema specifico dell’automazione sulle macchine di confezionamento. In quest’ottica il testo, volutamente un poco provocatorio, è basato sulle opinioni personali dell’autore: non è affatto detto che siano “sicuramente condivise da tutti” né tanto meno “sicuramente giuste”. L’intento primario, lo ricordiamo, è quello di fornire una “griglia di inquadramento” per facilitare il dibattito che seguirà.
Nei prossimi numeri intendiamo infatti raccogliere le opinioni di quanti (ricercatori, end user, costruttori di macchine, fornitori di componenti) vorranno contribuire a delineare un panorama del settore, a partire da questo “canovaccio” o indice di lavoro.

Note for our readers
This article does not claim to give an exhaustive picture of the technologies at hand, nor does it claim to predict the future. More simply, while inaugurating the new structure of the magazine, it starts up a series of analyses, exchanges of opinion and studies on the specific subject of the automation on packaging machines. In this light this article, intentionally somewhat provocative, is based on the personal opinions of the author: it is by no way to be said that the opinions expressed are “shared by all concerned” or that they are “surely right”. The main intent, we wish to state, is to provide a basis to help square things up to prepare for the debate to follow. In the coming issues we will in fact collect together the opinions of those (research workers, end users, machine builders, components suppliers) who wish to contribute to giving an overview of the sector, starting off from this outline or work plan.




Opinions
Electronics of today… and tomorrow?
Automatic machines - Designing and implementing the best possible automation on packaging machines is fundamental for increasing productivity and quality. Considerations on the situation at hand. First instalment. Mario Salmon

Thirty years on from the birth of the word mechatronics, the application of the electronics technologies in packaging machines is growing at a rate of over 10% a year. Practically speaking, all new machines are designed using “independent motors”, or rather the whole machine is no longer run by a single motor through a chain of kinematisms, but by a series of independently running motors controlled and synchronized by a special computer.
These are innovations not so much introduced under technological thrust, but by the conditionings of the market, and more precisely:
• by the machine user, who requires more flexibility from his machine to face the needs of the end market, having systems capable of guaranteeing greater actual production (the socalled OEE, Overall Equipment Efficiency) thanks to higher automation levels and full working autonomy;
• by the automatic machine builder, who tries to create modular products that can be easily customised in short development times.
First step. The situation today
Let’s hence start by giving a rapid overview of the sector, “reading” the various components.

• Generation and transformation of motion
Motors - In most cases, the traditional set-up of machines commanded by a main motor and movements obtained with specific kinematisms has been replaced by independent motorisations; only in some circumstances does a “central” motor remain that runs a part of the machine and starts up the other motorizations, synchronised by a virtual electric axis. High dynamic performances are required from the motorisations and hence brushless motors are used; in the event of extremely high dynamics, where possible AC motor inverter drives are used. The other solutions (vectorial control of AC motors, step motors, step motors with feedback, variable reluctance motors) have limited applications. CC motors are also disappearing, despite the good cost/performance ratio. The different types of motors, initially dimensioned to the world of machine tools, now respond to packaging sector requisites (low inertia, torque control), albeit slowly nearing direct drives in terms of Kv and Kc ratings.
While mechatronic technologies have replaced many mechanical units and parts, the same does not go for pneumatics, that still occupies an important role in the slower machines and/or simpler structures, with resultingly limited costs.

Linear motors - The range of linear motors is increasing but their use is still sporadic, mainly due to the high costs and the heavy impact that their introduction implies on machine architecture, as well as problems typical to these motors (gravity balance, brakes, emergencies, force of attraction between components, induced magnetic fields, cooling…).
Despite the fact that linear motions are typical and very frequent in packaging machines, the sector still hasn’t come up with a motor specifically designed with performance in terms of its own mass and generated thrust suited to packaging systems.

Underdrives and integrated units (gearmotors, linear drives… ) - For years gear reduction units, nearly always present downstream from brushless motors, have represented a critical point in terms of performance and costs; today numerous constructors offer underdrives with a very broad range of reduction ratios, inertia ratings, play and elasticity suited to performances obtainable with modern motors.
Some concerns are starting to offer gearmotor units with incorporated brushless motors to reduce bulk, loss and inertia. In general there is the inclination to offer subunits that integrate a series of functions, to simplify the design and construction of motors with incorporated drives or linear drives complete with guides, screws or belts, protections and motors and, at times also controls in a single block.
Lastly, one should mention numerous low power integrated units designed for adjusting and setting the machines (this in function of the various “formats”).

• Control systems
Hardware - If it has been relatively easy to at least provide an index of the subjects covering the generation of motion, cataloguing the same is fairly difficult in the field of “controls”; in fact, as opposed to the machine tools where numerical controls tend towards standard solutions, here the field is very diversified, indicating a non mature market (note: by mature is meant the tendency towards a de facto standard, shared structures, market concentration etc.) That is to say the solutions offered are very diversified. The classic PLC, programmed with ladder diagram, is still present with different roles on nearly all automatic machines.
Where possible, the PLC comes with a special board for also creating the motion control functions, but this solution often encounters technical limitations and is only used in the “easiest” of cases and in stand-alones outside production lines.
When the PLCs cannot be charged with motion control functions, these are entrusted to specific independent subsystems placed “under” the PLC, often indicated as “intelligent axial controls” that control the motors, transducers and relative end of stroke.
For motion control the most widespread solution is hence that of the use of a specific unit from an independent supplier that operates and coordinates the single “axes”.
While the PLC market is strongly concentrated (two producers have over 50% of the market), that of the axial control subsystems is still very fragmented; alongside the two leaders, numerous concerns have sprung up offering very differentiated products: some half-a-dozen concerns share 50% of the motion control system market, with market shares that differ a lot from sector to sector and often with strong niche leaders.
Numerous “small” producers exist that are strongly specialised in market niches, segmented per type (bottling, packaging, palletizing...) and by geographic location.
Symmetrical to previous ways, often these motion control systems also integrate all the functions typical to the PLC (I/O logic, MMI, network access, bus control) creating complete and autonomous control systems: practically speaking they are versions for automatic machines of the “numerical controls” found on machine tools.
With the rapid growth of the functionality of the PCs, their plummeting cost and the appearance of real-time operating systems and deterministic communication buses, the inclination to migrate all the control systems to compact industrial and Panel PCs is by now general, running sensor, actuator and motor periphericals with a single hi-speed bus.
In this case the PLC functions are carried out by a socalled soft-PLC, soft-Motion functions that can be called up from the program, offering a rich graphic display operator interface.

The man/machine interface - MMI is a further important element in the control system, that enables the operator to set dimensional and quantitative data of the process, view the state, read, diagnose and correct any anomalies. The availability on PC of SCADA (Supervision Control Automation Data Aquisition) type tools enables the on-screen construction of graphic figures tailored to the specific machine and of great help in terms of facilitating operations.
This strongly integrated architecture offers the entire spectrum of functionality generally demanded and also enables the use of high performance motion control systems for concerns with limited knowledge of electronics (condition that is still very common in the sector).
Up to now only the more structured concerns and/or those with more specific needs tend to independently create their own industrial PC based control units, adding specific motion and sensor reading boards, etc.
To create these systems an extremely broad range of motion control boards, A/D D/A converters are available… all complete with specific languages, also extremely powerful and offering the possibility of refined controls.
Here too, reviewing and giving the size of the same is difficult due to the offer being very fragmented.

• Software
If possible, identifying the dominant solutions in this area is even more complicated. Ladder programming has been dominant up to now; for motion control functions each constructor has a C++ based language.
Today there is a general inclination towards using IEC 61131 languages (all the same with a lot of “dialects” and evolutions), that very often enables the integration of motion control functions following fairly standardised modes. Motion control true and proper is carried out by extremely powerful specific languages that enable the creation of highly sophisticated modes of control that are also non linear and, in many cases, the creation of easily usable standard subroutines.
However, there is a complete lack of standardization; the use of top down programming technologies and support systems is still apparently limited and little perceived and appreciated by the customer.

Buses and cabling - All the logical I/Os and motors under inverter are commanded by fieldbuses, but a dominant fieldbus standard is lacking: Profibus and DeviceNet are naturally the most widespread but CAN-open is gaining ground among the “small” concerns. The lack of dominant standards and the specific need for certain drives often leads to having two different buses in the same machine. For motion control, applications tend to use deterministic buses, but only in a few cases are these standardised and open. In this area, Sercos is the only open standard broadly used, but it is only rarely possible to use a multivendor context for the different function spectrums individually used. This is perhaps the most dynamic technological area in control systems with a continuous series of new announcements and attempts at standardisation induced by different factors: the new machine safety standard, the thrust towards shorter and more deterministic communication times, the rapid spread of Ethernet, that also stands as a low cost physical transmission channel.
Level of openness of architecture - With openness we here mean the possibility of creating multivendor systems and/or having independent software and hardware. The levels of openness of the systems are still very limited, inasmuch as the control system and drive builders tend to “close” their solutions as much as possible, to thus engender customer fidelity and to be able to sell the entire system en bloc, and to make those profits on the drives that they can’t make on the controls.
It is important to note that these trends do not contrast with the machine builder’s interests, who are looking for systems featuring easy integratability of the different pieces and a single manager for the resulting overall functionality.
In other words the “open/closed” dilemma is a part of the “development/production cost dilemma”.
Obviously, the PC based system selection enables extremely diversified solutions, also giving access to a broad offer of software products and specific support services.

• Transducers and sensors
All the machines are fitted with partially absolute rotational transducers to simplify programming.
The enormous computing capacity on board machine is still little exploited, this in terms of the creation of intelligent, proactive machines.
The use of sensors for monitoring and controlling the process, making it adaptive and optimising the same, is still very limited.
Adaptive controls have featured in machine tools for decades while in the packaging sector the only sensors used are logical position sensors. Viewing system applications are virtually only of the “accept/reject” type, rarely concerning measure and where - we believe - retroaction measuring is never made to affect machine functioning: we are far off from the most advanced applications, like for example the robot guided viewing system.

• Research, service, support systems
The structure of the academic and research world, all built around the traditional disciplines, has taken many years to accept mechatronics! In recent times though a strong current of thought has been developed, that aboveall else has led to the creation of a series of excellent academic figures and research workers specialised in the single sectors (motors, drives, software…) and also study courses on industrial automation and mechatronics.
Lastly, experimental workshops and research centres operating in the sector have sprung up like mushrooms one might say. This new interdisciplinary orientation will surely facilitate industry’s access to the research centres.
The delay in formalising knowledge still remains and, despite the various good books, the approach to mechatronics in companies is still very empirical and often rudimentary: the motor size is still paradoxically “black magic”. It seems that overdimensioning is the overriding rule, this due to the limited economic returns that can be attained with a rational choice of sizes. Rather, here too the very way of carrying out the project follows traditional lines: first the mechanical project is drawn up and then the motors are chosen.
This solution also derives from the limited knowledge and consequently, by the paltry use of design support systems, that are though available.
indeed mechatronic design-simulation systems are not very widespread, CASE (Computer Aided Software Engineering) systems are wholly lacking: state-, phase and synchronisation diagrams are all run by hand or in a non integrated fashion; the same goes for the measure and data acquisition systems, both on the field and in the experimental study centres, even if many motion control systems contain sophisticated systems of relief and analysis that though we fear are little used.

First conclusions
The first objective was to “place the markers” around which criticism and observations can run: we hope we have managed to do this without too many omissions. The fact is the sector is fragmented in every way possible, featuring:
- a whole host of applicative sectors (from bottling to palletising) with a host of functional requisites very different from each other;
- a whole host of concerns (from globalised and centralised mega-groups to super-specialised micro enterprises);
- a whole host of users (new large multinational groups and service concerns that pack for third parties).
Hence there is not and cannot be a single way to packaging machine automation as has occurred for machine tools or robots. This is why it is difficult to “read” this sector, that has an effective strongpoint in its specialisation and exploitation of niches. For the “forecasts” as to possible future scenarios, please see the coming issue of ItaliaImballaggio.

Mario Salmon
MS Automation, San Lazzaro di Savena (BO)



Uno per tutte

PACCHETTO TECNOLOGICO Destinato all’automazione di ogni tipo di confezionatrice, ELAU AG ha presentato di recente un nuovo pacchetto tecnologico, apprezzato per la modularità e la facilità di gestione, a tutto vantaggio della riduzione dei tempi e dei costi di sviluppo per gli OEM.

Presentata l’ottobre scorso alla fiera Fachpack di Norimberga, la soluzione hardware e software messa a punto da ELAU AG risponde a tutti i requisiti di automazione richiesti da sistemi di confezionamento molto complessi; tuttavia, grazie alla sua struttura modulare, può essere facilmente implementata anche su altri tipi di confezionatrici (a medio o bassa complessità), ottimizzandone l’impiego e ottenendo sicuri vantaggi in termini economici.
L’OEM deve infatti semplicemente “aprire” il progetto precostruito da ELAU per le confezionatrici, e modificare in base alle proprie esigenze i moduli funzionali presenti; ma può anche programmare in autonomia i moduli specifici per le varie macchine e integrarli di conseguenza. Con la combinazione di un codice precostituito e autoprogrammato, il costruttore di macchine può così soddisfare la quasi totalità delle esigenze produttive.
D’altronde, nel nuovo pacchetto tecnologico, ELAU ha già previsto e costruito un numero tale di moduli che il cliente impiega meno di 1 mese per crearsi un proprio programma standard, adattabile a tutte le tipologie di macchine confezionatrici: verticali o orizzontali, a produzione continua o intermittente e con rendimenti variabili tra i 20 e i 250 cicli.
Il tutto all’insegna della flessibilità spinta. Come ha sottolineato il direttore della divisione Applicazioni Antonio Marra, ELAU si è presa del tempo per mettere a punto la soluzione, ma alla fine è stata in grado di presentare ai propri clienti un modello sperimentato e dalle prestazioni elevate, che fosse soprattutto facile da gestire (agevolando tra l’altro la riduzione dei tempi e dei costi di sviluppo); il produttore tedesco ha seguito un iter concettuale basato sulla convinzione che solo una struttura unitaria, collaudata e che non debba essere modificata costantemente, possa fungere da solido fondamento del programma utilizzato dagli utenti.

Hardware scalabile per tutti i livelli di complessità
L’esperienza di ELAU nell’ambito dell’automazione dei processi di confezionamento e di macchine confezionatrici di livello medio-alto è comprovata da un nutrito elenco di referenze (costruttori di macchine e utenti finali localizzati in tutto il mondo). Oggi, però, grazie ai recenti adeguamenti dell’hardware dei propri prodotti, ELAU può competere anche nel segmento delle macchine caratterizzate da complessità medio-bassa. Dal lavoro di ricerca è scaturito un sistema di automazione che risponde a tutti i requisiti, dal momento che è completamente scalabile sia a livello di HMI che di controlli e di azionamenti. I controlli ELAU si distinguono infatti principalmente per le diverse classi di numero di assi gestiti. Per quanto riguarda il software, sono compatibili al 100% e quindi il programma, una volta eseguito, può essere utilizzato su tutte le tipologie di macchine con controlli diversi.
«L’impostazione centralizzata di automazione di PacDrive™ è ottimale per tutte le macchine provviste di motion» spiega Thomas Cord, direttore della divisione Sviluppo di ELAU, che puntualizza come «con il pacchetto tecnologico studiato per confezionatrici flowpack, abbiamo dimostrato che la tecnica di automazione scalabile e centralizzata sia applicabile anche a macchine del segmento medio-basso, poiché supporta la modularità come nessun’altra architettura di sistema. In questo caso, la modularità del software evita inutili interfacce, e consente di raggiungere la massima semplicità possibile».



ELAU a colpo d’occhio - Fondata nel 1978 a Marktheidenfeld, ELAU AG nasce nell’ambito della tecnica dei controlli. L’azienda, che conta 250 dipendenti nel mondo, si è costruita una solida reputazione, in particolare nell’ambito delle confezionatrici. Sulla scia di un ampliamento del proprio portafoglio, si posiziona oggi come azienda specializzata nell’automazione per tutti i tipi di macchine utilizzate nell’industria dei beni di consumo, dalla macchina semplice fino a quella high-tech per i settori processo, imballaggio e robotica. Di recente, Schneider Electric è diventata socia di ELAU, con una quota di partecipazione del 46,5%. Da questa cooperazione, ELAU si aspetta una crescita più rapida e un accesso ancora maggiore ai gruppi industriali internazionali dell’industria dei beni di consumo, grazie alla creazione di una rete di engineering e di assistenza ramificata nel mondo.

ELAU at a glance - Founded in 1978 in Marktheidenfeld, ELAU AG has its roots in the drive engineering field. The company, which numbers 250 employees worldwide, has made a name for itself, especially in the field of packaging machines.
As part of a portfolio expansion exercise, they are now positioning themselves as a company specialised in automation of all types of machine used in the consumer goods industry, from simple to high-tech machines for production, packaging and robotics. Recently, Schneider Electric became a partner of ELAU with a stake of 46.5% in the company. ELAU expects this partnership to accelerate growth and give the company greater access to international industrial groups in the consumer goods industry, thanks to the creation of a global network of engineering and service branches.






I vantaggi del pacchetto tecnologico
• Riduzione dei tempi e dei costi di programmazione, grazie alla massima semplificazione del sistema; a fronte di questa effettiva riduzione, anche le macchine diventano più economiche. Poiché le macchine, dal punto di vista software, sono strutturate allo stesso modo, sia la messa in funzione sia l’assistenza e l’integrazione di moduli aggiuntivi viene notevolmente semplificata.
Ma riassumiamo gli altri aspetti qualificanti della proposta ELAU:
• hardware scalabile per quanto riguarda prezzo/prestazioni;
• elevato numero di funzioni di base;
• struttura di programma standard e facilmente ampliabile;
• stessa struttura di programma per macchine di complessità bassa, media e alta;
• OMAC State Model integrato nel programma;
• programma di applicazione IEC 61131;
• architettura di automazione standardizzata secondo direttive OMAC;
• un concetto di automazione per tutte le varianti di macchina;
• consulenza e training sui sistemi;
• assistenza in tutto il mondo.
Il pacchetto tecnologico si articola in una serie di moduli funzionali relativi a: asse master, tiro film, saldatura longitudinale, saldatura trasversale, marcatura del sacchetto/stampante, alimentazione del prodotto, scarto, regolazione ballerini, gestione formato.
Ricordiamo che per ogni modulo di funzione della macchina esiste una serie di funzionalità che facilita al costruttore la programmazione di tutti i tipi di confezionatrici in tempi estremamente brevi.


The advantages of the technological package
• Reduction of planning times and costs, thank to maximum simplification of the system; in the face of this effective reduction machines too become more economical. As the machines, from the software point of view, are structured in the same way, start up, assistance and integration of added modules are considerably simplified.
But let’s summarise the other salient aspects of the ELAU proposal:
• scalable hardware in terms of price/performance;
• high number of basic functions;
• standardised and easy to extend program structure;
• same program structure for machines of low, medium and high complexity;
• OMAC State Model integrated in the program;
• IEC 61131 user program;
• standardised automation architecture in accordance with OMAC guidelines;
• one automation concept for all machine variants;
• system advice and training;
• global service.
The technological package consists of a series of functional modules for: master servo drive, film pull, longitudinal sealing , tranversal seam, bag labeling/printer, product infeed, offcuts, roller tuning, format handling. Each machine function module contains a number of functions which enable the manufacturer to program all types of packaging machine in the shortest possible time.




One for all
Destined for automation of any packaging machine type, ELAU AG recently presented a new technological package, praised for its modularity and userfriendliness, bringing advantages in terms of reducing times and development costs for OEMs.

Presented at the Fachpack trade fair in Nuremberg last October, the hardware and software solution fine-tuned by ELAU AG meets all demands for automation from extremely complex packaging systems. However, thanks to its modular structure, it can be easily implemented in other types of packaging machines (medium or low complexity) optimising their use and obtaining given advantages in economic terms. The OEM should in fact simply “start up” the project previously designed by ELAU for packaging machines and modify the functional modules to suit its needs; but it can also autonomously program specific modules for various machines and integrate them subsequently. With the combination of a preconstructed and automatically programmed code, the machine manufacturer can thus satisfy almost every one of his manufacturing requirements.
And indeed, in their new technological package, ELAU has already devised and constructed such a vast number of modules that the customer takes less than 1 month to create their own standard program, which may be suited to fit all types of packaging machine: vertical or horizontal, continuous or intermittent and with speeds of between 20 and 250 cycles. All this plus a high degree of flexibility.
As Antonio Marra, manager of the application division has underlined, ELAU took its time to provide their solution, but it has in time provided its customers with a proven high performance model, which is aboveall easy to operate (saving development times and costs too). The German manufacturer has followed a conceptual line of development based on the belief that only a tried and tested unitary structure which does not need to be constantly modified can provide a solid foundation for the program used by the customers.

Hardware scalable to all levels of complexity
ELAU’s experience in automating packaging processes and packaging machines of medium-high complexity is proven by their long list of references (machine manufacturers and end users all over the world). Now however, recent hardware adaptations mean ELAU can also compete in the medium-low complexity machine segment. Research work has led to the production of an automation system which satisfies all requirements, as it is completely scalable with both the HMIs and drives and controllers. ELAU controllers indeed mainly stand out for different capacity categories of axes run by the same. As far as software is concerned, they are 100% compatible and therefore once programmed, the software can be used on all types of machine with different controllers.
“The centralised PacDrive™ automation is absolutely right for all machines provided with motion. With the flowpack machine technology package, we have now proved that central, scalable automation technology is suitable for machines of low and medium complexity too, as it supports the modular approach better than any other system architecture. In this case the modularity of the software avoids unnecessary interfaces and enables the attainment of maximum simplicity“, says Thomas Cord, Research & Development Manager at ELAU.



Rilevatori fotoelettrici miniaturizzati
I rivelatori fotoelettrici serie ML7 di Pepperl+Fuchs Elcon sono particolarmente adatti ad applicazioni nel settore del packaging e nella tecnologia dei “conveyor”, dove, grazie alle dimensioni ridotte (11x31x23 mm), possono essere utilizzati anche in spazi ristretti.
I sensori dispongono di un rivelatore fotoelettrico a traccia diretta, con distanze di rivelazione fino a 4.5 metri e, a livello opzionale, di filtri di polarità e di una sonda per riflessione (che estende la distanza operativa ai 200 mm). I dispositivi inviano segnali luminosi sia dal lato del contenitore che dal pannello frontale, con una luce rossa (lunghezza d’onda 660 nm).
Il pannello di controllo dispone di un pulsante di attivazione della procedura di autoapprendimento, conforme a quella standard redatta dallo ZVEI (D), che definisce nel dettaglio come debba operare il fotorivelatore e come debba essere presentato il segnale di feedback sullo stato del sensore. Se, dopo la fase di set-up del sensore, il LED verde fornisce un segnale luminoso a intermittenza, si è in presenza di una segnalazione di errore (nel sensore o nel controller). Se a fornire un segnale intermittente è invece il LED giallo, che indica lo stato di commutazione del sensore, è in atto un problema di tipo funzionale. I fotorivelatori possono essere forniti anche con speciali funzioni di uscita per l’invio di allarmi automatici al sistema di controllo.



Miniaturized photoelectric sensors
The photoelectric sensors of the ML7 series by Pepperl+Fuchs Elcon are especially suited to applications in the packaging and the conveyor technology sector, where thanks to their small size (11x31x23 mm), they can also be used in small spaces.
The sensors have a direct trace photoelectric sensor, with sensing distance of up to 4.5 metres and optionally, polarity filters and a reflection probe (that extends the operating distance to 200 mm). Flashing red light signals (wavelength 660 nm) are emitted from container side and from the front panel.
The control panel has a switch for activating the selflearning procedure, conforming to the standard one drawn up by the ZVEI (D), that define of how the photosensor should operate and the presentation of the feedback signal on the sensor state. If, after the sensor set-up phase, the green LED flashes, this means an error has occurred (in the sensor or in the controller). If though the yellow light flashes, that indicates the switch state of the sensor, a functional type problem has occurred. The phot osensors can also come with special outlet functions for sending automatic alarms to the control system.



Intermittori
Oltre a tavole rotanti, manipolatori e unità meccaniche, nella gamma di Autorotor (Vaiano Cremasco, CR) figura anche una ricca offerta di intermittori.
• Gli intermittori ad assi ortogonali IT e gli oscillatori ad assi ortogonali OT sono dispositivi meccanici che, tramite una camma e rulli in presa continua, trasformano il moto rotatorio uniforme dell’albero in entrata in una rotazione intermittente (modello IT) o in un’oscillazione intermittente modello (OT) dell’albero in uscita. Il numero delle stazioni standard può variare da 2 a 32, con punte fino a 540 dove richiesto (ma è disponibile, come per le tavole rotanti, anche il tipo continuo).
L’angolo di oscillazione standard per l’OT può raggiungere i 90°. I dispositivi Autorotor applicano la migliore legge di moto per ogni esigenza specifica del cliente, seguendo algoritmi matematici.
• Gli intermittori AP (assi paralleli) e gli oscillatori OP sono unità meccaniche ad assi paralleli che trasformano la rotazione uniforme dell’albero in entrata in rotazione/oscillazione intermittente dell’albero in uscita. Tale albero è cavo, per consentire il passaggio di tubi per aria compressa, cavi, ecc. Il numero di stazioni dell’AP va da 1 a 8; l’angolo standard di oscillazione dell’OP può arrivare fino a 45°.
• Gli intermittori veloci ad assi ortogonali ITV possono raggiungere i 700/800 cicli al minuto (e sono quindi ideali per macchine pastigliatrici, alimentatori di presse/trance veloci, ecc.) garantendo elevata ripetibilità e assenza di vibrazioni.



Intermittent drives
As well as turntables, manipulators and mechanical units, the Autorotor (Vaiano Cremasco, CR) range also includes numerous intermittent drives.
• The IT series intermittent drives and the OT series oscillating drives are mechanical square axis devices. A mechanical barrel cam and followers transform the inlet shaft uniform rotation into intermittent rotation (IT series), or an intermittent oscillation (OT series), at the outlet. Also for the IT series, the number of standard indexing can range from 2 up to 32; over 32, up to 540 on request (it is also available the continuous type). Standard oscillating angle of the OT series can be up to 90°. As a rule for all the production, Autorotor applies the most suitable motion law for specific customer’s need, following exact mathematical functions.
• Intermittent drives series AP
(Parallel Axis) and oscillating drives series OP are mechanical parallel axis units which transform the uniform rotation of the inlet shaft in an intermittent rotation of the output shaft.
The output shaft is hollow, so hoses, wires, etc. can pass through it. The number of AP indexings ranges from 1 to 8; standard OP oscillation angle can reach 45°.
• High speed intermittent drives ITV series are mechanical square axis devices, whose operating principle is almost the same as the IT series above. Their peculiar manufacturing featuring, however, make them a class of products apart.
At present their speed can reach 700/800 cycles/min. (excellent speed for tablet press, high speed press/shears feeder, etc.), although featuring high repeatability and absence of vibrations which are peculiar to Autorotor production.



Sensori per prodotti solidi e liquidi
Dimensioni compatte (34x16x18 mm) e facilità d’installazione: sono queste le due caratteristiche peculiari del sensore capacitivo microBOX di SIE (proposto da Balluff Automation, Torino), provvisto di due fori da 3 mm, su entrambi i lati, che ne consentono il fissaggio anche con comuni fascette. La versione standard di microBOX è in grado di rilevare materiali solidi e liquidi attraverso pareti di plastica o vetro. Con una distanza di lavoro regolabile tra 1 e 8 mm, il sensore è equivalente a un M18 in custodia. È inoltre disponibile FSA microBOX, un sensore specifico per il rilevamento di livelli di liquidi dipolari; grazie alla nuova tecnologia “SmartLevel”, questo strumento è in grado di combattere con efficacia il problema della presenza di eventuali sedimenti di sporcizia. Per rilevare materiali particolarmente difficili, è possibile richiederne versioni con regolazioni persolizzate. I sensori microBOX sono protetti da custodia di polipropilene molto resistente agli agenti chimici, e inoltre il LED di segnalazione è salvaguardato da una guaina trasparente. La sensibilità può essere regolata tramite un potenziometro multigiro, la cui vite è protetta, anch’essa, da un apposito involucro.



Sensors for solid and liquid products
Compact size (34x16x18 mm) and easy to install: these are the two peculiar characteristics of the capacitative microBOX sensors made by SIE (proposed by Balluff Automation, Turin), that have two 3 mm holes on both sides, that also enable fixing with common binding strips. The standard version of microBOX is capable of sensing solid and liquid material through plastic or glass walls. With a work distance that can be set between 1 and 8 mm, the sensor is like a cased M18. FSA microBOX is also available, a special sensor for sensing levels of dipolar liquid; thanks to the new “SmartLevel” technologies, this tool is capable of successfully countering the problem of the presence of dirt sediment. To sense particularly difficult materials, versions with personalised regulation can be requested. The microBOX sensors are protected by a sturdy polypropylene case that stands up to chemical agents, and the LED signal is protected by a transparent sheath. Sensitivity can be adjusted by way of a multirotational potentiometer, with screw protected by a special cover.



Drives per l’automazione industriale
Baumüller, nome di spicco nel settore servoazionamenti brushless, asincroni, DC e relativi motion control/interfacce operatore, presenta due nuove soluzioni per l’automazione industriale, specifiche per i comparti imballaggio, plastica, converting e handling.
• I drives per potenze fino a 2 kW Bmax 3400 sono completi di comando analogico, can-open ed emulatore encoder.
Caratterizzata da un tempo anelli di regolazione di 125 microsec e dalla funzione posizionamento integrato, questa soluzione compatta è disponibile per servomotori brushless a bassa inerzia o motori torque o lineari (presenti nella gamma Baumüller).
• I Bmax 2300 sono invece motori brushless fino a 2 Nm, completi di servoazionamento integrato e funzioni can-open, analogica e posizionatore; è disponibile anche la versione Bmax 2400, con elettronica separata da motore.
Questi due prodotti (messi a punto dall’azienda di Norimberga e proposti in Italia dalla filiale di Corsico, MI) completano la linea di Servoazionamenti Bmax già disponibile nella versione 4400, da 2 a 500 A, che offre anche la possibilità di integrare scheda motion-control con linguaggio Plc-Open IEC61131, per realizzare soluzione complete di automazione industriale come aspi, cesoie rotanti, sincronismi e camme.



Drives for industrial automation
Baumüller, lead name in the brushless servodrive, asynchronous, DC and relative motion control/operator interface sector, presents two new solutions for industrial automation, specifically for the packaging, plastic, converting and handling sectors.
• The up to 2 kW Bmax 3400 drives come complete with analogical controls, can-open and encoder emulator. Featuring 125 micrsec adjustment rings and integrated position functions for some time, this compact solution is available for low inertia brushless servomotors or torque or linear motors (present in the Baumüller range).
• The Bmax 2300s are in turn brushless motors up to 2 Nm, complete with integrated servofunctions and can-open, analogical and positioner functions; also available in Bmax 2400 version, with electronics separated from the motor. These two products (devised by the Nuremberg concern and offered in Italy by its Corsico branch, MI) complete the line of Bmax servodrives already available in 4400 versions, from 2 to 500 A, that also offers possibilities to integrate motion-control cards with Plc-Open IEC61131 open language, for creating complete industrial automation solutions such as winders, rotating sheers, synchronisms and cams.



Controllo del movimento
CDS div. di Bettinelli F.lli SpA (Bagnolo Cremasco, CR) cura lo sviluppo tecnologico di componenti meccanici e sistemi per l’automazione che hanno in comune, come elemento di controllo del movimento, una camma variamente configurata e profilata. Il principio di funzionamento consiste nella trasformazione di un moto continuo in uno intermittente rotatorio o lineare, dove la camma costituisce il “movente” di questo meccanismo, e l’organo divisore, che rappresenta il “cedente”, è responsabile della precisione del posizionamento. Quest’ultimo è costituito da uno o più dischi che supportano una serie di perni folli disposti radialmente o assialmente, conferendo il movimento richiesto all’albero dell’utenza. Per ciascun’applicazione, inoltre, si potrà scegliere la legge di moto che garantisce il migliore controllo del movimento e/o delle inerzie. CDS ha sviluppato famiglie di prodotti contraddistinte dalla differente posizione degli alberi delle utenze rispetto a quelli di presa moto e dalle differenti soluzioni tecnologiche scelte per la camma. L’azienda cremasca, lo ricordiamo, rende disponibile il proprio servizio tecnico applicativo con software personalizzati, avvalendosi di un’esperienza ormai decennale nei diversi settori dell’automazione.



Movement control
The CDS div. of Bettinelli F.lli SpA (Bagnolo Cremasco, CR) specialises in the technological development of mechanical components and automation systems that all have movement controlled by variously configured and profiled cams as the point in common. The functioning principle consists of transforming continuous motion into intermittent rotary or linear motion, where the cam constitutes the “driver” of this mechanism, the divisory organ, that constitutes the “follower”, being responsible for the accuracy of the positioning. The latter is made up of one or more disks that support a series of idle pins set out radially or axially, conferring the required movement to the operational shaft. What is more, for each application the rule of motion guaranteeing the best control of the movement and/or the inertia can be chosen. CDS has developed families of products defined by the different positions of the operational shafts as against the motion pick-up shafts and by the different technological solutions chosen for the cam. We cite that the Cremona based concern makes its own technical and applicative service available with personalised software, availing itself of what is now ten years of experience in the various automation sectors.



Un piccolo, grande sensore
La crescente complessità dei sistemi automatizzati per l’assemblaggio, il confezionamento e il processo ha fatto nascere (in tutta la sua urgenza) la necessità di livelli d’integrazione sempre più elevati e dispositivi di dimensioni sempre più ridotte. Fino ad oggi, però, fibre ottiche e piccoli sensori non erano in grado di soddisfare appieno tutte le esigenze applicative perché, per fare un esempio, l’interferenza di sfondo e quella creata tra più sensori alloggiati in uno spazio limitato, generava problematiche incertezze.
Le nuova serie Minos di sensori fotoelettrici a tasteggio diretto con soppressione di sfondo regolabile, messa a punto da Baumer Electric (Assago, MI), ha superato queste limitazioni. Inoltre, i sensori sono corredati da un algoritmo che elimina le influenze ottiche reciproche, rendendo possibile la compresenza di un gran numero di sensori anche in spazi limitati. Un altro tradizionale “elemento critico” nell’applicazione dei sensori era rappresentato dalla posizione del cavo, che poteva creare problemi di alloggiamento. In risposta a questo problema, la serie Minos è stata realizzata in due versioni: con uscita cavo verso il retro o verso il basso. Un’ulteriore semplificazione è stata ottenuta impiegando un solo foro di fissaggio M3. In alternativa alla classica staffa di fissaggio, il Minofix, con il suo passa cavo, rende il monitoraggio del sensore ancora più semplice e veloce. La serie Minos rappresenta una linea completa di sensori con regolazione dello sfondo e della sensibilità, dal sensore a tasteggio diretto, a retro-riflessione con polarizzatore e a barriera.



A small but great sensor
The growing complexity of automated systems for assembly, packaging and processing has led to the pressing need of ever higher levels of integration and devices ever smaller in size. To date though, fibre optics and small sensors were not capable of fully satisfying all the applicative needs because, to cite an example, the background interference and that created by two sensors housed in a limited space, generated uncertainties that caused problems. The new Minos series of diffuse reflective sensors with adjustable background suppression, devised by Baumer Electric (Assago, MI), has overcome this limitation. As well as that, the sensors are fitted with an algorithm that eliminates reciprocal optical influences, allowing the presence of a large number of sensors even in limited space. Another traditional “critical element” in the application of sensors was represented by the position of the cable, that could create housing problems. In response to this problem, the Minos series has been created in two versions: with rear or downward cable outfeed. A further simplification was attained using a single M3 securing hole. As opposed to the classic securing bracket, Minofix, with its cable attachment, makes monitoring of the sensors even simpler and quicker. The Minos series is a complete line of sensors with background and sensitivity regulation, from diffuse reflective to retro-reflection polarizer and barrier sensors.



Pannelli operatore
Il pannello testo Vipa TD 03 e il pannello operatore Vipa OP 03 di Vipa Italia Srl (BS), collegati alle CPU Vipa e alle CPU S7-300/400 di Siemens, permettono la visualizzazione e la supervisione dei messaggi. Caratterizzati da un display LC, retroilluminato con LED, con 2 righe da 20 caratteri, sono dotati di interfaccia MP2I integrata (protocollo MPI standard + protocollo seriale RS-232, che consente la programmazione con il cavo seriale “Green Cable”). Il pannello testo Vipa TD 03 può essere integrato, a livello opzionale, con l’interfaccia Profibus-DP. Il software di programmazione, gratuito, è il “TD-Wizard”. Vipa TD 03 ha 4 Tasti funzione e 5 Tasti operativi, con menu in 2 lingue. Vipa OP 03 è invece programmabile con il software Protool di Siemens, è dotato di 5 tasti funzione, 8 tasti sistema e 10 tasti alfanumerici, con menu in 5 lingue. Il pannello gestisce le password e ha una memoria utente di 256 kB, 4096 variabili (MMC opzionale). I pannelli Vipa sono dotati di tutte le funzione proprie ai pannelli di interfaccia industriale con display LCD e tastiera a membrana. La struttura metallica, caratterizzata da materiali e componenti di grande qualità e resistenti nel tempo, riduce i problemi di interferenze.



Operator panels
The Vipa TD 03 text panel and Vipa OP 03 operator panel made by Vipa Italia Srl (BS), connected to the Vipa CPU and the Siemens S7-300/400 CPU, enable viewing and supervision of messages. Featuring a backlit LC LED display, with two lines of 20 characters, they are fitted with an integrated MP2I interface (MPI standard protocol + RS-232 serial protocol, that enables programming with the serial “Green Cable”). The Vipa TD 03 text panel can be optionally integrated with Profibus-DP interface. The free programming software is “TD-Wizard”. Vipa TD 03 has 4 function and 5 operation keys with menu in 2 languages. Vipa OP 03 can in turn be programmed with Siemens Protool software, and has 5 function keys, 8 system and 10 alphanumeric keys, with menu in 5 languages. The panel controls the password and has a memory of 256 kB, 4096 variables (MMC optional). The Vipa panels are fitted with all the functions of industrial interface panels with LCD display and membrane keyboard. The metal structure, featuring materials and components of great quality and resistant in time, reduces the problems of interference.



Lettori ID
Cognex Corporation, nome di livello mondiale nella produzione di sistemi e sensori di visione, ha introdotto una nuova gamma di lettori ID. Proprio all’inizio dello scorso anno, Cognex aveva costituito una nuova divisione focalizzata espressamente sul mercato ID, con l’obiettivo di sviluppare e fornire prodotti in grado di leggere e verificare i codici a matrice di dati (Data Matrix™) su componenti che adottano tecniche di marcatura diretta (DPM - Direct Part Marked). La nuova serie di lettori, di tipo sia portatile sia su supporto fisso, utilizza adesso le più innovative tecnologie messe a punto da Cognex per fissare nuovi standard in termini di affidabilità di decodifica.
• Nell’offerta sono compresi due nuovi lettori su supporto fisso ad alta velocità: il primo garantisce eccellenti prestazioni di lettura in tempo reale di codici monodimensionali (1D) e bidimensionali (2D) ed è in grado di leggere codici impressi sfruttando tutte le tecniche DPM, mentre il secondo, oltre ad avere le stesse caratteristiche del modello appena menzionato, è equipaggiato con tool specifici capaci di eseguire accurate analisi del codice Data Matrix.
• Per quanto riguarda i lettori portatili, DataMan 6400 sfrutta l’illuminazione a LED a fondo luminoso diffuso per la lettura di marchi impressi tramite laser o getto d’inchiostro, mentre DataMan 6500 utilizza l’illuminazione a LED sia a fondo diffuso sia campo scuro per la lettura di codici caratterizzati da un contrasto basso e realizzati mediante incisione chimica e martellamento. Di peso contenuto, i lettori della linea DataMan si distinguono per la concezione ergonomica, che conferisce doti di comodità e semplicità d’uso: l’alloggiamento in un robusto contenitore in policarbonato, la presenza di paracolpi di gomma, e di circuiti elettronici montati in modo da resistere alle sollecitazioni, ne permettono l’impiego nelle più diverse applicazioni in campo industriale.



ID readers
Cognex Corporation, top world name in the production of viewing systems and sensors, has introduced a new range of ID readers. At the beginning of last year Cognex started up a new division focussed expressly on the ID market, with the objective of developing and supplying products capable of reading and checking matrix codes of data (Data Matrix™) on components that adopt DPM Direct Part Marked techniques. The new series of readers, both portable and fixed support, use the most innovatory technologies devised by Cognex for setting new standards in terms of decoding reliability.
• Their offer includes two new high speed fixed support readers: the former guarantees excellent read performance in real time of 1 D and 2 D codes and is capable of reading impressed codes exploiting DPM techniques, while the latter, as well as having the same characteristics as the model just mentioned, is fitted with specific tools capable of carrying out accurate analyses of Data Matrix codes.
• As far as portable readers are concerned, the DataMan 6400 incorporates diffuse bright-field LED illumination for reading laser or inkjet marks, while the DataMan 6500 uses both diffuse bright-field and a unique dark-field LED illumination method for reading the extremely low-contrast codes formed by electro-chemical etch and dot peen processes. Limited in weight, the readers of the DataMan line stand out for their ergonomic conception that makes them handy and simple to use: the housing in a robust polycarbonate container, the presence of rubber shields and the electronic circuit assembled so as to stand up to wear enable its use in the most varied applications in the industrial field.



Inverter allo stato dell’arte
Control Techniques, dopo due anni di ricerca e sviluppo, sta lanciando la gamma di inverter “Commander SK”, caratterizzati da dimensioni ridotte, semplicità di utilizzo, funzionalità e buon rapporto qualità/prezzo.
Commander SK è stato progettato con la semplicità e compattezza tipiche degli inverter “general purpose”, ma si distingue per la gestione dei task di frenatura dinamica, il ModBus, il controllo PID, il filtro EMC integrato, i bus di campo più comuni, la memoria espandibile, i controlli in anello chiuso e posizionamento. I terminali di potenza e di controllo sono facili da collegare, anche nelle unità di taglia più piccola. I terminali di controllo consistono in 5 ingressi digitali, 1 uscita digitale, ingressi analogici 4-20 mA e 0-10V che consentono il controllo PID, 1 riferimento +10V, 2 relè, 1 ingresso analogico 0-10V, 1 uscita a +24V e Modbus RTU. Commander SK è inoltre fornibile con un pressacavo (opzione) conforme alle norme NEMA1 utilizzate nel mercato americano, ma anche in previsione della stessa richiesta per il mercato europeo.
In configurazione standard, Commander SK viene fornito con filtro EMC integrato (conforme alle norme EN61800-3) e con chopper di frenatura che offre un’eccellente risposta dinamica con dissipazione dell’energia su resistenza esterna.
È inoltre disponibile, sui moduli opzionali SM (intercambiabili con quelli di Unidrive SP), una gamma completa dei più comuni Bus di Campo, PROFIBUS-DP, DeviceNet, CANbus, CANopen, Modbus RTU, INTERBUS, CTNet e ETHERNET con protocollo Modbus TCP/IP, Ethernet IP e addirittura HSE. ll software di configurazione CTSoft per utilizzo su PC viene fornito gratuitamente con ogni inverter, mentre il software di programmazione SyPTLite con i moduli opzionali SM e la Logic Stick offrono maggiori funzionalità, permettendo all’utilizzatore la sostituzione di nano/micro PLC o relè e timer esterni: un importante strumento di risparmio per i costruttori, poiché garantisce maggiore funzionalità a un costo più basso eliminando componenti aggiuntivi molto costosi, riducendo gli ingombri, il peso, le dimensioni del quadro elettrico e i tempi di cablaggio e test.



State-of-the-art inverters
Control Techniques, after two years of R&D, is launching its Commander SK range of inverters, featuring small scale, simplicity of use, functionality and a good quality/price ratio. Commander SK has been designed with the simplicity and compactness typical to “general purpose” inverters, but it also excels in the running of dynamic braking tasks, ModBus, PID control, integrated EMC filters, the most common field buses, expandable memory, closed ring controls and positioning. The power and control terminals are easy to link up, also in the smaller sized systems. The control terminals consist of 5 digital inputs, 1 digital output, 4-20 mA and 0-10V analogical inputs that enable PID control, 1 +10V reference, 2 relays, 1 0-10V analogical input, 1 +24V outfeed and Modbus RTU. Commander SK can also be supplied with a cable entry (optional) conforming to NEMA1 standards used on the US market, but also anticipating future demand on the European market.
In standard configuration, Commander SK is supplied with an integrated EMC filter (conforming to EN61800-3) and with brake choppers that offer an excellent dynamic response with dissipation of energy from external resistance. Furthermore, a complete range of the most common fieldbuses are also available on optional SM modules (interchangeable with Unidrive SP modules): PROFIBUS-DP, DeviceNet, CANbus, CANopen, Modbus RTU, INTERBUS, CTNet and ETHERNET with Modbus TCP/IP, Ethernet IP and even HSE protocol. The CTSoft configuration software for use on PC is supplied free with each inverter, while the SyPTLite programming software with optional SM modules and Logic Stick offers greater functionality, enabling the user to replace nano/micro PLCs or external relays and timers: an important means of saving for constructors, in that it guarantees greater functionality at lower cost, eliminating costly additional components, reducing bulk, the weight, the size of the electrical panel as well as cabling and testing times.



“Belle” prestazioni
Con il marchio Vectron, Bonfiglioli Riduttori Spa (Lippo di Calderara, BO) fornisce al mercato la serie Active, ultima realizzazione nell’ambito degli inverter vettoriali ad alte prestazioni. Si tratta di convertitori di frequenza versatili e di facile impiego, in grado di raggiungere una potenza di 18,5 kW. Disponibile in due grandezze (230 V mono-trifase) e 4 grandezze (400 V trifase) Active assicura risultati di funzionamento ottimali e riproducibili, grazie allo smontaggio modulare degli hardware delle apparecchiature e alla possibilità di installare procedure e caratteristiche di regolamentazione installabili col software. Si segnala inoltre la possibilità di integrare l’apparecchiatura con moduli di espansione opzionali: ingressi e uscite analogici e digitali e interfaccia di comunicazione System bus (canopen).
• Gli inverter Active sono stati selezionati e scelti dall’ADI (Associazione Design Industriale) per comparire nell’ADI Design Index 2004, l’annuario che seleziona e raccoglie gli oggetti italiani più significativi per design, innovazione e qualità. La scelta di ADI è un riconoscimento che premia la convinzione di operare e sviluppare i progetti in tutte le direzioni, dalla sostanza all’estetica. Il design dei prodotti industriali tiene conto delle nuove esigenze che le imprese hanno di affinare sempre più il proprio modo di concepire gli ambienti di lavoro, dove la capacità di interpretare i tempi coincide con una elevata cultura del fare.



“Beautiful” performances
Under the brand name Vectron, Bonfiglioli Riduttori Spa (Lippo di Calderara, BO) is marketing the Active series, the latest development in the field of high performance vectorial inverters. These are versatile, easy to use frequency converters which can achieve a power output of 18.5 kW. The inverter, available in two sizes (230 V mono-three-phase) and 4 sizes (400 V three-phase), ensures excellent and reproducible function results, thanks to the modular dismantling of the appliance hardware and the possibility of installing adjustment procedures and specifications through software. There is also the possibility of integrating the equipment with optional expansion modules: analogue and digital inputs and outputs and System bus (canopen) communication.
• The new Bonfiglioli Active series inverters have been selected by ADI (the Italian Industrial Design Association) for inclusion in the ADI Design Index 2004, a prestigious annual publication featuring the most important industrial design achievements of the year. The inclusion in the DESIGN INDEX 2004 confirms Bonfiglioli’s long-standing conviction that its work must embrace all aspects, from substance to aesthetics. The design of industrial products must take into account the new demand on companies to continuously refine their concept of the work environment, where interpreting the present coincides with a strong culture of making and doing.



Barriere e sensori
Datasensor ha recentemente ampliato la famiglia AREAscan™ di barriere fotoelettriche di misura e rilevazione con la nuova serie DS2, articolata in 4 modelli (altezze di rilevazione pari a 600, 900, 1200 e 1650 mm) e caratterizzata da distanza operativa fino a 5 m, tempo di risposta minimo di 10 ms, precisione nella misura di altezza di 6 mm e oggetto minimo rilevabile di 12 mm.
L’architettura self-contained rende l’installazione semplice e veloce, anche grazie ai connettori standard M12. La configurazione può essere impostata manualmente o mediante un’interfaccia grafica da PC remoto su porta seriale RS485. L’interfaccia seriale consente inoltre la trasmissione della misura in codice binario o ASCII, il controllo dello stato operativo e l’impostazione di diversi valori di baud-rate (da 9600 a 57600 baud). Di Datasensor segnaliamo anche i sensori a forcella serie SRF, dispositivi fotoelettrici a elevata precisione per risoluzioni fino a 0,3 mm. La particolare forma ad ‘U’, con ricevitore e proiettore contrapposti, rende il monitoraggio semplice e veloce, assicurando prestazioni affidabili e resistenza alle vibrazioni. L’impostazione della sensibilità è regolabile tramite un trimmer sul lato posteriore, dotato di un LED rosso con visibilità a 360° per la segnalazione dello stato operativo. La serie comprende versioni con incavi da 30, 50, 80 e 120 mm, per meglio adattarsi alle esigenze di applicazioni quali la rilevazione di etichette opache su supporto trasparente, il monitoraggio di posizione e dimensione dei materiali o il conteggio di oggetti su nastri trasportatori.



Modular servodrives
The new IndraDrive M system of modular servodrives by Rexroth covers the entire range from 1.5 to 120 kW and combines the functions of Indramat’s DIAX and Bosch Automation’s Servodyn on the same platform, brands brought together under the Rexroth logo. The IndraDrive M series supports all the current communication systems, such as Sercos, Profibus, CANopen, DeviceNet, Interbus, parallel and analogical interfaces. As well as a PLC integrated in the drives (as under IEC 61131-3), IndraDrive M also has integrated safety functions. This technology (that conforms to EN-954-1, Cat. 3) enables the respect of the European safety rulings without added components or command routing. The software supplied contains all the necessary basic functions, such as running of the positioning unit and standardized extensions: correction of axial drift; function of main chuck; synchronisation of axes; electronic camswitch; technological package based on integrated PLC. With the Drivetop tool start-up is rapid and interactive, while the Autotuning function contributes to rapidly adapting the regulation parameters with the automatic circuit setting. A broad range of highly dynamic synchronous servomotors, asynchronous-, assembly box-, torque and former protection motors complete the drive package.



Fotocellule standard e speciali
La nuova serie di fotocellule Laser W190L di Sick (a cavo o a connettore), destinate ad applicazioni nell’industria dell’imballaggio, elettronica e della meccanica di precisione, sono disponibili in versione Standard e High Grade: la prima è indicata per le normali applicazioni industriali, mentre la seconda consente la massima accuratezza anche in condizioni critiche. Grazie all’impiego della tecnologia CMOS, la serie High Grade (articolata a sua volta nelle versioni a tasteggio con soppressione di sfondo/primo piano e a riflessione per trasparenti) assicura infatti alte risoluzioni e affidabilità nei compiti di rilevamento critici. La versione a riflessione con catarifrangente, in particolare, è ideale per rilevare oggetti trasparenti come bottiglie in PET o pellicole. Uno spot luminoso, preciso e ben visibile, rende il posizionamento del sensore sul target particolarmente rapido. La regolazione è effettuata tramite pulsante di Teach-in, ma è anche possibile una regolazione manuale fine. Un valido supporto in questa fase è rappresentato dalla presenza di un display numerico. Nelle versioni a tasteggio, in particolare, è possibile selezionare i modi di funzionamento con soppressione di sfondo o di primo piano, nonché una delle modalità di Teach-in. È inoltre possibile impostare una funzione di temporizzazione, con ritardo fino a 10 s. La versione Standard è invece proposta in modelli a tasteggio con soppressione di sfondo, a riflessione e a sbarramento.



Standard and special photocels
The new series of Sick cable or connector Laser W190L sensors, for use in the packaging, electronics and precision mechanics industry, are available in both Standard and High Grade version: the former is recommended for normal industrial applications, while the latter also enables maximum accuracy in critical conditions.
Thanks to the use of CMOS technology, the High Grade series (in turn made up of the proximity versions with foreground/background suppression and reflective versions for transparent material) in fact ensure high resolution and reliability in critical reading tasks. In particular the reflective version is ideal for scanning transparent objects such as PET bottles or films. A luminous spot, accurate and easy to see, makes the positioning of the sensor on the target especially rapid. Adjustment is carried out through a teach-in switch, but a fine manual adjustment is also possible. The numerical display stands as a valid support in this case.
In the reflective versions in particular functioning with background or foreground suppression can be selected, as well as the teach-in mode. A timer function can also be set with up to 10 sec delay.
The Standard version is in turn offered in proximity models with background suppression, in reflective and throughbeam models.



Servoazionamenti modulari
Il nuovo sistema di servoazionamenti modulari IndraDrive M di Rexroth copre l’intera gamma di potenze da 1,5 a 120 kW e riunisce su una nuova piattaforma comune le funzioni degli azionamenti DIAX di Indramat e Servodyn di Bosch Automation, marchi riuniti sotto il logo Rexroth.
La serie IndraDrive M supporta tutti i sistemi di comunicazione correnti, come Sercos, Profibus, CANopen, DeviceNet, Interbus, interfaccia parallela e analogica. Oltre a un PLC integrato nell’azionamento (in base alla IEC 61131-3), IndraDrive M è dotata anche di funzioni di sicurezza integrate. Questa tecnologia (che ottempera alla EN-954-1, Cat. 3) consente il rispetto delle disposizioni di sicurezza europee senza componenti aggiuntivi o instradamento attraverso il comando. Il software fornito contiene tutte le necessarie funzionalità di base, come la gestione del gruppo di posizionamento e la regolazione della posizione, del regime di giri e dei movimenti di coppia. Sono inoltre disponibili pacchetti di ampliamento standardizzati: correzione dell’errore di asse; funzioni mandrino principale; sincronizzazione degli assi; interruttore elettronico a camme; pacchetto tecnologico sulla base del PLC integrato. Con il tool Drivetop la messa in funzione avviene in maniera rapida e interattiva, mentre la funzione Autotuning contribuisce ad adattare rapidamente i parametri di regolazione con il settaggio automatico del circuito.
Un’ampia gamma di motori con servomotori sincroni altamente dinamici, motori asincroni, motori lineari, motori in scatola di montaggio, motori coppia ed ex motori di protezione, infine, completa il pacchetto degli azionamenti.



Grids and sensors
Datasensor’s AREAscan™ family of measurement and detection light grids has been enhanced thanks to the introduction of the new DS2 series, 4 models with 600, 900, 1200 and 1650 mm detection heights. The DS2 series has a 5 m operating distance, a minimum response time of 10 ms, height measurement precision of 6 mm and 12 mm minimum detectable object. The self-contained housing offers easy and rapid installation, thanks to the standard M12 connectors. The configuration is effected manually or through a graphic interface from remote PC connected to a serial port. The RS485 serial interface consents also the transmission of the measurement in a binary or ASCII code as well as the control of the operating status and the setting of the different baud-rate values (from 9600 to 57600 baud). The slot sensors of the SRF series are photoelectric devices characterised by an excellent precision with resolutions reaching 0.3 mm. The particular ‘U’ shape with opposite receiver and emitter units makes monitoring extremely simple and rapid, guaranteeing reliable functioning as well as vibration resistance. Sensitivity adjustment is accomplished thanks to the trimmer on the posterior side of the sensor. This side has also a red LED with a 360° visibility for operating status signalling. The SRF series presents versions with 30, 50, 80 and 120 mm slots allowing different applications, including opaque label detection on transparent supports, monitoring of material position and dimension or object counting on conveyor belts.



PC industriali
Il crescente impiego di fieldbus e reti porta a un’integrazione verticale dell’automazione: sono perciò necessarie soluzioni che garantiscano grande flessibilità applicativa. Quest’esigenza trova risposta nella nuova linea di PC industriali di Gefran (Provaglio d’Iseo, BS), che ha puntato su connettività, “scalabilità” e facilità d’espansione.
• Digicom (1), unità controller su base PC, coniuga le funzioni di controllo, visualizzazione e gateway. Fra i suoi plus, la possibilità di remotare il display fino a 25 m, consentendo una disposizione della CPU in zona sicura, e del monitor in posizioni critiche. È l’unità ideale per processi ciclici o continui, grazie all’adozione di sistemi operativi embedded che permettono applicazioni Real Time interfacciabili con il resto dell’IT di fabbrica, per una gestione integrata delle informazioni. Con Digicom, inoltre, è possibile sfruttare le nuove tecnologie di comunicazione per controllo remoto introdotte da Gefran, come GDNet, il bus di comunicazione deterministico basato su rete Ethernet.
• Digistar II (2) è un Panel PC in grado di interfacciarsi con qualunque dispositivo, grazie alle porte di comunicazione di cui è dotato. Espansioni PCI, PC104, PCMCIA e 4 slot per interfaccia custom, permettono una personalizzazione totale dell’applicazione. Prestazioni e flessibilità consentono configurazioni con processori Intel©, dal Celeron© al P4©, ottimizzate sia per sistemi operativi embedded che per il più familiare WindowsXP®.
• Gilogik II (3), rete Ethernet per applicazioni hard real time, vanta prestazioni ottime per velocità e precisione, con tempi d’aggiornamento fissi di 100 microsec da/verso dispositivi remoti, con jitter prossimo a zero. Inoltre, nella configurazione per applicazioni Gilogik II, sui PC industriali Digistar II e Digicom è presente GD Net: un sistema completo d’automazione formato da HMI PC Based, CPU PLC a 32 bit ad alte prestazioni, Gateway per I/O remoti con bus GDNet, Profibus, CANOpen e DeviceNet e dall’ambiente di sviluppo software Seven.



Industrial PCs
The growing use of fieldbuses and networks leads to a natural vertical integration of automation: hence solutions are needed that not only guarantee good performance, but also applicative flexibility. This need finds an adequate response in the new Gefran (Provaglio d’Iseo, BS) line of industrial PCs that aim at connectivity, “scaleability” and ease of expansion.
• Digicom (1), PC based controller unit, marries control, viewing and gateway functions. Among its plus-points, it enables the remoting of the display up to 25 m, enabling the CPU to be placed in a safe area, and the monitor in the most critical areas. Its characteristics make it a unit ideal for cyclical or continuous processes, thanks to the use of embedded operative systems that enable Real Time applications that are interfaceable with the rest of the factory’s IT, this allowing an integrated management of information. With Digicom what is more the new remote communication technologies introduced by Gefran, such as GDNet, the deterministic communication bus based on the Ethernet network can be exploited.
• Digistar II (2) is a Panel PC capable of interfacing with any device, thanks to its communication ports. PCI, PC104 and PCMCIA expansions and 4 slots for custom interfaces, enable a total personalisation of applications. Performance and flexibility enable configurations with Intel© processors, from Celeron© to P4©, optimised both for embedded operating systems and the more familiar WindowsXP©.
• Gilogik II (3), Ethernet network for hard real time applications, can boast excellent performance in terms of speed and accuracy, with update times set at 100 microsecs from/towards remote devices, with jitter close to zero. As well as that, in the configuration for Gilogik II applications, GD Net is present on Digistar II and Digicom industrial PCs: a complete automation system formed by PC Based HMIs, 32 bit high performance CPU PLCs, Gateway for remote I/Os with bus GDNet, Profibus, CANOpen and DeviceNet and by the Seven software development environment.



Soluzione wireless per la termoregolazione
CD Automation Srl (Legnano, MI) ha messo a punto CD-Next, una soluzione wireless che riunisce le funzioni di termoregolazione, SCR resistenza e SCR ventilatori, consentendo di disegnare un lay-out complessivo in cui il cablaggio risulta notevolmente ridotto.
CD-Next è stato progettato, in particolare, per sistemi multizona con riscaldamento elettrico.
Di norma, è abbinato a un terminale operatore o supervisore che consente le seguenti funzioni: creazione di ricette di lavorazione; interazione con il processo (impostazione set, lettura temperature e altre variabili); memorizzazione di trend recenti e storici; generazione di stringhe alfanumeriche per diagnostica allarmi. Fra i punti di forza di CD-Next, segnaliamo la riduzione degli ingombri e dei tempi di montaggio, l’integrità a loop singolo, il risparmio di lavoro per ogni zona di termoregolazione e infine l’inglobamento di diverse funzioni di sistema tipiche delle macchine per la lavorazione delle materie plastiche, come il dispositivo contro la partenza a freddo di vite ed estrusore e preriscaldo a tempo programmabile.



Wireless solution for thermoregulation
CD Automation Srl (Legnano, MI) has devised CD-Next, a wireless solution that combines functions of thermoregulation, SCR resistance and SCR ventilators, enabling the design of a complete layout where cabling is considerably reduced.
CD-Next has been designed in particular for multiarea systems with electric heating. As a standard it is combined with an operator or supervisor terminal that enables the following functions: creation of work prescriptions; interaction with process (setting, temperature reading and other setting variables); storage of recent and historic trends; generation of alphanumeric strings for alarm diagnosis. Among the strongpoints of CD-Next, we cite the reduced bulk and assembly times, single loop integrity, work saving for each thermoregulation zone and finally the inclusion of various system functions typical to machines for working plastics, such as device preventing the cold start up of screw and extruder and programmable preheating time.



Raccolta dati per il confezionamento
Inspiring Software (Bussero, MI), specializzata nello sviluppo di soluzioni software per la pianificazione e il controllo dei processi produttivi, ha realizzato FDS (Factory DataStorage). Si tratta di un sistema di Data Collection in grado di soddisfare tutte le esigenze di raccolta, archiviazione e visualizzazione dei dati durante le operazioni di confezionamento. Compatibile con un gran numero di sistemi operativi (Linux, Unix, Mac OS e Windows) è completamente web-based, si utilizza con facilità e ha costi di gestione limitati.
Conforme alla norma CFR 21 Parte 11 che definisce i criteri di conservazione e archiviazione della documentazione in formato elettronico, gestisce fino a 120.000 variabili per ogni nodo FDS, con velocità fino a 10.000 variabili/sec. Il sistema raccoglie, in tempo reale, dati provenienti da varie sorgenti (bilance, PLC, selezionatrici, ecc…), raggruppando quelli con caratteristiche comuni, a intervalli di scansione predefiniti. L’archiviazione si affida al database relazionale MySQL, per evitare ridondanze e assicurare rapidità nelle interrogazioni complesse. È possibile però scegliere tra altri database relazionali (MsSQL Server, Oracle, Sybase e Informix e altri).
I dati archiviati possono essere visualizzati in formato grafico o tabella. Nel formato grafico è possibile visionare l’andamento delle variabili, scegliendo tra grafici statici e interattivi, che permettono di visualizzare le informazioni associate ai singoli punti; è inoltre possibile focalizzare l’attenzione su determinate aree del grafico, ingrandendolo o riducendolo, e salvare il risultato ottenuto. Nel formato “tabella”, con un semplice web editor, è possibile costruire e configurare report ad hoc o presentarli suddivisi in più pagine con un numero fisso di record.



Data collection for packaging
Inspiring Software (Bussero, MI), specialised in the development of software solutions for planning and controlling production processes, has created FDS (Factory DataStorage). This is a Data Collection system capable of satisfying all the needs of data collection, storage and viewing during packaging operations.
Compatible with a huge number of operative systems (Linux, Unix, Mac OS and Windows) it is completely web-based, is easy to use and has contained running costs.
Conforming to CFR 21 standard Part 11 that defines storage and preservation criteria of electronic documentation, it runs up to 120,000 variables for each FDS junction, at speed up to 10,000 variables/sec. The system gathers together data from various sources (scales, PLCs, selectors, etc.) in real time, grouping data with common characteristics at preset scanning intervals. Storage is entrusted to MySQL interlink database to avoid redundancy and ensure speed in complex interrogation. Other interlink databases (MsSQL Server, Oracle, Sybase and Informix and others) can be selected.
The data stored can be viewed in graph or “table” form. The graph form shows the run of the variables, the choice being between static or interactive graphs that enable the viewing of information associated with the single points; one can also focus attention on given areas of the graph, expanding or reducing the same, and save the results obtained. In the “table” format, with a simple web editor, ad hoc reports can be constructed and configured or presented divided up into a given number of pages with a set record number.



Automazione e certificazione
All’interno dell’ampia offerta di Mini Motor (Bagnolo in Piano, RE) si segnalano, in particolare, i motori brushless serie BSE ad alte prestazioni e i motoriduttori ultracompatti a vite senza fine serie BC 2000. La serie BSE con riduttore epicicloidale (a 1 o 2 stadi) comprende attualmente 8 modelli e va ad affiancare i servomotori brushless della serie BS, di cui condivide le caratteristiche di base: grado di protezione IP 65 (CEI EN 60529), sinusoidali a 4 poli, in forma chiusa, rotore con magneti permanenti NeFeBr, protettore termico di sicurezza, avvolgimento classe F secondo norme VDE0530 e retroazione con resolver. Insieme ai motori, Mini Motor fornisce anche gli azionamenti digitali: Drivert 300 (che controlla servomotori sincroni fino a 300 W) e il nuovo Drivert 1000. Equipaggiati con tecnologia DSP per servomotori brushless sinusoidali con resolver, consentono il controllo a elevata dinamica di velocità, coppia e posizione dell’albero motore. La serie BC 2000 di motoriduttori include invece BC 2000/M, motore asincrono monofase in forma chiusa e ventilazione esterna; BC 2000/T, motore asincrono trifase in forma chiusa con ventilazione esterna e, infine, BC 2000/12-24 MP, motori in corrente continua a magneti permanenti. Ricordiamo inoltre che Mini Motor ha di recente ottenuto la certificazione cCSAus, che permetterà all’azienda reggiana di esportare i propri prodotti anche in Canada e negli USA.



Automation and certification
Within the broad offer of Mini Motor (Bagnolo in Piano, RE) we highlight the BSE high performance brushless motors series and the BC 2000 ultracompact endless screw gearmotors.
The BSE series with epicycloidal reduction unit (1 or 2 stage) currently includes 8 models and go to join the BS series brushless servomotors, sharing the same basic characteristics: IP 65 protection (CEI EN 60529), 4 pole sinusoidals (closed form), NeFeBr permanent magnet rotor, safety thermal protector, class F winding according to standard VDE0530 and reverse with resolver.
Along with the motors, Mini Motor also provides digital drives: Drivert 300 (that controls synchronous servomotors up to 300 W) and new Drivert 1000. Equipped with DSP technology for brushless sinusoidal servomotors with resolver, they enable high dynamic speed, torque and position control of motor shaft.
The BC 2000 gearmotor series also includes BC 2000/M, single phase closed for asynchronous motor and external ventilation; BC 2000/T, triphase asynchronous motor with external ventilation and, lastly, BC 2000/12-24 MP, continuous current motors with permanent magnets.
Mini Motor recently attained cCSAus certification, that enables the Reggio based concern to also export its products to Canada and the USA.



Slitta compatta universale KUS
Ultima nata in casa Montech, la nuova slitta compatta universale KUS si distingue per la costruzione robusta e compatta, nonché per l’elevata rigidità, assicurata dalle guide a ricircolo di sfere con profilo gotico.
Le KUS, costruite con corse comprese tra 20 e 240 mm (max. massa applicabile 10 kg), sono disponibili con diametro pistone di tre grandezze (da 16 a 25 mm), e tutte possono essere fornite con quattro diverse lunghezze della corsa. Una gabbia con serbatoio lubrificante integrato garantisce la sincronizzazione delle sfere e la lunga durata della guida.
Gli arresti di finecorsa, regolabili a seconda della grandezza, avvengono tramite ammortizzatori idraulici, così che lo smorzamento possa essere adattato al tipo di applicazione e ai cicli di lavoro. Inoltre le posizioni di finecorsa possono essere controllate con due proximity induttivi, che non occorre spostare anche in caso di successive modifiche.
I raccordi a innesto per l’alimentazione dell’aria con regolatori di pressione garantiscono ottima accessibilità e per garantire inoltre la massima flessibilità di montaggio, la slitta è equipaggiata su 3 lati con attacchi a coda di rondine Quick-set.
Disponibile infine, per le applicazioni verticali, una molla di compensazione, che assicura un movimento regolare e tempi ciclo ottimali anche con carico massimo.



Compact KUS universal slide
Latest new feature from Montech, the new compact KUS universal slide stands out for its sturdy and compact construction, as well as its high rigidity achieved by its gothic profile bearings. The KUS range, built with strokes between 20 and 240 mm (max. installation mass 10 kg) with piston diameters from 16 to 25 mm and four stroke lengths are available in each case. Ball synchronization is ensured by means of a cage with integrated lubricant reservoir, also ensuring longlasting guides. Hydraulic shock absorbers act as end stops so that the buffering can be suited to the type of application and the workcycles. The position of the end stop can also be controlled by two inductive proximity blocks, that do not need to be shifted even in the event of subsequent modifications. The mounting joins for air feed with pressure adjustors guarantee excellent accessibility, while to guarantee maximum installation flexibility, the slide has Quick-Set dovetail mounts on three sides. Lastly, for vertical applications, a compensatory spring is available that ensures regular movement and optimum cycle times also with maximum load.



Azionamenti digitali
La divisione S.B.C. di Parker Hannifin (Cinisello Balsamo, MI) presenta Hidrive, la nuova gamma di azionamenti completamente digitali a elevate prestazioni per il controllo di motori brushless con correnti nominali da 2 a 100Arms, e alimentazione configurabile da 230 a 480V. Gli Hidrive vantano alta precisione, coppie elevate, flessibilità per la connessione ai vari dispositivi di supervisione e controllo; consentono inoltre di personalizzare l’azionamento in base all’applicazione specifica.
Queste, in breve, le caratteristiche tecniche: resolver, encoder incrementale e assoluto, SinCos (retroazione); controllo di coppia, corrente, velocità, posizionatore con profilo trapezoidale, albero elettrico a rapporto variabile/controllo di fase, camme elettroniche, posizionatore via CanBus, rampe a S, funzioni di homing, di cattura quota e di comparazione (funzioni motion); secondo ingresso encoder, ripetizione encoder, programma su PC via RS232, inserimento di fino a tre schede opzionali di espansione (Profibus-DP, DeviceNet, CanOpen DS402, Sercos, Ethernet, espansione I/O), scheda motion control IEC61131-3, ambiente PLC integrato, filtro EMI integrato, pilotaggio freno, controllo motori asincroni.



Digital drives
The S.B.C. division of Parker Hannifin (Cinisello Balsamo, MI) is presenting Hidrive, the new range of completely digital high performance drives for controlling brushless motors with nominal power from 2 to 100Arms, and power configurable from 230 to 480V. The Hidrive can boast high precision, high torque, flexibility in connecting up to the various supervision and control devices, also enabling the drive to be personalised on the basis of specific applications. These summing things up are the technical characteristics: resolver, incremental and absolute encoder, SinCos (reverse); torque control, power, speed, trapezoidal shaped position, variable phase ratio/control electric cam, electronic cams, positioner via CanBus, S ramps, homing, pairing and quota capture function (motion functions); second encoder input, encoder repeat, PC program via RS232, up to three optional expansion boards (Profibus-DP, DeviceNet, CanOpen DS402, Sercos, Ethernet, expansion I/O), motion control board IEC61131-3, integrated PLC environment, integrated EMI filter, brake piloting, asynchronous motor control.



Decentralizzare il comando
Per lo stabilimento di Bordeaux della BSN Glasspack (contenitori di vetro per bevande, alimenti e vino), l’italiana Zecchetti ha realizzato un impianto di trasporto bottiglie dal forno al dispositivo di pallettizzazione. I nastri trasportatori, in particolare, si affidano alla tecnica di decentralizzazione Sew-Eurodrive (sede italiana a Solaro, MI).
Poiché il processo di produzione non può mai essere interrotto, il forno determina il ritmo dell’impianto. Qualora si verificasse un guasto di comunicazione del sistema a bus di campo all’interno dell’impianto, le bottiglie che escono dal forno dovrebbero essere scartate.
Per ovviare all’inconveniente, si impiega l’interfaccia per bus di campo MQP programmabile, che rende possibile il controllo decentralizzato di tutti i nastri trasportatori e il disinserimento dello stesso mediante il sistema Profibus. Poiché con il modulo MQP si può determinare la velocità di ogni singolo nastro trasportatore sul posto, l’impianto rimane in funzione anche qualora la rete Profibus dovesse disconnettersi. Inoltre il modulo consente l’elaborazione diretta dei segnali del sensore e dell’attuatore senza deviazioni, attraverso il PLC sovraordinato. Il vantaggio che se ne ricava è evidente: minori spese di progettazione e installazione, ridotto cablaggio e, in ultima analisi, un notevole risparmio di costi.



Decentralizing command
For the Bordeaux works of BSN Glasspack (glass containers for beverages, food and wine), the Italian concern Zecchetti has created a bottle conveying system from the oven to the palletisation device. The conveyor belts in particular run on the Sew-Eurodrive decentralisation technology (Italian headquarters at Solaro, MI). In that the production process can never be interrupted, the oven dictates the rhythm of the system. In the event of a breakdown in the fieldbus communication system within the system, the bottles exiting from the oven have to be rejected. To solve this problem, the MQP programmable fieldbus interface is used, that enables the decentralised control of all conveyor belts and the turning off of the same by way of the Profibus system. In that with the MQP module the speed of every conveyor belt can be set locally, the system continues to function even if the Profibus network switches off. As well as that the module enables the direct processing of sensor and actuator signals without deviations, this by way of the set PLC. The advantages are plain to see: lower design and installation costs, less wiring and lastly, considerable cost savings.



Isole di valvole compatte
Camozzi può vantare un ricco portafoglio di oltre 22.00 prodotti nelle seguenti merceologie: cilindri, valvole e valvole a solenoide, filtri, regolatori e lubrificatori (F.R.L.) e infine accessori. Fra le soluzioni più recenti, citiamo le isole di valvole serie Y, che si distinguono per la flessibilità e per il montaggio semplice, economico e sicuro, oltre che per la portata elevata e l’estrema compattezza. Peculiare di questa valvola è la conformazione del corpo, che può svolgere la doppia funzione di sottobase e di elemento contenitore per le valvole: una caratteristica che consente di ridurre il numero di componenti e, di conseguenza, i punti di collegamento, sia pneumatici che elettrici; ne deriva un minor rischio di perdite nell’impianto e quindi un’affidabilità maggiore.
Notevoli, inoltre, le prestazioni, fra cui segnaliamo la portata di 800 Nl in appena 12,5 mm di larghezza, e la possibilità di espansione fino a 32 bobine (fra modulo iniziale ed espansioni) in struttura unica o ramificata fino a 50 metri e con 15 ulteriori espansioni. L’isola di valvole è disponibile con collegamento seriale, punto-punto e multipolare. Il sistema innovativo della cartuccia, infine, conferisce alla Serie Y un’elevata flessibilità sia per le modifiche che per la manutenzione, senza dimenticare la possibilità di interfacciamento con i più diffusi sistemi seriali.



Compact valve island
Camozzi has a wide range of more than 22,000 products covering different sectors: cylinders, valves and solenoid valves, filters, regulators, lubricators (F.R.L.) and fittings. Valve Island Series Y is now part of this wide range. It is based on the so called valve block concept which is a further development of the valve slice concept widely known in the market.
One valve island Series Y consists of one or more modular blocks which are gathering the function of sub-base and incorporating valve elements. These blocks hold a number of valve positions (2, 4 or 8). In this way the number of components involved are reduced and, as a consequence, the number of both pneumatic and electrical connection points (potential leakage/failure points) are also reduced, resulting in higher reliability.
Other advantages with Valve Island Series Y is the high flow rate of 800 Nl/min in combination with reduced dimensions (12,5 mm only valve position).
Thanks to the innovative cartridge system, the valve island Series Y offers same great flexibility and easy/low cost maintenance as a traditional plug-in valve concept normally does. Valve Island Series Y comes in three main versions: Individual connection, Multipole and Fieldbus. For the fieldbus version, it is possible to expand the valve island to a max. of 32 valve positions (32 coils) with unique operating electronics and to add 48 digital inputs.



Controllori con connettività ControlNet integrata
Rockwell Automation (Milano) ha ampliato la famiglia Allen-Bradley® CompactLogix™ con due nuovi controllori dotati di connettività ControlNet™ integrata, entrambi caratterizzati da dimensioni compatte e flessibilità di utilizzo. I controllori CompactLogix 1769-L35CR e 1769-L32C offrono infatti funzioni di connettività di rete ControlNet™ integrate che eliminano la necessità di comunicazioni modulari, semplificano la programmazione e riducono i costi di installazione e configurazione. In fase di programmazione, le funzioni di connettività ControlNet integrate permettono agli utenti di configurare, da un unico punto di accesso centrale, entrambe le porte ControlNet e DeviceNet™. Utilizzando un singolo pacchetto software di programmazione, inoltre, gli utenti possono configurare la rete ControlNet e inserire un bridge di collegamento tra ControlNet e DeviceNet per configurare qualunque dispositivo su quest’ultima.
Nelle fasi di installazione e configurazione, gli utenti possono risparmiare tempo grazie alle funzioni di connessione ControlNet integrate che abilitano la configurazione automatica di questo dispositivo con l’inserimento dell’alimentazione al controllore, eliminando le procedure precedentemente richieste per installare, configurare e aggiungere un modulo scanner all’albero di programmazione.
Il CompactLogix 1769-L35CR offre inoltre supporti (media) ridondanti per garantire una maggiore flessibilità nelle applicazioni complesse; questo controllore supporta fino a 30 moduli I/O locali, e presenta una memoria di programmazione da 1,5 MB che offre elevate capacità di memorizzazione in un package di ingombro ridotto. Il CompactLogix 1769-L32C è invece destinato ad applicazioni single-media su scala ridotta, ed è in grado di supportare fino a 16 moduli I/O locali con una memoria di programmazione da 750 kB.



Controllers with integrated ControlNet connectivity
Rockwell Automation (Milan) has extended Allen-Bradley® CompactLogix™ family with two new controllers with integrated ControlNet™ connectivity, both featuring compact dimensions and flexibility of use. The controllers CompactLogix 1769-L35CR and 1769-L32C in fact offer integrated ControlNet™ network connectivity functions that eliminate the need for modular communication, simplifying programming and reducing installation and configuration costs.
In the programming phase, the integrated ControlNet functions enable users to configure both the ControlNet and DeviceNet™ ports from a single central point of access. Furthermore, using a single software programming package the users can configure the ControlNet network and insert a link between ControlNet and DeviceNet to configure any device on the latter.
Users can save time in the installation and configuration phases thanks to the integrated ControlNet connection functions that enable the automatic configuration of these devices by power feed to the controller, eliminating procedures previously needed for installing, configuring and adding a scanner module to the programming tree.
CompactLogix 1769-L35CR also offers extensive media supports in order to guarantee greater flexibility in complex applications; this controller supports up to 30 I/O local modules, and presents a programming memory of 1.5 MB that offers high memorization capacities in a low bulk packaging. CompactLogix 1769-L32C is in turn for single media reduced scale applications and is capable of supporting up to 16 local I/Os with a 750 kB programming memory.




Elettronica di oggi...e domani?
Electronics of today...and tomorrow?



Uno per tutte
One for all



Rilevatori fotoelettrici miniaturizzati
Miniaturized photoelectric sensors



Intermittori
Intermittent drives



Sensori per prodotti solidi e liquidi
Sensors for solid and liquid products



Drives per l’automazione industriale
Drives for industrial automation



Controllo del movimento
Movement control



Un piccolo, grande sensore
A small but great sensor



Pannelli operatore
Operator panels



Lettori ID
ID readers



Inverter allo stato dell’arte
State-of-the-art inverters



“Belle” prestazioni
“Beautiful” performances



Barriere e sensori
Modular servodrives



Fotocellule standard e speciali
Standard and special photocels



Servoazionamenti modulari
Grids and sensors



PC industriali
Industrial PC



Soluzione wireless per la termoregolazione
Wireless solution for thermoregulation



Raccolta dati per il confezionamento
Data collection for packaging



Automazione e certificazione
Automation and certification



Slitta compatta universale KUS
Compact KUS universal slide



Azionamenti digitali
Digital drives



Decentralizzare il comando
Decentralizing command



Isole di valvole compatte
Compact valve island



Controllori con connettività ControlNet integrata
Controllers with integrated ControlNet connectivity



Motorizzazioni - Rappresentata in Italia dalla Abaco Srl di Arese (MI), l’azienda svizzera Maxon Motor Ag può contare su un’ampia offerta di motorizzazioni e controlli di precisione.
• Micro drive - Compatta, efficiente e durevole, la gamma Maxon comprende motori a corrente continua e brushless con diametri compresi tra 6 e 10 mm.
• DC motor - I motori con avvolgimento senza ferro si distinguono per assenza di ritenzione magnetica, rapida accelerazione grazie al minimo momento d’inerzia, ridotta interferenza elettromagnetica, bassa induttanza e alta efficienza. Questo gruppo comprende il motore RE8 con un diametro esterno di 8 mm e 0,5 Watt di potenza assegnata, e ora anche il nuovo motore RE6 da 0,3 Watt. Entrambi hanno un albero in ceramica ad alta tecnologia, con un diametro di 0,8 mm.
• EC motor - I motori EC brushless cilindrici hanno una commutazione elettronica in luogo di quella meccanica: i cuscinetti a sfere sono l’unico elemento critico per la durata di vita del motore. La rotazione del motore è priva di ritenzione e raggiunge velocità molto elevate anche a bassi voltaggi. A questa categoria appartiene il piccolo EC6 con diametro di 6 mm e 1,2 Watt di potenza assegnata.
• Flat motor - I motori DC brushless con rotore esterno (noti anche come motori piatti) sono azionamenti ideali per molteplici applicazioni grazie alla loro altezza ridotta. Sono disponibili in due versioni: EC6 piatto (diam. 6 x 2,2 mm) e il nuovo EC10 piatto (diam. 10 x 2,52 mm).
Motorizations - Represented in Italy by Abaco Srl, Arese (MI), the Swiss concern Maxon Motor Ag can count on a broad offer of motorizations and precision controls.
• Micro-drives - Compact, efficient and durable, the motors in the Maxon product range include brushless and brush DC motors with diameters of between 6 - 10 mm.
• DC motor - DC motors with Maxon’s ironless winding are characterised by the absence of magnetic detent, rapid acceleration thanks to a low moment of inertia, low electromagnetic interference, low inductance and high efficiency. This group includes the RE8 with an external diameter of 8 mm and 0.5 Watt assigned power rating and now its new little brother, the RE6 at 0.3 Watt. Both have high-tech ceramic shafts, 0.8 mm in diameter.
• EC motor - The central feature of the cylindrical, brushless EC motor is the electronic rather than mechanical commutation. This means that the bearings are practically the only restricting factor in terms of service life. The motor rotation is free of any detent and reaches high speeds, even at low voltages. The tiny EC6 with a 6 mm diameter and 1.2 Watt assigned power rating is in this category.
• Flat motor - Brushless DC external rotor motors, also known as flat motors, are the ideal drive for many applications thanks to their flat design. They come in two types, namely the EC6 flat motor at diam. 6 x 2.2 mm and the new EC10 at diam. 10 x 2.52 mm.
Rinnovamento al vertice
44 anni, milanese, laureato in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano, Alfredo Sala è il nuovo Amministratore Delegato di Gefran SpA, azienda quotata a Piazza Affari dal 1998. Dopo aver lavorato per Techint ed in seguito per le sedi francese e italiana della società di consulenza The Boston Consulting Group, negli ultimi dieci anni ha scalato i vertici di Alstom Power Italia (impianti di generazione di energia) fino a ricoprirne la carica di Vice Presidente e Amministratore Delegato.
Renewal at the top
44 years of age, Milanese, a degree in Mechanical Engineering from Milan Polytechnic, Alfredo Sala has been appointed the new Managing Director of Gefran SpA, quoted on the Borsa since 1998. After having worked for Techint and following that for the French and Italian branches of the Boston Consulting Group, in the last ten years he scaled the top management of Alstom Power Italia (energy generating systems) up to covering the post of Vice President and Managing Director.